gattorossi

Nota di Radio Spada: continua la rubrica apologetico-polemica il “Tiragraffi” a cura dell’amico Augusto Maria De Gattis. Questa rubrica si inserisce a pieno titolo nel diuturno dibattito su crisi della Chiesa e problema dell’Autorità che da circa tre anni si sviluppa su questo blog.

Oh, finalmente! Finalmente arriva l’accordo tra gli «autentici modernisti» – ops, scusate, il “Santo Padre” – e la Fraternità San Pio X. Finalmente, arriva il casquè finale a chiudere il tango tra Econe e Roma.

Anzi, no, fermi tutti, nessun accordo, tutto resta come da quarant’anni a questa parte: il “Santo Padre” è il vero Vicario di Cristo, è la legittima autorità che, però, sbaglia costantemente – ammettendo, per forza, che si era sbagliato anche chi aveva detto che un Papa non può sbagliare in materia di fede, il vicolo cieco è forzatamente questo – e noi gli resistiamo altrettanto costantemente.

A ben vedere, in fondo, in quest’eterno tiramolla tra lefebvristi resistenti e accordisti non v’è alcunché di nuovo. È un’unica altalena, la Fraternità, che ondivaga tra la sua destra (resistenti) e la sua sinistra (accordisti) senza – si badi bene – che vengano toccati i principi in base ai quali la giostra gira.

Entrambe le tendenze che coesistono attualmente all’interno della FSSPX sono diverse e uguali. Diverse all’apparenza, uguali nella sostanza.

Gli uni, del tutto coerentemente, vogliono l’accordo con il “Santo Padre Francesco”, ovvero con quella che si riconosce essere la legittima autorità nella Chiesa, con colui il quale ci si professa “una cum” nella Messa e nella prassi. Gli altri, invece, rifiutano una qualsiasi forma di accordo con i modernisti, ovvero con il “santo Padre Francesco” e con colui con il quale ci si professa “una cum” nella Messa e nella prassi. Cosa cambia tra mons. Fellay e mons. Tissier o, ancora, mons. Williamson?

Entrambe le correnti lefebvriste, a dirla tutta, si fondano sull’errore: ammettere che Chiesa e Papa, e dunque Nostro Signore stesso che guida la Chiesa ed «è con» il Papa, possano abitualmente sbagliare in materia di fede e magisterialmente insegnare l’errore; il che equivale, di fatto, a una legittimazione della distruzione della Chiesa attraverso il riconoscimento delle autorità romane.

Il sottoscritto – convinto di non parlare solamente per sé stesso, ma anche per buona parte dei cattolici integrali – confida e auspica una conclusione delle trattative in senso positivo. Su un eventuale accordo credo che si possa ben sperare visto che, come ha precisato il segretario dell’Ecclesia Dei Guido Pozzo, sui documenti del Vaticano II si può discutere. Perché rifiutare, allora?

Su un accordo si può ben sperare anche perché vorrebbe dire, in caso contrario, che a “giubileo” concluso la FSSPX tornerebbe nel limbo di invalidità&illegittimità dal quale il «gesto paterno del Santo Padre» l’ha magnanimamente tirata fuori. Sarebbe difficile per mons. Fellay, e gli altri due vescovi, giustificare un simile passo indietro. Perché rifiutare, allora?

Insomma, questo mio breve graffio per dire solamente una semplice cosa: speriamo che l’accordo – quello nero su bianco, non quello tacito che esiste già – arrivi presto. Entrambe le correnti si rivelerebbero finalmente nella loro essenza: tanto gli accordisti complici del modernismo e dei distruttori della Chiesa ufficialmente “una cum” Bergoglio, quanto i resistenti gallicani volontariamente separati dalla “Chiesa di Roma” e dal “Papa” e, altrettanto volontariamente, anch’essi “una cum” Bergoglio.

Augusto Maria De Gattis