di Mauro Faverzani
Per l’occasione si è scomodato persino il presidente federale di Germania, Joachim Gauck, che, tra l’altro, è anche un pastore protestante. Proprio lui, lo scorso 18 febbraio, ha incontrato la presidenza del Dekt, Convegno dei protestanti, ed il ZdK, Comitato Centrale dei cattolici, nel corso di un lungo colloquio, durato un paio d’ore.
Si è fatto il punto sullo stato dell’ecumenismo nel Paese, sull’impegno socio-politico dei laici di ambedue le confessioni ed anche sul contributo offerto dai cristiani in generale allo stato di coesione interna della società tedesca. Infine, il discorso è caduto lì e non poteva essere diversamente, ovvero sull’anniversario della Riforma, sulla ricorrenza nel 2017 dei 500 anni dall’affissione delle famose 95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittemberg ad opera di Martin Lutero.
Ma non ci si è limitati ad un aggiornamento sui preparativi, si è andati oltre: Gauck ha chiesto espressamente quale fosse il grado di collaborazione ecumenica tra cattolici e protestanti. Se il presidente italiano Mattarella o ancor più quello francese Hollande si fossero spinti a tanto, subito si sarebbe sentito urlare contro lo Stato confessionale.
Immancabile l’intervento del card. Walter Kasper, che non ha mancato di dare alle stampe un libro, Martin Lutero. Una prospettiva ecumenica (Queriniana, Brescia 2016), in cui, nella scia di un iperecumenismo spinto, ha sposato assolutamente la linea del monaco agostiniano, giungendo a definire la sua come un’azione di «nuova evangelizzazione», con toni di feroce biasimo anzi verso la Chiesa cattolica sorda alle sue proposte ed alle sue “innovazioni”.
Il card. Kasper ha collocato anche Lutero nel calderone della misericordia, ormai distribuita a pioggia, ritenendo che il suo «problema esistenziale» di religioso fosse: «Come posso trovare un Dio misericordioso?». E non si capisce come questo possa in alcun modo legittimare l’eresia derivatane, Sua Eminenza non lo spiega, ma tant’è.
Stupiscono anche i toni del comunicato congiunto, licenziato lo scorso primo giugno dalla Federazione luterana mondiale e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, per confermare il coinvolgimento cattolico nelle celebrazioni dei «doni della Riforma» col culmine, che sarà rappresentato dal viaggio di papa Francesco a Lund, in Svezia, il prossimo 31 ottobre. Ma proprio del Pontefice è stato l’ulteriore, convinto passo verso l’ecumenismo col discorso da lui rivolto alla delegazione del direttivo della Comunione mondiale delle chiese riformate, ricevuta in Vaticano lo scorso 10 giugno.
Riferendosi alla conclusione della quarta fase del dialogo teologico in corso tra tale organismo ed il Consiglio pontificio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha dichiarato: «In questa comunione spirituale, cattolici e riformati possono promuovere una crescita comune per servire meglio il Signore». Ed ancora: «In base all’accordo sulla dottrina della giustificazione, esistono molti campi in cui riformati e cattolici possono collaborare per testimoniare insieme l’amore misericordioso di Dio, vero antidoto di fronte al senso di smarrimento ed all’indifferenza che sembrano circondarci», smarrimento ed indifferenza pari ad una vera e propria «desertificazione spirituale» di fronte alla quale «le nostre comunità cristiane» sarebbero tenute «ad accogliere e ravvivare la grazia di Dio», evidentemente presente in tutte, indistintamente, al di là di ogni distinzione dottrinale, poiché in quest’ottica basterebbe «la fede in Gesù Cristo».
C’è da chiedersi, se si possa ancora parlare di eretici riformati, di “fratelli separati” da ricondurre nella Chiesa Cattolica, specie di fronte a termini come «comune missione», utilizzato espressamente da papa Francesco: «V’è urgente bisogno di un ecumenismo», che «promuova una comune missione di evangelizzazione e di servizio», esortando tutti a «fare di più, insieme, per offrire una testimonianza viva “a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi”: trasmettere l’amore misericordioso del nostro Padre, che gratuitamente riceviamo e generosamente siamo chiamati a ridonare», concetto su cui è più volte tornato.
