Ad Perpetuam Eius Memoriam

Nel 444 esimo anniversario della sua pia morte, dedico a San Francisco de Borja y Aragón, (nipote di Papa Alessandro VI sommo pontefice ingiustamente denigrato dalla storia moderna),
codesta poesia che riassume brevemente gli episodi più significativi
della sua esistenza terrena, nella speranza di incontrare lui e la famiglia Borgia un giorno nel Santo Paradiso.

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Il di di san Simone del ‘cinquecentodieci,
da Juan de Borja, duca di Gandia
per santa intercessione della vergine Maria
nasce un santo Borja, coronamento di pie preci.

Cresce a Saragozza e presto è dodicenne,
a Giovanna d’Aragona fa da damigello
poi l’Aquila Bifronte serve bel bello,
e da ogni intrigo se ne esce indenne.

Per imperial decreto diviene marchese,
Isabella imperatrice inoltre gli concede
Eleonora de Castro moglie di buonafede,
che dona otto figli al pio aragonese.

Nel cinquecentotrentotto rimane estasiato
Chè Giovanni d’Avila predicatore instancabile
Gli cura l’anima e un vuoto incolmabile
e in lui fede e fervore ha sì ripristinato.

Con la mente e col cuore studia teologia,
l’amore per DIO sempre più s’accende,
e un cambio di vita ormai l’attende
Muore Eleonora, consorte sua pia.

Nel quarantotto emette i voti solenni
E sebbene sia ormai Gesuita e padre
Resta nel secolo, mancando la madre
Per crescere i figli ancor minorenni.

A Roma nel cinquanta sacerdote è ordinato,
col generale Gesuita inizia a collaborare,
il collegio romano decide di fondare,
e a numerose missioni impulso ha dato.

Codesta indi la vita d’un uomo gigantesco
Che sebbene il cardinalato ha sempre rifiutato
La chiesa beato e santo l’ha però proclamato
poichè mai ha detto:”chiamatemi Francesco”.

f.to

Simone Petrus Basileus I.G.