di Isacco Tacconi
Credo che nella domanda sia implicita già la risposta. Infatti se il nostro Nemico è il Diavolo, e non il tal politico o la tal parlamentare, essendo egli puro spirito si dovranno usare contro di lui le armi spirituali. Abbiamo già evidenziato come i buoni cristiani attraverso una vita di penitenza e di santità costituiscano già un fondamentale contrappeso agli spiriti demoniaci che assediano la Chiesa da ogni parte. Tuttavia, ciò che oggi manca in maniera così drammatica è la testimonianza “pubblica” di un popolo che adori “pubblicamente” Dio, l’Unico vero Dio, il Creatore e Redentore del mondo.
Dunque, bisogna comprendere che la preghiera e la santificazione personale e domestica sono soltanto il primo gradino imprescindibile perché si possa realizzare un qualsiasi risultato nell’ordine del bene sociale, familiare, nazionale e internazionale. A queste, però, dovrà aggiungersi la preghiera pubblica di espiazione, di riparazione, di adorazione e di intercessione per questo mondo che si è rivoltato contro il suo Dio.
Perché insisto nel parlare di “preghiera pubblica”? Perché i mali che ci troviamo a dover affrontare oggi non sono (solo) i peccati privati e l’immoralità diffusa nell’interno delle famiglie e nelle sfere più private del vivere umano, ma sono i ben più gravi peccati pubblici; quelli cioè non di un solo ceto sociale (il proletariato per esempio) o di pochi ricchi tirannici e sanguinari (i capitalisti o gli strozzini ad esempio) come succedeva a Padova al tempo di sant’Antonio. Oggi i peccati sono “societari”, sono perpetrati dalla totalità del consorzio umano, sono peccati dell’umanità intera che si rivolta contro il suo Creatore, ben peggiori del peccato di Babele giacché il Redentore promesso è già venuto, il Sacrificio d’espiazione è già stato consumato, e l’unica attesa che oggi è rimasta è quella del suo ritorno, della sua seconda ed ultima venuta nel mondo per fare giustizia e chiudere definitivamente la storia.
Inoltre, sappiamo che i nostri singoli peccati personali troveranno giusta e piena soddisfazione solo dopo la nostra morte corporale, e che i peccatori impenitenti verranno condannati nell’aldilà. Ma i peccati dei popoli e delle nazioni vengono puniti e castigati da Dio (avete letto bene: Dio castiga, proprio perché giusto e misericordioso, «Iustus et misericors Dominus»), qui in terra. Questo perché le nazioni non sono organismi personali dotati di un’anima, eppure sono formati da uomini e perciò stesso la società umana, essendo la modalità fondamentale in cui Dio ha voluto che l’uomo vivesse (zoòn politikòn), è soggetta al giudizio di Dio.
Per riparare i peccati, le perversioni e gli abomini che non solo vengono commessi pubblicamente, ma vengono diffusi, imposti, stabiliti come leggi, sostenuti e giustificati è necessaria una penitenza e un’espiazione pubblica, non solo privata. Questo perché il peccato diviene un peccato della comunità che rifiuta di riconoscere Iddio come Signore e Redentore. Non è la prima volta che succede qualcosa del genere nella storia: “Or i suoi concittadini l’odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi” (Lc 19,14). Papa San Pio X, già all’inizio del novecento dichiarò che il liberalismo, che oggi si chiama “laicità dello stato”, incarna questo rifiuto di Dio espresso nel “Non vogliamo che costui regni su di noi“. Possiamo dire allora che, in un certo senso, il modernismo così fortemente combattuto dai Papi fino a Pio XII, ha trionfato nella società riuscendo a detronizzare Cristo dal Tempio Santo, e assegnandogli un posto nel pantheon dell’ecumenismo gnostico-sincretistico. Cristo è stato davvero privato, qui in terra ma non nei cieli, della regalità, detronizzato e abbassato al rango di un’opinione fra le altre nella pluralistica e multireligiosa società democratica.
Urge perciò riappropriarsi della res pubblica ossia degli spazi pubblici, non manu militari ovviamente ma con la forza della recita del Rosario nelle piazze, delle processioni pubbliche, delle Sante Messe pubblicamente celebrate in riparazione dei peccati di sodomia, dell’aborto, del divorzio, della contraccezione, della fornicazione.
