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di Danilo Quinto

 

 

Mi permetto di consigliare vivamente ai lettori di questo blog di ascoltare la conferenza stampa che Marco Pannella ha dedicato il 1 settembre alle decisioni comunicate da Bergoglio nella lettera a Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione e responsabile del Giubileo che si aprirà il prossimo 8 dicembre. Basta andare sul sito di «Radio Radicale».

Se ascolterete quello che dice Pannella su aborto, procreazione, responsabilità del concepimento, carceri, giustizia e molto altro ancora – compresa l’Immacolata Concezione – vi accorgerete che il suo intento è quello di affiancare,  omaggiare, sostenere e «sentirsi» politicamente e – come egli sottolinea – «religiosamente» vicino a Bergoglio. Pannella applaude, si rallegra e si compiace. «Sente» che la «sponda» dell’oltretevere è divenuta «sua». L’ha maltrattata per mezzo secolo con accuse di simonia, malversazione di denaro pubblico, pedofilia. Ha organizzato in piazza San Pietro manifestazioni con cartelli «No Vatican No Taleban». Ha blandito il popolo cristiano, offrendoli «vie di fuga» di fronte alla sua responsabilità di fronte a Dio, illudendolo che la libertà si conquistasse con l’affermazione dei più sfrenati desideri e sacrificando lo spirito alla materia da consumare. Ora, d’un tratto, è felice. Il Papa – questo Papa – gli sta bene e condivide tutto quello che fa e quello che dice. Se ne fa portavoce.

Se quella «sponda» avesse interesse – in ragione del suo ruolo e della sua missione – a smentirlo direttamente o a far sì che membri del suo entourage lo smentissero, lo farebbe. Se si riflette, accade la medesima cosa che avviene con Eugenio Scalfari: ogni domenica, nel suo mattinale, il fondatore di «Repubblica» racconta le sue lunghe conversazioni con Bergoglio e riporta il pensiero di chi siede sul soglio di Pietro. Strumentalizza? Certamente no, perché se lo facesse ci sarebbe qualcuno che lo stesso giorno direbbe: «Come ti sei permesso di distorcere il pensiero del Papa?». La responsabilità, quindi, in entrambi i casi – ed è una responsabilità di inaudita gravità – è di chi lascia correre e tace, incorrendo in un peccato di omissione accecante e legittimando la cultura e l’ideologia di cui sono portatori questi personaggi.

Invitare Emma Bonino in sala Nervi in Vaticano, alla presenza di migliaia di bambini, salutarla affettuosamente davanti alle telecamere, costituisce un atto di carità oppure un gesto che riconosce la possibilità di avere un dialogo o un confronto con chi rivendica oggi – anche nella sua vita civile e istituzionale – la sua battaglia di quarant’anni fa a favore dell’aborto e aggiunge a questa quella sull’eutanasia, quella contraria alla sepoltura dei bambini non nati a causa dell’aborto e quella contro l’obiezione di coscienza in materia di aborto? Che cosa nasce da questi dialoghi e da questi confronti? Una conversione o la dimostrazione che il bene ha qualcosa da spartire con il male? Gesù non ha forse insegnato che dal male ci si deve solo preservare per guadagnare la salvezza?

Ho dedicato molto tempo in questi anni al tentativo di far comprendere – in ragione di quel che io sapevo e della mia esperienza, della mia vita spesa per lungo tempo per la causa del male – la pericolosità dell’ideologia pannelliana rispetto alla Parola del Vangelo. Mi sono rivolto a coloro che consideravo – e considero tuttora – i miei fratelli in Gesù Cristo. Ho commesso un grave errore d’ingenuità, perché non mi sono accorto che quell’ideologia ha avuto una formidabile forza di attrazione e si è insinuata in maniera prepotente e formidabile nella realtà antropologica che viviamo, compresa quella parte di realtà che dovrebbe contrapporsi al male per far vivere il bene. E’ proprio questo il punto. Esistono il male e il bene? Chi li insegna? Esiste la Verità rivelata, immodificabile e immutabile nel tempo? Chi la promuove? Chi se ne occupa? Possono occuparsene Scalfari, Pannella e la Bonino, senza che le loro prese di posizione, i loro racconti abilissimi e suggestivi, oltre che interessati, siano arginati?

Un autorevole esponente del mondo cattolico, qualche tempo fa mi ha detto: «Se lei, nel nostro mondo, dice la verità e tutti sanno che quella è la verità, ottiene l’effetto opposto. Quel mondo si coalizza contro di lei e la isola». «Non mi dice niente di nuovo rispetto al mondo che ho lasciato», gli ho risposto, «con una differenza: Pannella è molto più intelligente e abile della maggioranza di coloro che fanno parte del cosiddetto mondo cattolico e che magari pensano di poterlo usare». Non mi sono convertito per mettermi in bella mostra e per seppellire me stesso e la verità, ma per gridarla. Mi licenziano? Perdo l’unico lavoro che avevo? Chiedo l’elemosina di un lavoro per sopravvivere e per mantenere la mia famiglia? Non ha forse detto Gesù «Chiedete e vi sarà dato. Bussate e vi sarà aperto»? Dovrei essere reticente per vivere questa vita «bene», senza angosce, senza paure di far crescere mio figlio? Vendendomi e prostituendomi?

