In un’intervista alla rivista tedesca «Focus» il prefetto della Congregazione per la Dottrina parla della possibilità di concedere la comunione ai divorziati risposati «esaminando i singoli casi e in particolari situazioni» [da VaticanInsider]
Proprio all’ultima settimana, quando al Sinodo si discute di casi «difficili», qualcosa di nuovo sembra emergere nel panorama dei temi in discussione.
In un’intervista alla rivista tedesca «Focus» il prefetto della Congregazione per la Dottrina, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, sembrerebbe aprire alla possibilità di concedere la comunione ai divorziati risposati «esaminando i singoli casi e in particolari situazioni». E’ vero che le norme lo escludono, ha detto il cardinale tedesco, ma in alcuni casi, tuttavia, potrebbe essere prevista un’autorizzazione «secondo coscienza» (da parte del del vescovo locale, sembrerebbe di capire).
Il prefetto cita alcuni passaggi del n. 84 dell’esortazione apostolica Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II del 1981. «La Chiesa, infatti, istituita per condurre a salvezza tutti gli uomini e soprattutto i battezzati, non può abbandonare a se stessi coloro che – già congiunti col vincolo matrimoniale sacramentale – hanno cercato di passare a nuove nozze. Perciò si sforzerà, senza stancarsi, di mettere a loro disposizione i suoi mezzi di salvezza».
E soprattutto: «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido».
Nonostante allo stesso numero 84 si legga: «La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati» tuttavia «in questa direzione si può pensare al futuro», ha detto il cardinale tedesco, ossia «discernere le situazioni con responsabilità alla luce del pensiero teologico».
Il paragrafo in questione della Familiaris Consortio, ricorda il prefetto, indica chiaramente le condizioni imposte ai divorziati risposati per essere riammessi alla comunione: «La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti […] assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi».
Difficile dire se davvero si tratta di esaminare i singoli casi particolari, «secondo coscienza», superando il vincolo dell’astinenza dai rapporti coniugali, ma tutto sembrerebbe portare in quella direzione.
Il cardinale Müller partecipa al Sinodo dei Vescovi in qualità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e prende parte ai lavori del Gruppo linguistico tedesco insieme ai cardinali Walter Kasper, Reinhard Marx e Christoph Schönborn che, in precedenza o durante il Sinodo, si sono tutti pronunciati per una valutazione dei singoli casi da parte del vescovo locale.
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pentiti […] assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi».
Non basta. Anche in tal caso, se viene meno il peccato (in atti, ed in pensieri?) contro il 6° Comandamento, ci si trova, per certi versi, in una situazione, per certi versi, persino “peggiore” contro il 5° Comandamento. Se vien meno il peccato carnale, continua quello di Cattivo Esempio.
Faccio presente, e non mi spiego il perché, commenti di questo tenore, su questo tema, ovvero sul fatto divorziati risposati o conviventi che, pur astenendosi da atti “more uxorio”, non per questo si possono considerare in grazia di Dio (quanto meno in tesi), su siti tradizionalisti, per altro benemeriti, sono regolarmente CENSURATI. Quanto meno se il fatto è narrato con terminologie tipo quelle usate nelle righe precedenti.
A chi si riferisce quando dice:
“…commenti di questo tenore, su questo tema, […] su siti tradizionalisti, per altro benemeriti, sono regolarmente CENSURATI”?
Caro Lister,
non mi faccia dire di più. Mi sembrerebbe scortese.
sì, quello che nega la verginità d iMaria Santissima, prima durante e dopo…belc onservatore davvero (della fede cattolica) degno davvero di quell’altro ‘conservatore’, il suo mentore todesco pappa emerito!!!
Sottoscrivo, bbruno.
Con riferimento all’uno ed all’altro.
Ma, del resto, questo è il clero. Fatte le, pur minime, eccezioni, secondo me, per la legge del contrappasso, dovrebbero fare tutti la fine che fecero fare a Savonarola.
Tutto e il contrario di tutto, tipico atteggiamento ambiguo dei modernisti (che siano conservatori o progressisti la musica resta sempre la stessa!).
Eppure secondo “Il Timone” Muller è un conservatore. O.o Chissà quando questa gente aprirà gli occhi!
http://www.iltimone.org/32426,News.html
già, il ‘conservatore’ che nega la verginità di Maria Santissima prima durante e dopo il parto! E apra quello che vuole, anzi che cosa c’ è’ ancora da aprire? Senza dignità questi lestofanti:prima costui faceva il cavalier servente di Ratzinger, di cui curava l’edizione delle opere, quello che strombettava con voce chioccia i ‘valori non negoziabili”, quello della lagna infinita (ah già non se ne parla più!) dell’ermenutica della continuità!!! ECCOLA qui con Bergoglio la continuità nei valori super-negoziabili, e il Mueller spudorato sempre cavalier servente! Ma chissenefrega di questi qui! Che si divertano pure ad accrescere a lor piacimento il numero dei sacramenti; oltre al matrimonio bis (e tris….) ci dànno anche il para-sacramento del concubinaggio in fidelitate!