Con una ottima campagna pubblicitaria (non sempre presente quando si tratta di arte) è stata inaugurata l’ultima opera d’arte del creativo bulgaro Christo, esponente della land art. E’ l’ormai famosa “The Floating Piers” (il molo galleggiante), una passarella colorata che collega due punti fermi sul lago d’Iseo. Legioni di turisti, modaioli, artisti improvvisati, hanno sgomitato per camminare sulle acque e provare questa sensazione “unica” (taluni intervistati sembravano invasati). Insomma, materialmente non è nulla più di ciò che si prova a stare sopra una boa in Adriatico a prendere il sole, ma tra le righe si può leggere anche qualcosa di più emblematico, quasi una raccolta per un rito di un grande guru. L’artista evocativo (Christo) che nelle opere precedenti nascondeva, creava, rivitalizzava ora ti permette di camminare sulle acque, in una sorta di patetica inversione del miracolo di Cristo. Ecco, forse a coloro che accorrono bisogna spiegare che così non è.
L’Arte, qualsiasi forma d’arte, si esprime solleticando e quindi soddisfacendo, a chi più ed a chi meno, i sensi.
Le Arti visive soddisfano la Vista, la Musica soddisfa l’Udito, la Culinaria l’Olfatto ed il Gusto…
Questa Opera soddisfa la Vista regalando nuove prospettive del Lago mai notate prima e che si possono percepire solo “camminando sull’acqua”.
Soddisfa l’Udito con il suono prodotto dallo sciabordio dell’acqua sotto i piedi accompagnato da grida e trilli di uccelli.
Ma soprattutto ti fa scoprire il piacevole senso del Tatto attraverso la superficie plantare dei piedi, durante una strana passeggiata lungo un sentiero mai percorso e mai più percorribile.
Un’Opera d’Arte che si potrà godere ora o mai più: un ulteriore motivo per definirla “Unica”.
Poi può o non può piacere; può o non può fornire sensazioni diverse dallo “stare sopra una boa in Adriatico a prendere il sole” ma, certamente, risulta riduttivo catalogarla come una semplice “passarella colorata che collega due punti fermi sul lago d’Iseo”.
E non c’entra niente il Miracolo di Gesù che cammina sulle acque, e non c’entra niente l’accostamento col nome dell’Artista: quando ha “chiuso” una valle in Colorado, quale miracolo voleva evocare?!
Lui “impacchetta” i monumenti realizzati dall’Uomo o dalla Natura per evidenziarli, non per “nasconderli”.
Il gongolare, poi, se una “bufera sul lago ha guastato la festa” è incommentabile.
E invece anch’io e penso molti altri la vedono alla maniera dell’articolista.
Che migliaia di persone, abbiamo fatto chilometri su chilometri conditi da ore di coda per esserci – quando invece in questo paese il menefreghismo e l’ignavia regnano sovrani – ha dell’ inquietante.
Per chiamare questa cosa inutile arte, ci vuole del coraggio. Già pensare di poter “camminare sull’acqua” suona blasfemo.
Sono certo che, come Lei, “molti altri la vedono alla maniera dell’articolista”.
Come dicevo, un’Opera d’Arte può e non può piacere ma, in risposta al Suo definire quest’Opera “inutile”, basta leggere quali emozioni ha suscitato in Ariel per comprendere il motivo per cui è corretto chiamarla Arte.
Ed è stucchevole riuscire a definire “blasfema” questa passeggiata sull’acqua…
Pensavo anch’io che la “passeggiata” sulle acque fosse niente più che una trovata pubblicitaria capace di esaltare solo quelli che si fanno convincere dai media. Questa mattina però ci ho accompagnato di malavoglia la figlia, il genero e la moglie con partenza alle ore 4. A quest’ora poca gente, frescolino e cielo grigio. La prima sensazione di fluttuare sull’acqua è stata piacevole, la passeggiata anche. Ma il “miracolo”, se così si può chiamare, è avvenuto un po’ prima delle 7, quando ci trovavamo fra Montisola e l’isolotto di San Paolo. Il sole è spuntato da sopra il monte ed i suoi raggi hanno illuminato la passerella su cui camminavamo. D’improvviso il color giallo un poco spento dei tessuti è diventato oro di una luminosità impressionante con mille sfumature di luce. Questa vista, il colore del cielo e del lago che sono anch’essi cambiati all’unisono, il profumo dell’acqua e la prospettiva del tutto diversa di luoghi che siamo abituati a vedere in modo abituale mi ha davvero commosso. In aggiunta una piccola porzione di arcobaleno si è formata nel cielo. Suggestione? Non credo proprio. Grazie davvero a tutti quanti hanno lavorato per creare questa meraviglia.
Se non fosse per la fiumana di gente invasata e “selfista” che vi si è riversata, una passeggiatina tranquilla me la sarei fatta pure io. Non penso che l’artista o il progettista abbia inteso avanzare una provocazione. La trovo un’attraente trovata e l’articolista avrebbe potuto davvero risparmiarsele, a mio avviso, queste poche righe sconclusionate e un poco patetiche!
Sig. Nicolò, quella gente ha fatto chilometri per passare una giornata diversa dalle altre, gli stessi chilometri che vengono macinati ogni anno per andare a Gardaland, all’Aquafan di Riccione o semplicemente al mare e in montagna! Non c’entrano niente “il menefreghismo e l’ignavia che regnano sovrani”! Organizzi un evento insolito e vedrà che sarà preso d’assalto da curiosi e vacanzieri vari. E per la cronaca da quando incedere su un ponte galleggiante significherebbe camminare sull’acqua??? Io questa polemica la trovo più ancora che pretestuosa semplicemente ridicola!
Esatto, Ale: gli stessi chilometri che la gente macina per visitare i Musei Vaticani o il Louvre o il National Museum o mille altri musei d’Arte nel Mondo.
Concordo con Lister, Ariel ed Ale!
La mente umana è programmabile e suggestionabile . L ‘ 80 % delle persone che è andata a vedere la famosa passerella , lo ha fatto perché è stata molto pubblicizzata in tv e sui giornali . Perché ci sono andati anche personaggi televisivi come Cristina Paridi e Antonella Clerici . E molti credono di non essere suggestionabili … Vorrei capire quanti di questi curiosoni si recano in visita , almeno , una volta all ‘ anno agli Uffizi o ai Musei Vaticani . Noo…Roba noiosa , meglio svagarsi all ‘ Acquafan di Riccione . Italia , una nazione di geni nel passato . Italia una nazione di persone manipolabili e poco inclini alla cultura e all ‘ approfondimento . Si leggono pochi libri all ‘ anno e la scusa della ” crisi ” è valida in pochi casi.