di Agostino Nobile
Di Facebook possiamo dire tutto il bene e il male che si vuole, ma certamente ci può insegnare qualcosa in più sull’ignoranza dilagante, nonché sulla psicologia umana. Si possono individuare all’istante gli individui che con nozioni di storia risibili postano luoghi comuni come verità assolute. Dopo un breve battibecco si viene a sapere che sull’argomento in discussione l’autore del post ha letto sì e no tre o quattro libri, ignorando che prima di leggere un libro di storia è necessario conoscere la tendenza politico-sociale dell’autore e la casa editrice. Così capita spesso che ci troviamo davanti a un muro di gomma. Avete mai sentito dire a un comunista convinto che il nazismo aveva i suoi lati positivi? Come può un ateo-marxista-laicista scrivere in maniera oggettiva sulla storia del cristianesimo? Personalmente, studio perlomeno da trentacinque anni le ricerche storiche scritte sia da agnostici e atei che da credenti cattolici e non, vivendone oltre dieci nei paesi non cristiani, prevalentemente musulmani. Dunque, non sono stato folgorato sulla strada per Damasco, ma dai fatti e dall’evidenze tangibili. E quando ti trovi a discutere nei post con tipi presuntuosi, forti – si fa per dire – di aver letto due o tre libri senza mai vivere nelle altre culture, capisci che le menzogne storiche hanno fatto più danni all’occidente di una guerra atomica. Nessuno voterebbe certi governi se conoscesse la storia, ed è questa ignoranza che ha reso milioni di cittadini allergici alle elezioni. Oltre alla confusione, da queste menzogne nascono le società liquide, il relativismo, il buonismo e il senso di colpa infondato dell’occidente. I giapponesi l’atomica l’hanno avuta, ma grazie al loro senso di appartenenza sono diventati una potenza tecnologica mondiale. Un’Europa che ignora il suo passato baloccandosi sulla sessualità umana variabile, non avrà nemmeno le lacrime per piangere, perché non sa più piangere.
La scuola, gli pseudo-storici anticattolici così come intellettuali, scrittori, giornalisti e TV, hanno divulgato e divulgano mezze verità e menzogne pesanti come montagne. Questi hanno azzerato qualsiasi forma di reattività a un laicismo e ad un islamismo sempre più aggressivi, al punto di cancellare il naturale rispetto per la propria cultura. Mi arrivano post che, assolvendo l’Islam che uccide e sgozza in non pochi paesi del mondo, ripropone le supposte violenze della Chiesa di otto secoli fa. A parte il fatto che questi individui per coerenza dovrebbero fare le valigie e traslocare in Pakistan, Iran o in un altro paradiso come l’Arabia Saudita dove la costituzione è rappresentata dal Corano, che senso ha parlare di ottocento o anche cento anni fa per dare un aspetto consequenziale ai crimini attuali? Lo storico serio, come il lettore più avveduto, contestualizza i fatti nel periodo in cui si sono verificati. Se duemila anni fa i romani crocifiggevano i delinquenti, non significa che la sindaca attuale di Roma ne è corresponsabile, a meno che il Comune non decidesse di legalizzare il supplizio piazzando le croci ai bordi dell’Aurelia. Ma in certi paesi islamici come l’Arabia Saudita, l’Iran e nell’arcinoto califfato dell’Isis, si continua a decapitare e a sgozzare come ai tempi di Maometto. Detto questo, le violenze dei cristiani erano la risposta a un Islam che durante secoli ha massacrato i cristiani e, per divino mandato, era deciso a conquistare e convertire con le buone o con le cattive l’Europa e il resto del mondo.
Oltre ai soliti sprovveduti che postano ingiurie, perché incapaci di esporre un pensiero coerente con dati documentati, o semplicemente perché hanno problemi caratteriali, devo sorbirmi certi individui convinti che la civiltà musulmana sarebbe stata il “faro”, la “luce” che ha arricchito la cultura europea. Se per cultura intendiamo il processo evolutivo della società come noi l’intendiamo, nei paesi non occidentali non esiste. La prima universitas, come oggi è concepita, è stata fondata dalla Chiesa a Bologna nel 1088, ma in altre forme esistevano già nei monasteri fin dall’Alto Evo. Le scuole collegate ai monasteri erano l’unica forma di istruzione per qualsiasi livello educativo. La prima università extra europea è stata fondata in Turchia, a Costantinopoli, nel 1453.
