di Danilo Castellano (Fonte: Instaurare, maggio-agosto 2015)
1. Si va affermando da qualche tempo che Lutero deve fare da ispiratore alle grandi riforme, spirituali e di governo, che attendono la Chiesa (cattolica) nei prossimi anni. Lo ha detto, per esempio, recentemente il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga e attualmente presidente della Conferenza Episcopale Tedesca. L’opinione è diffusa. In alto e in basso. Tanto che in qualche Chiesa particolare (italiana) sono già state prese iniziative per «beatificare» Lutero, un tempo considerato eretico ed apostata e contro la cui Riforma la Chiesa (cattolica) ha riunito uno dei suoi principali Concilî, quello di Trento. I tempi – si dice – sono cambiati. Molta acqua è passata sotto i ponti. La stessa verità – si afferma – sarebbe evoluta. Perciò sarebbe giunto il momento di «ripensare» la Riforma e di attuarne una che non sia una «Controriforma» ma una vera Riforma in continuità con quella luterana, non in opposizione ad essa; una Riforma radicale della Chiesa sia sotto il profilo dogmatico (i dogmi – si sostiene – dovrebbero essere abbandonati), sia sotto il profilo istituzionale (la Chiesa dovrebbe essere solo «spirituale» e soprattutto «popolare»), sia sotto il profilo morale (non più la legge ma l’«autenticità» della persona dovrebbe essere promossa; non più i Comandamenti – nemmeno i Dieci consegnati a Mosè – ma la libertà). Non c’è dubbio che Ecclesia semper reformanda. La riforma è una necessità vitale soprattutto della Chiesa militante e della Cristianità. Questa deve tendere al continuo rinnovamento, a cominciare da quello spirituale e da quello morale. Se essa non coltivasse questa esigenza, decadrebbe e alla fine morirebbe. Il rinnovamento, la tensione alla perfezione, non è però il fine perseguito dalla Riforma protestante. C’è, infatti, riforma e riforma. La Chiesa anche nei secoli antecedenti a Lutero ha avuto bisogno di riforme. E le ha realizzate.
Basterebbe pensare, a titolo di esempio, alle riforme per le quali si era impegnato il benedettino Ildebrando da Soana (1020/21-1085), eletto Papa con il nome di Gregorio VII, e a quella realizzata da Francesco d’Assisi (1181/82-1226). L’uno e l’altro si impegnarono nella «restaurazione» della Chiesa; «restaurazione» che non è né conservatorismo né «rivoluzione» gnostico-ideologica, ma «rinascita» come continuo impegno sia alla fedeltà alla Parola sia a una prassi di vita coerente con e conforme all’ordine morale voluto da Dio. La stessa Controriforma – la cosa è stata ampiamente dimostrata – non è una mera e sterile contrapposizione alla Riforma protestante: è piuttosto un programma e un’opera sia di intenso rinnovamento nella fedeltà dottrinale al Deposito ricevuto da Cristo e custodito e tramandato dalla Chiesa sia sul piano educativo. Più recentemente la Chiesa ha goduto di una notevole e fruttuosa riforma, quella voluta da san Pio X, che oggi o viene semplicemente ignorata e respinta oppure, all’opposto, strumentalizzata per giustificare scelte che segnano, per usare una felice espressione di Paolo VI, l’ingresso del fumo di Satana nella Chiesa post-conciliare. Scambiare, pertanto, la Riforma luterana con la sempre necessaria riforma della Chiesa e nella Chiesa è un errore, frutto o dell’ignoranza o della malafede.
2. L’errore più grande di questo scambio/identificazione sta nel non vedere il carattere gnostico della Riforma. All’origine – è vero – lo gnosticismo luterano non è palese. Meglio: è evidente solo a chi sa portare alle estreme conseguenze il significato delle affermazioni e delle tesi. La Riforma manifesterà nel tempo la sua vera essenza. Il disvelamento dello gnosticismo del luteranesimo sarà fatto da Hegel. Il luterano Hegel, infatti, metterà in luce le opzioni fondamentali della Riforma, che raccoglie e sviluppa germi di pensiero sparsi anche in e da taluni filosofi cristiani e da teologi precedenti a Lutero e dai quali Lutero per taluni aspetti dipende. La Riforma, pertanto, è in ultima analisi una «rivoluzione gnostica», razionalistica. Essa fa dipendere le sue affermazioni da «decisioni originarie» che rappresentano, appunto, opzioni non giustificate dalla realtà, ma solamente affermate, imposte sulla e contro la realtà. Ciò vale, per esempio, per la libertà, intesa come «libertà negativa» che, a sua volta, coerentemente porta al primato della coscienza sull’ordine (la coscienza come sola fonte del bene e del male; quindi, la coscienza soggettiva non è sensibilità nei confronti dell’ordine, ma pretende di essere l’ordine in sé) e al libero esame della Scrittura sia esso inteso come esame assolutamente individuale sia esso inteso come esame «comunitario» (come esame del popolo definito di Dio: è la posizione, in ultima analisi, anche di diversi autori cattolici contemporanei, compreso per esempio il cardinale Kasper). Le «decisioni originarie» della Riforma segnano il primato/affermazione del volere sulla ragione; sono imposizioni di atti di (ritenuto) potere dell’uomo sulla realtà. Esse, pertanto, sono la rinnovata manifestazione dell’orgoglio che caratterizza il peccato originale: l’ordine della creazione è «piegato» alla volontà umana.