Ecco le alternative ai grandi raduni di piazza in cui soltanto si sventolano bandiere, si grida, si canta e, in fin dei conti, si autocelebra l’umanità, la natura e la ragione dimenticando ciò che disse l’Apostolo “cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l’avessi ricevuto?” (1Cor 4,7). E se dobbiamo vantarci di fronte al mondo, non vantiamoci della natura o della ragione, “ma chi si vanta, si vanti nel Signore” (2Cor 10,17). Quanto sarebbe stato più fruttuoso (e potrebbe sempre esserlo), se quei due milioni d’italiani riuniti al Circo Massimo avessero recitato il Santo Rosario o la Via Crucis in ginocchio sotto il vessillo della Croce, credendo nel cuore e confessandolo ad alta voce: “Adiutorium nostrum in nomine Domini, qui fecit coelum et terram!”. Chiediamoci sinceramente: tra le due manifestazioni, cosa avrebbe gradito maggiormente il Signore?
Ma quanto sia maggiore il valore e l’efficacia della preghiera liturgica pubblicamente celebrata rispetto alle devozioni private lo illustra magnificamente l’abate francese dom Prosper Gueranger: “Quanto importanti sono i fini che si propone la santa Chiesa in queste Processioni, alle quali dovrebbero prendere parte tutti i fedeli che hanno la possibilità di farlo e che, invece di consacrare quel tempo al servizio di Dio per mezzo delle opere di vera pietà cattolica, lo passano in devozioni private, che non potranno attirare su di essi le stesse grazie, né portare alla comunità cristiana i medesimi aiuti di edificazione!”.
Ma facciamo anche qualche esempio storico.
Nell’Antico Israele, per trionfare dei nemici, il popolo doveva uscire in battaglia al seguito dell’Arca dell’Alleanza, unica garanzia di salvezza e di vittoria. Ma cosa conteneva l’Arca? Le tavole della Legge divina, ovvero la Divina Rivelazione consistente nei precetti di adorazione verso Dio, l’Unico Vero Dio, e di carità verso il prossimo. Ciò significa che solo nella Legge di Dio c’è salvezza e trionfo.
165-163 a.C: La rivolta maccabaica. I Maccabei, posti a capo del popolo di Dio in difesa della vera fede contro l’invasore pagano, vennero sconfitti in battaglia, e come mai? loro che erano l’unico resto d’Israele? La risposta è da ricercare nella loro miscredenza ed idolatria. Essi, infatti non riposero tutta la loro fede in Dio bensì nei loro idoli nascosti sotto le vesti. Quegli idoli, opera di mano d’uomo, rappresentano l’orgoglio dell’uomo che confida in se stesso: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” (Ger 17,5).
28 ottobre 312 d.C.: la battaglia di Ponte Milvio. In una rivelazione privata Dio promise al futuro imperatore Costantino che avrebbe riportato vittoria contro Massenzio a condizione che tutti i suoi soldati avessero portato sui loro scudi il cristogramma “XP”, ovvero, il Santissimo nome di Cristo. La visione non si diffuse in spiegazioni ma garantì semplicemente “in hoc Signo vinces”: Costantino credette, e vinse.
7 ottobre 1571: la battaglia di Lepanto. Il Papa san Pio V indisse una crociata di Rosario pubblico in tutte le nazioni cristiane: la flotta turca, meglio equipaggiata e numericamente superiore rispetto a quella della Lega Santa, venne sconfitta: il Rosario fu la chiave della vittoria dei cristiani, in seguito alla quale San Pio V istituì la festa della Madonna del Rosario o Santa Maria della Vittoria.
11 settembre 1683: la battaglia di Vienna. I maomettani di Kara Mustafa, in netta maggioranza, avevano cinto d’assedio Vienna, ultimo baluardo d’Europa. Il beato padre Marco d’Aviano, frate cappuccino infuocato di amore di Dio, nei giorni precedenti alla battaglia impose pubbliche penitenze, Sante Messe di intercessione e processioni per invocare il nome Santissimo di Maria contro i turchi: la Madonna, invocata con fede, ottenne la vittoria, e da quel momento il 12 di settembre la Chiesa, per istituzione di Papa Innocenzo XI, festeggia la solennità del Santissimo Nome di Maria. In alcune zone della Sicilia è ancora sentita la devozione alla “Regina delle Vittorie”.
1689: la rivelazione del Sacro Cuore per Luigi XIV. Il Sacro Cuore di Gesù rivelò a santa Margherita Maria Alacoque un messaggio per il re di Francia: doveva raffigurare sulla bandiera di Francia l’insegna del Sacro Cuore. Queste le parole della santa: “Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei principi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito”. Una consacrazione pubblica, dunque, non solamente privata che, se adempiuta, avrebbe portato con sé una pioggia di benedizioni. “Il Sacro Cuore – continua – vuole regnare nella sua [di Luigi XIV] reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”. La richiesta non venne eseguita e presto giunse la decadenza morale e spirituale che sfociò nella devastante Rivoluzione Francese.
Si potrebbero aggiungere molti altri esempi sulla necessità del culto reso pubblicamente a Cristo, Re dell’Universo per la salvezza dei popoli e delle nazioni.