A mischiare ancor più le carte ha provveduto la conferenza-stampa, tenuta lunedì scorso da papa Francesco durante il volo di ritorno dall’Armenia: «Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate – ha dichiarato il Pontefice –. In quel tempo la Chiesa non era proprio un modello da imitare: c’era corruzione, c’era mondanità, c’era attaccamento ai soldi e al potere. E per questo lui ha protestato. Poi era intelligente ed ha fatto un passo avanti, giustificando il perché facesse questo. Ed oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato. Lui ha fatto una “medicina” per la Chiesa, poi questa medicina si è consolidata in uno stato di cose, in una disciplina, in un modo di credere, in un modo di fare, in modo liturgico. Ma non era lui solo: c’era Zwingli, c’era Calvino… Poi sono andate avanti le cose. Oggi il dialogo è molto buono. La diversità è quello che forse ha fatto tanto male a tutti noi e oggi cerchiamo di riprendere la strada per incontrarci dopo 500 anni».
Non si riesce ad evitare un certo sconcerto, raffrontando queste parole con quelle, che, ad esempio, si possono leggere sul Catechismo Maggiore di San Pio X, a proposito della «grande eresia del Protestantesimo, prodotta e divulgata principalmente da Lutero e da Calvino»: «Questi novatori – è scritto –, demolirono tutti i fondamenti della fede, esposero i Libri Santi alla profanazione della presunzione e dell’ignoranza ed aprirono l’adito a tutti gli errori. Il protestantesimo o religione riformata, come orgogliosamente la chiamarono i suoi fondatori, è la somma di tutte le eresie, che furono prima di esso, che sono state dopo e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime» (nn. 128-129).
Ciò che più impressiona in questa nuova, frenetica brama di “dialogo” über alles coi protestanti è l’approccio molto sociale, anzi sociologico. Quel continuo richiamo al «camminare insieme» calpesta il fatto che sia escluso dalla grazia di Dio chiunque ne neghi anche un solo dogma, chiunque viva nella dimensione del peccato contro la fede. Di tutto questo non v’è traccia. Con un problema: che un’evangelizzazione solo sociale non è autentica evangelizzazione.
Gauck dovrebbe preoccuparsi dei fischi che riceve ogni volta che appare in pubblico, un pubblico che non vede l’ora che se ne vada dall’incarico.
Sulla desertificazione: i primi paesi a secolarizzarsi e a desertificarsi, ad abbandonare Dio e a seguire ogni follia umana, sono stati proprio i paesi protestanti, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi e Germania in primis. Poi purtroppo, grazie al Vat II ed al processo di protestantizzazione li iniziato, la desertificazione e’ arrivata anche nei paesi cattolici. Non più Protestantesimo, ma semmai meno, molto meno, ci vuole !
Mutazione che marcia sulla mentalità del popolo che ha accettato il concilio vaticano secondo , già fortemente proto-protestante ; in fin dei conti gli eretici sono milioni da tanto . Già la malapianta del cattocomunismo ha portato e sta portando tanti sulla via della perdizione e senza tanti cattocomunisti questo papa avrebbe meno seguito .
È questa pseudo-Chiesa che si autoaccusa! La vera Chiesa cattolica, il vero Magistero, condannano l’eresia protestante, con la quale io non voglio avere nulla a che fare ! Il perito chimico può dire ciò che vuole, ciò non cambia la realtà delle cose, che Lutero fosse un eretico!!!!
Ma sì, a Bergy piacciono ‘ste buffonate politicamente corrette. Se non chiede scusa per qualcosa almeno una volta al mese non si sente a posto con i suoi doveri di massone infiltrato.
