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Cielo, che nella tua corazza bruna
ardi stellato e mite noi sovrasti,
stirpe celeste un giorno ai regni vasti
tuoi giungeremo.

Alla vivente tua divina pace
verremo Noi che morte oggi accomuna,
Noi che col suo stendardo in terra aduna
guerra divina.

Verremo a te coi labari crociati,
belli di nostro sangue che ne accese un giorno vampe
nè mai nessuna notte o morte più le spegne:
per sempre tu arderai di nostre insegne
più che di stelle.

Vergine, prega il Figlio tuo divino
che s’apra sull’estrema nostra sera
il giorno eterno dove splende ed impera
Dio, nostro sole.

Canto controrivoluzionario degli anni Settanta di anonimo

raccolto a cura di Piergiorgio Seveso