È ancora dom Gueranger a sottolineare la necessità vitale di partecipare alle processioni pubbliche della Chiesa e alle azioni esterne, esteriori, che manifestino la nostra appartenenza a Dio e il Suo dominio sul mondo e sulla società e non solo sui cuori e nel segreto dei nostri grandi o piccoli gruppi di preghiera. “Si tratta – dice – di allontanare i flagelli che le iniquità della terra hanno meritato; di ottenere, umiliandoci e invocando l’aiuto della Madre di Dio e dei Santi, la cessazione delle malattie, la conservazione delle messi; di presentare infine alla divina giustizia un compenso per l’orgoglio, la mollezza e le ribellioni dell’uomo”.
Per i grandi peccati di Ninive, Dio decise di distruggerla e mandò ad avvertire del suo imminente castigo il profeta Giona: “«Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!». I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo” (Gion 3,4-5). Il Figlio di Dio Incarnato disse: “Nel giorno del giudizio i Niniviti si alzeranno con questa generazione e la condanneranno; perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più di Giona” (Lc 11,32). E quale sarà il giudizio di Dio su Roma, sull’Italia, sull’Europa un tempo cristiana, che hanno ricrocifisso il Redentore e stracciato la tunica della sua divina dottrina?
“Facciamo nostri questi sentimenti, – dice ancora l’abate di Solesmes – e riconosciamo umilmente la parte che hanno i nostri peccati nei motivi che causarono il divino sdegno. E le nostre deboli suppliche, unite a quelle della Chiesa, otterranno grazia per i colpevoli, e per noi che siamo nel numero di essi”.
Per concludere vorrei ribadire quelle che credo siano delle valide, forse le uniche, alternative veramente efficaci ai family day: 1) Sante Messe pubbliche di riparazione dei peccati di sodomia, che gridano vendetta al cospetto di Dio; dell’aborto, del divorzio, della contraccezione e della fornicazione; 2) Pubbliche processioni di espiazione e impetrazione del perdono sull’Italia per i peccati contro-natura; 3) Preghiere pubbliche nelle piazze e nelle strade per implorare il perdono e chiedere la liberazione dai nostri oppressori.
E se si volesse dare un nome ad un raduno in difesa della famiglia lo si chiami, se proprio si vuole usare la lingua inglese, cosa che personalmente non gradisco, “Holy Family day”, cioè il giorno della Sacra Famiglia, il modello unico e supremo di ogni famiglia umana, tanto più di quelle cristiane. Ovviamente non basta cambiare il nome, ma è necessario mutare la sostanza di un’assemblea che voglia opporsi all’ingiustizia di un governo infame, che in disprezzo alla legge divina impone l’abominio per la rovina delle anime, attirando il castigo di Dio sulle nostre teste. È ancora una volta un ammonimento dell’abate Gueranger a ricordarci le conseguenze nefaste di una concezione privatista, laicista, intimistica e, in fin dei conti, “liberale” della preghiera della Chiesa. Scriveva nel XIX secolo: “Il rilassamento su questo punto è giunto al colmo. […] Dio non è tenuto a prendere in considerazione preghiere alle quali non si uniscono quelli che sono chiamati ad offrirle. E questo è uno dei molti punti sui quali una pretesa devozione privata ha gettato nell’illusione molte persone”. Se questa era la condizione deplorevole della Francia verso la fine dell’800, cosa avrebbe detto se avesse visto la desolazione attuale?
Non cerchiamo perciò la soluzione alle ingiustizie fra i meandri paludosi e labirintici della dittatura politico-culturale democratica, anzi, abbandoniamo quelle aule dove vige una forma di governo ingiusta, immorale, e contro natura: la democrazia liberale. “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente” (2Cor 6,14-16).
Infine vorrei concludere con un’altra domanda, forse un po’ più caustica della precedente, eppure è giunto il momento di chiederci seriamente: crediamo noi veramente che soltanto Dio possa salvarci dal peccato, dal Demonio, dalla schiavitù della concupiscenza, dalle calamità, dalle guerre, dai nostri nemici, e dai nemici della Vera Fede…oppure no? “Se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli»” (Mc 8,38).
