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Come è ormai una piccola tradizione, vergo due righe per ricordare ai nostri lettori l’anniversario di fondazione di questo blog, avvenuta il 14 giugno 2012. Ben più che per un dovere d’ufficio, inizio ringraziando tutti coloro che in questi quattro anni hanno sostenuto, spronato, stimolato Radio Spada a crescere in “forza, statura e grazia”, in modo specialissimo coloro i quali hanno scritto, letto, diffuso i nostri articoli e quelli che hanno comprato (e davvero son molti) i nostri libri.

Libri (e sono ormai più di trenta) scritti con studio e passione, firmati con coraggio e con spirito di sacrificio, libri che hanno fatto discutere e che hanno aiutato molti a comprendere irrevocabilmente la portata e la vastità della crisi d’Autorità e di Verità che sta dilaniando e tentando di annichilire Santa Romana Chiesa. In molti casi si trattava di libri che, e ci piace ricordarlo in questa sede, nessuno avrebbe avuto tempo, coraggio e  temerità di dare alle stampe nelle nostre terre se non l’avessimo fatto noi. Ringraziamo anche i molti che sono intervenuti alle nostre conferenze e convegni, anzitutto i relatori che si son sobbarcati l’onere di legare il proprio nome al nostro, ricevendone in parecchi casi il disprezzo dei benpensanti e le critiche dei malpensanti. Ringraziamo da ultimo (ma non per ultimi) i nostri critici, sia i benevoli per i suggerimenti, gli stimoli e le correzioni fraterne che in molti casi ci hanno rivolte e che abbiamo (quando possibile) fatte nostre , sia i malevoli e i molesti per averci dato l’occasione (si spera raccolta) di santificarci nella penitenza e nella pazienza. Senza di Voi, cari amici, Radio Spada non sarebbe arrivata dov’è ora, senza di Voi Radio Spada non potrebbe oggi festeggiare con serenità e con volontà di procedere sul proprio cammino i suoi quattro anni di vita. Quando abbiamo fondato questo blog e la successiva casa editrice abbiamo scelto il nome di Radio Spada non a caso. Una spada non è una piuma, né una decorazione, né un orpello ma è un oggetto irrevocabile: chi la porta è un soldato (dando a questo termine il significato più largo e complesso che richiedono i tempi eccezionali che stiamo vivendo).

Chi fa della spada un’insegna, una bandiera e un titolo d’onore, deve essere sempre pronto a brandirla con forza e determinazione, con giustizia e prudenza, con efficacia e con maestria. Si tratta di un oggetto-simbolo fondamentale, un’arma che protegge e colpisce, un’arma che ferisce e uccide, in ultima analisi un muro che separa. Per questo si può giustamente dire che si sta al di là o al di qua di essa, si può stare dalla parte di chi impugna l’elsa della spada o stare pericolosamente vicini alla punta della spada. Portando una spada noi non facciamo sconti, mai, a NESSUNO, in primis ai nemici prossimi e remoti, esterni e interni del cattolicesimo romano integrale, in secundis a noi stessi. L’hanno imparato, sulla loro pelle, in questi anni, nemici, avversari, falsi amici, e state pur tranquilli che l’impareranno ancora, se le lezioni non fossero loro bastate. L’abbiamo imparato anche noi, sacrificando a questa nobile e importante iniziativa editoriale, tempo, energie, fatiche, dignità, buon nome, la tranquillitas vitae ma non la tranquillitas animi, tanto, tantissimo, in qualche caso, tutto. Continueremo a farlo, con la vostra collaborazione (anche fattiva), con il vostro incoraggiamento, con il vostro sostegno e, soprattutto, con le vostre preghiere. Continueremo a farlo col sorriso e la spada, ad maiorem Dei gloriam.

Piergiorgio Seveso