Il governo guidato da Mariano Rajoy prosegue nella propria opera di demolizione morale della Spagna, rivelando un volto del Partito Popolare al potere, che nulla ha da invidiare a quello socialista di Zapatero: l’ultima trovata consiste nella guida ufficiale contro l’”omofobia” dal titolo «Abbracciare la diversità», messa a punto per conto dell’esecutivo da alcuni accademici, diretti dal prof. José Ignacio Pichardo Galán dell’Università Complutense. Tale guida è stata presentata lunedì scorso da Rosa Urbón, direttrice dell’Istituto della Donna e per l’Eguaglianza, organismo dipendente dal Ministero per la Sanità iberico.
Assolutamente ideologico il presupposto di partenza: tutti saremmo «stati educati in un clima di sessismo», per cui tutti saremmo, chi più chi meno, «omofobi». Pregiudizio, certo, non buttato lì a caso, ma con uno scopo ben preciso: giustificare il fatto che la sconcertante pubblicazione venga diffusa in tutte le scuole come “strumento” per «riconoscere i pregiudizi, i miti e le false credenze» di merito, sollecitando i docenti ad organizzare incontri per i propri alunni con «esperti e organizzazioni Lgbt» (pag. 53). Del resto, prima di esser pubblicata, la stessa guida – che ha peraltro ricevuto l’immancabile sostegno dell’Unione Europea – è stata verificata, rivista e corretta da differenti organizzazioni del movimento Lgbt spagnolo, che han poi dovuto dare il proprio “imprimatur” alla stampa.
Dall’omofobia si potrebbe «guarire» – si legge -, purché chiunque confessi di esserne affetto a prescindere e mediante un lavoro di «introspezione» personale. Tra i consigli contenuti nell’allucinante guida spicca quello d’«evitare di parlar sempre da un punto di vista maschile (androcentrismo) e di trattar tutti come se fossero eterosessuali (eterosessismo)», invitando a rispettare «il desiderio di ciascuno d’esser trattato per il genere con cui si identifica». Tutte valutazioni costruite sul nulla, visto che lo stesso governo ammette di non aver dati certi e quindi di non poter parlare di bullismo omofobico.
Del tutto devastanti i contenuti dell’opuscolo, che giunge addirittura a definire la cosiddetta “eterosessualità” contro natura: «I fatti dimostrano invece – si legge – che ad esser naturale è la diversità sessuale». Non solo. Tutta la guida poggia su una concezione semplicemente paranoica dell’omofobia, intesa come una specie di infezione culturale instillata in ogni individuo, una sorta di tumore da estirpare alla radice negli adulti, mediante un procedimento di «rieducazione», chiedendo «aiuto» a «professionisti, sindacati o associazioni Lgbt». Incredibile! Si è di fronte ad un insulto istituzionalizzato al buon senso. L’agenzia InfoCatólica, che ha dedicato ampio spazio alla notizia, ha definito la modalità proposta simile ai sistemi di «rieducazione forzata durante la rivoluzione culturale nella Cina maoista».
Piccolo appunto: il testo di questo articolo è riportato due volte, da dopo “Cina maoista” sono riscritte una seconda volta le stesse cose.
Grazie, sistemato
“Del tutto devastanti i contenuti dell’opuscolo, che giunge addirittura a definire la cosiddetta “eterosessualità” contro natura”
Quando ero un ragazzetto (quanti anni fa!) girava, tra coetanei, una battuta:
“Non preoccuparti, Giangi, quando saremo il 51%, saranno loro i diversi”.
Ci siamo: siamo noi i diversi…