Se per Platone negli ospedali “Sono degni di cura solo i cittadini liberi e soprattutto quelli che possono guarire sicuramente”, i primi ospedali per tutti i sofferenti sono stati creati dalla Chiesa a partire dall’Alto Evo. In Europa si è sviluppata la scienza, la tecnologia, la filosofia, l’arte, l’architettura e la letteratura. È stata creata la forma del libro e del romanzo, la scrittura musicale e l’armonia, il treno, l’aeroplano, il motore, l’auto, l’elettricità, la lampadina, i farmaci che hanno debellato malattie anche mortali, gli occhiali, la penna a sfera, il cinema, la TV, il telefono, il computer, internet, fino alla lavatrice, l’aria condizionata, etc… Tutto importato dalle altre culture.
Molti anni fa, durante i primi viaggi nei paesi non cristiani mi sono posto la domanda che tutti dovrebbero chiedersi: come mai lo sviluppo ha avuto inizio in Europa e non, per esempio nella cultura induista, buddista o islamica? Leggendo i testi sacri di queste religioni ho avuto la risposta. Per i cristiani, l’universo è creato da un Dio perfetto, e come tale non poteva creare un universo irrazionale o buttato lì con nonchalance senza preoccuparsi dell’uomo. Se l’uomo è stato creato a immagine di Dio, significa che attraverso la razionalità può leggere l’opera del suo Creatore. Sono queste le ragioni che hanno spinto la Cristianità alla ricerca e allo sviluppo. Ed è per questo motivo che la Chiesa ha emarginato gli astrologi, gli alchimisti e i maghi, attività con le quali scientificamente e tecnologicamente l’uomo è rimasto al palo per migliaia di anni. Ha invece sovvenzionato e promosso la ricerca scientifica e la filosofia insegnandole nelle sue università fin dal Medioevo.
James Hannam, dottore in Storia e Filosofia della Scienza presso l’Università di Cambridge, autore del saggio The Genesis of Science: How the Christian Middle Ages Launched the Scientific Revolution (2011), selezionato per l’assegnazione del Royal Society Science Book Prize, afferma quello che tutti gli storici seri concordano: «la Chiesa non ha mai insegnato che la Terra fosse piatta e, nel Medioevo, nessuno la pensava così, comunque. I Pontefici non hanno cercato di vietare nulla, né hanno scomunicato qualcuno per la cometa di Halley. Nessuno, sono lieto di dirlo, è stato mai bruciato sul rogo per le sue idee scientifiche. Eppure, tutte queste storie sono ancora regolarmente tirate fuori come esempio di intransigenza clericale nei confronti del progresso scientifico». Fino alla Rivoluzione francese, continua lo storico «la Chiesa cattolica è stata lo sponsor principale della ricerca scientifica. La Chiesa ha anche insistito sul fatto che la scienza e la matematica avrebbero dovuto essere obbligatorie nei programmi universitari. Nel XVII secolo, l’ordine dei Gesuiti era diventata la principale organizzazione scientifica in Europa, con la pubblicazione di migliaia di documenti e la diffusione di nuove scoperte in tutto il mondo. Le cattedrali sono state progettate anche come osservatori astronomici per la determinazione sempre più precisa del calendario».
Allora, un occidente tutto rose e fiori? Nella storia degli ultimi duemila anni gli errori e le tragedie abbondano – come in tutte le culture di tutti i tempi – ma i crimini contro l’umanità, come lo schiavismo e i genocidi, non sono da addebitare alla Chiesa, bensì a quelle culture, sette e lobbies che hanno combattuto e combattono tutt’oggi contro di essa. Senza il cristianesimo l’Europa sarebbe rimasta allo stesso livello delle altre culture, anche quelle che hanno conosciuto la civiltà Greca. Gli arabi, come alcuni paesi asiatici, conoscevano i grandi maestri ellenici, ma come sappiamo hanno dovuto attendere l’occidente per apprendere il concetto di sviluppo o, come lo chiama il mondo moderno, progresso.