3. Il risultato, cui arriva la «rivolta» di Lutero contro la Chiesa (cattolica) alla quale apparteneva e alla quale suggerì di rimanere fedele alla madre (anche dopo aver dato vita alla cosiddetta «Chiesa riformata»), è legato a questa impostazione. Può essere stato favorito da errori del Clero cattolico e da esagerazioni. Certamente fu facilitato dalla decadenza della Chiesa del secolo XVI, soprattutto in Germania; decadenza le cui cause secondo, per esempio, il cardinale Nicolò Cusano stavano nell’entrata di molti indegni nello stato ecclesiastico, nel concubinato del clero, nel cumulo di benefici (senza adempiere agli offici) e nella simonia. Ciò non toglie che sia in sé un errore: non è lecito, infatti, tentare di rimediare a un errore sostenendone uno più grave. A eventuali difetti bisogna rimediare tenendo per modello la perfezione dell’essere; gli errori vanno corretti sulla base della verità, non sulla base di altri più gravi errori. Gli errori di Lutero sono molti. Talvolta essi sono evidenziati dalle contraddizioni intrinseche alle sue tesi. Gli errori di Lutero sono principalmente dogmatici, morali ed ecclesiali. Non mancano, però, errori di altro genere. Su taluni di questi richiameremo l’attenzione fra breve. Gli errori di Lutero sono stati messi in luce non solo da coloro che allora vi si opposero «dialetticamente» (in modo particolare dai Domenicani), ma anche e soprattutto dalla Bolla Exsurge Domine di papa Leone X (15 giugno 1520). Con questa Bolla il Papa, operando molti ed opportuni «distinguo», confutò con fermezza gran parte delle proposizioni di Lutero, alcune delle quali furono giudicate eretiche, altre scandalose, altre ancora false, altre infine capaci di offendere particolarmente le anime dei semplici. Soprattutto, però, – come si è accennato – la dottrina luterana fu confutata e condannata dal Concilio di Trento. Qui non è opportuno né elencarle né entrare nel merito di molte tesi che hanno un rilievo notevolissimo sul piano dottrinale e conseguenze gravi sul piano pratico. Basterà ricordare che teorie come quelle della «giustificazione», del «libero esame», del «servo arbitrio» incidono pesantemente sul piano morale. Non meno rilevanti (erronee e dannose) sono, inoltre, le dottrine della «consustanziazione» (elaborata in polemica con la «transustanziazione»), della «sola Scriptura» (con la quale si intendeva negare valore alla «Tradizione»), della illiceità del culto alla Madonna e ai Santi, e via dicendo. Leone X dovette intervenire con una seconda Bolla, la Decet Romanum Pontificem, del 3 gennaio 1521 con la quale scomunicò Lutero dopo aver preso atto delle sue eresie e dopo il suo «gran rifiuto» di presentarsi a Roma.
È stato scritto – fondatamente – che la Riforma è l’innalzamento dello spirito contro l’autorità, dell’energia dell’individuo contro le idee. Non lo fu immediatamente ed esplicitamente, perché Lutero, come osservò un autore dalle molte derive (Maritain), aveva della vita un concetto dogmatico ed autoritario. Ciò non gli impedì, tuttavia, di porre le premesse del radicale immanentismo moderno principalmente attraverso l’istituita opposizione di Fede ed opere, di Vangelo e legge. Lo sviluppo delle «opzioni» luterane porterà, perciò, a una incompatibilità fra autorità e libertà, fra legge morale ed autenticità. Poco importa che lo stesso Lutero abbia favorito, sotto diversi profili e per molteplici occasionali ragioni, la genesi dello Stato moderno, liberale in quanto Stato ma assolutamente illiberale nei confronti dell’uomo singolo. Quello che rileva è il fatto che le dottrine moderne della libertà sarebbero incomprensibili senza Lutero; meglio: non sarebbero nate, non si sarebbero sviluppate e non si sarebbero storicamente affermate. La tesi idealistica, perciò, è a questo proposito descrittivamente fondata, anche se il giudizio di valore di Hegel, di Croce, di Giovanni Gentile e di molti altri su questo processo non è condivisibile.
4. Il modo di intendere la libertà è il nodo dal quale si sviluppano coerentemente tutte le dottrine (dogmatiche, etiche, politiche, giuridiche, ecclesiali, etc.) cui il luteranesimo ha dato vita. Il luteranesimo la intende come assoluta e sola affermazione del volere. La volontà, qualsiasi volontà, che si affermi, che diventi effettiva, è realizzazione della libertà. La volontà, per essere libera, non deve avere guide (non deve essere guidata né dalla ragione né da magisteri) e non deve sperimentare interventi esterni di alcun genere, perché questi segnerebbero limiti al suo agire e alla sua affermazione. Celebre, per esempio, per quel che riguarda la morale è l’ironia polemica di Hegel (un luterano coerente) contro gli usi praticati al suo tempo dai Gesuiti (erroneamente identificati con la Chiesa cattolica), i quali nel cuor della notte in alcune regioni avrebbero fatto suonare le campane per ricordare ai coniugi i loro doveri. Anche queste forme di intervento lederebbero la libertà «interiore», l’unica libertà; quella libertà che, per essere tale, deve rifiutare leggi, richiami, indicazioni, guide spirituali (istituzionali e personali). In breve, la libertà deve essere esercitata con il solo criterio della libertà, cioè con nessun criterio. Non è la verità, quindi, che rende liberi come si legge nel Vangelo (Gv. 8, 32), ma la libertà. La libertà rivendicata da Lutero è la libertà gnostica, quella cioè che si rifiuta di liberamente servire, perché intende solamente dominare, affermando se stessa.
