Nota di Radio Spada: continua la rubrica apologetico-polemica il “Tiragraffi” a cura dell’amico Augusto Maria De Gattis. Questa rubrica si inserisce a pieno titolo nel diuturno dibattito su crisi della Chiesa e problema dell’Autorità che da circa tre anni si sviluppa su questo blog.
di Augusto Maria De Gattis
Tratto comune di tutti coloro i quali si oppongono alla rivoluzione conciliare è il rifiuto – più o meno compatto – dei documenti e del ‘magistero’ del Concilio Vaticano detto Secondo.
In molti – la maggior parte, a dir il vero – sostengono che in diversi documenti conciliari siano contenuti errori dottrinali ed eresie, ma che, nonostante ciò, chi ha promulgato gli errori mantenga l’autorità e, di conseguenza, la disobbedienza a colei che si riconosce come legittima autorità sia lecita.
Ma è possibile rifiutare il ‘magistero’ (ritenuto valido e legittimo) di un Concilio universale? La domanda non è di secondaria rilevanza perché il parere dei fedeli su questo o quel documento, sulla sua accettazione o meno, poco conta: non siamo in una democrazia, non si possono liberamente esaminare (il libero esame, appunto) e vagliare le decisioni dell’autorità, della Chiesa e del papa.
Per giustificare l’insolito comportamento – che, di fatto, è al di sopra dell’autorità quando, invece, tratto distintivo del cattolico è l’obbedienza e la sottomissione all’autorità – si adduce comunemente l’argomento del “Concilio pastorale” e dunque fallibile e non vincolante.
Ancora una volta: ciò che si pensa poco conta, conta invece il valore che, al Concilio stesso, le autorità (che vengono riconosciute come legittime, teniamolo sempre presente!) hanno attribuito.
E allora, leggiamo la definizione che Paolo VI diede del Vaticano II durante l’Udienza del 12 gennaio 1966:
“Dato il carattere pastorale del Concilio, esso ha evitato di pronunciare in modo straordinario dogmi dotati della nota di infallibilità; ma esso ha tuttavia munito i suoi insegnamenti dell’autorità del supremo magistero ordinario il quale magistero ordinario e così palesemente autentico deve essere accolto docilmente e sinceramente da tutti i fedeli».
Come si vede, dunque, colui che gran parte dei ‘resistenti’ riconosce sempre e comunque come Sommo e legittimo Pontefice, in realtà, smonta i loro sofismi. Il ‘papa’ Paolo VI, esercitando consapevolmente la propria ‘autorità’, dichiara infallibile il Concilio Vaticano II attribuendogli la definizione di Magistero Supremo Ordinario: ed essi è infallibile ogniqualvolta propone una dottrina come rivelata vincolando tutti i fedeli in modo definitivo su qualcosa.
Tale vincolo, presente già chiaramente nelle parole di Montini qua sopra, lo si trova espresso in modo del tutto naturale nei documenti conciliari.
Porterò solamente un esempio tratto – non a caso – dalla discussissima Dignitatis Humanae:
«Quanto questo Concilio Vaticano dichiara sul diritto degli esseri umani alla libertà religiosa ha il suo fondamento nella dignità della persona, le cui esigenze la ragione umana venne conoscendo sempre più chiaramente attraverso l’esperienza dei secoli. Anzi, una tale dottrina sulla libertà affonda le sue radici nella Rivelazione divina, per cui tanto più va rispettata con sacro impegno dai cristiani». (n. 9)
C’è il fondamento (supposto, naturalmente) nella Rivelazione – e dunque l’infallibilità data dall’assistenza divina – e il conseguente e coerente obbligo di obbedienza.
Ce ne sarebbe a sufficienza per smantellare i sofismi dei fallibilisti. Il ‘padre’ dottrinale del Vaticano II ha esplicitamente precisato il valore del Concilio stesso: è Magistero Supremo Ordinario. Vi si può disobbedire riconoscendo l’autorità che lo ha promulgato?
Lasciamo rispondere il Concilio Vaticano I (che di infallibilità e obbedienza ne sa qualcosa):
“Si devono credere con fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o trasmessa, e che dalla Chiesa, con solenne giudizio o nel Magistero ordinario e universale, sono proposte a credere come divinamente rivelate”.
Quindi:
“L’infallibilità spetta pure al Concilio ecumenico, se d’accordo col Papa che ne approva le decisioni…, e al Magistero universale-ordinario quando —sempre in materia di Fede e morale — si svolge sotto la tacita approvazione del Vicario di Cristo. [Denzinger, 3074].
