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Ieri ad Anadolu News Erdogan ha dichiarato che l’Occidente, “nonostante si comporti in maniera inumana e disonesta” (!), non può pretendere di tenere sotto controllo il flusso di rifugiati in entrata. Il 29 novembre, un summit tra Turchia e UE ha portato ad un accordo secondo il quale la Turchia dovrebbe aiutare ad arginare la fiumana dei rifugiati, in cambio di 3 miliardi di euro, della ripresa dei colloqui per l’ingresso della Turchia in UE e dell’alleggerimento (entro l’ottobre 2016) delle procedure per il conseguimento dei visti da parte dei cittadini turchi che si recano in area Schengen.

 

Il Presidente turco ha anche esortato i Paesi occidentali a riconoscere come terroristiche le organizzazioni curde siriane PYD (Partito Unione Democratica) e YPG (Unità di Protezione Popolare), considerate “emanazioni del regime di Assad” e del tutto assimilabili non solo al PKK (Partito Curdo dei Lavoratori) ma allo stesso ISIS (!).

 

Ancora una volta, gli Stati Uniti sono stati invitati a scegliere tra Turchia e Curdi (siriani), e accusati di slealtà nei confronti dell’alleato in seno alla NATO. Erdogan ha aggiunto che non intende sospendere i bombardamenti (iniziati sabato 13 febbraio) nei confronti dei Curdi siriani, in quanto i loro attacchi alla Turchia meritano una risposta esemplare. Russia, Stati Uniti e Francia, insieme al presidente pro tempore del Consiglio di Sicurezza ONU, hanno fortemente condannato gli attacchi.

 

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