Seriously? Cioè, l’autore dell’articolo pensa davvero di convincere masse di infedeli e miscredenti con l’evergreen “finirete tutti malissimo se non fate come dice la Chiesa”? In un mondo in cui la Chiesa aveva potenti mezzi di coercizione avrebbe avuto senso, ma oggi no. Preghiere e cerimonie pubbliche di espiazione? Per invocare l’intervento della Provvidenza, letterale Deus ex machina, forse. Ma se si vuole convincere le persone, bisogna farlo persuadendole che uno stile di vita cattolico integrale porterà loro una felicità maggiore – certamente dopo la morte, probabilmente anche in vita – di quanto non possano desiderare da uno stile di vita edonistico. Sembra controintuitivo? Sarebbe anche il nocciolo della dottrina evangelica. Che è *lieta* novella, mica “morirete tutti malissimo se non fate come vi dico io”. Papa Francesco avrà tutti i difetti dottrinali di ‘sto mondo, ma almeno questo l’ha capito. Non si tratta certo di promettere misericordia indiscriminata in stile “va bene tutto, basta dire di amare Gesù”, ma di persuadere con la forza dell’esempio, della dolcezza e della saggezza. Siamo tutti bravi a criticare i difetti e i peccati altrui, ma la critica da sola è debole e tende a far chiudere a riccio le persone criticate, ottenendo l’effetto contrario dell’apertura desiderata.
Inoltre: “Non cerchiamo perciò la soluzione alle ingiustizie fra i meandri paludosi e labirintici della dittatura politico-culturale democratica, anzi, abbandoniamo quelle aule dove vige una forma di governo ingiusta, immorale, e contro natura: la democrazia liberale.”
Ok, fate l’Aventino; e poi? Fate la rivoluzione (non violenta, ché è stato specificato chiaramente che manu militari non si può)? Sperate nel miracolo? Incrociate le dita e magari arriva un messia politico in stile Orbán o Putin, che piano piano o subito subito introduca forme di governo conservatore e autoritario? O sperate in nuovo papa più di gusto cattolico-integrale? E se non arriva? Doppia razione di processioni, e via incrementando fino a che Dio non esaudisce la giusta preghiera? È vero che nella Dottrina della Chiesa Cristo è il Signore della storia, ma non si può mica delegargli sempre tutto tutto. Nel frattempo, per ingannare la noia dell’attesa, oltre alle preghiere proporrei un po’ di sano apostolato: tentar non nuoce.
Certamente le due cose non sono in conflitto e non si negano a vicenda!
Amico… t’ho risposto gentilmente un paio di volte, ma il tuo tono sta diventando seccante. Cosa vuoi, di preciso? Perchè dei pareri contrari non ce ne frega assolutamente niente ; almeno, a me no, e penso manco a nessun’altro.
Quanto a che “manu militari” non si può è solo perchè non si hanno le forze materiali.
Nel frattempo, io vivo bene la mia vita rimanendo fedele ai miei principi, fregandomene di tutto il resto e facendo quel che devo quando devo.
Per il resto, ci sono tanti altri siti da andare a leggere. Buon viaggio!
Caro “Bunt”,
mi sembra di essere stato sufficientemente chiaro ed esaustivo, perciò non ripeterò le argomentazioni di ben due articoli.
Le ripeterò soltanto la domanda di chiusura:
“Lei crede veramente che soltanto Dio possa salvarci dal peccato, dal Demonio, dalla schiavitù della concupiscenza, dalle calamità, dalle guerre, dai nostri nemici, e dai nemici della Vera Fede…oppure no?”
A tal proposito le propongo di leggere due libri di capitale importanza “L’anima di ogni apostolato” di dom G. Chautard, “Cristianesimo Vissuto” di P.F. Pollien, nonché qualche bel documento pontificio tipo “Notre Charge Apostoloque” di san Pio X o “Quas Primas” di Pio XI.
Per il resto non mi sembra che io voglia imporre nulla a nessuno, o forse anche lei intende ogni tipo di pensiero discordante dal suo come un’imposizione autoritaria?
Forse, e ripeto forse, anche lei è stato, infondo infondo, contagiato dalla mentalità liberale democristiana secondo cui ognuno faccia semplicemente del suo meglio nella sfera privata, ma pubblicamente non possiamo fare niente (a parte l’azione politica parlamentare-democratica) ?
La saluto e le auguro una Santa Quaresima.
In IHS,
Isacco Tacconi
Caro Isacco,
grazie per il bellissimo articolo. Le segnalo altre due battaglie che mi vengono in mente al volo, quasi dimenticate nonostante la loro grande importanza.
Non si ebbe un diretto intervento divino, ma furono entrambe combattute nel nome di Dio e della Fede ed entrambe ebbero come esito una travolgente vittoria nonostante le sfavorevoli condizioni di partenza.
– 10 agosto 955 d.C. : la battaglia di Lechfeld.
