Nell’ordine delle idee il Liberalismo è un impasto di quei principi che si chiamano liberali, con le logiche conseguenze che da essi discendono. Principi liberali sono: sovranità della società, con indipendenza assoluta da tutto che da essa non origini; sovranità nazionale, cioè, il diritto del popolo di far leggi e governarsi con assoluta indipendenza da qualunque criterio che non sia quello del proprio talento, manifestato pel suffragio universale pria, e la maggioranza parlamentare poi; libertà di pensiero senza limite di sorte alcuna in politica, in morale, in Religione; libertà di stampa altresì assoluta, o non limitata abbastanza; libertà di associazione con altrettanta ampiezza. Questi sono i così detti principii liberali nel loro più crudo radicalismo.
Il fondo comune, dove tutti si radunano, è il razionalismo individuale, il razionalismo politico e il razionalismo sociale. Quinci emanano la libertà di culto più o meno ristretta; la supremazia dello Stato nelle sue relazioni con la Chiesa; l’insegnamento laico o indipendente, senza nessun legame con la Religione; il matrimonio legalizzato e sanzionato pel solo intervento dello Stato. Il suo ultimo motto, a mo’ di divisa che tutto accenna e contiene, è la parola secolarizzazione, vale a dire, il non intervento della Religione in qualsiasi atto della vita pubblica: vero ateismo sociale, ch’è l’ultima conseguenza del Liberalismo. [F. Sardá y Salvany]
1° settembre 2016 (già prenotabile ora): per i tipi delle Edizioni Radio Spada arriva l’esclusiva, fondamentale ristampa di un’opera eccellente ma non più adeguatamente divulgata: “Il liberalismo è peccato. Questioni che scottano”, del sacerdote integrista Félix Sardá y Salvany (1884). Il perché dell’oblìo che ha inghiottito questa, come altre opere realmente e integralmente cattoliche, non è certo difficile da intendere non appena si legga la passione, la carità e insieme il grande rigore filosofico con cui il polemista catalano affronta nel suo volume la piaga liberale, già allora infiltratasi anche nella Chiesa. Inutile cercare, come si è fatto negli ultimi decenni, un impossibile compromesso con istanze anticattoliche!
E’ già possibile prenotare la propria copia (15,90 € + spese di spedizione) scrivendo a radiospada@gmail.com. Le spedizioni inizieranno il 1° di settembre.
Di seguito l’indice della nostra edizione, arricchita di un’ampia prefazione a firma di Piergiorgio Seveso e di una stuzzicante postfazione (di Orazio M. Gnerre):
- Prefazione di Piergiorgio Seveso
- Prefazione del Traduttore italiano
- Introduzione dell’Autore
- I. Esiste oggidì qualcosa che ha nome di liberalismo?
- II. Che cosa è il liberalismo?
- III. Se è peccato il liberalismo, e qual peccato?
- IV. Della singolare gravità del peccato di liberalismo
- V. Dei varii gradi del liberalismo
- VI. Del così detto liberalismo cattolico o cattolicismo liberale
- VII. In che consiste probabilmente l’essenza o ragione intrinseca del così detto cattolicismo liberale
- VIII. Ombra e penombra, ossia ragione estrinseca di questa setta cattolico-liberale
- IX. Di un’altra distinzione importante, ossia del liberalismo pratico e del liberalismo speculativo
- X. Se il liberalismo di ogni tinta e di ogni foggia sia stato formalmente condannato dalla Chiesa
- XI. Dell’ultima e più solenne condanna del liberalismo per mezzo del Syllabus
- XII. Di qualche cosa che parendo liberalismo non lo è, e di qualche cosa che lo è sebbene nol paia
- XIII. Note e commentarii alla dottrina esposta nel capitolo precedente
- XIV. Se sia lecito per tanto, o no, al buon cattolico accettare in buon senso la parola liberalismo, e in buon senso altresì gloriarsi di esser liberale
- XV. Una semplicissima osservazione che finirà di porre la questione nel suo vero punto di vista
- XVI. Se oggimai possa darsi buona fede in fatto di liberalismo?
