di Danilo Quinto
Un golpe che fallisce – ma sarà stato davvero un golpe? – che ha come risultato il rafforzamento del potere di un islamista fondamentalista come Erdogan. Un depresso – così è stato definito dall’informazione globale, falsa e ipocrita – che stermina 84 persone, ferendone oltre 200. Due treni che saltano in aria in una campagna meridionale.
Sono i tre fatti che si sono susseguiti la scorsa settimana. Li lega un filo conduttore: lo scatenamento dei Potentati delle Tenebre, in forme diverse e inedite rispetto al passato, anche perché quei fatti si vivono in tempo reale, grazie alla potenza delle immagini che i social diffondono. La platea degli uomini assiste a questi fatti quasi con estraneità: compiuto uno, lo si dimentica immediatamente e si attende il successivo. Quale memoria è restata degli italiani seviziati e squartati vivi a Dacca, morti per mano islamista e senza colpo di grazia?
Nessuna riflessione. Nessuna partecipazione. Nessuna indignazione. Tutto sembra ineluttabile. Come sostenere, politicamente e economicamente, il feroce sultano turco, che nei mesi scorsi – mentre metteva alla gogna i dissidenti interni – incassava tre miliardi di euro dall’Europa per garantire la gestione dei migranti provenienti dalla Grecia e la promessa di una ripresa dei negoziati per l’ingresso del suo Paese nell’Unione europea. Come consentire che le città europee diventino preda di avanguardie, ormai ben radicate e strutturate, che uccidono in nome di una falsa religione che si chiama Islam. Come accettare, in un Sud italiano che è diventato un luogo buono solo per chi sceglie di voler morire più in fretta, che donne, uomini e bambini siano strappati alla loro vita, non a causa di un treno che non doveva partire o di una telefonata distratta o di un fonogramma sbagliato, ma per due miseri milioni di euro che non sono stati investiti per garantire un sistema di sicurezza affidato alla tecnologia.
Soffermiamoci, per un momento, su quest’ultimo fatto. Al di là dei telegrammi e delle dichiarazioni di cordoglio – divenuti forme rituali, inutili e crudeli – l’unica verità che abbiamo ascoltato è quella espressa da Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione: “La tragedia probabilmente è stata frutto di un errore umano, sarà la magistratura a stabilirlo – ha detto – ma certamente è anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese, la difficoltà di mettere in campo infrastrutture adeguate. E uno dei motivi di questa difficoltà è da individuare proprio nella corruzione”. Un giudizio impietoso, ma ineccepibile – perché circostanziato su fatti che Cantone porta a sostegno – sullo stato comatoso dell’intero apparato amministrativo (e politico) italiano. Per quelle 24 persone morte in una calda mattina d’estate, pagheranno (forse) gli ultimi anelli della catena. Certamente non pagheranno i vertici di una società che nella gestione si sono affidati alla sorte più che alla ragionevolezza o amministratori regionali che per decenni hanno gettato parole al vento sulla necessità di ammodernare le infrastrutture. Come mai – di fronte a quello che accade – non c’è una sollevazione popolare e moti di reazione durano lo spazio di un mattino? La risposta la dà lo stesso Cantone: il sistema corruttivo vive attraverso il legame sempre più stretto tra la politica e buona parte della cosiddetta società civile, la quale non ha alcun interesse – qualsiasi cosa pensino i tanti populisti e demagoghi che circolano – a denunciare le malversazioni che si perpetuano e che costituiscono l’ossatura portante di questa putrida realtà che viviamo.
Le tragedie sono sempre avvenute, e numericamente parlando anche molto ma molto superiori.
Le differenze rispetto al passato sono due :
La prima è appunto la possibilità di seguire tutto ciò in tempo quasi reale, e la seconda è l’incapacità di reazione quasi assoluta che si riscontra nell’Europa odierrna.
Da parte mia è in questo aspetto che vedo l’opera diabolica, in questo folle buonismo demo(no)cratico che sostituisce la Giustizia con la sopportazione, in questo sconvolgimento del mondo nord-occidentale impestato dalla melassa acida del politicamente corretto, una vera e propria rivoluzione anticristica dipinta con i colori di un falso amore suicida e di una libertà che assomiglia sempre di più ad una schiavitù al Male.
