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di Gabriele Colosimo

Negli ultimi tempi, ed in particolare nell’ultimo anno, abbiamo avuto modo di leggere (e riprendere qui su Radio Spada) alcuni articoli del noto vaticanista Marco Tosatti, inerenti l’attualità ecclesiastica e la crisi nella Chiesa: per questa ragione, vi proponiamo questa nostra breve intervista in esclusiva.

 

Radio Spada: Ci troviamo in un’epoca in cui vengono diffusi diversi errori contro Dio, dall’omosessualismo della cosidetta lobby LGBT, all’eutanasia, alla droga libera, al divorzio quasi regolarizzato con gli ultimi documenti pastorali. Cosa pensa della resistenza a queste nuove dottrine ed in particolare di quella contro il Concilio Vaticano II? Vede una possibile soluzione nella politica?

Marco Tosatti: Credo che, come sempre nella storia, le mode e i cicli, anche quelli che si autoproclamavano eterni e millenari, passeranno, e la realtà umana prevarrà. Ciò detto, mi sembra che proprio in difesa della realtà umana, e in particolare dei più deboli e indifesi fra di noi, sia necessario e opportuno alzarsi in piedi e parlare. Senza arroganza, ma con fermezza e pacatezza. Non ho molta fiducia nella politica. Troppo spesso vediamo che i politici si lasciano lusingare dal desiderio di voti e popolarità e potere. Credo, per quanto riguarda la società e la Chiesa, nel buon senso e nel coraggio dell’uomo comune.

RS: Come considera il pontificato di Bergoglio rispetto a quello di Ratzinger? In cosa sostanzialmente differiscono i due papi?

MT: E’ difficile dare giudizi su un regno ancora in corso di svolgimento. Mi sembra – e l’ho scritto – che la gestione del pontificato di Bergoglio presenti caratteristiche contrastanti. Per esempio, a fronte di dichiarazioni molto forti e chiare, per esempio in tema di ideologia gender, abbiamo la scelta di uomini, come vescovi e cardinali, che non sembrano affatto concordare con parole. Mi sembra che i due pontificati divergano profondamente. Non credo che papa Benedetto XVI avrebbe mai firmato un documento come la Amoris Laetitia, che ha creato e crea per la sua ambiguità profonde divisioni all’interno della Chiesa e dei vescovi, oltre che dei laici. Benedetto XVI era il Papa della chiarezza, anche a costo dell’impopolarità. Ma non so se la popolarità debba essere fra le principali caratteristiche di un’autorità morale quale è quella del Papa.

RS: Non è raro leggere di diocesi lasciate allo sbando, in balìa di vescovi che con dubbie decisioni finiscono di svuotare le chiese e distruggono numericamente e spiritualmente il loro gregge. Crede che dietro ci sia un disegno o si tratta di cattiva gestione?

MT: Se ci fosse un disegno, sarebbe un disegno diabolico! Spero proprio di no. Ma accade che le scelte che si compiono con le migliori intenzioni, magari fidandosi di consiglieri non felici, portino alla nomina di uomini non all’altezza delle situazioni e dei tempi. Se poi si escludono per ragioni di politica di Chiesa o ideologiche uomini diversi, è ancora più facile essere sfortunati nell’affidare gli incarichi.

RS: Com’è possibile che un papa abbia programmato per il 2017, anno del centenario di Fatima, un viaggio per commemorare i 500 anni della “riforma” di Lutero? Non potrebbe dare scandalo la commemorazione di uno scisma?

MT: Credo, con il cardinal Müller, che ci sia molto poco da festeggiare. La Riforma ha costituito una profonda ferita nel corpo del cristianesimo; indipendentemente dalle ragioni e dalle motivazioni personali dei suoi autori, e di Martin Lutero in particolare. Più ancora dello scisma ortodosso. Ora, posto che molto spesso nelle parole dei papi questi fenomeni vengono definiti “uno scandalo” per i cristiani e per il mondo, mi interrogo sull’opportunità di un papa di andare a partecipare alla commemorazione della nascita di uno scandalo, e del suo autore principale. Senza poi entrare nella discussione di come la politica e gli interessi di potere abbiano giocato un ruolo molto importante in questo scisma, rivestendo di altre vesti, molto più mondane, il suo primo impulso religioso. Da povero scadente cattolico, non mi piace che il Papa partecipi.