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Lechfeld
Le truppe imperiali di Ottone il Grande, sotto lo stendardo di San Michele Arcangelo, sconfissero le orde pagane che occupavano parte dell’Europa centro-orientale, mettendo fine alla minaccia che rappresentavano per la Cristianità. Poco prima dell’attacco, l’Imperatore pare che esortò i suoi soldati gridando :-Ci sono superiori in numero, lo so, ma non hanno né le nostre armi, né il nostro coraggio. Sappiamo anche che essi non hanno l’aiuto di Dio, e questo ci è di grandissimo conforto!-
– Dal 9 marzo al 9 maggio 1741 d.C. : Battaglia di Cartagena de Las Indias.
https://it.wikipedia.org/wiki/Blas_de_Lezo
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_anglo-spagnola_%281739-1742%29
Il contingente coloniale spagnolo, comandato dall’ammiraglio D. Blas de Lezo y Olavarrieta, respinse il tentativo d’invasione inglese con appoggio americano (presente anche Lawrence Washington, fratello dell’ignominioso primo presidente), facendo fallire quella che fu la più grande spedizione navale occidentale sino allo sbarco in Normandia.
La Spagna visse questa clamorosa vittoria più come un trionfo della Fede sull’eresia che come una vittoria della Spagna sull’Inghilterra e sull’alleato americano, ed in effetti tale vittoria probabilmente consentì a milioni di persone di conservare nell’avvenire la vera Fede.
La saluto e Le auguro anch’io Santa Quaresima.
per quanto mi è possibile capire, Lei mr.Bunt , proporrebbe, con tanto scetticismo, un po’ di sano apostolato, ché tentar non nuoce……
Si guardi un po’ meglio intorno! Sono pochi i preti che fanno apostolato ma con quale coraggio!
Trizz
“Urge perciò riappropriarsi della res pubblica ossia degli spazi pubblici, non manu militari ovviamente ma con la forza della recita del Rosario nelle piazze, delle processioni pubbliche, delle Sante Messe pubblicamente celebrate in riparazione dei peccati di sodomia, dell’aborto, del divorzio, della contraccezione, della fornicazione”.
Unica VIA e VERITA’ carissimo Isacco.
Splendido articolo (come il precedente) da incorniciare, appendere in ogni Sagrestia e all’ingresso delle Chiese.
Grazie e Sia Lodato Gesù Cristo.
Bell’articolo che condivido in pieno salvo un particolare: non esiste oggi alcun pastore cattolico che abbia il coraggio di fare processioni pubbliche di penitenza e Rosario, in Italia !
Chi ?Ravasi ? Bergoglio, il peggior scoglio ?Quando manca il capo ,umano,della Chiesa, il resto è in disfacimento. Mai si era verificata una situazione simile nella storia umana e mai più si verificherà poichè se esiste un pastore di coraggio, questi non sarebbe in Italia.
Il precedente presidente CEi fu colluso con la setta neocatecumenale fino al midollo. L’attuale da la “comunione” a Wladimir Luxuria nonchè al suo sodale presidente degli LGBT ed in più emette belati incomprensibili ai più.
Se non si organizzano i laici cattolici chiamando volta a volta un sacerdote disponibile ad intonare il Rosario, la pappa è fatta e rifatta senza alternative.
Già il “family day” era erroneo in partenza poichè non si intendeva fare del Parlamentucolo un bivacco di manipoli cattolici; il resto è frigno senza costrutto !
Ai cari democratici che qui scrivono e piangono, vorrei ricordare che le rivolte di popolo sono state sempre ben organizzate da minoranze comb-attive. Vedi Rivoluzione francese con massoneria, nonchè moti risorgimentali e via di seguito fino alla costituzione repubblicana (creata dalle ceneri del fascismo e dei traditori in guerra).
Era la volta buona ed il momento giusto; è stato perso e sarà sempre perso dai democratici (pesudo-cristiani) che comandano le varie associazioni cattoliche (ancora per poco…)
“…Sante Messe pubblicamente celebrate in riparazione dei peccati di sodomia, dell’aborto, del divorzio, della contraccezione, della fornicazione.”
E dove li troviamo -se non in qualche rarissima occasione- i preti disposti ad andare controcorrente, a rinnegare il politcally correct papolatrico, a contestare il Capoccia nelle sue eresie? Disposti a celebrare una Messa in riparazione di ciò che dice a sproposito Galantino e cioè che lo Stato ha il “dovere” di legiferare sulle “unioni di tipo diverso”? O Parolin che, in occasione dell’incontro Stato Chiesa, dice che “i diritti civili sono stati evocati” e basta?
“A queste, però, dovrà aggiungersi la preghiera pubblica di espiazione, di riparazione, di adorazione e di intercessione per questo mondo che si è rivoltato contro il suo Dio”.
Se non altro, esiste la “Lega cattolica per la preghiera di riparazione” che nasce con il fine di restaurare i lineamenti della Chiesa di sempre cui ci si può associare (V. Riscossa Cristiana).