Oltre a confidare nella Provvidenza Divina, confido ormai solo nell’istinto di conservazione, che nemmeno il cancro della demo(no)crazia può cancellare.
Al dolore sempre crescente causato dalla demenza suicida seguirà per forza un risveglio, purtroppo al momento non possiamo che fare da spettatori domandandoci quanto di questo (evitabile) dolore sarà necessario per arrivare al punto di rottura.
L’incapacita’di reagire ai mali che si presentano dipende dal fatto che non capiamo di chiedere al Signore di liberarci da “quelle mani arroventate del demonio”che in varia misura,causa I nostri peccati,ci tengono legati.Ottima l’analisi di Alessio sulla natura delle disgrazie recenti,ma perche’non ne accadono altre,gridiamo con Fede,non quella che crediamo di avere,ma quella VERA VIRTU’TEOLOGALE,:Signore,Maestro salvaci!siamo certi che solo cosi’Egli potra’intervenire.Laudetur Jesus Christus!!!
Grazie caro Lucius!
Comunque Dio ci ha anche dotati di qualche capacità umana, quindi nel frattempo sarebbe anche il caso (ipotetico) di darsi una mossa.
Signor Danilo Quinto
” Solo la sovrabbondanza di bene vince il male” Parole sante! È vero quello che dice! Quando ci si viene a dimenticare nell’ordine di tempo il susseguirsi di tanti fatti orribili, troppi,sta a significare che non siamo più capaci a catalogarli differenziandoli.Tutti portano la stessa firma.Il demonio non si prende mai vacanza, non si stanca mai,ed è sempre più attivo.Ci ha abituati bene o male con lui alla convivenza: molti ci stanno pure bene, e lo cercano sentendone la mancanza.E noi, e di questo ne sono
convita, a carreggiare con infruttuosi malevoli discorsi fintantoché miete vittime ……
Siamo capaci qualche volta di un mea culpa, incominciando a lavorare seriamente come il nostro Signore ci viene a dire?
Mi piace molto la frase d’inizio.Grazie.
Ma chiudi il becco, “cara sorella” dei terroristi, sostenitrice dell’invasione islamica e seguace d’ogni immonda eresia dell’Impostore che occupa il Vaticano! Quelli come te fanno proprio parte dell’infezione che sta facendo imputridire l’Europa.
What Shiva (Hindu God) has to with the title including devil and muslims?
The Editorial Staff wanted to put the picture of Gargamella, but at the last moment they changed idea.
shiva is the rapresentation of lucifer in the triad of hindu”gods” I don’t want to be offensive but if we go at the end of the question we have to say that Jesus is the only God togheter with the Father and the Holy Spirit,so all the others are impostors or demons that want to be worshipped,as we find in any variant of the paganic cult.
Shiva vuole essere venerato? Eh bè, del resto anche i Bassotti vogliono i soldi di Paperone.
“The picture of Gargamella”…
?????
Grande Alessio!
Il problema che oggi l’uomo è stato addormentato, con i mezzi che trasmettono in tempo reale, viene riversata sulla popolazione ogni violenza, nuda e cruda, perché il dio scoop con l’audience reclamano sempre le loro prede.
Oggi le persone si sono “assuefatte” al male, mentre un tempo provocava orrore e ripugnanza oggi produce solo indifferenza, la loro attenzione può essere stimolata solo da qualcosa ancora più grave, e così sempre in aumento, procurando un’apatia congenita senza fine.
Ma è proprio da questi fatti che la nostra voce deve elevarsi a Dio, implorando al nostro Signore Gesù Cristo “fino a quando Gesù tollererai il male sui tuoi figli”, al Padre “venga il tuo regno”.
Comunque, sono convinto che siamo alla resa dei conti.
Ma perché rompersi la testa nel pensare del perché e del cosa fare per rimediare alla brutture di questo mondo, sopratutto nel giudizio negativo di persone. Nel bene, e piu spesso nel male ne veniamo coinvolti.Rimanendone fuori,idealmente ,forse si potrà avere idee più chiare di ciò’ che potremo fare noi nel concreto e,come si dice ” se io cambio, il mondo cambia con me”. ( sempre se pensiamo di dover cambiare in qualcosa ) Più che implorare il Signore che venga a cambiare le tante cose non più sopportabili,preghiamolo prima ,instancabilmente,che ci aiuti a cambiare noi.