5. Le conseguenze – anche gravi – di questo modo di intendere la libertà non sono mancate. L’epoca moderna è caratterizzata proprio da queste. Il cosiddetto «principio di immanenza» proprio della Riforma ha rivoluzionato ogni settore della vita.
5a) Sul piano della conoscenza esso ha significato il passaggio dal teoretico al teorico. La metafisica è stata abbandonata. Dichiarata inaccessibile o inutile, è stata sostituita dalla verità costruita e, quindi, convenzionale. È significativo che Hegel (un luterano coerente, come si è detto, e un pensatore di classe) abbia sostenuto che la verità è solo la verità del sistema: « la vera forma nella quale la verità esiste – scrisse, infatti, il filosofo tedesco – può essere soltanto il sistema scientifico di essa». Dunque l’incontrovetibilità starebbe nella sola coerenza rispetto a premesse assunte acriticamente come fondative del sistema medesimo. La filosofia si fa, così, scienza come essa è intesa dallo scientismo. Perciò la filosofia sarebbe per definizione nichilista in quanto, prima ancora, sarebbe convenzionale. La convenzionalità del sapere è, però, l’autonegazione del sapere. La convenzionalità è necessariamente razionalistica in quanto il sistema è elaborato a tavolino e sovrapposto alla realtà. Prima ancora di Hegel, un altro pensatore a intermittenza protestante sotto il profilo formale ma sempre di cultura e di formazione protestante (anche per i brevi periodi nei quali si fece formalmente cattolico), aveva sostenuto che per «leggere» la realtà bisogna elaborare prima i criteri con i quali leggerla. Non la realtà era (ed è) da considerarsi condizione del pensiero, ma questo condizione della realtà:«prima di osservare – sostenne, infatti, Rousseau – bisogna farsi delle norme per le proprie osservazioni; bisogna farsi una scala per riferirvi le misure che si prendono». Per la vera filosofia, quindi, con la Riforma e a causa della Riforma, inizia un periodo di crisi, contrariamente a quanto comunemente si pensa. La cosa è grave, perché dalla convenzionalità del sapere derivano le illusioni dei sistemi e degli antisistemi; deriva la inutile corsa ai miraggi, erroneamente scambiati con la realtà. La crisi profonda in cui versa attualmente anche la Chiesa (cattolica) è, in parte, dovuta proprio alla scomparsa del sapere metafisico, non solo non ricercato ma combattuto. Il convincimento secondo il quale dottrine (sul piano filosofico) e dogmi (sul piano teologico) è bene che non vengano né ricercati, né riproposti, né considerati è diffuso anche a livello di cultura antropologica. Per surrogare la metafisica si ricorre, poi, sempre più frequentemente alle «scelte condivise», le quali offrono verità «sociologiche», sempre cangianti e prive di reale fondamento. Si ritiene di sfuggire al relativismo, istituzionalizzandolo e facendo, così, dipendere la «verità» dalle mode e dai tempi. Su queste premesse la Chiesa nulla avrebbe da dire agli uomini.
5b) Sul piano morale la Riforma ritiene che l’etica dipenda dalla coscienza soggettiva: è bene ciò che il soggetto avverte essere bene, è male ciò che il soggetto avverte essere male. Il bene e il male dipendono, dunque, dal soggetto. Egli ne è il dominus. La coscienza è considerata facoltà naturalistica, fonte del bene e del male. Rousseau, dopo Lutero ma in continuità con Lutero, dirà che la «coscienza è la voce dell’anima». Essa non inganna mai. Essa è la vera (e sola) guida dell’uomo: essa è per l’anima ciò che l’istinto è per il corpo. La coscienza, dunque, pare esaltata. In realtà è umiliata, ridotta in ultima analisi a «pulsione ed istinto» dello spirito inteso come soggettività caratterizzata dalla «libertà negativa». Una specie di vitalismo che fa dell’uomo una creatura senza ragione, senza autonomia e senza responsabilità: «autentico», nel senso dell’immediata spontaneità; un essere, dunque, innocente. Può sembrare strana questa dottrina della coscienza che dovrebbe dischiudere all’ottimismo il quale sembrerebbe non solo lontano ma opposto al «pessimismo» luterano. Così, invece, non è. Lutero, infatti, pone le premesse per l’elogio di questa coscienza/non coscienza, per il nichilismo etico che finisce, per esigenze di sola convivenza, per cercare punti di appoggio nella legge positiva dello Stato o nella normatività sociologica. La dottrina dello Stato etico, vale a dire creatore dell’etica, di Hegel ne è la conferma.
