Un’illuminante meditazione trovata in rete, che volentieri offriamo ai nostri lettori (Fonte: Corsiadeiservi.it). [RS]
di don Mauro Tranquillo
Quando si parla della fede si tende oggi a pensare a una sorta di sentimento religioso, che ci fa star meglio, che ci permette di guardare al di là dei nostri orizzonti umani, ma tuttavia sempre in una prospettiva intimistica, come una fiducia in un Altro che ci fa sentir bene.
Da un punto di vista cattolico, niente è più lontano dalla Fede di una tale definizione.
Seppure la Fede del cattolico può avere come conseguenza un sentimento positivo, non si identifica in nulla con esso. La Fede del cattolico è anzitutto un dono di Dio che opera sulla nostra intelligenza, non sui sentimenti. Sì, proprio su quella facoltà così fredda e impopolare: la Fede illumina l’intelletto dell’uomo, e gli permette di conoscere e di accettare come reali degli oggetti esterni che altrimenti gli resterebbero ignoti.
Si dice che la Fede è una virtù teologale: ciò significa semplicemente che quest’oggetto esterno che ci viene presentato all’intelligenza è in realtà Uno solo, cioè Dio che si rivela. Se è pur vero che questa Rivelazione di Dio si presenta a noi in tanti concetti, espressi in molteplici proposizioni (Dio parla a noi in maniera proporzionata alla nostra intelligenza umana), resta il fatto che non crediamo semplicemente una serie di oggetti, ma Dio stesso che parla. Per questo non possiamo scegliere a quali proposizioni della fede aderire e a quali no: perché negarne una sarebbe negare la veridicità di Dio, e quindi negare l’oggetto stesso della Fede. Se una persona mi racconta dieci fatti, e io ne credo nove, non potrò dire di credere a quella persona, ma ad alcune delle cose che materialmente dice. Così per Dio: negare una sola delle verità che rivela è non credere a Lui, e quindi non avere la Fede. L’eretico, cioè colui che sceglie, potrà negare anche una sola delle verità rivelate da Dio: ebbene anche in questo caso sarebbe un uomo senza Fede, nel vero senso del termine.
Illuminata dalla Fede la nostra intelligenza accetta dunque che quanto dice Dio è vero. Ma come sapere che Dio parla? Alla base della Fede ci deve essere un giudizio di credibilità, cioè la nostra ragione deve dirci che in una determinata circostanza è plausibile credere che Dio si è rivelato (in ragione dei miracoli concomitanti, della coerenza della dottrina, e di tanti elementi che costituiscono la materia di una scienza detta apologetica). L’atto di Fede però non verrà come conclusione di un ragionamento, ma sarà al di là dello stesso giudizio di credibilità, frutto di una mozione interiore della grazia, appoggiato sulla sola autorità di Dio stesso.
La Fede una volta ottenuta diventa principio di giustificazione: conosciamo Dio nella Sua vita intima, apprendiamo di Lui cose che la ragione non poteva conoscere; Dio ci fa entrare nella Sua familiarità, ci permette di amarlo in modo soprannaturale, come Lui stesso si ama. Se però noi con il peccato mortale amiamo qualcosa più di Dio, pur non perdendo la Fede (a meno che pecchiamo direttamente contro di essa con l’eresia), non potremo certo salvarci; ma a contrario, se non conosciamo Dio tramite la Fede, non potremo neanche amarlo in modo proporzionato al destino eterno che dobbiamo meritare. Nessuno ama ciò che non conosce, e l’amore è proporzionato al tipo di conoscenza. Perché l’amore di Dio sia soprannaturale, cioè capace di dare la salvezza eterna, anche la conoscenza di Dio deve essere soprannaturale. Buone azioni compiute senza la Fede e senza amore soprannaturale di Dio (la Carità) non dànno la vita eterna. Quindi: non basta la Fede per salvarsi, ma non c’è salvezza senza Fede.
