QUI la prima parte [RS]
Hitler: ripresa senza inflazione
Abbiamo detto che Schacht fece funzionare per una volta la frode bancaria (creazione di pseudo-capitale) a vantaggio del lavoro.
Un economista inglese, C.W. Guillebaud, chinatosi sull’enigmatico successo economico hitleriano , ha spiegato la cosa con parole un po’ diverse: “nel Terzo Reich, all’origine, gli ordinativi dello Stato forniscono la domanda di lavoro, nel momento in cui la domanda effettiva è quasi paralizzata e risparmio è inesistente; la Reichsbank fornisce i fondi necessari agli investimenti (con gl effetti MeFo, nd.); l’investimento rimette al lavoro i disoccupati; il lavoro crea redditi, e poi risparmi, grazie ai quali il debito precedentemente creato può essere finanziato (ci si possono pagare gli interessi, ndr.) e in qualche misura rimborsato”. Impagabile quel “in qualche misura”: in realtà, alla banca – e in questo caso alla banca centrale – non importa realmente che il capitale che presta a famiglie ed imprese (o Stati) sia rimborsato: quel capitale è fittizio, per una piccola quota è denaro dei risparmiatori depositanti, ossia per la banca è un passivo (è la banca che deve pagarci gli interessi). Quel che le importa è che i debitori continuino a pagarle gli interessi: sono quello l’attivo della banca. A rigore, la banca preferisce che il debito non venga estinto “mai” (come quello degli Stati); significa riscuotere gli attivi in eterno.

Con il denaro creato dal nulla a beneficio del popolo, anziché degli speculatori, la Germania – mentre il mondo gela nella recessione profondissima degli anni 30 – prospera. La massa dei salari, che nel ’32 ammontava a 32 miliardi di marchi, nel 1937 è salita a 48,5: più del monte-salari del boom precedente al ’29, che era di 424 miliardi.
E qui gli economisti dogmatici del monetarismo e liberismo aspettano al varco l’esperimento hitleriano: quell’abbondanza di potere d’acquisto nelle tasche dei lavoratori provocherà una crescita esponenziale dei consumi, e dunque scatenerà l’inflazione; non ci sarà la formazione dei risparmi indicata da Guillebaud . L’inflazione sembra più certa in quanto nella Germania hitleriana, tra i 32 e il 37, la produzione di beni di consumo aumenta di poco (+39%) in confronto all’enorme aumento dei bendi di produzione, macchinari, strade, fabbriche (+172%). Dunque il potere d’acquisto aggiuntivo si getterà a contendersi l’acquisto dei ben relativamente scarsi.
Ebbene: in Germania, l’inevitabile inflazione non si verifica. L’indice del costo della vita che è pari a 120,6 nel 1932, nel 1937 è salito a 125,1: in cinque anni l’inflazione sale poco più di 4 punti. Come è possibile?

Alla ricerca del trucco, gli economisti ortodossi hanno indagato sul prelievo fiscale. Certamente lo Stato nazi avrà sottratto agli operai una parte notevole del loro nuovo potere d’acquisto con gravosi tributi. In realtà, nel 13, il prelievo dello stato sul reddito nazionale è del 27,6%, poco superiore a quello del 1933, quando Hitler sale al potere: 26%. Un prelievo così mite non s’è mai più visto né prima né dopo negli Stati più liberali, liberisti e libertari. E’ che in quegli anni il risparmio di fatto siquintuplica, incoraggiato dallo Stato ma non imposto per coercizione.
I teorici devono ricorrere a poco scientifiche spiegazioni psicologiche, la “naturale frugalità” tedesca, la “innata disciplina”. Ciò evita di usare un altro termine: l’entusiasmo del popolo mobilitato per la propria rinascita, liberato dal giogo dei lucri bancari, che collabora energicamente agli scopi posti dai suoi dirigenti.
Lo stesso Schacht non credeva del tutto nel sistema che aveva messo in moto col suo trucco. Devoto allievo della dottrina classica, previde che il “miracolo” si sarebbe sgonfiato quando fosse raggiunto il pieno impiego e lo “sfruttamento totale delle risorse”; a quel punto gli investimenti e le spese pubbliche devono rallentare, perché da quel momento genera pura inflazione. Così detta la teoria classica: il serbatoio d manodopera èinelastico, e ogni nuovo investimento compete offrendo salari più alti a una manodopera seme più scarsa.
