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di Danilo Quinto

Ecco le «Famiglie per il no al referendum», titola Avvenire, per presentare l’iniziativa del Comitato Difendiamo i nostri figli, che si è tenuta a Roma nei giorni scorsi, per contrastare la riforma costituzionale di Renzi. «I cittadini italiani – ha scritto La Bussola Quotidiana, commentando – hanno in mano un’arma per fermare una riforma costituzionale che, per ammissione diretta dei vertici del Pd e dell’attivismo Lgbt, sarà usata per portare a termine l’agenda del partito radicale di massa: matrimonio egualitario, adozioni per tutti, eutanasia, divorzio express, legalizzazione delle droghe, compravendita dei gameti e della vita nascente».

Chi sono rappresentati che convocano queste famiglie «per difendere il loro futuro»?

Cogliamo due perle. Il convocatore è Massimo Gandolfini, che ricordava così, il 20 maggio scorso, Marco Pannella, l’inventore del partito radicale di massa, ai microfoni di Radio Radicale: «Ho un ricordo sul piano umano molto buono e molto bello. Nel senso, che pur avendo visioni opposte e antagoniste dal punto di vista umano, culturale, antropologico, ma anche filosofico, ci siamo potuti sempre serenamente confrontare. Era una persona libertaria, ma a tempo pieno. Ha sempre dato a tutti la garanza di poter parlare e di esprimere il proprio parere. In questo senso, anche voi di Radio Radicale avete raccolto la sua eredità, perché sapendo come la penso io non ho mai trovato un’apertura così chiara e netta come quella che mi hanno dato la vostra radio e Marco. Eravamo su sponde opposte, dove trovare un punto di convergenza è stato molto difficile negli anni passati. Forse un pochino più possibile negli ultimi tempi, quando mi è sembrato di cogliere anche in Marco una revisione di tutta la sua vita, cosa che penso sia una cosa assolutamente comune e normale quando gli anni passano, l’età diventa sempre più avanzata e magari c’è l’incombenza di una malattia che brucia i tempi, per portarci al termine della vita. E allora, mi sono trovato a parlare con Marco anche su questioni, diciamo così, ultraterrene e di trovare in lui un atteggiamento di pensoso ascolto e questa è una cosa che mi è piaciuta».

Il solco che percorre Gandolfini – che nella stessa intervista ha anche ricordato di aver regalato a Pannella un rosario, almeno lui! – è quello tracciato da tutti gli ecclesiastici che hanno tessuto le lodi del trapassato leader radicale, pace all’anima sua: far credere si sia trattato di una conversione. Anzi, si va oltre: si parla di una «revisione di tutta la sua vita». Il grande Corrado faceva una trasmissione di enorme successo. S’intitolava: «Il pranzo è servito». Parafrasando: «Il Santo è servito».

Più politico, molto più politico, è l’elegiaco intervento pronunciato alla Camera dei Deputati da un’altra rappresentante di quelle famiglie, presente alla convention: Eugenia Roccella. Ha detto la ex portavoce del Family Day del 2007, ora deputata di Idea, coordinatrice del referendum sul ddl Cirinnà e firmataria degli appelli perché Radio Radicale riceva dallo Stato 10 milioni di euro all’anno: «(…) La ‘traversata nel deserto’ di quegli anni portò poi alle grandi battaglie che oggi tutti celebrano. Ma quelle grandi battaglie non erano soltanto battaglie singole. Infatti, ognuno di noi oggi potrebbe scegliere una di quelle battaglie: da quella per Israele, che ha giustamente ricordato l’onorevole Brunetta, alla battaglia contro l’antifascismo degli anni Settanta, per esempio, e Giachetti ha letto un brano di “Underground: a pugno chiuso!” in cui c’era, appunto, un pezzo molto bello che Pasolini valorizzò moltissimo proprio contro quel genere di antifascismo dell’odio che andava all’epoca. Dunque, ognuno potrebbe scegliere una battaglia, ma in realtà tutto questo faceva parte di un progetto politico, soprattutto negli anni Settanta, che lui definiva liberale, laico, libertario e liberista, ma che era anche un progetto molto preciso, per esempio all’epoca contro il compromesso storico».

Ancora: «Le battaglie referendarie, che facemmo all’epoca, erano bombe contro il compromesso storico per l’alternanza, per l’alternativa e anche la sua posizione per un sistema elettorale uninominale e comunque bipolare. In tutto questo quello che vorrei sottolineare è anche che lui ha lasciato a tutti noi e a chi ha condiviso, per lungo tempo o anche per brevissimo tempo, la sua storia e la sua avventura personale, che coincideva con la sua battaglia politica, un’enorme lezione di metodo: prima di tutto la lezione che la politica non è legata alle convenienze, ma è legata alle convinzioni, profondamente legata alle convinzioni, e questa è la bella politica che lui faceva e che ha insegnato a tutti noi; poi, ci sono mille e mille insegnamenti appunto sul metodo: cioè, per esempio, la forza dell’iniziativa politica rispetto anche al numero, rispetto agli insediamenti sociali, rispetto alla capacità di incidere all’interno delle istituzioni e, prima di tutto, la forza dell’iniziativa politica e la capacità di rilanciarla sempre».

Le famiglie cattoliche possono dormire sonni tranquilli, insieme ai loro figli e ai loro nipoti. Auguri.