Nonostante queste evidenze, le falsità diffuse fino ad oggi in occidente hanno creato un senso di colpa totalmente infondato. Hanno massacrato il buon senso con le menzogne. I nemici dell’uomo ci hanno convinto che coloro che amano veramente l’umanità sono i peggiori nemici. E noi, nonostante la gravità economica e sociale ci trascinano dritti al tracollo, gli crediamo. È per questa ragione che ho scritto (permettetemi la sfacciata autopromozione, ma con quello che circola mi sembra opportuna) il mio nuovo libro “Quello che i cattolici devono sapere- Almeno per evitare una fine ridicola” – Ed. Segno, con la speranza di poter aprire gli occhi a chi non vuole perdere le proprie radici. Per chi non vuole essere costretto, ateo o credente che sia, a vendere per una ciotola di riso se stesso e i propri cari ad una politica laicista che sta cancellando quel cristianesimo che ha stabilito i diritti dell’uomo come la libertà e il rispetto della dignità umana. L’ho scritto per chi crede che senza il cristianesimo il mondo sarebbe migliore, dimenticando che il secolo degli ateismi ha fatto più morti ammazzati in pochi anni di quanti ce ne sono stati in duemila anni. Per informare che le lobbies massoniche e compagnia bella hanno progettato l’impianto di biochip anche sui neonati, per costringerci all’ubbidienza dalla nascita all’eutanasia. Se non riconosciamo al più presto i veri nemici dell’umanità non troveremo nemmeno la strada del ritorno.
Agostino Nobile è autore di Anticristo Superstar e Quello che i cattolici devono sapere.
Si potrebbe anche decidere, noi cristiani,di farsi ” agnelli sacrificali “. Non è forse che il Signore voglia questo da noi? Perche’ continuare in una così furibonda battaglia di convincimento? Satana non si impaurisce per così poco.
A questo punto mi sembra che si vada di male in peggio e l’unica arma a nostra disposizione penso sia solo la preghiera.
Per male che vada faremo la Sua gloriosa fine, e non è poco…..
Da non dimenticare che la nostra cultura europea (se pur indebolita e contrastata) si basa su tre colonne, la filosofia greca, il diritto romano e le due sormantate sulla colonna principale che è il CRISTIANESIMO,ciò significa che se l’origine del nostro modo di ragionare deriva dalla filisofia greca e le nostre legislazioni si basano sul diritto romano antico, il tutto è stato ragionato alla luce del CRISTIANESIMO, per ciò non abbiamo più la tortura o la pena di morte… Processi lenti, certo ma che hanno formato una così grande civiltà basata sulla fede che non può prescindere dalla razionalità (vedi S. Tommaso D’Aquino). Per questo la Chiesa non ha mai rifiutato il progresso scientifico, purchè abbia come fine il bene dell’uomo, d’altronde già Ippocrate recitava nei confronti della medicina, che in primo luogo la cura non deve nuocere.
Da Sottolineare inoltre e di primaria importanza il “Principio di non Contraddizione” anch’esso derivatoci da Parmenide prima e Aristotele poi, che recita: ” L’Essere è e non può non Essere” ,tradotto suona : ” se A è A, non può essere anche B” tale principio di realtà, nella cultura occidentale si traduce nell’affermare e vivere la nozione che ciò che è male è male è non può essere anche un bene. Tale concezione sebbene ormai semi demolita (vedi legge 104 sull’aborto), è alla base (anche se oramai in forma subcosciente, della nostra comprensione della realtà. Tale concetto è completamente estraneo alla cultura islamica, induista, ebraica etc. Per cui magari uccidere innocenti, o affermare due realtà opposte e contrastanti, mentire ecc. per averne un beneficio presente o futuro, è cosa semplicemente giusta, normale e consentita dalla propria cultura e religione, (perchè dietro ogni cultura c’è sempre una religione, anche questo, come le tre colonne della nostra civiltà, CHE LO SI VOGLIA O MENO). Sulla base di tali affemazioni, proviamo ad immaginare il famoso melting – pot tanto auspicato dalle lobby mondialiste! Oppure una società come quella disegnata, auspicata ed in fase di realizzazione finale, da John Lennon nella sua canzone “Immagine” , Che recita: “Immagina un mondo senza nessuna religione, senza inferno o paradiso senza confini, senza nulla per cui lottare o morire ecc:” Perchè un ammasso di persone senza storia, senza cultura senza religione, senza ideali e aspirazioni, può essere manipolato e schiavizzato meglio da un unico Governo Mondiale.
Ebbene le grandi lobby stanno tirando le fila, stanno serrando i ranghi, ma ancora forse non si rendono conto che sono perdenti in partenza,perchè dalla negazioni dei diritti acquisiti nascono le rivoluzioni,e nelle persecuzioni rinasce la fede più forte e pura.
Peccato che tali nefasti progetti saranno sconfitti,probabilmente proprio dall’Islam, perchè per noi popoli europei….. Dio è morto!