A questo punto, se l’argomento è così banale come viene scritto, ci si chiede come mai i preti infallibilisti nella loro vita siano stati anche fallibilisti. Strano che abbiano sbagliato così su un tema così facile. O forse, magari, la situazione è più complessa di come viene presentata?
certo,una infallibilità questo concilio ce l’ha: quella dell’errore ! Un errore che non ha fallito nell’ uccidere la fede cattolica…Quando si dice che con questo concilio, si è dato principio a una NUOVA chiesa, che ripete, per scimiottamento, tutte le parvenze della (vera) Chiesa: ha i suoi papi,i suoi vescovi i suoi preti (per fortuna sempre meno),i suoi dogmi, le sue scomuniche, i suoi santi….tutto rovesciato,come rovesciato è il mondo oggi! Non è stato il ‘Mondo’ infatti a fare questa chiesa,a sua immagine???
caro Petrus, potrebbe invece più banalmente pensare che la sostanziale assenza di autorità abbia portato di fatto la maggioranza dei fu cattolici di ieri e oggi a farsi papa di se stessi!
Giovanni 10,1-21
1 «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4 E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Questo è nei fatti ciò che sta accadendo: sedicenti cattolici che dicono a parole di riconoscere l’autorità degli anticristi conciliari, salvo poi rivendicare il diritto di resister sistematicamente loro in faccia, e altri sedicenti cattolici osannanti le false autorità senza tuttavia aver la benché minima intenzione di uniformarsi alla volontà della Chiesa che tali apparenti autorità dovrebbero incarnare. Basti pensare che alcuni signori, di fatto auto elettisi “papi”, pretendono addirittura che Dio si accontenti della nuova “messa” montiniana mentre loro si riservono il diritto di schifarla, fatta eccezione per il momento della(oltretutto dubbia per svariati motivi) consacrazione. Siamo ad un satanico generale delirio di onnipotenza. Del resto, dileguatasi la Fede a far le valige immediatamente dopo è il cervello! Exurge Domne et judica Causam Tuam!
PS: mi auguro che durante il prossimo convegno radiospadista si colga l’occasione di smascherare i novelli intemerati profeti… d’egitto… e chi ha orecchi per intendere intenda!
Ah proposito, caro Petrus, vogliamo forse dimenticare quanto sarebbe stato facile inginocchiarsi di fronte a Cristo e adorarlo, essendo stati spettatori della miracolosa resurrezione di lazzaro…ma sappiamo che alcuni avevano la vista accecata dai propri meschini e loschi interessi! Nihil sub sole novum!
Ottimo come sempre.
Un piccolo appunto: la frase finale
“L’infallibilità spetta pure al Concilio ecumenico, se d’accordo col Papa che ne approva le decisioni…, e al Magistero universale-ordinario quando — sempre in materia di Fede e morale — si svolge sotto la tacita approvazione del Vicario di Cristo. [Denzinger, 3074].
è certamente dottrina cattolica, ma nonostante le virgolette non mi risulta faccia parte in quanto tale della Pastor Aeternus del Concilio Vaticano alla quale rimanda il riferimento [Denzinger, 3074] (che peraltro si riferisce al moderno e piuttosto inaffidabile Denzinger Schönmetzer; meglio a mio parere sarebbe citare il Denzinger Bannwart, nel caso specifico DB 1839).
Sull’argomento si esprime ad esempio il Codex Iuris Canonici (ovviamente del 1917):
«CAPUT II. De Concilio Oecumenico.
Can. 222.
§1. Dari nequit Oecumenicum Concilium quod a Romano Pontifice non fuerit convocatum.
§2. Eiusdem Romani Pontificis est Oecumenico Concilio per se vel per alios praeesse, res in eo tractandas ordinemque servandum constituere ac designare, Concilium ipsum transferre, suspendere, dissolvere, eiusque decreta confirmare.»
Cfr. anche Leone X Bolla Pastor Aeternus gregem Lateran. V s. XI 19 dic. 1516 (DB 740, DS 1445): … cum etiam solum Romanum Pontificem pro tempore existentem tanquam auctoritatem super omnia Concilia habentem, Conciliorum indicendorum, trasferendorum ac dissolvendorum plenum ius et postestatem habere, nedum ex sacrae Scripturae testimonio, dictis sanctorum Patrum ac aliorum Romanorum Pontificum etiam, praedecessorum nostrorum, sacrorumque canonum decretis, sed propria etiam eorundem Conciliorum confessione manifeste constet. . . .
Si veda pure l’Enciclica Lux veritatis di Papa Pio XI, 25 dicembre 1931, qui un brano in una traduzione italiana:
«Orbene, i documenti finora da noi ricordati provano in modo così ovvio e significativo la fede già allora comunemente in vigore in tutta la Chiesa intorno all’autorità indipendente ed infallibile del Romano Pontefice su tutto il gregge di Cristo, che Ci richiamano alla mente quella nitida e splendida espressione di Agostino sul giudizio pochi anni prima pronunziato dal papa Zosimo contro i Pelagiani nella sua Epistola Tractoria: “In queste parole la fede della Sede Apostolica è tanto antica e fondata, tanto certa e chiara è la fede cattolica, che non è lecito a un cristiano dubitare di essa”.»
Grazie dell’articolo.