E’ in base a questo dogma – notiamolo qui – che il liberismo supercapitalista impone la globalizzazione: per attingere ai serbatoi di lavoro inutilizzato a basso costo nei paesi sottosviluppati. Dal ’36, inoltre, le materie prime sui mercati mondiali cominciano a rincarare, rendendo più difficile il gioco economico hitleriano. E’ proprio in quel momento che Schacht propone di dedicare somme maggiori alle importazioni: e ciò, soprattutto, per “migliorare i nostri rapporti con l’estero”. Insomma: indebitiamoci un po’ per non far arrabbiare gli usurai. Al processo di Norimberga, dirà di aver voluto in realtà sottrarre risorse al riarmo: assolto. Del resto avrebbe fatto un brutto vedere un banchiere ebreo impiccato coi nazisti.
Invece Hitler mette da parte Schacht e incarica Goering (ancor giovane e attivo) di lanciare un grande piano di “sostituzione delle materie prime”: ciò che non si vuole importare a caro prezzo, va’ sostituito da surrogati fatti in casa. Viene così lanciata la geniale impresa di ricerca e sviluppo che porterà ai processi di sintesi, a partire dal carbone tedesco, di gomme e benzine sintetiche; brevetti che l’America, una volta disfatto il Reich, si affretterà a sequestrare: non per usarli, ma per distruggerli e farne cessare la conoscenza.
Di fatto, in quegli anni la Germania funziona ancor più di prima in autarchia, in “vaso chiuso”. Come l’URSS staliniana, riduce ulteriormente le importazioni; e siccome nell’URSS l’autarchia è raggiunta al prezzo di carestie e repressioni atroci e concentrazionarie, i contemporanei suppongono che sotto il socialismo nazionale i tedeschi siano soggetti a privazioni, se non da schiavi di lager da monaci guerrieri: austerità, consumi ridotti.
Invece i consumi sono lievemente aumentati.
Consumi pro capite in Germania 1932 1937
Farina (Kg) 44, 6 55,4
Carne 42,1 45,9
Lardo 8,5 8,1
Margarina 7,8 5,4
Pesce 8,5 12,2
Patate 191,0 174,0
Zucchero 20,0 24,0
Caffè 1,6 2,1
Birra (litri) 51,4 62,9
La tabella rivela la stupefacente realtà: la qualità dell’alimentazione tedescamigliora, sotto il Terzo Reich. Cala il consumo delle patate (cibo tedesco della povertà), della margarina, del lardo; ma aumenta quello del pesce, della carne, del caffè importato. L’autarchia, in Germania, “funziona”.
Gli studiosi del miracolo tedesco si consolano, a posteriori, con l’idea che una simile economia a ciclo chiuso non poteva espandersi all’infinito. Che, se durò più del previsto, fu perché la Germania, con le conquiste territoriali del 1939-40, ebbe acceso a nuove fonti di lavoro e materie prime. Forse è così.
Ma bisogna pur riconoscere che l’economia tedesca fu messa a regime di “Mobilitazione Totale” solo dal 1943; solo allora la Germania spinse a fondo l’acceleratore. Albert Speer, il genio della produzione bellica, racconta che nel ’43, sotto gli incessanti bombardamenti apocalittici, la Germania fu ancora in grado di raddoppiare la produzione di locomotive rispetto all’anno prima, mettendone sui binari 5.234 . Fra il ’41 e il ’44 triplicò la produzione di munizioni, quella dei ricambi per carri armati fuquintuplicata, pur con un risparmio del 79% della manodopera e del ‘93% dell’acciaio impiegato rispetto al 1941, grazie ad una razionalizzazione scientifica dei processi produttivi. E la mobilitazione della manodopera fu sempre lontana dalla militarizzazione totale adottata ne Regno Unito, dove “tutte le forze del lavoro erano inquadrate in battaglioni, che venivano dislocati dove ce n’era bisogno. Tutta la popolazione civile, comprese le donne, era una gigantesca armata mobile”. In Inghilterra, nel ’44, il 61 per cento delle donne era impiegato nello sforzo bellico; in Germania, solo il 45%. Quanto alla produzione di beni di consumo: fatta 100 la produzione del 1939, in Gran Bretagna era scesa a 79 nel ’42, in Germania era scesa a 88. Ancora a metà della guerra mondiale, il tenore di vita dei tedeschi restava più alto di quello dei suoi nemici.