Ps. Grande Medioevo che ci ha donato grazie al critianesimo, anche il prosciutto, lo champagne, la coltivazione della terra ,l’allevamento di animali domestici, la birra e soprattutto ci
ha trasmesso tutta la nostra cultura classica, recuperata, salvata e copiata a mano dai monaci manuensi. L’ora et labora di San Benedetto da Norcia ha portato l’insegnamento della coltivazione ai laici, che imparando, riuscivano a far sopravvire le loro famiglie. Oltre a gettare le basi di una civiltà e di una cultura europea altissima e sempre in evoluzione alla luce della fede in Cristo. Tutto finito, tutto cancellato? Non credo. Piuttosto, tutto sospeso…….
Parole di verità a 360°! A conferma del giudizio sul tempo attuale è l’amara considerazione che a nessuno nei media, nei talk-show venga in mente di ricorrere alla nostra Fede per trovare gli argomenti per analizzare prima e correggere poi gli eventi tragici dello scenario internazionale.
In un mondo in cui tecnologicamente tutto pare possibile, con armi sofisticate di ogni genere, la nostra civiltà appare vulnerabile alle iniziative di “lupi solitari” o, addirittura di disagiati psicotici, disperati, armati solo da una diabolica volontà di annientamento suicida.
Dal fatto che le sue più avanzate scoperte mettano in crisi il principio di non contraddizione si deve necessariamente dedurre che la fisica moderna, in particolare quella quantistica, debba essersi ebraicizzata, anche se è molto più probabile che anche in questo caso l’abbia corrotta l’Islam.
La fisica non può mettere in questione il principio di contraddizione perché esso è eminentemente filosofico dunque per sua natura superiore alla scienza che è eminentementemente legata alla misurazione. Non esiste scienza che non sia premessa e “determinata” dalla filosofia (per questo rimandiamo a Koirè). Inoltre, la fisica moderna per parola dei alcuni suoi fautori non ha la pretesa di descrivere la realtà ma la conoscenza (idealistica, dunque di una filosofia deviata e non realista) della realtà. Non solo: alcune implicazioni della fisica quantistica son ben lontane dall’essere elevabili (vedasi in particolare l’indet. di Heisenberg) da un piano operativo ad un piano ontologico non solo in funzione di quanto appena scritto, ma data la sua evidente incompatibilità con una altra teoria che con la fisica ha qualcosa a che fare.. la relatività generale.
In relazione a quanto già risposto, giusto per un minimo inquadramento, rimandiamo a
L’influenza delle concezioni filosofiche sull’evoluzione delle teorie scientifiche https://www.radiospada.org/2016/07/linfluenza-delle-concezioni-filosofiche-sullevoluzione-delle-teorie-scientifiche/
Che cos’è la realtà? https://www.radiospada.org/2016/05/che-cose-la-realta/
E a molto, molto altro materiale che potrà trovare sul sito
Mi scusi ma alcune parti della sua argomentazione non mi sono chiare, anche se non è mio obiettivo entrare in una polemica sulla natura dell’essere e della conoscenza. Volevo domandarle: perché dice che i principi filosofici sono “per loro natura” superiori? In cosa consiste questa loro “natura” che li colloca in una posizione inattaccabile? Da cosa gli viene tale loro presunta superiorità, si che la scienza non possa metterli in discussione? Quel che lei dice della scienza non vale per la stessa filosofia, che da posizioni realiste si è attestata verso un più modesto idealismo? Alla luce di ciò, il principio di non-contraddizione non va forse inteso in senso epistemologico piuttosto che ontologico? (Ma ha poi ancora senso parlare di “ontologico”? ) E se così è, per quale motivo una scienza che descrive la conoscenza e non la natura dell’essere non può mettere in crisi un principio filosofico che, parimenti, solo il nostro modo di conoscere, e non dell’essere in se, può descrivere? Ad ogni modo, grazie per i consigli di lettura.
Le rispondo nel modo più sintetico possibile.
Koirè con la profondità millimetrica e la genialità che lo contraddistingueva ci ha comunicato una verità già illuminata dal buon senso, ovvero: “il pensiero scientifico (comprendendo in esso le scienze fisiche) non si sviluppa in vacuo, ma sempre all’interno di un quadro di idee, di princìpi fondamentali, di evidenze assiomatiche, che abitualmente vengono considerate come appartenenti propriamente alla filosofia”.
Questo fatto balza all’occhio da solo. Lo scienziato (essendo la scienza fondata sulla misura delle cose) per misurare deve ammettere l’esistenza di qualcosa, ovvero della realtà a lui esterna (e questo è un assunto filosofico), per cercare spiegazioni e per coordinare le sue misure deve riferirsi alla causalità (che è un assunto filosofico), cerca una verità, un ordine se preferisce, o almeno la sistematizzazione di un ordine (ma ordine e verità, sono assunti filosofici). Nel sostenere una teoria sostiene quella teoria e non altro, facendo uso certo del principio di non contraddizione, che è più che un assunto ma una premessa della filosofia. La scienza oggettivamente, essendo fondata sulla misura dipende dalla filosofia, le è ancillare, nella migliore delle ipotesi.
