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Si è da pochi giorni conclusa a Vercelli la VII edizione della cosiddetta “Festa dei Popoli”, tenutasi dal 29 settembre al 10 ottobre 2015 presso il Seminario Arcivescovile della diocesi retta dall’arcivescovo Marco Arnolfo, nominato da Papa Francesco il 27 febbraio 2014.

La cosa non farebbe notizia se non fosse che la Diocesi di Vercelli ha ritenuto opportuno invitare alla manifestazione, per il secondo anno consecutivo, l’associazione omosessuale territoriale Arcigay “Rainbow”. Sul suo sito internet, l’organizzazioneLGBT di Valsesia Vercelli ha ringraziato infatti per l’invito, scrivendo: «Con molto piacere vi informiamo che anche questanno ArcigayRainbow è stata invitata e a sua volta estende a tutti, in particolare a tutte le vercellesi e i vercellesi, linvito a partecipare alla VII edizione della FESTA DEI POPOLI Sabato 10 ottobre 2015, dalle ore 15:00, allinterno del Seminario Arcivescovile, Piazza SantEusebio, 10 a Vercelli».

L’Arcigay di Vercelli ha spiegato l’importanza di partecipare a questo tipo di iniziative per favorire l’accettazione e normalizzazione del comportamento omosessuale, annunciando la sua presenza all’evento con un ricco stand: «Riteniamo molto importante partecipare a un evento in cui persone di culture e religioni diverse si incontrano in amicizia per parlarsi, conoscersi, condividere esperienze e aspirazioni: quale occasione migliore per promuovere con la nostra presenza la conoscenza, il rispetto e linclusione delle persone LGBT? Sabato 10 a partire dalle 15:00 troverete in Piazza SantEusebio anche lo stand con le nostre volontarie e volontari, i gadgets dellAssociazione e della campagna nazionale Arcigay contro lomofobia, materiale informativo e di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili».

Che cosa è stata la “Festa dei popoli” lo ha illustrato la Diocesi di Vercelli presentando l’evento sul proprio sito web attraverso una serie di iniziative«volte a riflettere, confrontarsi e sensibilizzare intorno alle grandi tematiche dellintercultura e del cibo». Come si è stato possibile leggere nel comunicato, lo spirito dell’iniziativa è stato rigorosamente “inclusivo”, ossia volto a: «raggiungere ogni fascia di popolazione. () Protagonisti vorremmo fossero ancora una volta i nostri fratelli provenienti da luoghi geografici e/o culturali lontani, nella convinzione che ogni incontro con laltro è prima di tutto arricchimento e crescita nella fiducia».

Martedì 29 settembre si è svolta la prima importante «occasione di amicizia» con «lormai classica, Passi di pace, la camminata tra le vie della città promossa dallassociazione Amici della via Francigena e dalla Commissione pastorale per lecumenismo e il dialogo interreligioso» che ha avuto il suo momento clou all’arrivo in piazza Cavour dove si è tenuto il “grande Aperipopolo”, un enorme aperitivo di piazza attesissimo da tutti i giovani. Il giorno successivo, mercoledì 30 Settembre, si è invece tenuta una giornata di studi con incontri che si sono svolti nella Cripta di sant’Andrea e nelle sale del Seminario arcivescovile. Il programma ha visto l’intervento di alcuni esperti intorno alle «dinamiche di produzione e distribuzione alimentare, in particolare nellottica della lotta allo spreco e dellequità nella distribuzione del cibo».

Lunedì 5 ottobre, alle ore 19 ci si è ritrovati di nuovo al Seminario Arcivescovile, per l’appuntamento ecumenico “A tavola con le religioni” dove «rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica, musulmana e induista – hanno fatto conoscere – i significati e i gusti fondamentali del cibo nelle loro tradizioni». Dopo il secondo “Aperipopolo” di piazza, e una serie di altre iniziative analoghe, sabato 10 ottobre, si è avuto il gran finale con tutti i protagonisti che si sono radunati «insieme negli spazi del Seminario di Vercelli per la grande festa conclusiva, ricca, oltre che dei consueti stand allestiti da gruppi e Associazioni di Volontariato, di proposte interattive per tutti, dai più piccoli, con laboratori su cibo e mondialità, ai più grandi, con approfondimenti ed esperti».

La “Festa dei Popoli” promossa dalla Diocesi di Vercelli, con il suo surreale programma, con tanto di invito esteso alle “realtà LGBT” del territorio, rappresenta emblematicamente il vuoto pneumatico di oggi, ahinoi, esistente all’interno di una gran parte della stessa chiesa cattolica. Una profonda crisi di senso e di valori che pur di andare incontro al mondo, in nome di una malintesa misericordia, ignora e calpesta la propria dottrina di sempre, votandosi al suo suicidio. (Lupo Glori)

 

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