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Gent. Isacco, non ho accusato nessuno di autoritarismo! Né ho detto che gruppi cattolici non hanno diritto di esprimere il loro dissenso. Ho solo chiesto se, *nella pratica*, in una democrazia, per i cattolici integrali non ha più senso cercare sforzarsi maggiormente di convincere / convertire chi non è d’accordo. Se Dio tutto può (indipendentemente dalle preghiere), non sono molto convinto che le processioni possano cambiare *in sé* la situazione, se non la massimo tentando di stornare l’ira divina. L’apostolato mi sembra una strategia più efficace di quella da Lei proposta. La ringrazio per i suggerimenti bibliografici. Cordiali saluti!
Quando spiegherete perché le due cose debbano essere antitetiche sarà sempre troppo tardi
Ilaria: certo, le due cose non sono in contraddizione, ma hanno un diverso grado di efficacia. Ho seri dubbi che le processioni pubbliche di gruppi relativamente piccoli di cattolici integrali possano convertire o mobilitare, di per sé, la maggioranza di chi dall’esterno non vi partecipa, non le capisce, che le trova inutili e financo superstiziose. Che poi le vie del Signore siano infinite, ciascun cattolico lo sa, ma non è questo il punto.
Alessio, non capisco il tenore della tua obiezione. Tu hai le tue idee e io le mie. Non pretendo di farti cambiare idea, né ti offendo per le tue idee: che cosa ti offende delle mie, in questo caso? Il fatto che sottolinei il bisogno, dal punto di vista cattolico-integrale, di diffondere in maniera più intensa ed efficace il rispetto della Dottrina? Se non ti interessa la mia opinione, poco male, nessuno ti obbliga a leggere ciò che scrivo. Se l’amministratore di questo sito web ritiene i miei commenti offensivi, è libero di censurarli. Lo spazio dei commenti serve ad avere un dialogo civile e costruttivo: per i semplici “Mi piace” c’è Facebook.
Milena: l’apostolato non è compito soltanto del clero, ma di qualsiasi cattolico attraverso l’esempio e la testimonianza. È chiaro che un sacerdote spesso ha più strumenti di un laico. E non dico che non ci sia nessuno che faccia apostolato. Dico che, nonostante gli “eroici” sforzi, non si vedono grandi risultati in una società sempre più secolarizzata, etc. Forse bisogna cambiare metodi, modi, strumenti, etc. – non la Dottrina, che per sua natura rimane sempre la stessa, ovviamente. La situazione impone qualche ripensamento di strategia, no?
Certo, fossi io alla Redazione di commenti ne passerebbero di meno, ma suppongo che già siano costretti a bloccarne parecchi.
E’ che non capisco cosa cerchi da queste parti, se non sei d’accordo con il Cattolicesimo nessuno ti obbliga a leggere questo sito. Comunque, ora della fine il tempo è il tuo, se vuoi sprecarlo a leggere e commentare cose che non condividi questi sono affari tuoi.
Da parte mia, preferisco i tuoi commenti a quelli di certi modernisti ignoranti, o di altri noiosissimi indivudui che devono per forza trovare problemi ovunque.
Una domanda : vedo che nutri particolare interesse nelle faccende riguardanti la famiglia e i sodomiti. Si può sapere perchè prediligi proprio quest’argomento? Forse per la sua importanza ed attualità?
Caro Alessio, visto che ci tieni a saperlo, non sono cattolico, ma mi interesso al Cattolicesimo, e in particolare al Cattolicesimo integrale. Sono affascinato dai problemi di coerenza interna della Dottrina, e in generale dalle questioni di logica e di coerenza. Non trovo sia “perdere tempo” ascoltare o studiare punti di vista e prospettive diversi dai propri. Chiaro che poi io ho le mie idee che derivano da presupposti che spesso non coincidono con quelli della Dottrina, ma non sono così idiota da venire QUI a mettere in dubbio o a prendere in giro i presupposti della Dottrina o della Chiesa. Semplicemente, per parlare con Voi cattolici adotto il Vostro linguaggio, non per ipocrisia ma perché sennò non ci capiremmo proprio. Non mi interessa lo scontro ma il dialogo. So che è una posizione un po’ particolare, ma spero che tu la possa capire. Del resto, l’alternativa sarebbe una sorta di inutile “predica ai convertiti”, no?
Capito. Che tu non fossi un idiota era chiaro, di idioti che sono venuti a scrivere e che lo fanno tutt’ora ce ne sono, ma tu non ne fai parte.
Non è molto azzeccata però la definizione di “nostro” linguaggio, visto che all’interno di quello che spero sia effettivamente il medesimo schieramento ci sono varie correnti e vari tipi di linguaggio.
Io, per esempio, rappresento il cattolico fascista, ammiratore dello stile reazionario della Croce e della spada e sostenitore della teoria che le parole abbiano assolutamente bisogno del sostegno dei cazzotti (o di quel che serve). Altri sicuramente non approvano la mia linea, come io non approvo la loro, ma in questo momento storico trovo tali differenze irrilevanti.