L’errore di Hitler
A questo punto è inevitabile porsi la domanda: è possibile che non solo la guerra annichilatrice scatenata dalle potenze angloamericane sulla Germania, ma la posteriore satanizzazione del Terzo Reich, abbia avuto come motivo reale il seppellimento nella damnatio memoriae i suoi successi economici? E’ la domanda proibita della storia recente. Non la porremmo se non l’avesse adombrata un avversario militare del Terzo Reich: il generale britannico J.F.C. Fuller.
Scomparso nel 1966, Fuller è considerato il Clausewitz britannico, è noto come il più brillante innovatore della guerra corazzata. Ha combattuto i tedeschi nella prima e nella seconda guerra mondiale. Avversario, ma leale. Nella sua opera principale, Storia militare del mondo occidentale, scrive:
“La prosperità della finanza internazionale dipende dall’emissione di prestiti ad interesse a nazioni in difficoltà economica. L’economia di Hitler significava la sua rovina. Se gli fosse stato permesso di completarla con successo, altre nazioni avrebbero certo seguito il suo esempio, e sarebbe venuto il momento in cui tutti gli Stati senza riserve auree si sarebbero scambiati beni contro beni (…) prestatori finanziari avrebbero dovuto chiudere bottega.
“Questa pistola finanziaria era puntata alla tempia, in modo particolare, degli Stati Uniti, i quali detenevano il grosso delle riserve auree mondiali, e perché loro sistema di produzione di massa esigeva l’esportazione del 10% circa dei loro prodotti per evitare la disoccupazione”. Fuller ricorda anche che “sei mesi dopo che Hitler divenne cancelliere, Samuel Untermeyer,un ricco procuratore di New York, proclamò una ‘guerra santa’ contro il nazionalsocialismo e ordinò il boicottaggio sui beni, trasporti e servizi tedeschi”. Fuller allude qui ad un evento preciso, che ebbe luogo al Madison Square Garden il 6 settembre 1933: qui la comunità giudaica americana celebrò il vero e proprio rito di morte e maledizione dello “cherem”, o scomunica maggiore. “Furono accesi due ceri neri e si soffiò tre volte nello shofar [il corno d’ariete] mentre il rabbino B.A. Mendelson pronunciava la formula: a partire da oggi,ci asterremo da qualunque commercio di materie prime provenienti dalla Germania…la validità di tale decisione durerà fino alla fine di Hitler; allora il cherem avrà la nostra benedizione (Jewish Daily Bulletin, New York, 6 gennaio 1935). Samuel Untermeyer, rampollo di una famiglia bancaria d’affari ed alto esponente del B’nai B’rith, ripeterà questa cerimonia il 5 gennaio 1935, “a nome di tutti gli ebrei, massoni e cristiani”.
Qui si intravvede, spero, quale fu l’errore capitale, l’errore imperdonabile di Hitler, quello per cui alla fine perse la guerra: fu quello di non aver proposto alle nazioni che conquistava il suo sistema economico tedesco, come proposta di liberazione e nuovo ordine mondiale. Come la Merkel oggi, come (temo) sempre l’impoliticità tedesca, è un miscuglio di provincialismo e incapacità di universalismo; si occupa del bene dei soli tedeschi, senza presentarsi come un modello di civiltà mondiale, nel timore taccagno di perderci. Si presentò come”nemico” del mondo lui stesso, per esempio evitando di fare dell’Ucraina un alleato ( uno stato cuscinetto-modello), ciò che gli avrebbe aperto la via della Russia fino a Vladivostok senza bisogno d guerreggiare. Ancor peggio si comportò con la Polonia.
