Nota di Radio Spada: inizia oggi questa rubrica, redatta a cadenza variabile da Piergiorgio Seveso, cofondatore e membro storico della nostra redazione. Appunti, contrappunti, gustose notazioni di costume, segnalazioni, riflessioni inedite o inaudite, scomode osservazioni sull’attualità disarmante e dirompente della crisi della Chiesa . Buona lettura!
di Piergiorgio Seveso
Proprio oggi, il 14 ottobre del 2002, a Tours l’abbè Schoonbroodt, con l’abbè Guepin come diacono e l’abbè Medina come suddiacono, accompagnavano nel suo ultimo viaggio terreno, con una Messa funebre in tertio, il coraggioso ed impetuoso Padre Noel Barbara (25.10.1910 – 10.10.2002). Moriva in quei giorni una delle figure più rappresentative del cattolicesimo romano integrale in Francia durante gli anni del postconcilio e uno dei primissimi oppositori della Nuova messa: ordinato sacerdote il 26 giugno 1938 in Algeria, prigioniero di guerra in Germania nel 1940, conobbe nel campo di concentramento di Sagan in Bassa Slesia l’abbè Georges Vinson, allora seminarista. L’abbè Vinson, primo sacerdote ordinato nella congregazione dei Cooperatori Parrocchiali di Cristo Re (CPCR) di padre Francisco de Paula Vallet a Chabeuil, fu una figura capitale nell’esistenza di padre Barbara, avvicinandolo alla forte spiritualità ignaziana della lotta tra i Due Stendardi e alla necessità di una predicazione continua ed incessante degli Esercizi di Sant’Ignazio come una sicura via per la restaurazione della Regalità sociale di Cristo nella società. Padre Barbara entrava nei CPCR nel 1955 ma intanto il vento gelido della rivoluzione, prima roncalliana e poi conciliare, iniziava a soffiare vigorosamente prima nella chiesa francese e poi nella Chiesa tutta. Padre Barbara, lasciando la congregazione dei Cooperatori parrocchiali di Cristo Re, iniziava una battaglia a tutto campo contro i nuovi catechismi e l’aggiornamento conciliare. Le interazioni con altri refrattari come l’abbè De Nantes, l’abbè Coache e monsignor Lefebvre aumentarono. E’ di quegli anni (per l’esattezza del 1967) la visita di Monsignor Lefebvre a Padre Pio, tra gli accompagnatori non mancava Padre Barbara, e l’inizio della pubblicazione della sua nota rivista “Forts dans la foi”. Con la promulgazione del Novus Ordo Missae da parte di Paolo VI, Padre Barbara, associandosi all’abbè Coache e ai domenicani padri Guerard Des Lauriers e Calmel, ne dichiarava pubblicamente la non cattolicità e quindi ne propagandava il rifiuto. In quegli anni prese parte ai “pellegrinaggi romani” del 1970, 1971 e 1973 dell’abbè Coache contro l’infestazione modernistica del Vaticano. Negli anni successivi, dopo la Messa di Lille, si consumava progressivamente la frattura, insanabile ed irreversibile, con Monsignor Lefebvre, già con la sua adesione alla tesi della Sede Vacante di padre Saenz y Arriaga, resa nota nei numeri 45-48 di “Forts dans la foi”. Il 19 novembre 1976 padre Barbara in un’affollata conferenza stampa in Roma accusava Montini di eresia e scisma. Nella mente di padre Barbara si configurava la necessità di un processo canonico che incriminasse e deponesse Paolo VI. Negli anni successivi, passò poi da un’iniziale rifiuto delle consacrazioni Thuc ad una loro progressiva accettazione e concomitantemente la sua produzione articolistica si avvicinò sempre di più ai principi fondamentali della tesi di Cassiciacum di monsignor Des Lauriers: per questo negli ultimi anni della sua vita il suo apostolato si legò molto fortemente ai sacerdoti dell’Istituto “Mater Boni Consili” che lo sostituirono negli anni della sua estrema vecchiezza. Battagliero, forte, appassionato, prete di penna e di spada, fu apologeta, divulgatore, predicatore e confessore instancabile e forse in tempi meno iniqui avrebbe meritato la pienezza del sacerdozio cattolico ovvero l’episcopato. Tra i suoi libri migliori si ricorda “Le loup dans la bergerie” (“Il lupo nell’Ovile”, reperibile qui), in cui ripeteva il suo non possumus a Giovanni Paolo II. La sua figura e la sua opera richiederebbero certamente un’attenzione maggiore da parte del mondo editoriale cattolico integrale di lingua italiana: che questa mia prima nota possa incoraggiare altri studiosi ad occuparsi di questa figura di pastore intrepido.
interessantissimo. Grazie
Viva la Santa Fede !!