5c) Sul piano politico la dottrina di Lutero sta all’origine dello Stato moderno, concepito come strumento di castigo per la malvagità umana. Lo Stato è necessario a causa di questa. Lutero anche a causa della sua formazione agostiniana (qualcuno – Maritain, per esempio, – ha detto a causa di un agostinismo mal «letto»), ritiene che l’autorità non sia un bene in sé, sempre utile all’uomo (Tommaso d’Aquino, per esempio, la considerò al contrario indispensabile anche nel paradiso terrestre; quindi anche prima del peccato originale). Essa è un «male necessario», come continuano a ripetere molti. Lo Stato moderno, inoltre, soprattutto a partire dalla pace di Augusta (1555), si fece «intollerante». Tanto «intollerante» da costringere molti protestanti ad abbandonare l’Europa per poter preservare le proprie, sia pure erronee, convinzioni circa la coscienza, la libertà e la religione. La dottrina luterana rafforza, sia pure in virtù di un articolato e graduale processo, l’assolutismo, che non tarderà a «ribaltarsi» nella democrazia moderna, in particolare invocando la sovranità popolare, la quale è l’«altra» strada, rispetto a quella dello Stato moderno «forte», per affermare la «libertà negativa», la volontà senza ragione, l’assoluto primato dell’uomo su ogni ordine, compreso quello della creazione.
5d) Da qui lo stravolgimento del significato di «popolo». Lutero, da una parte, raccoglie a questo proposito fermenti già presenti nei secoli medioevali e valorizza quindi dottrine già elaborate; dall’altra, inietta in queste alimento con la sua teoria della coscienza e della libertà. Il popolo diviene politicamente un insieme di individui assolutamente liberi di determinare il loro destino sulla base della sola volontà. È il popolo «sovrano» che, come il «Sovrano» dell’assolutismo, dipende (per usare le parole di Bodin) unicamente dal potere della propria spada. Il potere diventa la fonte di «legittimazione» dell’agire. Non, dunque, la «potestas» e nemmeno l’«auctoritas», anche se questi termini si conservano, si usano e si continuerà ad usarli impropriamente come attributi caratteristici del cosiddetto «potere politico». Il potere brutale nella dottrina di Lutero è considerato caratteristica della politica. Convincimento, questo, attualmente generalmente diffuso. Si tratta di un errore conseguente alla trasformazione della verità in verità del sistema o, peggio, in verità come tale assunta in virtù o di convenzioni o dell’effettività sociologica. Tutto questo è evidente nello slogan (eretto a criterio) «politicamente corretto», che significa semplicemente «coerente» rispetto al sistema. Non vanno cercati, quindi, il fondamento e la legittimità dell’esercizio del «potere politico» (anche se di fatto, poi, vengono erroneamente individuati nel «consenso» moderno). Quello che rileva è che l’esercizio del potere non rappresenti una smentita delle premesse del sistema (assunte come vere) o una applicazione incoerente del sistema medesimo.
5e) Come è stato giustamente sottolineato (cfr. G. SANTOANASTASO, Le dottrine politiche da Lutero a Suarez, Milano, Mondadori, 1946, p. 11), la Riforma, per quel che riguarda il suo aspetto politico, è contraddittoria: da una parte, infatti, essa utilizza (impropriamente) la concezione sacra dell’autorità, ereditata dal Medioevo; dall’altra, poggiandosi soprattutto sulla nuova dottrina della coscienza e sulla teoria del libero esame, pone – come si è detto – le premesse della sovranità (sia essa quella dell’Assolutismo, si essa quella popolare). Ciò vale anche per quel che attiene alla concezione della Chiesa, la quale sia a causa della considerazione di Gesù come solo testimone, sia a causa dell’applicazione della tesi secondo la quale «omnes in Christo sumus sacerdotes et reges, quicumque in Christum credimus» – come scrive testualmente Lutero nel De libertate christiana (Weimar, vol. VII, p. 56) – subisce un radicale cambiamento. Essa non è vista e definita come un organismo (un corpo, sia pure mistico, visibile), fondato da Cristo e animato dallo Spirito Santo, ma come una mera organizzazione. La Chiesa come società/istituzione diventa, così, (almeno virtualmente) nemica del popolo: tra popolo e società ci sarebbe una contrapposizione che deve essere risolta a favore del popolo cui spettano simultaneamente sacerdozio, profezia e regalità. Alla società perfetta dei congregati battezzati che professano la stessa fede e legge di Cristo, partecipano agli stessi sacramenti e obbediscono ai legittimi Pastori, principalmente al Papa, viene sostituita l’associazione dei predestinati che dànno vita a una comunità puramente spirituale, priva di gerarchia. È il «popolo», infatti, detentore dei munera, e, perciò, i suoi Pastori da esso dovrebbero dipendere.