Gli Stati Uniti, o meglio il Council on Foreign Relations (il pensatoio dei Rockefeller), nel 1941, aveva chiari gli scopi per cui entrava nel conflitto: scopi che lo stesso CFR – meglio, il War and Peace Studies Project che fu costituito al suo interno – indicava come “imperialismo”. L’autosufficienza del blocco tedesco chiudeva gli sbocchi alle sue multinazionali di un’intera Europa, e l’economia americana aveva bisogno di “grandi spazi per vivere”.
Però nell’accurata preparazione bellica che fece per il presidente USA, il War and Peace Studies Project dei Rockefeller mise a punto anche il messaggio politico-propagandistico da adottare.
“Se gli scopi della guerra vengono enunciati in modo da apparire preoccupati dal solo imperialismo anglo-americano, avranno poco da offrire alla gente del resto del mondo, e sarà vulnerabile alle contro-promesse naziste” (Memorandum E-B32, 17 aprile 1941, CFR, War and Peace Studies). Il governo doveva dunque “evitare le forme convenzionali di imperialismo” (sic), e proporre ai popoli che avrebbe conquistato tutto l’apparato propagandistico che conosciamo: l’America vi porta la libertà, identificata col mercato. L’America è l’arsenale della democrazia; quando vi impone il suo sistema finanziario, vi porta la pace e l’abbondanza del Nuovo Ordine Mondiale; vi regala il Piano Marshall per la vostra ricostruzione, fonda l’ONU dove ogni piccolo stato avrà voce in capitolo: naturalmente, le sue finanze saranno sotto la benevola sorveglianza del Fondo Monetario. Gli Usa come potenza altruista e generosa, è ancor oggi la convinzione delle masse in Europa, e fu un illusione perfino nella Russia di Eltsin, che si lasciò saccheggiare dai consulenti della scuola di Chicago. E’ il risultato di un grande successo politico che dura tutt’ora.
Come fu risolta la crisi demografica
Dopo la comparsa della prima puntata, un lettore tedesco (che ringrazio) mi ha scritto:
Interessante il suo articolo su come Hitler ha combattuto la deflazione. Concordo con Lei che la deflazione è uno dei seri problemi attuali
Secondo me questo problema è dovuto alla mancanza di figli. Visto che aveva affrontato la soluzione del Terzo Reich, mi sono informato come allora fu affrontato il problema della denatalità. Tantissimi negli anni 30 avevano pochi figli a causa della povertà. Pare che la soluzione di allora consisté nella concessione di un mutuo, pari all’ammontare di uno stipendio lordo medio di un lavoratore o impiegato, che veniva estinto con il quarto figlio. Quindi molte coppie avevano assunto il rischio economico di fare figli finanziandosi con uno stipendio e con la mancata restituzione del mutuo. Contestualmente aumentava la domanda dei beni interni.
Non credo proprio che le coppie volevano figli per motivi razziali ma per la semplice possibilità del finanziamento. Ci ha riflettuto su questa politica e come un simile concetto avrebbe un posto nella società attuale? Ammetto che, avendo due figlie, sarei grato se ci fosse un tale aiuto. So che alcuni amici non si possono permettere figli per motivi economici.
Cordialmente, Ewald R.
Sì, qui si dovrebbe aprire un altro capitolo sulle politiche familiari del Reich. Il lettore parla del prestito matrimoniale, mille marchi (il salario medio del lavoratore industriale era di 140 marchi al mese), ma non in moneta, bensì in “buoni” da spendere in beni per la casa, mobili ed elettrodomestici tedeschi, quindi dando un impulso alla manifattura nazionale di tali beni; in cambio, la moglie doveva ritirarsi dal lavoro, perché si riteneva che il posto della donna fosse la casa. Ma questo fu solo una parte di un intero, eccezionale programma di stato sociale dalla culla alla tomba; assegni familiari (in imitazione di quanto aveva già fatto Mussolini), assicurazione previdenziale obbligatoria (estesa in seguito anche agli artigiani), sicurezza delle famiglie agricole contro il sequestro de terreni per debiti e sostegno dei prezzi agricoli; alle famiglie numerose venivano offerte vacanze attraverso l’ente Kraft durch Freude, anche questo imitato dal Dopolavoro italiano, ma ovviamente con molti più mezzi. Fatto curioso, nel giorno della nascita della mamma del Fuehrer, le donne con 8 figli venivano premiate con medaglia d’oro, con 6 d’argento.
