Continuiamo la pubblicazione, a puntate (diciassettesima), dell’operetta di don Dolindo Ruotolo “Chi morrà, vedrà… il Purgatorio e il Paradiso”. Buona lettura! [RS]

 

[segue]

 

Eccola fuori dell’immenso mare di stelle. E’ in alto, è sempre più lontana dalla materia; ascende trionfante verso la regione dello spirito.

Sotto di lei un mirabile saettare di astri, un’ordinata danza di luci, un fulgente intrecciarsi di orbite, un mirabile scoppio di forza, senza fragori, nella silente pace delle leggi cosmiche, che sono come l’eco della voce di Dio che le ordina. E’ come uno sfavillare d’inchini adoranti, anche nell’incoscienza della materia che, seguendo le leggi con le quali Dio la regola, ne magnifica l’onnipotenza, la sapienza e l’amore.

L’anima canta col firmamento le lodi di Dio; abbraccia, per così dire, quelle onde di luci, ne domina le splendenti creste, quasi marosi che si elevano, si ripiegano, spumeggiano, ritornano, fuggono, s’increspano, si quietano, ed il suo amore si effonde nella potenza dello spirito che è immensamente superiore alla materia.

Eccola nel cielo di Dio, eccola nel cielo eterno, eccola in un firmamento di spiriti celesti e di anime gloriose, in una varietà che ricorda quella delle stelle… stella differt a stella; varietà non di materia fulgente, ma di intelligente amore che vibra in un’armonia di lodi, di slanci, di gioia, di pace, di profonda pace.

Ecco i cori angelici, mirabili armonie di amore, usciti dalle mani di Dio, purissimo Spirito, come diffusioni più pure della sua bontà creatrice. Sono nove cori, ordinati come una mirabile scala di suoni, come un mirabile intreccio di armonie, come risonanti contrappunti musicali, che fondono le altezze squillanti con le profondità vibranti, e formano la musica dei cieli. L’anima s’incanta… Anch’essa è spirito, anch’essa fu creata ad immagine di Dio, anch’essa, per la grazia che l’arricchisce, è un ordinato vibrare di armonie di amore, ma lo spettacolo degli Spiriti celesti è per lei una prima conoscenza di Dio, un primo ingresso alla felicità del suo spirito in Dio. Quei cori celesti lo manifestano, come le nubi dorate dell’orizzonte manifestano il sole che si avanza e lo manifestano senza abbagliare. Diremmo quasi che l’anima abitua il suo occhio interiore all’incontro con Dio.

Ogni coro angelico è formato da miliardi di spiriti, l’uno diverso dall’altro, più che non lo siano le fisionomie umane, pur essendo caratterizzati dalla stessa luce del Coro al quale appartengono. E’ una meraviglia inconcepibile.

I Cherubini, i Serafini…

Ecco i Cherubini alla sommità di quest’armonica scala. Non hanno corpo, sono intelligenze fulgenti, come astri indorati dalla luce dell’Infinito Verbo, generato dal Padre, glorificazione eterna di Dio, nella placida e sempre tranquilla Trinità. Che gioia quelle menti sublimi senza ombre, quelle intelligenze vibranti come occhi profondi, che veggono Dio, s’inabissano nella sua semplicissima, infinita ed unica natura, e lodandolo s’effondono in una mirabile varietà come onde di luce. L’anima è come avvolta da quella luce, e riconosce i primi raggi dell’Infinito senza principio e senza fine.

Ecco i Serafini. Illuminati dal Coro superiore dei Cherubini, vibrano di amore. Sono intelligenze fiammanti, sono come cuori innamorati che si espandono, che lodano Dio amandolo, e che amandolo sono come irradiati dall’Eterno Amore, e ne manifestano, glorificandolo, la Divina Persona, procedente dal Padre e dal Figliolo. L’anima è infiammata di amore, anela all’Eterno amplesso che la sposerà a Dio per tutta l’eternità. Che gioia quell’angelica fiamma che non conosce limiti di egoismo, che non s’incentra in sé, ma è tutta di Dio, godendo del suo amore. Oh, com’è dolce l’armonia dell’amore negli sfolgoranti spiriti dei Cherubini! Oh, quali ineffabili gioie Dio ha riservate a quelli che l’amano, portando per pochi anni, che sono istanti, paragonati all’eternità, la croce della prova terrena!…

 

[segue]