- XVII. Di varie maniere con che senza esser liberale, può tuttavia un cattolico farsi complice del liberalismo
- XVIII. Dei segni o sintomi da’ quali si può arguire se un libro, un periodico o una persona siano infetti o solamente infarinati di liberalismo
- XIX. Delle principali regole di prudenza cristiana che il cattolico dabbene deve osservare nel suo tratto coi liberali
- XX. Quanto sia necessario schivar le letture liberali
- XXI. Della sana intransigenza cattolica per opposizione alla falsa carità liberale
- XXII. Della carità in ciò che concerne le cosiddette forme della polemica, e se in questo hanno ragione i liberali contro gli apologisti cattolici
- XXIII. Se sia conveniente, combattendo l’errore, combattere e sfolgorare chi lo sparge e difende
- XXIV. Si scioglie una obbiezione a prima vista grave contro la dottrina de’ capitoli antecedenti
- XXV. Si conferma il detto testé con un articolo molto calzante della Civiltà Cattolica
- XXVI. Continua il bello e stringente articolo della Civiltà Cattolica
- XXVII. Se vi sono o possono essere nella Chiesa alcuni ministri di Dio infetti dell’orribile contagio del liberalismo
- XXVIII. Come si deve governare il cattolico sincero con questi ministri di Dio infetti di liberalismo?
- XXIX. Che s’ha a pensare delle relazioni che il Papa mantiene co’ governi e con persone liberali
- XXX. Qual sia il pendìo, onde più spesso un cattolico scivola nel liberalismo
- XXXI. Cause permanenti del liberalismo nella presente società
- XXXII. Quali sono i rimedii più efficaci ed opportuni da applicarsi ai popoli schiavi del liberalismo
- XXXIII. Di un chiarissimo contrassegno d’onde si scorgerà di leggieri quali cose procedono da spirito schiettamente cattolico, e quali da spirito o poco o molto liberale
- XXXIV. Quali sono i buoni periodici e quali i cattivi. Che conto si dee fare del buono che contiene un cattivo periodico, e per converso del cattivo in che può trascorrere un periodico buono
- XXXV. Se talora possa raccomandarsi l’unione tra cattolici e liberali per un fine comune, ed a quali condizioni
- XXXVI. Se sia o no indispensabile far ricorso ogni volta al giudizio concreto della Chiesa e de’ suoi pastori, per sapere se qualche scritto o persona si debbono rigettare e combattere come liberali
- XXXVII. E che mi dite voi della orribile setta del laicismo che da poco tempo in qua, a detta di alcuni, fa tante stragi nel nostro paese?
- XXXVIII. Se è più conveniente difendere in astratto le dottrine cattoliche contro il liberalismo, o difenderle per mezzo di un ceto o partito che le personifichi
- XXXIX. Se sia esagerazione il non riconoscere come partito perfettamente cattolico altro che quell’uno che è radicalmente antiliberale
- XL. Si dà di passaggio una spiegazione ben chiara e semplice di un lemma da molti mal inteso della Revista Popular
- XLI. Un’osservazione molto pratica e degna d’attenzione intorno al carattere apparentemente distinto che offre il liberalismo ne’ diversi paesi e ne’ diversi periodi storici di uno stesso paese
- XLII. E che cosa, rispetto al liberalismo, dite della tesi e della ipotesi, onde tanto si parlò eziandio in questi ultimi tempi?
- Epilogo e conclusione
- Condanna del liberalismo ne’ suoi tre gradi di liberalismo radicale; di liberalismo moderato; e liberalismo cattolico o cattolicismo liberale
- Postfazione. Demonologia del liberalismo di Orazio Maria Gnerre
Prezzo: 15,90 € + spese di spedizione
Un libro oggi “proibito”, politicamente e “ecclesialmente” scorrettissimo, finalmente disponibile dal 1° settembre. Da leggere, rileggere e far leggere. Prenotate fin d’ora la vostra copia inviandoci un’email [radiospada@gmail.com]!
Lo cercavo da quando ne avevo letto il commento da parte dei carlisti, lo prenoto subito.