Funzionò? Sul piano della natalità, si può dire di sì. Nel 1900 v’erano state 35,8 nascite per mille abitanti; nel 1933, dopo i milioni di giovani morti della grande guerra, la miseria dell’iper-inflazione e poi della deflazione, un popolo esausto e senza fede nel futuro ebbe nascite per mille. Nel ’34, i benefici l’avevano fatto salire a 18, nel 1939 a 20,4. Non ebbe successo invece la formazione di famiglie solide con “Mutti” regina della casa; anzi il numero di divorzi aumentò durante il Reich (e aumentarono le malattie veneree), per lo stile di vita instaurato dal regime, consistente in raduni, campi, “armate del lavoro” e festive attività di massa, cui le donne parteciparono con entusiasmo e con uscite di casa molto frequenti (e con l’effetto di una certa promiscuità).
La copertura sociale nazista era tale, che uno storico tedesco d’origine turca, Goez Aly, nel suo saggio Hitler’s Beneficiaries: Plunder, Racial War, and the Nazi Welfare State, New York: Metropolitan Books, sostiene che il regime non ha convinto con ideologia il popolo germanico, ma lo ha “comprato” e “corrotto” con i generosi benefici dello stato sociale. Certo è un tipo di “corruzione” a cui il capitalismo finanziario anglo-americano e globale sdegnosamente si rifiuta, visto che si applica allo smantellamento dello stato sociale dovunque si afferma (è bello vedere come gli inglesi si mettano sempre dalla parte giusta della moralità).
In realtà, iniziata la guerra, un celebre sociologo britannico, sir William Beveridge (1879-1963), esortò il governo britannico ad abbandonare il liberismo tradizionale ed invece imitare lo stato sociale fascista; i fascismi si sono affermati proprio sul terreno dell’integrazione delle masse, diceva, e sull’intervento dettagliato dello Stato a favore dei lavoratori e proletari; questo era anche un elemento che faceva pendere il favore delle popolazioni verso il fascismo non solo nel mondo, ma nello stesso Regno Unito, perché promuoveva “libertà ed eguaglianza” (ma guarda!). Le indicazioni del Rapporto Beveridge furono la base della creazione dello stato sociale britannico, che fu introdotto solo nel 1942. Adesso il potere finanziarioritiene che non gli servano più gli esseri umani, anzi che bisogna ridurli alquanto…
Oggi, dopo quasi un secolo di demonizzazione e svalutazione, è difficile valutare il senso d’innovazione e di modernità che portarono nelle mentalità collettive: era un “socialismo di successo” (bastava fare il confronto con lo stalinismo). Fu un vero choc culturale. Tanto che in Italia la rivista Problemi del Lavoro, fatta da socialisti e liberali, dopo la vittoria del Duce, accettò consapevolmente la fine del “pluralismo liberale, incapace di risolvere le questioni della modernità” per sostenere le riforme sociali del regime a vantaggio dei ceti popolari.
… perbacco:noi il problema demografico lo risolviamo importando masse di giovani dall’ Africa e dall’Asia, da far ‘lavorare’ – che pretese hanno? – a un chilo di patate o di spaghetti al mese! E allo stato sociale, ciao ciao (sta già avvenendo) , in nome della libertà e della democrazia!
E’ del tutto chiaro che se Hitler avesse chiuso la partita con l’ovest prima di attaccare ad est il mondo di oggi sarebbe MOLTO MA MOLTO MIGLIORE! Invece attaccò il nemico più forte prima di aver finito d’asfaltare tutti gli altri ed i numeri non bastarono.
Tragedie della Storia!
Hitler fece ciò che dovette fare, ovvero fu costretto dagli eventi ! Sembra una bufalata da nazista ma dopo aver letto la campagna antitedesca fatta in Polonia, con centinaia di morti ammazzati ed il fatto che la Polonia fu garantita da Francia ed Inghilterra nelle sue malefatte, risulta chiaro come Hitler dovette intervenire. Mossa brillante fu di allearsi con L’Urss per spartirsi la Polonia fiera e forte del suo esercito.