6. Non sono queste le uniche questioni poste dalla Riforma. Anche limitandoci a queste, però, pare che Lutero non possa essere proposto come modello delle «grandi riforme» di cui attualmente ha bisogno la Chiesa. Volutamente, poi, non si sono qui considerati gli aspetti morali, quelli oggettivamente noti, della personalità di Lutero. Pur essendo questioni morali gravi non è sembrato opportuno insistere (come ha fatto in passato certa pubblicistica cattolica) sull’omicidio compiuto da giovane, sulla sua scelta di «sposare» una monaca, sulle sue abitudini non certo esemplari per quanto riguarda alcuni vizi che la Chiesa giustamente definisce peccati. Non lo ha fatto nemmeno il Concilio di Trento che ha mantenuto un livello teologico alto pur contrapponendosi alla Riforma. Si dirà che le questioni dottrinali dividono. Soprattutto oggi si assegna un primato alla prassi. La prassi, però, dipende sempre (implicitamente o esplicitamente) dalla teoria. Comunque, anche il primato della prassi è questione che non si può considerare priva di problemi. Anche su questi sarà opportuno tornare. Quelle presentate sono alcune riflessioni e alcune considerazioni preliminari per un discorso (da farsi) più ampio e più approfondito.
” la Riforma ritiene che l’etica dipenda dalla coscienza soggettiva: è bene ciò che il soggetto avverte essere bene, è male ciò che il soggetto avverte essere male”.
ed, infatti, il Perito Chimico eretico fa sua quest’affermazione scrivendo a Scalfari (!) :
“Dio perdona chi segue la propria coscienza”.
Si presentò così, questo tristo figuro solo pochi mesi dopo la sua imposizione, per mano della massoneria, al Soglio di Pietro.
E tutti zitti!…
La coscienza di Mao gli suggerì di massacrare 50 milioni di persone. Quindi secondo il Perito (purtroppo non ancora perito) Dio l’ha perdonato di sicuro.
Bel gioco di parole AHAHAHAAHHAAHAHHAAHAHAHAHAHHAAH GRANDE ALESSIO
Grazie Giacomo!
La nostra coscienza in questo preciso momento,e’ in realtà quello che siamo. Non si arriva a desiderare quella di qualcun’altro,fintantoché esperienze fatte, volute o in qualche maniera imposte,non obbligano a un cambiamento:che può essere in meglio o in peggio.
Augh! La Grande Sciamana ha parlato!
(Maccheccacchio ha detto???)
Ma come? E’ chiarissimo!
Tu sei la tua coscienza, fintanto che per esperienze fatte tu non voglia quella di un altro, cambiando in meglio o in peggio.
Il discorso fila, eccome se fila!
Cara Ortoluterana, qui si parla di te: https://www.youtube.com/watch?v=dBEWH-mN05w
Buona visione!
“buon” per scalfari allora: infatti una coscienza non retta e deformata come la sua costituisce un biglietto in prima classe, di sola andata ovviamente, per l’Inferno!
Carissimi,
la questione è anche, se non soprattutto, economica. In questa UE a trazione tedesca, che ha fatto appunto del mercantilismo tedesco il proprio modello economico di elezione, si deve definitivamente riabilitare Lutero, anche nei Paesi cattolici, perché il protestantesimo rappresenta il fondamento di tale modello: con tutto il suo portato moralistico sull’austerità (la parvificentia protestantica vs. la magnificentia cattolica, per dirla alla Sombart), e l’apertura all’usura (oggi, i mercati), stigmatizzata al massimo, invece, nei Paesi cattolici.
Vi faccio una domanda, dove e quando nascono tutte le varie famiglie storiche di prestatori professionali di denaro che oggi decidono i destini della civiltà occidentale?
In Portogallo nel 1400? O in Francia nel 1600? Oppure….!!!!!!!!!!!!!
Chi indovina vince un mappamondo.
Tom
Credo che abbiano vinto in troppi! Comunque costoro decidono solo fintanto che i cosiddetti “popoli” occidentali sono così inetti da permettere loro di farlo.
il protestantesimo rappresenta il modello della rapina del popolo a vantaggio dei pochi ‘eletti’! E la chiesa romana nuova, che si dice amica dei poveri, si sente un’anima sola con quel mondo di furfanti -l eggere per credere l’analisi dei fenomeni ‘riformistici’ che ne fa William Cobbet, un protestante! Altro che PARVIcentia in Lutero, e suoi amici Principi tedeschi, e in Enrico VIII e suoi Nobili, ingrassati tutti con le spoglie rubate alla Società cristiana! “The Reformation was engendered in beastly lust, brought forth in hypocrisy and perfidy, and cherished and fed by plunder, devastation, and by rivers of innocent English and Irish blood”. (la Riforma fu generata da una avidità bestiale, portata avanti nell’ ipocrisia e nella perfidia, e coltivata e nutrita dalla rapina e devastazione, e da fiumi di di sangue innocente inglese e irlandese” Dice di quella inglese, ma che dire del modello da cui questa presa le mosse???
Per il perito chimico e la cricca di impostori modernisti Lutero era un “riformatore” della Chiesa. Se lo tengano loro. Io sto con la Chiesa uscita dal Concilio di Trento, non con la FALSA “Chiesa” conciliare!!!
Bravo Giacomo, anch’io sto con il Concilio Tridentino. Ma le dirò di più : per me i concili si sono conclusi con il CV I e l’ultimo papa cattolico è stato Pio XII. Del resto, come ben saprà, nella sacra scrittura il n. 12 indica il completamento di un’opera nell’ambito della storia della salvezza. Quindi tutto il ciarpame prodotto dai cd teologi della Nouvelle Théologie, dal cd CV II e dai papi postpacelliani per me può andare tranquillamente al macero, tant’è vero che sto rileggendomi il Catechismo di S. Pio X e i divertenti (ed illuminanti) libri della premiata ditta Gnocchi e Palmaro (RIP), traendone grande vantaggio spirituale.