Quel che conta è il fronte comune contro il comune nemico, che a conti fatti è anche nemico tuo.
P.S.: Parlo in generale di ciò che penso di conoscere un po’ meglio (la posizione della Chiesa sulla famiglia e sulla morale, ma non solo, spero!). Non mi avventuro a parlare del sedevacantismo, questione che non ho mai studiato. Poi la rilevanza e l’attualità delle questioni, come dici giustissimamente tu, sono fattori importanti nello spingermi ad aprir bocca.
Qualcuno di importante disse:”la verità gridatela dai tetti”!quindi,quando è il momento,io la dico sempre guardando negli occhi l’interlocutore.questo dovrebbe farlo anche il papa.dice cose talmente incongruenti che aspetto succeda qualcosa:la menzogna è tale anche se la dice il papa….e credo che il 19 ,sabato prossimo,firmando l’esortazione post-sinodale egli dovrà finalmente farci capire quale delle due scarpe in cui tiene i piedi egli sceglie;e comunque,tutto sarà finalmente chiarito nel 2017!infine,al giorno d’oggi la verità dovrebbe uscire dalle nostre bocche,al caso,come da un fucile a pallettoni!!!!!!!!!!!
Signor bunt, e’ intelligente da parte sua non esporsi più di tanto, come credente cattolico ( per sua discrazia magari anche modernista ) perche’ e’ questo che sono pensata a credere. Evita così,insulti e un senza nulla di fatto,perlomeno per un dialogo civile.Ci si muove solo se motivati, specialmente quando si viene a parlere di noi,della nostra vita,del nostro futuro…..Se così non fosse saremo solo corpi inanimati.Al di la di questo non cambierebbe un granché.
La sola conoscenza non porta ad elevarsi nella nostra essenza; al contrario,limita la nostra capacità di liberare il nostro spirito alla ricerca del nostro Signore che, volente o nolente,lo troviamo in ogni nostro fratello .Qua sta la verità! Non occorre un ” fucile a pallettoni!!!!!!” per il comprendere del perché, nostro Signore e’ morto in croce, per ognuno di noi,senza distinzione.
Si fatica ad ammetterlo; questo e’ il problema!
C’è molta strada da fare e, con le sole nostre forze possiamo fare ben poco.
la distinzione è fra menzogna e verità.Cristo,come ha detto(non esisteva ancora la polvere da sparo,ameno da noi….),che era venuto a portale la spada.che può fare,fra l’altro,più male di un pallettone!
errata corrige:era venuto-a portare.
Massimo. No di certo,per usarla nei nostri confronti, ma fra di noi, questo era già stato ipotizzato, per accapparasi,come proprie, verità che non ci appartengono perche’, purtroppo,in contrapposizione col nostro modo di pensare e quindi del vivere.
Non basta che la verità esca a tutti i costi dalla bocca,fosse il caso come i pallettoni di un fucile.
La verità Massimo,prima di arrivare alla bocca ,deve passare per il cuore, altrimenti ne uscirà sempre inquinata,quindi non veritiera.
Signor bunt come può esistere un Cattolicesimo integrale,se non pensare a tutta una errata Interpretazione o peggio ancora voluta di proposito.
La Parola di Cristo è inconfondibile,per la sua semplicità e chiarezza; Essa è alla portata di tutti, specialmente per i più semplici. Ed e’proprio questo, che forse non si vuole, per averne un maggior controllo su una Chiesa che sempre più si sta aprendo al mondo.
scusi signora maria,ma lei per giudicare come è il mio “cuore” è forse come Dio?è proprio un errore teologico,il suo,anzi di semplice catechismo:io sono battezzato e cerco e credo di essere in grazia di Dio.per questo mi confesso ogni volta che ne ho bisogno.ora,essendo battezzato sono abitato dallo Spirito Santo e perciò,sempre cercando di discernere al fine(l’ho detto)di capire se è il momento giusto,io è proprio perché sono abitato dallo spirito santo che mi sento di dovere parlare.lei invece ha ridotto il cristianesimo ai famosi”buoni sentimenti”,e giudica da esteta le parole e le persone.naturalmente,giudica tutti tranne sé stessa….e poi,guardi,a parte qualche falce per la campagna,non ho neanche il porto d’armi!
Si signor Massimo, la verità,e questo vale per tutti, per come esce dalla bocca, si può capire se prima ha fatto breccia nel cuore di una persona.Se si vede il buono di se stessi, difficilmente si potrà vedere quello degli altri e, viceversa.
bisogna vedere se la persona è aperta,tant’è vero che Cristo disse se non vi accoglieranno scuotete la polvere dai vostri calzari.quindi non è detto che io debba misurare la verità dal reazione altrui.ma lei ci crede che esiste la verità?