LUnione Sovietica non avrebbe resistito se gli usa non avessero inviato giornalmente aerei cargo con tutti i pezzi dei carri e cannoni da assemblare in loco (parole di Solgenitzin).
Insomma, era tutto ben programmato dalle menti giud….
Proprio come ora stanno tentando di tutto per provocare la Russia. Non riuscendo per la coesione del popolo russo, ecco l’attacco dell’ “ala” Soros contro la Cina, attaccando la sua economia.
Proprio come per la Siria: distruggere la Siria alleata dell’Iran, prima di attaccare l’Iran.
Ma i “giochini” di guerra questa volta sono stati modificati per l’intromissione russa.
Guai a loro ! La si fa pagare con la guerra asimmetrica denunciando Putin come mandante di assassinii…. E via così !
gli altarini nascosti dei criminali giudomericani vengono man mano svelati; il puzzle si ricompone….Questi criminali sempre maestri insuperati nel fare cadere nella trappole da loro preparate le loro vittime, e poi coprirle con la damnatio memoriae! Ho appena letto su Televideo del gioco spericolato di aerei russi intorno ad aerei americani- fonte americana! Poco fa ci fu lo ‘sconfinamento’ e quindi logico l’ abbattimento…Ci fu Pearl Harbour, ci fu la motonave Essex…E poi si fanno i film, i ‘giorni della memoria’, e noi bolsi a piangere a comando sulle malvagità da LORO indicate…
Ed è così da sempre! Ad esempio quando erano la quinta colonna nel Regno Visigoto, sempre pronti a rovesciare il governo e la Chiesa alleandosi coi nemici, spionaggio, sabotaggio, rivolte, infiltrazione di falsi convertiti, corruzione con l’oro.
Detto dall’eminente storico israelita, mica dai loro nemici, sentiamo Graetz nella sua “Storia degli Ebrei” quando descrive la fine del IV secolo:
“Rufinus [un consigliere del re Arcadio] amava il denaro, e gli ebrei non da allora avevano scoperto il magico potere dell’oro per ammorbidire i cuori più induriti. Dovute a lui, diverse leggi a loro favorevoli vennero in quel modo promulgate”.
Capito? Se ne fanno un vanto della loro capacità di corruzione col denaro, da sempre!
Solo che nell’antichità la Chiesa, dopo innumerevoli tentativi di benevolenza, cercava perlomeno di difendersi dai perennemente presenti falsi convertiti ebrei, ad es. nel IV Concilio di Toledo, can 58:
“Qualsiasi Vescovo, Sacerdote o Secolare che continui a prestar loro appoggio (agli ebrei) contro la Fede Cristiana, sia perché fatto segno a regali, sia per puro e semplice favore, verrà considerato come un vero e proprio profano e sacrilego, privato della Santa Comunione e ritenuto straniero al regno di Dio ; perche è giusto che si separi dal corpo di Cristo colui che si fa patrono dei nemici del Signore“.
E oggi??
Ehh, non più, sono diventati addirittura i nostri Padri della Fede, superiori perfino al Vangelo, dato che non hanno bisogno di convertirsi per salvarsi (infatti: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro Nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”… bazzecole), altro che i veri Padri della Chiesa antisemiti di cui invece bisogna vergognarsi!
E sì che le Scritture ci avevano già avvertito:
“anche Satana si trasforma in angelo di Luce. Non è dunque un gran che se anche i suoi ministri si travestono da ministri di giustizia, ma la loro fine sarà conforme alle loro opere”
“Vi furono però anche dei falsi profeti nel popolo, come vi saran tra voi dei bugiardi maestri che introdurranno sètte perverse e rinnegheranno quel Signore che li ha riscattati, tirandosi così addosso pronta rovina. Molti seguiteranno le impurità di essi che faran bestemmiare la via della verità. E con parole create dalla cupidigia vi sfrutteranno, ma la loro condanna è già pronunciata da molto tempo e non langue, e la perdizione loro non dorme.”
