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di Luca Fumagalli

Ad Astoria uno dei famigerati membri della banda Fratelli è appena evaso dalla prigione locale fuggendo su una Jeep insieme al fratello James e alla “Mamma”. A Goon Docks, nel frattempo, un gruppo di amici (“I Goonies” del titolo) composto da “Mouth”, Chunk, Data, Mikey e suo fratello maggiore Brandon, riuniti a casa di questi ultimi due, trovano una vecchia mappa in soffitta. La misteriosa cartina è appartenuta a un esploratore dato per disperso durante la ricerca del bottino di Willy l’Orbo, un feroce pirata che aveva imperversato nella zona secoli addietro. I ragazzi, amareggiati perché di lì a poco le loro famiglie dovranno abbandonare le rispettive case per colpa di immobiliaristi senza scrupoli, decidono di partire per recuperare il misterioso tesoro: con i soldi potrebbero pagare i perfidi imprenditori e riuscire così a rimanere ad Astoria. Sulle tracce del bottino piratesco, però, c’è anche la banda Fratelli che ha scoperto il piano dei Goonies e vorrebbe mettere le mani sull’oro prima di loro.
Film del 1985 con Richard Donner alla regia, da un soggetto di Steven Spielberg, I Goonies è un vero e proprio cult generazionale che ancora oggi, a oltre trent’anni dall’uscita nelle sale, non ha perso un grammo della sua freschezza.
La pellicola, un vero capolavoro, almeno nell’alveo del cinema d’avventura per ragazzi, è una geniale commistione, difficilmente riproponibile, di tensione e freschezza, di pericolo e gioia, di paura e speranza. Momenti comici e drammatici si alternano senza soluzione di continuità regalando una trama convincente che incolla lo spettatore alla sedia. Almeno per una volta nel cinema hollywoodiano i buoni sentimenti dei protagonisti non hanno nulla di mieloso, sono genuini al pari dei loro difetti.
A livello tecnico si tratta quindi di un prodotto impeccabile, ben scritto, girato sapientemente e sostenuto da una fotografia e da un accompagnamento musicale di tutto rispetto che esalta le scene dando profondità e spessore.
Ma ciò che più di tutto rende speciale I Goonies sono naturalmente i contenuti, a partire dalla descrizione del rapporto di amicizia tra i protagonisti. I ragazzi, tra loro molto diversi, caratterizzati da limiti e talenti, insieme costituiscono una forza inarrestabile. Nell’affrontare le difficoltà imparano la fiducia reciproca e la carità, consapevoli di essersi imbarcati in un’impresa che è tutt’altro che un gioco. Del resto il comune obiettivo di salvare il loro futuro insieme è un collante a prova di imprevisti.
Il film di Donner è un racconto di formazione, adatto a tutte le età, che, lungi dall’annoiare, dona sensazioni forti e continui colpi di scena, che lascia sbigottiti, dove nulla è ciò che sembra. Un film, insomma, che merita di essere visto, un invito, citando Chesterton, a tornare avventurieri per scoprire che davvero la vita è la più straordinaria delle avventure.

Luca Fumagalli