Bravo Giacomo, dice bene, non è la Chiesa Cattolica che si autoaccusa, ma una congrega di apostati traditori e ingannatori che hanno occupato tutte le sedi (cfr S. Atanasio), ma che non hanno più nemmeno l’ombra della fede, per cui sono solamente sepolcri imbiancati, sale che ha perduto il suo sapore e ad altro non serve se non ad essere gettato via e calpestato dagli uomini, inutile pula da gettare nel fuoco eterno. Maria SS.ma, debellatrice di tutte le eresie, Regina delle Vittorie, restaura la Santa Chiesa del Tuo Divin Figlio. Dio ci benedica tutti e la Vergine ci protegga sempre.
. Amen
Esatto Catholicus!! Grazie
Una Chiesa al rovescio: La chiesa delV2 è nostalgica delle “ghiande dei porci”,la Chiesa ante-concilio,lo è solo,del Pane di cui ci si ciba nella Casa del Padre.De gustibus,non disputandum est!
Ricordo bene quando Woijtila si recò al tempio luterano di Roma, ed il cardinale Siri lo criticò durante un convegno alla sala Quadrivium di Genova…fu nei primi anni 80. Woijtila dichiaro’ che Lutero “era un uomo di grande spiritualità”.
Nel corso della visita gli cadde l’anello piscatorio…un segno inequivocabile…
invece di prepararesi al centenario di Fatima…….comunque sia non è la Chiesa che si autoaccusa di reati mai fatti, ma sono i nuovi eretici che se la cantano e se la ballano tra loro, naturalmente fuori dalla Chiesa, anche se fingono di esserne i ministri. Lasciamoli alle loro scemenze, noi continuiamo a servire Gesù nella sua Chiesa, che sembra scomparsa, ma è ancora li fedele in coloro che salvano il seme, fiduciosi in un ritorno allo splendore.
Giusto, il problema è che le loro scemenze le spandono ai quattro venti spacciandole per Dottrina a milioni d’ignari.
Che VOGLIONO essere ignari, utilizzano queste “dottrine” per giustificare la loro CONDOTTA! Si ravvedano, prima che sia troppo tardi !!
Caro Giacomo,
il fedele medio di oggi non ha la più vaga idea della rivoluzione vaticanosecondista, sente quello che ufficialmente è il “papa”, ascolta le fonti ufficiali e per lui va bene così. Certo che davanti alle sfacciataggini di Bergy un po’gli occhi bisognerebbe iniziare ad aprirli.
A propositi della “rivoluzione vaticanosecondista”:
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” (J. Goebbels)
E in 50 e più anni, 5 papi ne hanno ripetute di bugie…
Se c’è gente capace di farsi volontariamente schiacciare dall’Islam per poter essere demo(no)cratica, come stupirsi di tutto il resto?
Dice bene Alessio. Era già difficile capire ciò che accadde al tempo del concilio; ci volle qualche anno per decifrarlo. In Italia l’idea del papa era ancora legata alla figura di Pio XII ed al concordato del ’29, ed i migliori catechisti nulla dicevano del modernismo; nelle parrocchie era un “argomento tabù”. Magari, se questo tema fosse stato sviluppato il fedele avrebbe avuto qualche parametro in più e farsi una ragione di ciò che avveniva. Gli anni cinquanta potevano essere quelli della restaurazione cattolica. Invece come un fulmine a ciel sereno arrivò la tempesta, ma esistevano ancora buoni sacerdoti, e così qualcosa si riuscì a salvare. Io stesso, a settant’anni, sono colpito della rapidità con cui l’eresia si è imposta ma soprattutto dalla mancanza di una vera reazione da parte del clero, che ha trascinato il comune fedele (che ormai ha la mia età) A parte l’intervento soprannaturale che certo non mancherà, sono comunque certo che una certa reazione non tarderà ad arrivare…E’ evidente, che ora esiste un intoppo alla rivoluzione apparentemente trionfante, perciò non dispero.
