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di Abbé Alain Lorans [trad. it. di RS]

 

Nel bollettino di aprile della parrocchia S. Anna di Chicoutimi, Canada, era possibile constatare gli effetti concreti dell’Esortazione post sinodale Amoris lætitia. La Festa della Fedeltà, da sempre dedicata a celebrare le nozze d’oro e d’argento delle coppie sposatesi in questa parrocchia del Quebec, è stata rimpiazzata da una “Festa dell’amore” così presentata: “Vogliamo accogliere tutte le coppie che desiderino celebrare il proprio amore e rinnovare il reciproco impegno, di qualsiasi tipo (matrimonio cattolico, civile, unioni di fatto e omosessuali) e di qualsiasi durata. Riteniamo infatti che ogni relazione a due sia importante”.

Non nascondiamoci dietro a un dito: non si tratta di festeggiare “l’amore”, ma piuttosto di celebrare, ponendoli sullo stesso piano, il matrimonio sacramentale, il concubinato pubblico e legalizzato, la libera unione e la convivenza omosessuale. Tutte le coppie si pretendono avere il medesimo valore esemplare.

Allora, più che della festa dell’amore, si tratta dell’amore per la festa fine a se stessa, in cui contano soltanto l’impegno personale, il sentimento soggettivo svuotato di ogni obiettività, la sincerità affrancata dalla verità evangelica sul matrimonio.

Ecco i frutti concreti dell’Amoris lætitia. Non la gioia dell’amore, ma l’amore per la gioia avulsa dalla verità. Una ben triste gioia.

 

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