Grazie Catholicus
Lister
Quello che ho scritto e’ logico e razionale.Tuttu possiamo avere una nostra logica che può rispondere a una razionalità.Per tanto le nostre logiche rispondono per quello che abbiamo costruito nel tempo.A torto o a ragione un qualsiasi cambiamento di pensiero non lo si improvvisa.Sarebbe come dire cambiare pelle in tempo reale.Quindi la coscienza di un persona non la si può cambiare neanche obbligandola,a meno che non la si ammazza che sarebbe più sbigrativo però …..oppure…..
II problema se si puo’ dire,si basa sul principio di libertà che è sacra in quasi tutti i casi.
Guardi che ha messo una pezza peggiore del buco! Lei non è manco capace di usare correttamente la sintassi! Risponderle ormai equivale a sganciare una bomba atomica su una crocerossa! Abbia, se non altro, un briciolo di amor proprio e taccia! Perché sente questo irrefrenabile bisogno di umiliarsi, dicendo cretinate? Perché?
Signora Maria, non è questione di cambiare o non cambiare coscienza: si salva soltanto chi segue le immutabili Leggi di Dio (pentendosi e confessandosi ogni volta che Le trasgredisce).
Se fosse vero il fatto che per salvarsi basta seguire la propria coscienza si salverebbero anche mafiosi, abortisti, stupratori e usurai, SENZA il bisogno di pentirsi e di confessarsi: anche loro seguono la loro coscienza!
Dio ci ha dato i 10 Comandamenti, non ci ha detto “seguite la vostra coscienza”.
Che meraviglia che la Chiesa S-catolizzata di Roma senta la fregola di accoppiarsi con quella ‘bestia’ (termine biblico ) di Lutero! E chiamare ‘beato’ questo accoppiamento infernale!
Lutero addirittura dovrebbe imparare da questa immonda chiesa romana,in Germania ben rappresentata da quella faccia di toro (che somiglianza anche di tratti fisici con Lutero!) del ‘cardinal’ Marx, come portare alle estreme conseguenze la negazione della fede cristiana. Dalla “sola fides” di Lutero siamo giunti alla bontà di ‘ogni’ fede ( e di nessuna fede)!
E che significa in questo contesto cercare attenuanti alla rivolta di Lutero nella corruzione del clero romano? Quando si sa che quella rivolta prese l’ avvio dalla concessione dell’appalto delle indulgenze all’ Ordine domenicano invece che a quello agostiniano al quale lui apparteneva (W.Cobbet )???
…certo, Bruno, è proprio così.
La parvificentia protestantica è l’antenato di quella “durezza del vivere” predicata ed elogiata da un Padoa Schioppa sul Corriere: la prima, come la seconda, ovviamente vale solo per gli altri.
Anche Bergoglio ne è contagiato. Mi pare di ricordare un’intervista ad una sua parente italiana sul TG1, immediatamente dopo la sua elezione (andrebbe ritrovata, perché una cosa è il ricordo, sempre incerto, altra è il documento). Quella, a domanda politicamente corretta del giornalista, rispose in modo piuttosto scorretto e sincero, e disse una cosa del tipo: “sì, lui odia le chiese belle”. Dove per belle intendeva magnificenti, e per odia intendeva dire che lui riteneva preferibile che le chiese dovessero essere scarne ed essenziali (austerità protestantica)….però disse belle….e disse odia…era spontanea.
Questa credo che sia -e, lo ribadisco, in ciò sarebbe significativo poter essere confortati dal reperimento dell’intervista, ammesso che sia stata messa online- un’affermazione sintetica che possa dire tutto su Bergoglio: è uno che ODIA le chiese belle. Tutto il resto è conseguente.
Tom
Grazie, questa mi mancava. Una in più da annotarsi.
Caro Tom, tra non molti anni avrà quel che si è guadagnato in questa vita con il suo ODIO alle chiese belle, e non sarà certo un bel premio, può starne certo. Del resto, tutta l’arte sacra modernista è blasfema, satanica e trasuda odio e livore contro la bellezza delle chiese, delle cattedrali, dei santuari preconciliari. Chi ha commissionato chiese orrende come la chiesa al cubo di Foligno, la nuova chiesa di Padre Pio, la chiesa di Cristo Re a La spezia, ecc. non può attendersi che un giusto castigo : il Purgatorio nel migliore dei casi, ma molto probabilmente anche peggio… LJC
Perchè non riabilitiamo anche Anna e Caifa?
Bergoglio vattene nelle pampas argentine!!!!!
Il perito chimico odia il cattolicesimo
Diego
ma veramente lei pensa di salvarsi perché la sua coscienza glielo assicura? Lei pensa che basta il pentimento? Tutto da vedere in fatto di qualità di che pentimento parla! Lei pensa di saper consigliare qualcuno su come meritarsi la vita eterna? No sa !non condivido per niente. Non siamo capaci ne di giudizio ne di consiglio: perché tutto basato su noi per come siamo.
