Le domeniche dopo Pasqua hanno un’unica comune caratteristiche tale da permettere un’analisi del repertorio post-pasquale di carattere macroscopico. Leggendo i brani di queste domeniche nella loro globalità, infatti, ci si accorge che questo tempo è interamente costellato da una sensibilità laudativa di tipo universale.
L’introito della II domenica dopo Pasqua, ha inaugurato questo particolare ethos: «Misericordia Domini plena est terra», e così la liturgia prosegue nelle domeniche seguenti:
– «Iubilate Deo omnis terra, alleluia…» (introito, III domenica dopo Pasqua)
– «Cantate Domino canticum novum, alleluia…» (introito, domenica IV dopo Pasqua)
– «Iubilate Deo universa terra…» (offertorio, domenica IV dopo Pasqua)
– «Vocem jucunditatis annuntiate et audiatur, alleluia, nuntiate usque ad extremum terrae…» (introito, domenica V dopo Pasqua, con un simbolico apice melodico su «extremum»)
– «Benedicite gentes Dominum Deum nostrum, et obaudite vocem laudis eius…» (offertorio, domenica V dopo Pasqua)
– «Cantate Domino, alleluia, cantate Domino, benedicite nomen eius…» (communio, domenica V dopo Pasqua)
È evidente come, con la risurrezione, abbia inizio l’annuncio di Cristo e del suo Regno a tutti i popoli: ecco, allora, chiaro perché tale repertorio insista a dismisura non tanto sulla risurrezione in sé, quanto, piuttosto, sulla funzione salvifica che essa assume dinanzi all’universo intero.
Mattia Rossi