Secondo me però non evidenzia sufficientemente il problema delle tipologie di Magistero: Augusto si riferisce al Magistero Ordinario Universale per concluderne giustamente l’Infallibilità, mentre Paolo VI, furbescamente, si riferisce al Magistero Ordinario NON UNIVERSALE, ma solo Autentico escludendola.
Un Concilio Ecumenico convocato e ratificato nelle sue conclusioni dal Papa appartiene al Magistero Ordinario Universalee perciò è infallibile.
Ma anche per assurdo volendo dar credito alle parole postume di Paolo VI in cui lo inquadrava esclusivamente come Magistero Ordinario solamente (e non “Universale”), rientra appunto nel Magistero cosiddetto Autentico che OBBLIGA tutti i cristiani all’assenso INTERIORE ed esteriore dell’intelletto e volontà, come lo stesso Paolo VI ha ricordato.
Questo significa che se lo si mette in dubbio si compie peccato grave di temerarietà o indirettamente contro la Fede.
NON è LECITO soprattutto esprimere PUBBLICAMENTE dissenso sul suo contenuto, pena ovviamente lo scandalo: al massimo è lecito, per gravi motivi, avanzare delle riserve su un punto dubbio, procedendo PRIVATAMENTE a manifestare i dubbi all’Autorità.
Quindi è assurdo credere di avere il diritto di criticare e rifiutare pubblicamente per decenni questi documenti ritenendoli eretici assieme alla ancora creduta valida Autorità.
Ovviamente nella sostanza hanno ragione perché quei documenti sono infatti eretici! E’ la conclusione che è sbagliata.
E qui nasce l’altro problema fondamentale: PUO’ il Magistero Ordinario solo Autentico insegnare un’eresia?
La risposta che loro danno è che essendo questo tipo di Magistero NON infallibile, ma solo certo e sicuro, può contenere errori e quindi ovviamente si possono e devono non obbedirli.
Questo è FALSO!
La mancanza di Infallibilità NON ammette affatto che ci possano essere ERESIE, nè nessun tipo di errore tale da poter portare le anime alla perdizione, insegnando loro l’errore di Fede o morale!
Esistono due tipi di Infallibilità:
1) l’Infallibilità POSITIVA è quella che infatti manca a questo tipo di documenti, perché appunto non vogliono DEFINIRE un DOGMA che va creduto in ogni sua singola parola e costrutto grammaticale (sì!) essendo stato pesato e ponderato con tutte le implicazioni teologiche del caso. Appunto qui potrebbe esserci un qualche “errore” in questi documenti certi e sicuri, ma non infallibili: una parola potrebbe essere non perfettamente corretta o magari da esprimersi con più precisione e sicurezza sul tema.
2) l’Infallibilità NEGATIVA. E questa è GARANTITA in QUALUNQUE tipo di Magistero: è appunto la garanzia certissima che ogni insegnamento del Magistero è completamente libero dall’errore nella Fede e nella morale, al punto che è sicuro per chiunque che aderendovi non potrà andare MAI contro la Dottrina di Fede Rivelata e immutabile del Deposito della Fede.
Per questo è IMPOSSIBILE che il Magistero -che appunto è OBBLIGANTE TUTTI i cattolici (anche e soprattutto quelli che non hanno i mezzi intellettuali e culturali per poter discernere eventuali finezze)- possa insegnare ai cattolici dottrine che portano alla perdizione, all’eresia, alla perdita della vera Fede, in sostanza al vero ERRORE che danna!! Per questo esiste l’infallibilità negativa: l’impossibilità di ERRORE grave nella Fede, appunto una Dottrina CERTA e SICURA!
Da questi elementi di Dottrina cattolica si deve trarre la giusta conclusione che NON è quella di poter criticare pubblicamente quella che si ritiene essere ancora l’Autorità nonostante la palese pubblica professione di eresia, MA invece constatare che un Concilio che professa l’eresia NON è più un Concilio, ma un conciliabolo! E che essendo caduto in eresia notoria e prolungata pure il Capo della Chiesa -cosa MAI successa prima!- pure quello che sarebbe Magistero, in realtà NON lo è più, data la caduta dell’Autorità di tutti gli aderenti all’eresia!
Questa è l’unica corretta posizione per salvare contemporaneamente l’Infallibilità negativa di ogni tipo di Magistero, l’Autorità dei veri Concili, l’Autorità stessa dei Papi e della Chiesa e dall’altra parte la possibilità e il dovere di non aderire alle eresie e poter interiormente e pubblicamente dissociarsi da tutti gli eretici e dalle loro eresie, anche se attualmente hanno l’APPARENZA di avere l’Autorità perché sono vestiti con le mitrie, celebrano nelle Cattedrali e Basiliche e siedono in Vaticano! Come ci ha insegnato Sant’Atanasio nella sua bellissima preghiera per i suoi tempi drammatici, simili ai nostri anche se un po’ migliori, dato che i Papi hanno comunque preso posizione contro l’eresia ariana.