Allora vede; anche la sua coscienza può essere messa sotto giudizio.Ognuno può giudicare l’altro,che potrebbe non vedere in noi esempio da imitare.Ci contraddiciamo continuamente e non ce ne accorgiamo.A questo punto penso sia cosa buona puntare a verificare la nostra di coscienza; se effettivamente sia degna di giudizio per le altre.O meglio ancora,lasciamo che sia il buon Dio a pensarci; Lui è ” leggermente più avanti di noi” nel capire giusto le cose.
Ancora una volta parli al plurale, quando quella incapace d’intendere, di volere e di esprimersi correttamente sei solo tu.
Diego
I dieci comandamenti da seguire alla lettera o a secondo come lei intende? E’ sicuro di seguirli secondo volontà di Dio oppure secondo coscienza.Ovviamente .con il tutto della sua persona. Questo,penso sia così anche per tutti gli altri,nel bene o nel male.Dio giudicherà.
I 10 comandamenti sono da seguire così come li intende la Chiesa Cattolica e come sono mirabilmente spiegati nel Catechismo di San Pio X…quante volte le è stato consigliato di leggerlo?
Di per me stesso non saprei come guadagnarmi la vita eterna e non sarei in grado di consigliare nessuno…per fortuna la Chiesa (l’unica vera interprete della Parola di Dio) si è già infallibilmente pronunciata su cosa bisogna fare e su cosa bisogna evitare per salvarsi: è necessario e sufficiente seguire ciò che insegna la Chiesa Cattolica e consigliare agli altri di evitare ciò che Dio e la Chiesa proibiscono e di fare ciò che Dio e la Chiesa comandano di fare.
Se io dicessi “SECONDO ME ci si salva in questo modo….”, sarei un cieco che guida un altro cieco…e ancor più cieco sarei se dicessi che ognuno può salvarsi seguendo la propria coscienza!
Ciò che ognuno di noi deve fare è seguire e consigliare agli altri di seguire i 10 Comandamenti così come sono spiegati nei documenti ufficiali dalla Chiesa Cattolica, soprattutto nel Catechismo di San Pio X, che li descrive tutti dicendo ciò che bisogna fare e ciò che bisogna evitare di fare!
Tra l’altro si sta avvicinando il 2017… 500 anni dall’inizio della terribile riforma protestante: ho paura che Bergoglio il prossimo anno farà qualcosa di davvero grave, speriamo bene! Intanto il sacerdote super-ecumenista della chiesa vicino a casa mia, un po’ di tempo fa ha già invitato una “sacerdotessa” protestante a fare la predica durante la messa. Non so dirvi se anche il sacerdote in questione ha fatto una predica durante quella messa oppure no, ma rimarrebbe anche in una caso del genere comunque qualcosa di gravissimo.
Leonardo
Ma perché questa paura continua; paura per cosa poi!l Lasci fare al buon Dio che sa meglio di noi il da farsi.Se crediamo all’Infalibilita’di questa nostra Chiesa confidiamo in Lui anche se all’orizonte intravediamo cose non piacevoli,proviamo pensare qualche volta al positivo della situazione.Tutto il male non viene sempre a nuocere.No?
La Chiesa è infallibile, ma Bergoglio che è l’antitesi della Chiesa ha la prerogativa opposta : non può azzaccarne una se non per sbaglio.
Ci voleva un perito chimico per far capire a tutti che il soffio che ha guidato il Concilio Vaticano II proviene dalle emissioni in atmosfera del maiale di Sassonia. W i cardinali eretici. Un saluto ai pochi cardinali pseudocattolici che tacendo acconsentono alla macellazione del cattolicesimo auspicata dal maiale tedesco : branco di nullità, i vostri nomi resteranno eternamente scolpiti fra le vergogne della Chiesa Cattolica. Vergognosi, rossi e paonazzi come Lutero ubriaco dopo le scopate. Purtroppo rossi come le vostre vesti.
Mazzarino
Ma che sta dicendo? si vergogni per come parla. Parla da fare schifo,a una poi come me,che ben sopporta le diversità…….esseri immondi come lei sono i distruttori della Chiesa È si vanno anche a rendere pubbliche tale schifezze? Ma a che livelli di bassezza siamo arrivati! Non c’è più un limite.Ma io mi chiedo e lo dico agli autori.Ma fate commentare i vostri articoli da personaggi di questo stampo? Ma vi screditano.io ho la percezione che qua veramente c’è Satana di mezzo e lei signor Mazzarino come un bambino che no se ne rende conto.
Se questo mio contributo venisse bannato lo desidererei anche per quello di questo signore.
Povero Cristo non saranno questi i discepoli che hai dato fiducia per rimettere in sesto la Tua Santa Chiesa?Tutti ti crocifiggono alla stessa maniera.Di Te mio Signore non sono interessati di nulla.Sei un emarginato.Ti stanno usando a loro interesse personale. Vedono gli altri e non se stessi…..
Bugiardi,ipocriti!
Ma và a ciapà i rat!
Maria, ma non si vergogna?
Prima dice di sopportare le diversità e poi insulta in un modo osceno il signor Mazzarino che ha solo espresso la sua CATTOLICISSIMA opinione!