Una delle tante prove dell’intrinseca incompletezza della scienza (vedasi in proposito il dimenticatissimo e importantissimo Teorema dell’incompletezza di Godel) è la costante presenza di imbarazzanti fallimenti scientifici che ne dimostrano le criticità.
Circa il tema della dipendenza della scienza dalla filosofia gli esempi potrebbero essere svariate centinaia, riportiamo, uno per tutti, quello esposto dal fisico S. Jaki in una sua celebre intervista:
D. La scienza domina a tal punto la nostra cultura da essere ritenuta un fatto scontato. Eppure lei, nei suoi studi sull’origine della scienza, mette in evidenza l’incapacità delle antiche civiltà di produrre un atteggiamento scientifico e collega il fallimento scientifico dei cinesi, degli indiani e perfino dei greci a un’errata concezione del cosmo. Occorrono dunque condizioni iniziali precise perché si possa dare una scienza come oggi la conosciamo?
R. Sicuramente una di tali condizioni iniziali deve essere la ferma convinzione del fatto che l’intero mondo materiale è soggetto alle stesse leggi. In tutte le culture antiche si credeva che i cieli fossero governati da leggi totalmente differenti da quelle vigenti sulla terra. In ciò risiede il motivo principale per cui gli antichi greci, sicuramente creativi da molti punti di vista, non riuscirono a inventare la scienza. Un’altra condizione iniziale risiede nel riconoscimento di una caratteristica speciale, posseduta da tutte le leggi universalmente valide e utilizzabili a fini scientifici: il carattere quantitativo. Finché si considererà l’universo come un animale vivente, mancherà lo slancio intellettuale necessario all’individuazione del carattere quantitativo di tali leggi. Si badi che ogniqualvolta nella storia prevalsero forme di panteismo, e questo fu il caso delle culture antiche, il mondo fu considerato come una entità vivente. E le entità viventi sono regolate da appetiti, da atti di volizione che non possono essere descritti in termini quantitativi o, comunque, che ispirano quasi sempre leggi quantitative che si rivelano poi completamente false. Si pensi, per esempio, a quanto Aristotele insegna nel De Coelo quando dice che, lasciati cadere allo stesso istante da una medesima altezza due corpi, l’uno due volte più pesante dell’altro, il più pesante raggiunge il suolo due volte più velocemente. Aristotele spiega le ragioni di questa legge dicendo che il corpo più pesante ha una natura due volte più grande ed è dunque due volte più desideroso di raggiungere il suo posto naturale che sarebbe il centro della terra. Nell’esporre questa tesi, Aristotele mette involontariamente a disposizione una delle più eloquenti confutazioni al sofisma che sta dietro alla tesi più celebre di Socrate nel Fedone: se non si vuol negare l’esistenza a ogni atto di volizione da parte dell’uomo, allora bisognerà pure riconoscere che il mondo materiale sia necessariamente soggetto di atti di volizione. Una volta accettata questa premessa, ed è quello che fa Socrate, sarebbe stato possibile provare la validità della verità morale assoluta. In sintesi, nel tentativo di confutare l’atomismo materialista, Socrate nega la validità di ogni ragionamento di tipo quantitativo; in questo modo egli vorrebbe salvare la validità di discorsi qualitativi intorno all’etica. Invece, così facendo, sacrificò la scienza per liberarsi dell’interpretazione materialista dei ragionamenti di tipo quantitativo circa la materia, che è sempre misurabile. Molti pensatori cattolici non hanno ancora preso in debita considerazione l’importanza di quel sofisma nel ragionamento di Socrate e nel pensiero di coloro su cui, si pensi solamente a Platone e ad Aristotele, Socrate ebbe una forte influenza.
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Ma torniamo a noi: Il principio di (non) contraddizione è un principio primo, chiarissimo, certo, autoevidente, dotato di forza, perfezione, semplicità, chiarezza intrinseche ed assolute. E’ indissociabile dall’essere al punto dall’essere lex mentis in quanto lex entis. Non è riducibile ad altro che a se stesso per evidenza certa, riscontrabile da tutti anche se più a fatica (ma pur sempre riscontrabile) dai malati di positivismo. Tutti lo usano in modo inossidabile e definitvo ogni volta che sostengono qualunque cosa, compresa la sua negazione, che per dirla con la semplicità perfetta del tomismo, finisce per esserne una riaffermazione. Il fatto che sia parte della nostra esperienza non lo riduce alla nostra esperienza in quanto il suo carattere assoluto, rende ragione di se stesso. E rendendo ragione di stesso a casaca rende ragione di ogni affermazione, comprese quelle “scientifiche”.