Del resto, se quando Gesù ritornerà non troverà la Fede, vuol dire ovviamente che sarà la Chiesa stessa ad averla persa, mica il mondo che non l’ha mai avuta…
benissimo questo accenno alla storia,che rivela la strategia giudaica per abbattere il mondo cristiano, da quando hanno messo in croce – checché ne dica ii marrano papa Ratzinger – il creatore di questo mondo, Cristo Signore. Una strategia costante indefessa spietata. Leggere di Maurice Pinay,per quanto riguarda direttamente la Chiesa, ” Complotto Contro la Chiesa” …Giornate della memoria, indette dagli Ebrei, i responsabili del primo delitto: il memoricidio??? Certo, la MEMORIA, ma quella informata alla storia, e da celebrare ogni giorno e per tutti i giorni, quella che smaschera la Grande Menzogna…
Torno sulla miserabile capacità ricettiva del mondo cristiano, grazie alla quale si è fatto soggiogare dalla ‘informatie’ del Nemico, e sottomettere alle sue manovre. Abbiamo ora una chiesa che s’inchina ai suoi dogmi, scomunica chi non li riverisce, lo qualifica di FratelloMaggiore, e abbiamo una società – quella nostra, detta occidentale- tutta sottomessa alle regole .finanziarie e politiche- imposte da chi, con esse, ci vuole strangolare…Vergognosi addirittura di quando il mondo poteva definirsi come CRISTIANITA’!!!…
per chiarire meglio, per quanta avversione viscerale abbia nei confronti degli islamici, non posso non riconoscere in loro una dignità della quale noi cristiani moderni abbiamo perso l’indirizzo. Li avete mai sentiti, per volontà bonistica o dialogante, dire che loro adorano lo stesso dio di noi cristiani??? E nel campo politico li vedete fare un passo indietro rispetto alla loro concezione di ordinamento civile, informato alla sharìa??? E nel campo finanziario, avete visto i cristiani volere affermare un loro sistema alternativo a quello giudaico -col quale dopo siamo massacrati – sull’ esempio di quanto fanno gli islamici con i lLORO sistema bancario??? Noi una massa di fottuti, da una parte e dall’ altra, e felici di esserlo. E fieri di chiamare CIVILITA’ la trasformazione in LEGGE degli ordini di lor Padroni Nostri!
Tutto vero, tutto vero, tutto vero… rimane però che la colpa della sconfitta bellica sia da attribuirsi all’errore strategico del Fuhrer di attaccare l’Unione Sovietica prima di aver concluso con gli altri. Il fatto di disporre della più potente macchina da guerra mai vista al mondo dai tempi migliori dell’Impero Romano lo spinse a credersi invincibile, e fece così il passo falso… con tutta la sua strapotenza il suo esercito non aveva abbastanza uomini per coprire tutti i fronti.
Se non avesse coinvolto l’Unione Sovietica, le famose potenze occidentali avrebbero solo potuto prendere delle grandi pedate nel didietro, come infatti stavano prendendo a più non posso. I Polacchi, poveracci, furono mangiati come caramelle senza bisogno di allenze con i sovietici (che personalmente disapprovo), come lo fu la Francia con i 300’000 inglesi che da Dunkerque scapparono quasi a nuoto. Sbarco in Normandia! Se la Grande Germania non avesse impiegato la gran parte delle sue portentose forze contro il mostro dell’est il “D day” sarebbe stato totalmente impensabile e ridicolo.
Hitler avrebbe potuto sbaragliare facilissimamente le potenze liberali, e dopo affrontare duramente il gigante sovietico, ma purtroppo non le due cose in una volta sola per mancanza di numeri. Se non avesse commesso questo errore strategico, di certo non impostogli da anima viva, tutti i complotti e i soffi nei corni avrebbero avuto il peso d’un ruttino a fine pasto.
a proposito di dignità (inesistente) cristiana, leggo l’ultima: Scola (sì, l’arcivescovo): “Inserire una festa islamica nella dimensione pubblica”.
Davvero fottuti da parte islamica come da parte giudaica….(in fondo queste due parti non hanno sempre agito in tandem contro la cristianità??? Ora trionfano anche sotto mentite vesti, quelle di un ‘papa’ e quelle di un arcivescovo (oltretutto ‘conservatore’)… Je ne suis pas catholique!
A Bruno
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