Perché continua ad insultare gli altri utenti?
Spero almeno che sia rossa di vergogna e che si scuserà al più presto!
Caro Diego,
se ‘sta qua non si scusa con i parenti delle vittime del terrorismo per continuiare a blandire i suoi cari terroristini, come pensi che possa scusarsi per un’altra, ennesima idiozia innocua?
E’ un caso disperato, ingiustamente tollerato dalla Redazione.
la loi c’est moi 😛
Ma se avete bisogno d’un buffone di corte sceglietene almeno uno che non blandisca gli assassini di cristiani!
N’est-ce pas?
Diego
Chiedere scusa a chi ; a questo signor Mazzarino? Proprio per niente! Se pensate che lui sia un Tradizionalista e che ci creda veramente non metterebbe così in ridicolo la Chiesa.
E’ questa la sua fede? Questo signore non crede a niente.Sa solo dare manforte in maniera meschina a chi magari crede veramente.Caro Mazzarino faccia un’ispezione in tempi passati comm’era la chiesa; no di certo alla Santa Chiesa di Cristo che tutt’ora “vive “,ma quella portata avanti con fatica umana, come oggigiorno da uomini,non certo perfetti.Eppure Dio ha dato fiducia a tutti noi nonostante i nostri luridi peccati; e lei se ne tira fuori perché ritiene non farne parte.Ma bravo e ancor di più a chi la sostiene.Ma io dico non avete argomenti di dialogo per aiutare o aiutarci a vicenda,con l’aiuto del Signore, a capire …….
Diego io proprio non capisco la ” diversita’di Mazzarino perché non c’è proprio”.Oggi potrebbe essere qua domani la’ senza una metà e io dovrei credere a questo personaggio ( escludendo la persona che è sacra), mandato magari dal cielo ad illuminarmi per cio’ che non comprendo o non si comprende.Questi sanno solo creare confusione: non chiarezza.A mio avviso,il loro operato, non sarà di certo benedetto da Dio.
Maria, tranquilla! Qui, misteriosamente, nessuno la banna. Fa parte del
programma giornaliero di notizie.
Ma il gioco è bello quando dura poco.
Diego
sarebbe la prima volta in assoluto che qualcuno in questo contesto mi farebbe arrabiare.Oramai vi conosco un po’ tutti;e per i vostri tanti contenuti letti o di risposta mi sono fatta un po’ un’dea.Ci sono quelli che proprio idee non ne hanno, si accontentano di salire l’onda quando passa,altri che bene o male abbozzano qualcosa per quello che possono,ma ci credono,altri ancora che senza dubbio credono ma si propongono male, altri che si associano insieme a suonare la stessa musica con le stesse campane stonate da quanto sono state usate: e bisognerebbe quindi cambiarle . Poi ci sono io voce voce apparentemente fuori dal coro poi i ” mazzarini” radicali liberi che se non ci fossero sarebbe meglio.
Per ultimi quelli piccolini che più di tanto non dicono perché continuamente con il ciuccio in bocca.
Mettiamolo come uno spaccato della nostra chiesa: e il Signore ad Essa da fiducia.
Poi ci sei tu che anche dopo mesi e mesi da queste parti non hai ancora capito un accidente di niente, che ti diverti a fare la parte del Fantozzi a tutti i costi e che ultimamente arrivi anche a chiamare “fratelli” i terroristi islamici che schiacciano le famiglie con i camion… ma dove lo trovi ancora il coraggio di aprire bocca?
quando, prima dicevo che il gioco è bello ecc, ecc…volevo dire che poi uno si stufa e va leggersi topolino.
Capito, Milena? Non ci annoi, s’inventi delle belle novità.
E da chi arriva questo grande consiglio? Da quella che chiama “fratelli” i terroristi!
Milena
invece di andarsi a leggere Topolino,sia solidale con i suoi amici e commenti! Non sia sempre un mordi e fuggì la sua “entrata ” .Cosi non dice niente! Dica lei qualcosa che non venga ad annoiarci.Abbiamo bisogno di novità ma da lei nisba….
Io preferisco Paperino
Ecco, vada a leggersi Paperino e non ci angosci più!
P.S. Jeannedarc ha imparato da Isidoro… 🙂
Non troppo, per fortuna.
Disse Bruno Cornacchiola, ex protestante poi convertito dalla Vergine Maria, al presidente della commissione che valutavano i fatti.
Presidente
” Hai mai pensato se fosse il diavolo che le è apparso?”
Bruno Cornacchiola
“Bè, se quello che mi è apparso per dirmi di ritornare nella Chiesa cattolica è il diavolo, allora si è convertito e non c’è più bisogno della Chiesa cattolica, l’inferno è chiuso, il combattimento fra Cristo e Satana non c’è più, dunque voi non servite più, chiudete tutto e andate via.
Se invece non si è convertito e mi ha mandato da voi, vuol dire che siete d’accordo con lui, allora io stavo bene fuori, come stavo”
Bruno Cornacchiola era un protestante Avventista, feroce contro la Chiesa e contro il Papa, ma fu convertito dalla nostra Madre Celeste alle tre fontane a Roma.
Se riesco a trovare un’altra perla che ci calza a pennello la inserisco.