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Nota di Radio Spada: Continuiamo oggi la pubblicazione in quattro puntate dell’interessante saggio dell’ottimo scrittore e teologo, nonchè collaboratore di Radio Spada, Patricio Shaw che si inserisce nell’annoso dibattito sull’autorità pontificia durante la gravissima crisi nella Chiesa. L’italiano del testo risente dell’originale dotto e spagnoleggiante in cui è stato scritto il saggio che pubblichiamo in traduzione. Qui la prima parte e qui la seconda.

11. Cristo è sempre e con potenza infinita con la Chiesa Pascente in quanto Chiesa Pascente

Per la Chiesa, pascere è innanzitutto insegnare. E Cristo sul punto di salire in Cielo promesse di essere con gli apostoli e i loro successori sino alla fine del mondo e di preservare con potestà piena ed infinita la Chiesa da ogni errore:

Ma Gesù accostatosi parte loro, dicendo: È stata data a me tutta la podestà in cielo, e in terra. Andate dunque, istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figliuolo, e dello Spirito Santo. Insegnando loro di osservare tutto quello che io vi ho comandato. Ed ecco, che io sono con voi per tutti i giorni sino alla consumazione de’ secoli.[1]

In queste parole è così chiaro che il privilegio dell’infallibilità che Cristo lasciò alla Chiesa sua sposa sarebbe durato sino alla fine del mondo, che occorrerebbe chiudere completamente gli occhi per non vedere la sua verità limpidissima. Perché Cristo disse che sarebbe con gli apostoli in quanto avrebbero insegnato tutte le cose che egli mandò loro; a tal punto che la dottrina che essi avrebbero trasmesso, sostenuta da lui, non poteva in nessun modo fallire.

Ma l’infallibilità della Chiesa militante si concentra virtualmente nel Papa. Come indica il grande teologo controriformatore Silvestre Prierias:[2]

La Chiesa universale è essenzialmente la convocazione al divin culto di tutti i credenti in Cristo. La Chiesa universale è virtualmente la Chiesa Romana, testa di tutte le chiese, e il Pontefice massimo. La Chiesa Romana è rappresentativamente il Collegio dei Cardinali; virtualmente è il Sommo Pontefice, che è il capo della Chiesa, sebbene in altro modo che Cristo.[3]

E l’infallibilità della Chiesa non solo si concentra nel Papa, ma addirittura si riporta a lui e dipende da lui dopo Cristo, perché il Papa è la Pietra Fondamentale Dottrinaria visibile della Chiesa, ed ancora se oggi, nella nostra terribile e lunga sedevacanza, la Chiesa, dove è, è ferma ed infallibile, lo deve alla duratura validità del pieno pascimento ecclesiastico papale del passato, bensì odiosamente sfidato e sistematicamente scostruito dalla nuova Roma. Ciò è confermato dalle seguenti importanti parole del Papa San Leone Magno:

Perché avendo ricevuto questo [a Pietro] nel consorzio dell’individua unità, [Cristo] volle nominare ciò che egli stesso era, dicendo: “Tu sei Pietro e su di questa pietra edificherò la mia Chiesa”, acciocché l’edificazione dell’eterno tempio per un mirabile dono della grazia di Dio si basasse sulla solidità di Pietro; corroborando per questa fermezza la sua Chiesa in modo che né l’umana avventatezza potesse assalirla, né le porte dell’inferno prevalessero contro di essa.[4]

12. L’insegnamento efficace di ogni verità dallo Spirito Santo ai successori degli Apostoli esclude l’insegnamento efficace di qualsiasi errore degli stessi

Inseriamo qui un frammento da un lucido sacerdote tedesco del XIX secolo tradotto all’italiano:

Il nostro Salvatore legò la coscienza di tutti gli uomini a sottoporsi alla pronuncia della Chiesa: “Chi ascolta voi, ascolta me: e chi voi disprezza, disprezza me. E chi disprezza me, colui disprezza, che mi ha mandato”; [5]anzi coloro che non si sottopongono ad una decisione della Chiesa li ha minacciati di dannazione eterna: “E disse loro: Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutti gli uomini. Chi crederà, e sarà battezzato, sarà salvo: chi poi non crederà, sarà condannato.” [6]Orbene, Dio nostro Signore non può imporci credere all’errore o alla menzogna, né può condannarci eternamente se non lo facciamo. Perché ciò contrarierebbe la sua veridicità e santità. Per questo motivo egli non poté non avere cura che la Chiesa nell’annunciazione della sua dottrina non potesse errare né mentire. Soddisfece tale cura pienamente mandando alla sua Chiesa lo Spirito Santo acciocché rimanesse accanto a lei e la introducesse in ogni verità: “Ma venuto che sia quello Spirito di verità, v’insegnerà tutte le verità. [necessarie alla salvezza].”[7] Poiché altrimenti, perché dare tanta importanza all’invio dello Spirito Santo, se lui non proteggesse la Chiesa dall’errore e dalla menzogna? Errare possiamo noi uomini senza lo Spirito Santo, e mentire anche. A questo scopo non aveva bisogno lui di essere inviato.[8]

Vediamo che proprio la Seconda Persona Divina affidò alla Terza Persona Divina il compito d’insegnare tutte le verità necessarie alla salvezza alla Chiesa Docente ed eminentemente al Papa pienamente Pascente della Chiesa, affinché lui e lei insegnino tutto ciò e solo ciò a tutto il mondo. Questo compito divinissimo sarebbe superfluo e frustrato se il demonio, il mondo o la carne potessero in alcuna misura insidiare efficacemente il Papa o la Chiesa Docente a insegnare delle falsità che occasionino dannazione.

13. La Chiesa non può ricevere fondamento da un Papa vero mediante la sua piena potestà pascitiva altro che con pienezza infallibile, intagliabile ed incontrariabile

Sant’Alfonso, Dottore della Chiesa, insegna lucida e penetrantemente:

Se Pietro è il fondamento della Chiesa, senza dubbio la sua potestà deve essere suprema ed infallibile; altrimenti l’edificio della Chiesa non sarebbe mai in sicurezza, ma in costante pericolo di cadere.[9]

E se la potestà papale pascitiva e fondativa della Chiesa è infallibile, deve anche essere intagliabile ed incontrariabile, perché se qualcosa o qualcuno o il suo stesso soggetto la potesse tagliare e contrariare nella sua operazione, con questo anche la renderebbe fallibile e così farebbe insicura la Chiesa alla quale Dio chiama a tutta l’umanità a rifugiarsi dal peccato e dalla perdizione.

Inoltre, Agostino Trionfo di Ancona, brillante teologo allievo di San Tommaso e chiamato “Doctor catholicus”, e che è stato ripubblicato dal Papa Gregorio XIII, ha queste parole sulla potestà papale:

Con merito, dunque, nel Sommo Pontefice si dice che esiste una pienezza di potestà: onde, e per ciò, la sua potestà si dice senza numero, peso e misura. È senza numero quanto a coloro che si sottomettono alla sua potestà, che quanto alla nostra conoscenza sono innumerevoli. È senza peso quanto al luogo: perché il peso è l’inclinazione di una cosa al luogo proprio e determinato: ma questa potestà non è determinata in un luogo, o a una chiesa, ma si estende ad assolutamente tutte le chiese, ovunque siano poste. È senza misura quanto all’atto e modo di azione, perché in certo modo è immensa nell’agire e nel modo di agire.[10]

Orbene, come potrebbe essere immensa una potestà che fosse fallibile nel suo atto o nel suo modo di azione?