Si comprende dunque come il “modesto idealismo” voglia implicare un “modesto uso dell’intelligenza” (non ce l’ho con lei, sia chiaro) e come le implicazioni generali dello stesso siano intrinsecamente fuorvianti ed incoerenti rispentto agli assunti di partenza. Si capirà ancora meglio ciò che dice Heisenberg (accennato prima) circa la “matematica che non rappresenta più il comportamento delle particelle ma la conoscenza che ne abbiamo” (M. de Corte, Intelligenza in pericolo di morte, p. 109).
La conoscenza umana quando si distacca dagli assoluti autoevidenti, si pone sul piano della ricerca, delle ipotesi, dei tentativi: risulta dunque evidente che, in questo caso, aderisca alla realtà (se proprio abbiamo paura di usare la parola “verità”) meno della realtà stessa. La realtà ha una evidente primazia ed è proprio per questo che “una scienza che descrive la conoscenza e non la natura dell’essere non può mettere in crisi un principio filosofico”.
Sarà evidente dunque che descrivere il principio in questione (di non contradizione) come “un principio filosofico che, parimenti, solo il nostro modo di conoscere, e non dell’essere in se, può descrivere” è un assunto filosofico che si valida da se’, in questo caso però senza la veracità, oggettività e forza che abbiamo già riscontrato nell’analisi appena esposta.
Il discorso è molto lungo e poco adatto ai commenti di un blog, spero di essere stato chiaro in ogni caso.
ECCELLENTE ARTICOLO!
Bello il commento della famiglia Gozzoli.
famiglia gozzoli
” Tutto finito,tutto cancellato? Non credo.Piuttosto,tutto sospeso……” Che sta a significare? Nel frattempo,cosa potrebbe succedere in questo tempo di attesa? A noi cristiani cosa verrà chiesto? Chi ne verra’ a pagare maggiormente le conseguenze? Perché di questo si tratta.
Non si avrà forse più paura della morte del corpo che dell’anima? Allora si, che i tempi andranno per le lunghe.
Alla fin fine,saranno sempre per quei pochi,diciamo ” dieci “, che il Signore saprà commuoversi e salvare l’umanità’,oppure…..
Voi che dite?
Ottimo articolo, in modo particolare la conclusione, ma sembra che l’occidente sia stato bello che anestetizzato.
Purtroppo certe affermazioni e certe posizioni non vanno più di moda.
Non sono uno storico ma amo la storia e anche io ho avuto la fortuna di vivere in un paradiso islamico.
Per quel poco che ne capisco e che so, ritengo che solo nella civiltà Cristiana sussistessero le condizioni per lo sviluppo della scienza e ne trovo conferma in questo articolo.
In genere mi si risponde che anche l’antico Egitto, e Roma, hanno fatto dei grandi passi nella scienza, confondendo i termini scienza e tecnica.
Un bell’articolo per chi vuole ascoltare.
grazie
Signor Riccardo
si deve puntare solo, ed esclusivamente,su ciò che noi crediamo,Per grazia abbiamo ricevuto la “fede”in Cristo,agli altri non gli si può chiedere nulla.Non saprebbero, ne cosa dire, ne cosa fare.Il Padre, viene a chiedere al cristiano,ben altro che due paroline ” in tutta sicurezza”a testimonianza della Sua Parola.Di chi, è di che cosa,si dovrebbe avere paura se Dio e’ con noi?
Fare delle constatazioni, e’ importante,per come stanno andando le cose. Anche se,tornando a ritroso nel tempo fino alle origini, si potrebbero individuare i fili conduttori che hanno portato questa società a contraddirsi nei valori,ma urge adesso.Cosa viene chiesto a noi personalmente, senza fare troppo affidamento su chi la pensa diversamente,per non dire l’opposto? Vedo un grosso problema.
O ci buttiamo nella mischia a contrastare ora uno ora l’altro,con i mezzi che riteniamo piu opportuni senza saperne i risultati,oppure,rimettere tutto in discussione per capire,se ci è stato sufficientemente chiaro il ” messaggio cristiano “.
