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Riportiamo di seguito la lettera inviata per conoscenza a tutte le ambasciate d’Italia, da parte dell’ambasciatore saudita presso l’Italia. [RS]

Non in mio nome

Nel mondo contemporaneo che muta velocemente, la relatività è imprescindibile. Siamo sovente costretti a riesaminare idee e fatti che un tempo erano visti come assoluti.
Pochissime certezze restano assolute. L’inequivocabile condanna al barbaro terrorismo che ha colpito recentemente Parigi e’, senza dubbio, una di queste certezze assolute che persistono.
Tali crimini non potranno mai essere commessi in mio nome, come un musulmano orgoglioso la cui famiglia proviene da Mecca, il luogo piu’ sacro e la culla dell’Islam. Il sacro Corano equipara chiaramente l’uccisione di una vita innocente all’uccisione di tutta l’umanità.

Né l’Islam, né alcuna altra grande religione, puo’ condonare tali barbari crimini. Tali crimini non potranno mai essere in mio nome, come arabo fiero il cui paese si trova al centro dell’Arabia. Molti fratelli arabi sono state vittime di atrocità dai tempi della colonizzazione dell’Algeria alla Palestina, Siria e Iraq dei giorni nostri.
Ciononostante, essere stati una vittima non può legittimare il trasformarsi in un criminale. Al contrario, essere una vittima dovrebbe consentirci di provare una maggiore empatia nei riguardi di tutti i nostri simili che sono state vittime, a prescindere dalla loro etnia, colore o religione.

Tali crimini non potranno mai essere in mio nome, come essere umano. Infatti, neppure gli animali ne’ le belve potrebbere commettere atti simili a quelli perpetrati da terroristi che, senza senso, uccidono innocenti esseri umani. Io mi unisco con fermezza a tutta l’umanita’ nel celebrare la vita e nel difendere la nostra esistenza collettiva dal male assoluto del terrorismo.”

 

Ci soffermiamo sulla citazione dal Corano per smascherare quest’ennesima presa in giro da parte dei sauditi, tra i primi finanziatori e promotori dello Stato Islamico e del terrorismo wahabita:

“Il sacro Corano equipara chiaramente l’uccisione di una vita innocente all’uccisione di tutta l’umanità.”

Questo il vero contesto della citazione:

“Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I Nostri messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra.

La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso” (5, 32-33)

NB: per i musulmani gli “infedeli”, in quanto tali, seminano corruzione.

 

Appare evidente la volontà di deridere l’Italia tutta, potendo escludere categoricamente che un ambasciatore del regno saudita non conosca il Corano.

 

E’ possibile scaricare al seguente link la lettera ufficiale:

Non in mio nome