“I sacrifici dei pagani sono fatti ai demòni e non a Dio.”

(1Corinzi X, 20)

fasciolittorio

Dopo il precedente articolo sul paganesimo, torna il Cajetanus con un altro scoppiettante scritto sullo stesso tema. [RS]

 

di Cajetanus

Tra i più importanti iniziatori di un ritorno alle superstizioni romane e all’adorazione dei demoni vi è il matematico ed esoterista Arturo Reghini. Già aderente al Pitagorismo, nel 1898 istituisce la sezione romana della Società Teosofica fondata il 17 novembre 1875 dalla russa Helena Petrovna von Hahn, meglio nota come “Madame Blavatsky”. Successivamente sarà iniziato al Rito massonico di Mephis per poi fondare, nel 1905, la loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente D’Italia. Insieme a Julius Evola e al mazziniano e massone Giulio Parise, nel 1927, darà vita ad un circolo di stregoni noto come “Gruppo Ur” (a cui aderirà anche Giovanni Colonna, duca di Cesarò, parlamentare del Regno d’Italia, stregone ed esoterista) che aveva come obiettivo quello di evocare tramite dei rituali determinate potenze sovrannaturali che avrebbero dovuto assistere i componenti del gruppo ed esercitare un’influenza magica sul mondo politico e sul governo italiano. Con la fondazione del Gruppo Ur i membri iniziarono ad espandere l’influenza del macabro sodalizio costituendo una serie di “catene magiche” in giro per l’Italia, tutte mosse ovviamente dallo stesso Gruppo Ur e in particolare da Evola e Reghini i quali fondarono insieme a Parise anche una rivista denominata “Ur” che era espressione delle dottrine magico-pagane promosse dalla setta, pubblicando opere e scritti di vari esoteristi contemporanei e del passato come Pico della Mirandola, Giamblico, Pitagora e molti altri.
A seguito di alcuni dissidi interni al Gruppo Ur e ad una rottura dei rapporti tra Evola, Reghini e Parise, una scissione interna spaccherà il gruppo ed Evola fonderà la sua rivista “Krur”.

Nel 1929 – non a caso lo stesso anno del Concordato tra lo Stato Italiano e la Chiesa – appare sulla rivista Krur un misterioso articolo, firmato con lo pseudonimo “Ekatlos” (attribuito al Principe di Teano e Duca di Sermoneta Leone Caetani, noto esoterista ed orientalista), intitolato “La grande orma: la scena e le quinte” dove l’autore renderà noti i movimenti e le azioni sotterranee – e altre meno sotterranee – di vari personaggi che dal 1913 al 1923 (circa), attraverso vari accordi politici, rituali, sotterfugi e infiltrazioni nella vita politica italiana tenteranno di scardinare definitivamente la Chiesa Cattolica in Italia per ripristinare il culto pagano di Roma (o una qualche sua evoluzione sincretista).

A detta di Ekatlos nel 1913 si verifica un fatto straordinario: grazie alle visioni di una presunta sibilla (al secolo Cesarina Ribulsi) viene rinvenuto a Roma, in un non ben definito sepolcro sulla via Appia, un antico scettro di epoca romana avvolto tra le bende, sulle quali sembra vi fossero le istruzioni per la celebrazione di un rito propiziatorio che, nelle notti successive, venne celebrato da alcune persone – facenti parte di un gruppo riunitosi intorno allo stesso Ekatlos – affinché gli dèi concedessero la vittoria all’Italia nell’imminente conflitto mondiale.
Dopo una visione dei Dioscuri e di un’aquila sopra il Campidoglio a seguito della battaglia di Caporetto – visione interpretata come un segno di buon auspicio e, più nello specifico, di vittoria dell’Italia nella guerra – a Milano in Piazza San Sepolcro, il 23 marzo 1919, l’allora anticlericale Benito Mussolini venne salutato con il titolo di “Console d’Italia” dalla neopagana, mazziniana, socialista e proto-femminista Regina Terruzzi, membro del sodalizio di Ekatlos, nell’ambito della fondazione dei fasci di combattimento. Nella stessa occasione la Terruzzi presentò a Mussolini Cesarina Ribulsi (la “sibilla” dello scettro) che dopo la Marcia su Roma, vestita con un completo rosso (colore augurale romano), donerà allo stesso Mussolini la ricostruzione di un fascio littorio, con ascia di bronzo proveniente – si dice – da una tomba etrusca e dodici verghe di betulla legate con strisce di cuoio rosso (secondo alcune prescrizioni rituali) con lo scopo di influenzare e paganizzare per vie magiche il Partito Nazionale Fascista e poi, attraverso quest’ultimo, lo Stato. La Terruzzi e il gruppo di Ekatlos infatti ponevano ogni atto della vita privata, sociale e politica come un atto rituale, magico, volto a sucitare gli spiriti maligni (creduti dèi) e le loro energie. Così avvenne con Mussolini e con altri, affinché il Partito Fascista divenisse un anello della “catena magica”, un catalizzatore di influssi preternaturali. A questo scopo, sempre a Mussolini, venne consegnata – secondo l’articolo apparso su Krur –  una “formula rituale etrusca di purificazione”, come dice lo stesso Ekatlos: «(…) Fu “caso” parimenti, che a lui [ndr: Mussolini] fosse trasmessa la formula rituale etrusca di purificazione – quella stessa portata dalla chiave pontificale: “Quod bono fastumque sit”» (Krur, n.12, 1929, pp. 353-354).