Sembrerebbe che ” amare chi ti odia sia troppo difficile da attuare”. Quindi …..? Pregare si! Ma si sa cosa chiedere?
appunto, se i detrattori del cristianesimo di casa nostra fossero andati da subito a vivere nei paesi delle civiltà felici che nulla hanno a che fare col cristisnesimo….ma no, sono rimasti qui a ‘detrarre’, e a forza di ‘detrarre’, stanno, fortunamatamente per loro, creandosi le condizioni per il loro godimento. Ci siamo già ormai: poveri idioti!
Ma insomma signori ,parlate tanto di tutto e di più,che proprio non servirebbe.In concreto cosa noi “ormai pochi cristiani ” a suol dire, possiamo fare? A meno che, pensando di far finta,se non altro,di essere proprio in quatto gatti….., patteggiare unendo le forze ( spirituali ) innanzi tutto, per il resto, poi, senza dubbio,il Signore ci verrà in aiuto. Basterebbe crederci! Mah!!
Sarei molto attento a intestare al cristianesimo i progressi tecnico-economici di cui tutti godiamo- e di cui nessuno farebbe a meno – ma che sono figli di una dimensione attivista, materialista e quantitativa che ha già rotto col cristianesimo. La crisi della dimensione contemplativa in favore di quella attiva, utilitaristica e calcolante è già la prima rottura della modernità borghese con l’autentico spirito cristiano. La scienza e la tecnica moderne sono già il risultato di una prima secolarizzazione. Mi sembra un discorso un po’ da catto-liberale, che vuole dimostrarci come le gioie della modernità siano figlie del cattolicesimo. Ma la modernità è un tutt’uno, ed è figlia del cristianesimo solo come un eretico è figlio della Chiesa.
osservazioni giustissime, da inquadrare nel giusto equilibrio tra elemento materiale ed elemento spirituale: quando uno dei due prende il sopravvento, ne va di mezzo il bene dell’uomo. Ma solo nella visione cristiana questa equilibrio si può realizzare, perché solo il cristianesimo ha scoperto la dignità della persona umana consentendo a questa di apprestare quegli strumenti che rendono dignitosa la vita umana su questa terra, mantenendo ferma la visione ultraterrena. È il concetto riassunto nel famoso motto benedettino, alla base della nascita dell’Europa (cristiana): “Ora et Labora”:.
Martino Mora
anche le gioie della modernità possono essere figlie del cattolicesimo.Perche’ no!.La cultura cristiana,predispone all’interesse della conoscenza,perché ama il creatore unitamente al creato.Attorno a tanto ben di Dio diventa impossibile il non saperne valorizzare tanta grazia concessaci.E ci si innamora! Si diventa creativi; i talenti non mancano.Non si possono sopprimere ” le idee “,a che pro!
Chi dice che non si possono contemplare le cose
” se buone “create dall ‘uomo? Ben vengano! Non sostituiscono per niente un autentico spirito cristiano.Sono un tutt’uno di due meraviglie: ” materia e spirito “.Questo e’ l’Essere creato da Dio a sua immagine e somiglianza.
Non si può fermare la vita; si nasce si cresce e si invecchia.Poi tutto da vedere come si andrà a terminare questa avventura. Lo stesso vale per il genere umano.Noi cattolici viviamo al meglio il nostro ” attimo di vita” in questa dimora terrena,secondo gli insegnamenti del nostro Signore, e questo dovrebbe bastare a migliorare di molto le cose che vediamo non andar per niente bene……
E dai, cerchiamo di essere un po’ più fiduciosi.Non tutto va male.Almeno io la vedo così.
Si compri un paio di occhiali allora!
Exsurge Domine
sa qual’e’ il problema,che lei pensa di vedere chiaro con un semplice paio di occhiali tutta la realtà che la circonda; ma signore caro, riuscira’ a vedere poco più quello che le ” sbattono ” sotto il naso.Neanche un telescopio a lunga gittata riuscirebbe.No,no deve mettere in campo altri strumenti …..veda lei.
Se andate a rileggervi la caduta dell’impero romano d’occidente , troverete tante analogie con la situazione attuale che sta interessando tutta l’Europa.
Quando uno stato, e parliamo dei 27 che formano la UE, perde ogni valore ed etica che nei secoli passati è stato alla base della sua crescita e sviluppo, non ci dobbiamo meravigliare se adesso si parla di caduta dell’Occidente. La rincorsa al benessere ha sempre portato alla distruzione della nazione che anteponeva ciò al bene di tutta la sua popolazione e per popolazione intendo la famiglia che è sempre stata il fulcro dello stato stesso!