Caro Raimondo, la sua età è anche la mia, e anch’io ho iniziato ad approfondire la storia del modernismo solamente in questi ultimi anni; prima ero un po’ affascinato falla figura di GP II, dal suo carisma, dalla sua devozione mariana. Successivamente, approfondendo le mia conoscenze in tema di apparizioni mariane, di vita di Maria SS.ma, ho cominciato ad avere dei dubbi sull’ortodossia di questo clero, così ostile alle devozioni, ai santi, alla dottrina; mi sono messo alla ricerca…e ho scoperchiato il vaso di Pandora : quante bugie,a quante menzogne, quante falsità; ne è venuta fuori un’antologia di oltre 3.000 pagg sull’origine, gli sviluppi e l’attuale stato della chiesa modernista (particolarmente interessante il fascicolo sull’arte sacra modernista). Adesso posso sfidare a viso aperto qualunque modernista, Bergoglio, Ravasi, Scola, e giù giù fino al curatino di campagna.
Grazie dell’approvazione, caro Raimondo.
come vorrei poter credere che la tempesta sia arrivata come un fulmine a ciel sereno!
Non riesco a rassegnarmi all’evidenza che chi ha imbastito il concilio – e tutti ormai conosciamo i loro nomi- abbia potuto occupare alte cariche e, tramare, all’interno della Curia romana.
Cosa sono stati gli anni cinquanta? Perché sono stati gravidi di tale tempesta?
Comunque bisogna sempre ripartire dalla situazione attuale. Spero anch’io come il sig.Raimondo in un intervento dall’Alto che dia la forza della denuncia dell’impostura a chi ancora ha l’Autorità per farlo.
Chiedo umilmente scusa per lo sfogo personale.
Bisogna mettersi nei panni dei fedeli di allora…oggi si è scritto molto e conosciamo tutti i retroscena…ma allora la Chiesa appariva forte e compatta. Una talare era uguale all’altra, i preti parlavano la stessa lingua e dicevano le stesse cose e almeno a parole tutti ubbidivano al Papa. Non esistevano “tradizionalisti” né progressisti perché nessuno osava impugnare la Dottrina; la Chiesa dei padri era la stessa dei nonni. I seminari erano pieni e le conversione aumentavano. Le Chiese erano piene con le donne col velo alla sinistra e gli uomini a destra.
Ogni parrocchia aveva almeno 4 o 5 messe domenicali, tutte al mattino, perché non esisteva ancora la messa vespertina. Io ricordo a Torino interminabili processioni sia nel centro che nella periferia.
Io, questa Chiesa ho avuto la fortuna di vederla e non mi capacito ancora di quel che è successo. Non cito né libri né articoli la mia memoria è sufficiente per pensare che quella di oggi sia un’altra religione.
Sono bei ricordi, e sono anche miei ricordi : che belle le messe di mezzanotte, a Natale ed a Pasqua ! che belli quei canti gregoriani, in latino ! più nessuno ci potrà restituire la bellezza di quella Chiesa, l’unica, la sola, la vera Chiesa Cattolica. Purtroppo e ne impossessarono un manipolo di malfattori (teologi della Nouvelle Théologie, eretici filoprotestanti, ecc.), la massoneria m se sul soglio petrino due suoi uomini, e la Chiesa cambiò rotta. Ma bisogna scriverle queste cose, farle conoscere ai giovani d’oggi, perché il seme si conservi (come dice Gnocci) e fruttifichi poi a suo tempo, a Dio piacendo.
Catholicus, ho 23 anni e la voglio tanquillizzare. Quel seme, anche se non in ogni mio coetaneo, si è conservato. Glielo dice uno cresciuto con messe a chitarre, tamburelli e cori da tv. Anch’io vorrei che si potesse ritornare alla vera Messa, quella che si è celebrata per secoli e a cui non ho mai assistito, ma qui in Sicilia temo che non la si celebri più in nessuna diocesi.