Dopo il secondo conflitto mondiale, in particolare dai primi anni ’70 in poi – come abbiamo visto nel precedente articolo – queste forze continueranno la loro missione di paganizzazione della società e dello Stato con maggiore efficacia e vigore, grazie all’apostasia delle gerarchie vaticane a seguito del Concilio Vaticano II, le riforme concernenti la libertà religiosa e lo stato non confessionale. Infatti lo Stato, tornato esplicitamente anticattolico (più di prima), ormai agnostico nella sua stessa Costituzione contribuirà ad accrescere l’influenza di varie sette sulla società fino a giungere alla situazione attuale. La riforma della Messa e la sua sostituzione con un rito non cattolico sarà l’ultimo colpo che permetterà ai demoni adorati da Ekatlos e dal Gruppo Ur di corrompere i cuori, ormai quasi del tutto privi della potente preghiera della Chiesa di Dio, il quale è detto «terribile sopra tutti gli dèi» (Sal XCV, 4) poiché «tutti gli dèi delle nazioni sono demoni» (Sal XCV, 5).
E’ bene tener presente, a questo proposito, che i riti blasfemi operati da queste sette e/o da chi ne condivide i principi e le dottrine hanno una loro reale efficacia, come avevano una loro efficacia nei tempi antichi. Il loro effetto è quello di attirare l’influsso di forze diaboliche, contrarie al piano di Dio e nemiche della verità; forze che richiedono spargimenti di sangue, dissoluzione, offerte e sacrifici; forze che, mascherate da dèi, si beffano degli uomini e li trascinano nell’abisso per mezzo di “sacerdoti” di dèi antichi, spesso definiti dai loro stessi seguaci maghi o stregoni.

Il Malleus Maleficarum ricorda come «il Beato Alberto Magno nella sua opera De passionibus aeris dice che la salvia marcia, se utilizzata come egli stesso spiega e gettata in acqua corrente non mancherà di suscitare le più terribili tempeste», confermando quindi l’efficacia di alcuni atti volti ad attirare le potenze invisibili; prosegue poi più avanti, sugli autori di questi atti, dicendo che «(…) con il permesso di Dio disturbano gli elementi atmosferici, deviano le menti degli uomini, in modo da far perdere loro la fede in Dio, e col terribile potere dei loro malefici uccidono gli esseri umani, senza ricorre al veleno od alla siccità. Come Lucano dice: Una mente che non è stata danneggiata da una pozione nociva può soccombere all’azione dei malefici. Poiché avendo invocato i diavoli in loro aiuto essi osano accumulare mali sugli uomini e perfino distruggere i loro nemici con i loro incantesimi. Ed è certo che in operazioni di questo tipo la strega lavori in stretta collaborazione con il diavolo.» (Malleus Maleficarum, pars I, quaestio II – O.P.  Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer. Imprimatur: Papa Innocenzo VIII).
Un caso noto nell’ambiente neo-pagano odierno è quello dell’attore Roberto Corbiletto (sebbene non sia un caso unico) – principale esponente e animatore della rivista “Mos Maiorum” fondata nel 1994 – trovato morto in casa sua il 7 marzo 1999, dopo aver celebrato un rito a Giove, folgorato da una saetta entrata da una finestra e che avrebbe percorso in maniera innaturale svariati metri all’interno dell’abitazione fino a colpire il malcapitato attore.
Di misteriose e inspiegabili coincidenze come questa se ne potrebbero citare molte altre, naturali e preternaturali, qui non nominate, ma per concludere questo breve articolo basta Sant’Agostino:

«Non andare in cerca di dèi falsi e bugiardi, rigettali piuttosto con disprezzo lanciandoti verso la vera libertà. Non sono dèi, sono spiriti malvagi, per i quali è tormento la tua felicità eterna. Si ritiene che Giunone invidiasse ai Troiani, dai quali deriva la stirpe, l’insediamento sui colli di Roma. Molto di più questi demoni, che tuttora consideri dèi, invidiano a tutto il genere umano la Patria Eterna.»

(Sant’Agostino, “De Civitate Dei contra paganos” II, 29)

 

 

Fonti varie:

Natale Mario di Luca, “Arturo Reghini. Un intellettuale neo-pitagorico tra Massoneria e Fascismo”, Atanòr, Roma 2003 – R. Sestito “Il figlio del Sole. Vita e opere di Arturo Reghini. Filosofo e matematico”, Associazione Culturale Ignis, Ancona 2003. – R. del Ponte, “Evola e il magico Gruppo di Ur. Studi e documenti per servire alla storia di Ur-Krur”, SeaR, Scandiano (Reggio Emilia) 1994 – Piero Fenili, “Il Gruppo dei Dioscuri come tentativo di ripresa dell’esperienza del Gruppo di Ur”, Elixir – Marco Rossi, “Neopaganesimo e arti magiche nel periodo fascista”, in: Storia d’Italia, Annali 25, Esoterismo, a cura di Gian Mario Cazzaniga, Einaudi, Torino, 2010 – Fabrizio Giorgio, “Roma Renovata Resurgat. Il Tradizionalismo Romano tra Ottocento e Novecento”, 2 voll., Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2011 – Stefano Arcella, L’enigma della Grande Orma, in Gianfranco de Turris. Esoterismo e fascismo. Roma, Edizioni Mediterranee, 2006 – G. F. Maddalena Capiferro, Cristian Guzzo, “Le Quinte, La Scena, La Grande Orma”, Politica Romana n.7, 2005-2007