Se lei Massimo,ha potuto osservare che,” verità ” l’ho scritta con la lettera minuscola.Cio’ sta a significare che, purtroppo,intendiamo sempre la nostra verità. Se così non fosse,e si gridasse la Verità di Cristo dai tetti come lui ci ha insegnato,sarebbe normale un adeguato comportamento nel nostro modo di vivere rapportato ai nostri simili; figli e fratelli.Perche’ troviamo difficoltà nel comprendere questo? Perché lei o noi tutti,che si voglia o no, adattiamo questa Benedetta Verità,forse senza rendersene conto, a quelle che sono le nostre esigenze e punti di vista?
Il signore ci insegna ” Amatevi gli uni gli altri come io vi amo.
Questa e’ una Verità da gridare sui tetti.Lei la grida questa Verità signor Massimo? Oppure fa un distinguo:quelli si,e quelli no…..Lei e’ in grado di decidere? Chi le da questa facoltà decisionale?
Io credo, al Cristo e, alla sua Parola, quindi, mi considero cristiana cattolica dentro alla mia S.Chiesa,portata avanti dal Sucessore di Pietro,il Papa e con tutti noi fratelli come popolo in cammino.
Da soli non facciamo un bel niente! Tutti abbiamo bisogno uno dell’altro per portare avanti tutti insieme questa nostra Chiesa.
Se Cristo disse:” Se non vi accoglieranno scuotete la polvere dai vostri calzari “,e ha avuto ragione dire così, ma noi dobbiamo pure avere la certezza di aver proclamato la Sua Verita’ non la nostra, e a quanto pare, per nostro orgoglio, ci inganniamo spesso e volentieri.
lei è arrogante e se la gira sempre a modo suo.mi ha rotto le scatole.e lo dico freddamente.oggettivamente.meno male che non ci sono le donne prete….e ora la pianti.tanto non è capace di fare auto critica.
e si arroga il diritto di giudicare le coscienze.
Signor Massimo, l’unica domanda diretta che a lei ho rivolto e’ stata quella, se lei grida dai tetti la Verità di Cristo,quando disse ” Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato “.
Per tutte le altre ho scritto al plurale; ciò vul dire che, dentro al contesto mi ci metto pure io. E senza vergogna sa, perché nessuno e’ perfetto.Tutti possiamo cadere nell’errore,spesso per interpretazioni sbagliate,oppure per dei nostri caratteri egoistici.
Mi dica lei, dove trova in me questa arroganza che dice?
Io non la giro per niente a modo mio.A quale pro!
Se le ho rotto le scatole ( mi permetta di dirglielo in maniera simpatica ), perché probabilmente le sue scatole sono fragili, non infrangibili..
Per quanto alle ” donne prete ” sono d’accordo con lei.
Quindi, lontano da me il sentirmi in diritto di giudicare le coscienze. Non sono capace di giudicare nemmeno la mia, se non fosse per il solo fatto,che altri mi fanno capire dove io sbaglio.
lei sbaglia perché riduce ciò che si dovrebbe gridare dai tetti al solo “amatevi….”.ma il cristianesimo,e quindi ciò che si deve dire o gridare,non è solo questo.e il bello,il buono,il vero,sono collegati.quindi la verità è legata all’amore.e siccome nel vangelo non c’è solo la parola amore,e questo è incontestabile,chiudo la conversazione.p.s.:la sua arroganza sta nel ridurre il cristianesimo a quei particolari,come l’amore o altro scelto alla bisogna per potere poi fare la maestrina verso il prossimo,giudicandolo in base a quello che lei vuole imporre come il vero cristianesimo .e poi ,da ipocrita, “leggere “volutamente le cose al di sotto del significato completo:ipo-(sotto )crito:cioè decrittare al di sotto;quindi,come i farisei,lei riduce il significato a quei particolari che le permettono poi di impugnare la verità,compiendo fra l’altro peccato contro lo spirito santo e crede di potere conseguentemente giudicare le coscienze in base a questo falso cristianesimo.falso perché ridotto a ciò che lei decide.stop.
Signor Massimo quello che ho scritto e’ incontestabile per semplicità e onesta’ del contenuto.
Non si comprende perché,si voglia rendere ingarbugliato il tutto, per dire cosa poi….
Non so,se ha chiara la risposta, da lei data, al mio contributo!
Se si incomincia a pensare,ad un grande progetto, non tenendo conto,che in ogni caso,si debba essere in possesso della ” materia prima “……cosa si ipotizzerebbe di poter costruire?
Neanche le fondamenta,per assurdo, starebbero in piedi.
E allora, i due principali comandamenti: ” Ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso”, a cosa servirebbero, per lo meno,se non come base di partenza?
Dentro a questa Verità,riveleremo al mondo, tutto il nostro vivere da cristiani.