Ma certamente,che le cose stanno così. Fintanto che in un corpo viene ad ammalarsi una cellula,due,tre……nessuno se ne accorge poi tutto ad un tratto ci si chiede il perché dell’ avvenuto ” decesso”.
È sempre stato cosi, anche nei tempi passati,il susseguirsi continuò di rinascita o di morte sociale,religiosa e quant’altro; e se siamo di larghe vedute non diamo la colpa sempre agli altri,prima cerchiamo di vedere per capire quello che sarebbe aspettato a noi di fare, che non abbiamo fatto, nonostante avessimo dei buoni “occhiali da vista”.
L’intero articolo appare viziato dalle stesse premesse da cui muove. L’autore esordisce con una critica verso chi asserisce presunte verità assolute sulla scorta di 2-3 libri letti, che presumibilmente hanno una visione parziale, incompleta della storia perché corrotta dalla posizione politico-sociale dell’autore e della casa editrice. Demolite con tali forti argomentazioni le verità assolute altrui si appresta dunque ad enunciare le proprie. Ci informa che è da oltre 35 anni che legge saggi storici, scritti sia da credenti che da atei e che vive da 10 anni in culture diverse, prevalentemente musulmane: è sua opinione che ciò sia sufficiente a conferirgli, al di là di ogni ragionevole dubbio, una visione oggettiva, scientifica, inappellabile della realtà (ha dunque smesso di leggere e studiare?). L’aver studiato così tanto ha purificato il suo occhio (ma quando esattamente è avvenuto ciò? dopo aver letto il 101esimo libro?) dal vizio della parzialità e ciò che vede, e gentilmente ci riporta, non è più sua opinione, sua incompleta e personalissima visione della storia, ma verità pura e cruda, “fatti ed evidenze tangibili”. Solo qualche domanda. Non pecca l’autore della stessa arroganza che imputa ad altri? Da buon cristiano non farebbe bene prima a prestare attenzione alla trave piantata nel suo occhio, piuttosto che guardare alla pagliuzza in quello altrui? Ma soprattutto… quali sono i lati positivi del nazismo???
Signor #V (sarebbe meglio conoscere il suo nome), il suo commento è viziato da quella ideologia che il cattolico considera la peste del XX e XXI secolo, il relativismo. Basta dire un pensiero ragionato che i relativisti si stracciano le vesti. Per quanto riguarda la mia supposta arroganza, dovrebbe indirizzarla ai signori che ho studiato: Régine Pernoud (conservatore al Museo della Storia di Francia, e poi agli Archivi nazionali francesi); tra i grandi professori universitari che hanno ricevuto premi intrenazionali per le loro ricerche, ricordo Rodney Stark, Jean Dumont, Thomas Madden, Gustav Henningsen, G. B. Guiraud, John Tedeschi, Luigi Firpo, Bat Ye’Or. L’elenco è abbastanza lungo.Ovvero tra i più autorevoli professori che insegnano nelle maggiori facoltà di Storia del mondo. Se lei si sente in grado di sbugiardarli, la invito a pubblicare una sua ricerca. Grazie.
Credo che ogni cosa esiste perché incomincia a vivere prima dentro noi come desiderio di conoscenza e creatività, logica e razionalità
Siamo ad immagine e somiglianza di Dio
@ v
Dopo aver fatto un bagno di umiltà per lavare tutta la sua arroganza profusa nei confronti dell’ottimo Nobile, provi a leggere uno, due saggi che non siano intrisi del mainstream sioncomunista e così sarà edotto sui lati positivi del Nazismo. Qualche traccia?
Cominci da:
-Mein Kampf, poi:
-Che cos’è il Nazismo di Ian Kershaw e, dopo, per rivedere le sue convinzioni sui “6 milioni”:
-I bugiardi della shoah di Anne Kling
-Olocausto: falsa convergenza delle prove di Carlo Mattogno
-Auschwitz lies id.
-Treblinka: extermination camp or transit camp? id.
ma vai a sperare. #lister, che i dogmatici della Shoa rivedano, o almeno mettano in discussione – revisionino, orrore – le loro certezze ( fasulle come quelle dell’ evoluzione, ma guai a contraddirle, con tutti gli argomenti che vuoi…tempo perso: e poi questi parlano di oscurantismo della Chiesa medievale di inquisizione e di roghi…altrui! ma facessero il piacere, ma sappiano che le loro bufalate c’è gente che non è disposta a bersele, checché ne dicano, ora anche in casa detta-cattolica i Ratzinger e gli Sbergogliati…).