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Nota di Radio Spada:  Radio Spada è, per essenza e statuto, una casa editrice. A questa attività principale e caratterizzante ha affiancato un blog ancillare di informazione e cultura dove scrivono, ora membri della casa editrice, ora semplici collaboratori occasionali, ora amici cooptati: chiunque scrive lo fa a titolo personale, rappresentando la propria visione dei problemi e dell’attualità ecclesiale, significando maggiori o minori priorità, concentrandosi su questo o su quel problema. Radio Spada pubblica spesso comunicati di istituzioni religiose: anche questo lo fa per dovere di informazione, non disgiunto ovviamente da una totale o minore condivisione dei singoli contenuti da parte dei singoli membri di Radio Spada. Si chiama informazione, si chiama cultura, si chiama rendere conto della complessa abissalità della crisi che attraversa, travolge, strazia, tritura la nostra santa Chiesa cattolica. Contrariamente a due anni fa dove aveva dato un’ “adesione critica” (poi oggetto di correzioni e rettifiche in corso d’opera), anche quest’anno Radio Spada, molto più saggiamente, ha lasciato voce ad alcuni suoi membri ed amici che partecipano alla Marcia, senza però aderirvi ufficialmente né come blog, né come casa editrice. Ora lascia voce ad un altro suo membro che non solo non aderisce alla Marcia ma espone anche una serie di critiche motivate .

di Cajetanus

Negli ultimi tempi abbiamo visto le “piazze” esprimersi sulle tematiche della famiglia e i risvolti politici che queste piazze hanno suscitato, incluse certe discutibili iniziative politiche di alcuni capipopolo (più o meno autoproclamati), prima fondatori di partiti costituiti sulla negazione di Dio e ora paladini della famiglia, della vita e della morale.
Il prossimo 8 maggio, sempre in questo ambito, avremo modo di vedere e sentire un’altra “piazza”, quella della Marcia per la Vita, la quale, come tutte le altre manifestazioni che procedono sulla stessa onda, difettano di un elemento fondamentale: l’integrità della professione di fede. Questa integrità è negata e, anzi, messa da parte in favore della “natura” intesa come valore superiore e assoluto.

«La presenza alla Marcia di cristiani non cattolici sta a significare che su temi fondamentali come la difesa della vita nascente non ci sono barriere dettate dalla fede (…) Questa iniziativa è stata fin da subito aperta a tutti gli uomini di buona volontà, anche non credenti, perché quelli che Benedetto XVI chiama valori non negoziabili non sono fondati su una dottrina religiosa particolare, ma sulla legge naturale che è scritta nel cuore di ogni persona» sono parole pronunciate nel 2012 da Virginia Coda Nunziante, portavoce del Comitato organizzatore della Marcia Nazionale per la Vita. Per i motivi espressi dalla portavoce, alla Marcia svoltasi sempre nel 2012, presero parte anche vari esponenti di alcune sette pentecostali, come la setta “Parola di Grazia” di Palermo, i cui esponenti dichiararono in quell’occasione (in pieno accordo con la portavoce del Comitato) che «il dialogo tra cristiani di confessioni diverse può passare attraverso la comune battaglia in difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale.»  [1]
Dato che le premesse e le idee che sono alla base della Marcia per la Vita sembrerebbero essere queste, viene da chiedersi a questo punto se sia opportuno per i cattolici – ai quali oggi è richiesta una professione pubblica di fede inequivocabile, chiara e decisa, anche se si arrivasse a mettere a rischio la propria vita, essendo la stessa ortodossia della fede in pericolo – partecipare a questi raduni.
Qualcuno potrebbe avere dei dubbi in proposito, ma ad esempio, uno come San Pietro Canisio probabilmente non ne avrebbe. Scrive infatti egli stesso «(…) Ho in abominio Lutero, detesto Calvino, maledico tutti gli eretici; non voglio avere nulla in comune con loro, perché non parlano né sentono rettamente, e non posseggono la sola regola della vera Fede propostaci dall’unica, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana Chiesa.» [2]
Detto questo, qualche instancabile marciatore potrebbe obiettare che «bisogna agire!» e forse arriverebbe ad accusare lo stesso Canisio di inerzia. Per rispondere a questo è bene ricordare che sì, bisogna agire, ma bisogna farlo correttamente e cattolicamente, senza rischiare che i principi sui quali si fonda l’opposizione all’aborto, come quelli sui quali si fonda la difesa della legge naturale in generale, vengano travisati e trasformati in un naturalismo insensato, sentimentalistico e sincretistico, che pone la “natura” come unica e suprema legislatrice.

Sulla «legge naturale scritta nel cuore di ogni persona» come dice Virginia Coda Nunziante, Sant’Agostino ci insegna che «Sebbene dunque sembri che l’anima eserciti con dignità il dominio sul corpo e la ragione sugli impulsi, se l’anima e la ragione non sono sottomesse a Dio, come Egli stesso ha ordinato di essergli sottomessi, certamente esse non esercitano in senso morale il dominio sul corpo e sugli impulsi. È impossibile infatti che eserciti il dominio sul corpo e sugli impulsi la coscienza che non conosce il vero Dio e non è sottomessa al suo dominio, ma è profanata da demoni molto viziosi che la depravano. Quindi anche le virtù che le sembra di avere, con cui può esercitare il dominio sul corpo e sugli impulsi, se le riferirà a conseguire e conservare un fine che non sia Dio, sono piuttosto impulsi che virtù. E sebbene da alcuni si ritenga che le virtù siano veramente morali quando sono rapportate a se stesse e non sono conseguite per altro scopo, anche in questo senso sono gonfie di orgoglio e non devono essere considerate virtù ma impulsi. Come infatti non deriva dalla carne, ma è superiore alla carne il principio che la fa vivere, così non deriva dall’uomo, ma è superiore all’uomo il principio che fa vivere l’uomo nella felicità e non soltanto l’uomo ma qualsiasi potestà e virtù del cielo.» [3]

Dunque, per concludere: se si vuole combattere contro l’aborto e se si vuole difendere veramente la legge naturale si professi integralmente la fede Cattolica Apostolica Romana abbandonando i cripto-naturalismi moderni, inutili e spesso dannosi per la causa. Si agisca cattolicamente denunciando gli errori moderni, si facciano processioni, si suonino campane, marciando per la fede apostolica e per il Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.

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[1] – Agenzia Stampa AGI

[2] “Preghiera per conservare la vera Fede” – San Pietro Canisio

[3] Sant’Agostino, De Civitate Dei contra paganos, XIX, 25