Nella conferenza stampa che vi ho invitato ad ascoltare, Pannella ha detto: «Papa Francesco, sarebbe bellissimo poterti festeggiare qui, pregare insieme per conto di tutto il mondo. Ti vogliamo un mucchio di bene. Ci hai capiti da tempo». Nessuno che gli dica, magari con un po’ di virilità: «Vai tu a confessarti. Emendati pubblicamente dei tuoi peccati. Chiedi il perdono di Dio e l’assoluzione». Tutti hanno paura. Sembrano annichiliti, riverenti, rispettosi. Non solo. Da decenni, concorrono a foraggiare con 10 milioni di euro all’anno lo strumento di propaganda di Pannella, Radio Radicale. A dicembre, dovrà essere rinnovata la convenzione per la trasmissione delle sedute parlamentari. L’ultima volta (governo Letta, dicembre 2013) furono concessi 20 milioni di euro. Pensate che questa volta vi saranno parlamentari cattolici – gli stessi che partecipano a manifestazioni popolari di piazza contro le unioni civili – giornali cattolici, direttori cattolici, giornalisti cattolici, presidenti di movimenti e associazioni cattoliche, sacerdoti, Vescovi, Cardinali cattolici che grideranno o solo sussurreranno «Basta!». Non obietterà nessuno. Hanno tutti una «famiglia da mantenere». Nella torbidità e nel tiepidume. A volte penso che cosa vorrà dire l’Apocalisse laddove si legge che «I tiepidi Dio li vomiterà dalla propria bocca». Essere disprezzati da Dio per l’eternità. E’ un destino che fa tremare.

Per amore di Dio, in cui credo e per il quale vivo, mi occupo di Pannella e non mollo. Non mi interessa intrattenermi sui suoi «derivati», sui suoi «epigoni»: Scalfarotto, la Cirinnà, Veronesi e tantissimi altri, sparsi dappertutto. So che è lui che ha generato l’ideologia anti-umana che dilaga. E’ lui che bisogna colpire. Senza pietà. Di Pannella mi occuperò fino a quando Dio me ne darà la possibilità. Lo dico e lo scrivo convinto anche a coloro che mi consigliano di non occuparmene. Non demordo. Non per odio o per rancore, sentimenti che non riesco a provare. Per amore nei confronti del mio nemico, per il quale prego quotidianamente, ma dal quale sto «alla larga», perchè so che chi è nemico di Gesù Cristo, di Suo Padre e dello Spirito Santo, è amico di colui che alla Trinità si contrappone: il «principe di questo mondo», Satana. Pannella non è il diavolo. Equivarrebbe a dargli troppa importanza, ma se non si converte è certamente uno degli strumenti della schiera di Potenze e Potentati che minacciano il Trono di Dio e insidiano l’uomo.

Recentemente, mia moglie stava per morire. I medici che l’hanno operata di perforazione dell’intestino e peritonite, hanno detto che tutto ha avuto origine da una caduta. La caduta c’era stata, in effetti, mentre entrava in una Chiesa di Milano, ma quel che i medici non hanno potuto spiegare è stata la presenza di una moneta di 50 centesimi di euro (2,2 cm.) nel suo intestino. Ho ammirato, in queste settimane, la forza della fede di Lydia. La sua umiltà. Il suo aggrapparsi alla certezza della vittoria di Dio sugli assalti demoniaci, anche soffrendo, come quando deve medicarsi la ferita che ha ancora aperta o deve sottoporsi ad una serie di complicati esami per la seconda operazione che subirà nel prossimo autunno. Anche la vita stravolta di Lydia – insieme alle vite di coloro che le sono accanto – ha una spiegazione. Tutto è già scritto nel disegno che Dio ha preparato per ciascuno di noi. L’abbondono alla Sua volontà mitiga la presenza del Male, che è dentro di noi e attorno a noi. Ci spaventa e ci sferza. Poi, Dio ci conduce per mano e ci salva, come ha salvato Suo Figlio dalle lusinghe ripetute e insistenti del diavolo. Il «Dio cattolico», caro Scalfari, caro Pannella e caro Bergoglio, non «il padre di tutti gli uomini e le donne di buona volontà». I cattolici non sono massoni. Non credono nella «felicità universale» o nelle «preghiere comuni» con chi non crede nella Santissima Trinità e nella Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Solo Dio, grazie al sacrificio di Suo figlio, ci può rendere forti. Ci fa degni di essere Suoi figli. Miti, umili, ma ostinati e a volte coraggiosi. Con Lui, con la Sua presenza nelle nostra vita, non possiamo e non dobbiamo temere nulla. Suo Figlio ha già vinto il male. Lui, sì, che ci ha resi liberi. Con lui e attraverso Lui, nessuno, ma proprio nessuno, potrà mai sottrarci questa libertà e questo desiderio insopprimibile e «scandaloso» di gridare sempre, in ogni circostanza – anche a costo di perdere tutto – la Verità.

 

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