Che in futuro Iddio mi possa dare la grazia di assistere, ogni Domenica, alla vera Messa.
Purtroppo, Salvo, Lei si perde una Grazia Immensa.
La Messa Vetus Ordo, in Canto Gregoriano ed in una Cattedrale Romanica o Barocca è quanto di più Grande e Glorioso si possa vivere tra i Riti Religiosi.
Lì non serve “partecipare”: basta “assistere” e ci si sente più vicini a Dio.
Per una volta, nella vita, colga l’occasione di recarsi, una Domenica, a Cassino per una Messa nella grandiosa Abbazia Benedettina: ne uscirà felice.
E questo papocchio, un infimo Perito Chimico, la deride con il suo “basta con le carnevalate”!!!
Lister, così però mi tenta.
Ma forse non è tutto perduto. Ho trovato questo sito in cui sono riportate le regioni ove si celebra ancora la Messa originale: http://www.unavox.it/messa.htm
Potete confermarmi ?
Dovrebbe essere, caro Salvo. Comunque per avere la certezza l’unica è andare a verificare.
Ha ragione, Alessio. Provvederò.
Ma sentì un po’ che profonda capacità analitica, per dire cosa. ” noi e tutti gli altri “! Noi e basta! Noi siamo la Chiesa.Da sempre ci sono stati i ” noi e gli altri” e sempre ci saranno. Non faciamo il gioco sporco di qualcuno ( non di certo in carne ed ossa ) che sarebbe ancora cosa facile,ma qualcuno che ben sa insinuarsi nelle nostre menti…..
Milena e’ umano che lei dia sfogo a dire cio in cui crede,come pure per ognuno di noi,ma a mio avviso,che certamente non sarà condiviso, il problema visto da un altro punto di vista non dovrebbe essere tale da esserne cosi preoccupati,prendendone addirittura le distanze fra di noi.
Fintantoché viviamo da separati ( fortemente voluto) saremo sempre piu coinvolte in tempeste sempre più violente.
È giusto,un saper sempre ripartire dalla situazione attuale,invocando un intervento dall’Alto,ma dobbiamo lasciare che il nostro Signore usi i mezzi che Ritiene opportuno,anche se purtroppo, a volte,non tanto compresi da noi povere creature.
Non è per niente brutto dire che siamo un po’ come bambini bisognosi di essere svezzati.A Lui sapete,gli si intenerisce il cuore, quando chiediamo il Suo aiuto.
Anch’io sono favorevolissimo ad eliminare le divisioni.
Se tutti gli eretici/apostati/modernisti vogliono convertirsi al Cattolicesimo sono più che pronto ad accoglierli.
http://www.riscossacristiana.it/cattolicesimo-in-dissolvimento-con-tante-scuse-di-irma-trombetta-marzuoli/
Grazie per il link, Francesco.
Bellissimo articolo che fotografa appieno lo stato dell’attuale kiesa nel suo capo: un perito chimico eretico filoprotestante-giudaico-islamista.
Davvero, Francesco! Un’articolo eccellente, che merita d’essere diffuso.
E non basta con le scuse: ora la kiesa deve chiedere scusa agli omosessuali.
Così il cardinale (?) Marx:
“[…]Consequently, according to Marx, the Church owes homosexuals an apology for its historical treatment of homosexuals. “As Church and society, we have to say ‘Sorry, Sorry,’” Marx said. He added that the Church should support “regulating” homosexual partnerships. “We as church cannot be against it.[…]”
https://www.lifesitenews.com/opinion/cardinal-reinhard-marx-vs.-cardinal-and-saint-peter-damian-do-homosexual-un?utm_
Siamo alle comiche finali…
Forse è un bene, davanti a tanto qualcuno magari inizierà ad aprire gli occhi.
“Not in my name”, caro Bergoglio. Questo potrebbe essere un manifesto per l’appuntamento d’ottobre. Che tutti sappiano che c’è una base cattolica che lo contesta.