giostra

“Perché è più facile dominare chi non crede in niente

e questo è il modo più sicuro di conquistare il potere”

M.Ende La storia infinita

di Federico Franzin

Ogni anno da qualche anno a sta parte in questo preciso periodo parte la giostra. Nel momento in cui si avvicina il Natale un certo laicismo terminale mette in moto meccanismi mirati alla sterilizzazione della ricorrenza religiosa attraverso la tabula rasa anche dei più piccoli riti e delle tradizioni più semplici e questo soprattutto nell’ambito scolastico. Tutto ciò che riguarda il Natale viene isolato come elemento discriminatorio per studenti appartenenti ad altre confessioni e per estensione anche alle loro famiglie. Le iniziative in tal senso vengono vendute come tutela ulteriore ma che di fatto è una operazione che nella maggior parte dei casi mette nell’imbarazzo e nel disappunto quelli che dovrebbero essere in teoria tutelati. E poco importa che ogni anno queste illuminate intenzioni ( di sparute minoranze per la verità ) vengano stigmatizzate da più parti. Ogni singolo anno tentativi atei ( perché di questo tirando le somme si tratta ) di cancellazione di piccole ritualità religiose in istituzioni pubbliche, siano queste cori di Natale o presepi si ripropongono come se niente fosse. Vengono immaginati come passi in avanti verso un territorio neutro ma in realtà come dovrebbe essere ovvio non esistono territori neutri ma solo forti territori di identità da tutelare. Il resto è il nulla. Un mondo differente sarebbe un mondo privo di fondamenta e friabile dalle basi ma questo ormai lo sappiamo bene tutti. Compresi quelli che il mondo differente lo vorrebbero davvero. 

Quest’anno la giostra è partita in anticipo con l’annullamento di una visita da parte di una scuola elementare ad una mostra di Chagall intitolata La crocifissione bianca . Decisione presa per non urtare la sensibilità dei non cattolici. Le reazioni delle famiglie non cattoliche non sono delle più felici e anzi alcuni genitori prendono la decisione di portare personalmente i figli. E poi si arriva al solito presepe.  Gli anticattolici travestiti da laicisti non vedono l’ora di sostenere la causa sottolineando come i valori rappresentati da quelle popolari iconografie natalizie non rappresentano i loro. Ogni volta scatta anche l’occasione per fare da termometro alla “cattolicità” dei difensori del presepe sulla base di valutazioni prese da chi vorrebbe insegnare ad essere cristiani da un pulpito ateo e anticlericale.
Eppure è sempre sorprendente tutto questo perché risulta difficile opporsi a valori trasmessi da quelle piccole e semplici tradizioni popolari quale è ad esempio il presepe, immagine calda e ideale di una cosa che oggi sembra minaccia inesauribile : la famiglia. Figuriamoci tale minaccia inserita addirittura in una scuola.
Quest’anno se possibile c’è un tassello in più. L’imam del veneto si lancia alla difesa del presepe ricordando anche ai cristiani di difenderlo. Un Imam che fa le veci di un vescovo. Vescovo quello di Padova che invece si dichiara pronto a un passo indietro riguardo le tradizioni. Questo succede congruamente ad una chiesa che ha fatto molteplici passi indietro anche nel mantenimento dei propri argini. Ma la parte più triste della questione è che l’esternazione dell’Imam probabilmente porterà qualcuno ad addolcirsi riguardo la questione, forse porterà qualcuno anche a riposizionarsi definitivamente. Ma solo perché chi ha parlato è un imam. Un non cattolico. Solo in quel momento diventa accettabile affrontare una tradizione popolare cristiana cioè solo grazie all’avvallo  di un non cristiano. Questa forse è la parte più amara della questione ma non ci si può aspettare altro di diverso. La chiesa trasformandosi in un balletto di individualismi e piegature della fede a istanze tutte personali e perdendo fierezza e solidità assecondando la decadenza del nostro mondo ha dato adito ad un certo smarrimento e nichilismo. Fino a che non si riprenderà la dignità e la sguardo alto della cristianità la chiesa rimarrà il ricettacolo di tutti i Ned Flanders del mondo e porterà a farsi insegnare dagli Imam ad essere cristiani. E intanto le impalcature tremano anche per queste piccole cose. Micheal Ende quando immaginava la sua Storia Infinita identificava il male assoluto con il nulla che avanzava divorando ogni cosa. Il nulla rappresentato da qualcosa di cosi potentemente neutro e grigio da cancellare un mondo eternamente esistente ma che necessita di fede per continuare a resistere al suddetto mostruoso nulla. Questo posto chiamiamolo tranquillamente Europa.