14. L’essere un ente pieno della causalità efficiente di una mescolanza di un bene con qualcosa di minore di quel bene, è il non essere quell’ente pieno di quella causalità efficiente

San Alberto Magno, maestro di San Tomasso, nota che è maggiore la pienezza per la quale della Santissima Vergine si disse che era piena «soltanto» di grazia[11], il bene massimo cui una creatura può essere piena, continente tutti i beni minori, che la pienezza per la quale di Santo Stefano si disse che era pieno di una combinazione del bene massimo della grazia con il bene minore della fortezza[12]:

È più perfettamente pieno ciò che è pieno di grazia, che quanto pieno di grazia e non-grazia. Si può vederne un esempio in un vaso che è pieno per migliore riempimento se è pieno d’oro, che se fosse pieno d’oro ed argento.[13]

Orbene, un vero papa certamente non è difettivamente pieno di potestà umana che è massima dopo la potestà della Santissima Vergine di umanare il Verbo, ossia, quella di pascere da parte di Cristo e con l’assistenza di Cristo la Chiesa di Cristo (potestà che è una con quella di reggerla e quella di santificarla sacramentalmente), congiuntamente con potenze o impotenze inferiori ordinate alla Chiesa che sarebbero un tagliamento di quella potestà massima necessariamente posseduta piena. Sarebbe pieno di due causalità efficienti incompossibili, o della causalità efficiente di un’entità mista impossibile: «luceoscurità». Perché è per operazione e realizzazione della causalmente efficiente piena potestà papale di pascere il mondo, che la Chiesa Cattolica, colmata da Cristo nell’ordine invisibile con un’unica luce dottrinale che esclude totalmente l’oscurità, nell’ordine visibile invia da parte di Cristo la sua luce al mondo.

Perché, come insegnava San Cipriano:

Una è la Chiesa, […] È come per il sole, che ha molti raggi ma una sola è la sorgente luminosa; […] Così, anche la Chiesa del Signore diffonde la luce dei suoi raggi per tutto il mondo; tuttavia una sola è la luce che sparge ovunque.[14]

Se lo stesso prelato cattolico supremo che ha la stessa potestà di Cristo d’illuminare il mondo dottrinalmente, avesse potestà di oscurarlo dottrinalmente, la sua prima potestà non sarebbe piena neppure positiva.

15. Applicazione di quanto precede al caso concreto di Bergoglio

Ci sono in Bergoglio delle “potestà” contrarie alla potenza di pascere  la Chiesa: potenze di danneggiarla gravissimamente, come presunto Papa, in coloro che sono suoi attualmente e potenzialmente. Tali potenze relativizzerebbero e frustrerebbero la sua presunta potestà pascitiva della Chiesa; il che è impossibile, in quanto essa è infallibile e pertanto incondizionabile, assoluta. Ebbene: la presenza di queste potenze in Bergoglio indica che egli non ha ricevuto da Cristo la piena potestà di pascere la sua Chiesa. Perché? Perché, come vedremmo nel titolo 16, Cristo soltanto può  concedere questa potestà di modo prossimo, infallibile, assoluto, efficiente e pieno.

In definitiva, Bergoglio non ha nulla della potestà data da Dio a un Papa vero per pascere  la Chiesa, potere che è inseparabile dall’autorità e condizione papale.

[1] Mt 28, 18-20.

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Silvestro_Mazzolini_da_Prierio

[3] Dialogus Reverendi Patris Fratris Sylvestri Prieriatis, Ordinis Praedicatorum, et Sacrae Theologiae Professoris celeberrimi, sacrique Palatii Apostolici Magistri, in praesumptuosas Martini Lutheri conclusioni, di potestate Papae.

[4] Epistola 119 a Massimo Antiocheno, cap. 2.

[5] Lc 10, 16.

[6] Mc 16, 15-16.

[7] Jn 16, 13.

[8] Philip Hammer, Der Rosenkranz. Paderborn, 1881.

[9] Vindiciae pro suprema pontificis potestate adversus Justinum Febronium

[10] Summa de potestate ecclesiastica, q. 65, art. 5.

[11] Lc 1, 28.

[12] Hch 6, 8.

[13] Super Missus, qu. 34, § 2.

[14] Unità della Chiesa, cap. 6.