1472974086-raggi-murarodi Danilo Quinto

Nella capitale non si vive un caos, come dicono. Si vive una situazione fuori da qualsiasi logica politica, civile, umana. Una situazione allucinante, da interrompere subito.

Mentre si assiste ad un teatrino quotidiano, la città è del tutto abbandonata, nei suoi elementari servizi: i trasporti, i rifiuti, la manutenzione delle strade, del verde, la sicurezza, il traffico. La lista è lunghissima e riempirebbe pagine e pagine. Da corollario, ci sono i mendicanti, i Rom, le catene di negozi e bancarelle gestiti da stranieri che inondano la città e fanno i padroni.

Al di là delle inchieste della magistratura, delle dimissioni di assessori di primo piano, di altri assessori indagati che rimangono al loro posto, delle nomine di nuovi personaggi le cui ragioni non si comprendono, non si può attendere oltre. Non per un generico richiamo alle regole che lascia il tempo che trova – ma per quei principi morali che dovrebbero essere alla base di una qualsiasi convivenza civile.

A Roma, non c’è nessun banco di prova da sostenere per il Movimento 5 Stelle, che non può divenire un partito – come sostengono alcuni – sulla pelle dei cittadini. C’è da prendere atto che la politica sta fallendo oggi – con un Sindaco che ha raccolto milioni di voti e non ha realizzato nulla in 100 giorni, facendo solo aggravare la situazione che si viveva prima – come ha fallito almeno nei vent’anni precedenti, con amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra, che sono state fotocopie l’una dell’altra.

Come alcuni avevano sottolineato – e noi tra questi – a Roma le elezioni di rinnovo dell’amministrazione comunale non dovevano essere fatte. Dopo i fatti gravissimi accaduti durante il regno della giunta di Ignazio Marino e le successive dimissioni, era stato nominato un Commissario per l’ordinaria amministrazione. Quel Commissario – inteso come incarico istituzionale – doveva essere confermato per almeno dieci anni. Tanto è il tempo che occorre – per andare cauti – per tentare di bonificare quello che si può bonificare: per ridurre e tendenzialmente annullare tutti i condizionamenti che operano nelle città, per risanare il bilancio comunale, per realizzare cose umili, ragionevoli, che affrontino la situazione di degrado che ormai appare come irreversibile. Non c’è bisogno di attendere le dimissioni di Virginia Raggi, mentre Roma muore. Dovrebbe essere il Prefetto di Roma a disporre l’immediato scioglimento del Consiglio Comunale. Ce ne sono tutte le condizioni. Che cosa deve accadere ancora perché si provveda?

Roma, per la sua storia, per la sua bellezza, ha diritto a rinascere. Il suo destino è molto simile a quello del paese intero, che non ha futuro perché non è in grado neanche di immaginarlo. Si vive alla giornata, tra un terremoto e l’altro, tra uno scandalo e l’altro, tra una malversazione e l’altra, tra vaghe promesse di riforme e un voto referendario che si profila come inutile, tra un debito pubblico che grava come un macigno sulle prossime generazioni e speranze di sopravvivenza che non esistono già oggi per molti, tra  l’arte di arrangiarsi e di accettare tutto, perché in fondo conviene e nessuna indignazione che compare all’orizzonte.