Si vede dunque quanto sia sbagliata l’opinione corrente per cui non è importante cosa si crede ma quello che si fa. La parte più alta dell’uomo è l’intelligenza, e l’oggetto dell’intelligenza è il Vero, non il dubbio. Checché se ne dica, il dubbio nella Fede (ma anche il dubbio intellettuale in generale) non è perfezione dell’intelligenza, né una necessità metodica, né una condizione normale. L’intelligenza umana è fatta per conoscere con certezza, e la Fede è la più alta conoscenza certa, perché dà alla facoltà il suo oggetto più alto, la Verità stessa, come dono di Colui che non si sbaglia. Potremmo noi disprezzare questo dono e pensare che sia indifferente l’accettarlo o il rifiutarlo? Potremmo stimare così poco la nostra intelligenza umana dal pensare che tanto allo fine non sapremo mai nulla di Dio, e che tanto vale contentarsi di vivere bene, indifferenti a qualsiasi proposizione su Dio? Il moderno ecumenismo non è altro che questo: se la fede è pura espressione di un vago sentimento del divino dentro l’uomo (perché da Cartesio in poi sembra che l’uomo conosca solo le sue proprie impressioni, in una specie di autismo malato), poco importa se questa espressione corrisponda a qualcosa di reale fuori di noi. Ecco perché si può pregare e operare anche con chi crede diversamente: tanto nessuno può pretendere di sapere come stanno veramente le cose, o perlomeno ogni sentimento religioso è ugualmente legittimo. Se invece le verità credute corrispondono a qualcosa di reale, allora non sarà più indifferente pregare un Dio che è Trinità o una divinità che nega di essere trina; pregare il Dio Gesù Cristo o una divinità che nega Gesù Cristo.
Occorre nutrire la Fede per avere la Carità, la virtù che ci salva. Nutrirla rendendola profonda, con la preghiera e la meditazione; e rendendola estesa e salda, con lo studio. Specialmente quando le eresie ci circondano, quando si nega la stessa possibilità di accedere a Dio con l’intelligenza, il cristiano ha il dovere di conoscere bene la propria Fede, di difenderla, di non essere facile preda dei sofismi dell’errore. Occorre dunque tenersi fermi a quell’unico veicolo di trasmissione del contenuto della Fede che è l’autorità della Chiesa, nel suo Magistero sempre presente. I dogmi definiti dai secoli altro non sono che l’eco infallibile delle parole del Cristo, Magistero sempre vivente semplicemente perché vicario del Cristo; Magistero sempre legato al passato perché ripetitore di quanto Cristo e gli Apostoli hanno detto duemila anni fa. Magistero che non può né deve contraddirsi, e che deve agire con l’autorità apostolica e non secondo il favore dei mezzi mediatici, o presentarsi come semplice proposta tra le altre alle coscienze.
Dio ci permetta di aderire al Magistero perenne della Chiesa allontanando gli errori antichi e moderni, compresa la caricatura attuale del Magistero stesso. Così manterremo la Fede, che con le opere della Carità ci condurrà, come dice il rituale del battesimo, alla vita eterna.
Ci vuole la fede , poi le opere conseguenti alla fede, e l’adesione all’unica religione rivelata con infallibilità e con infallibilità rimasta inalterata. Domanda? Un cattolico può disubbidire al Papa in base al Magistero bimillenario, non quello deformato modernista?
Amerei mi si spiegasse come può il Magistero ” PERENNE “-che non può né deve contraddirsi- AD UN CERTO PUNTO tradursi nella sua caricatura.
Naturalmente con tutto ciò che ne consegue….
Poi, via ! La caricatura non è di ora….
Ammazza, siete peggio dei vegani. Se non dite che siete sedevacantisti ogni mezz’ora vi sentite male 😀
essere ragionevoli significa essere sedevacantisti?
Lo sta dicendo Lei, sig.Isidoro :GRAZIE!
E, poi, via! Non si scomponga.
ma Isidoro, perché ce l’ha così tanto coi sedevacantisti? Papa non c’è e quindi papa non siede…
Mica ce l’ho con i sedevacantisti, altrimenti non amministrerei questo blog, andrei dai vari cat-cons moderati, ecc.
Non vi sopporto a livello umano, sia perché evidentemente non avete nulla da fare, sia perché il vostro tempo lo impiegate a rompere le scatole al prossimo, tipo i vegani. Tutto qui 😀
grazie, gentile come sempre, lei così pronto, tra tutte le cose che ha da fare, a esprimere la sua umana antipatia per chi non riesce a vedere nell’amico e collega del porcus saxoniae, nemmeno la materia grezza d’ un possibile papa. A ognuno le sue visioni….e pace.
(vede, se lei si conteneva dall’ esprimere la sua insopportazione, io avrei evitato la perdita di questi due minuti…)
E poi soprattutto sia paziente, sopporti anche noi, specie di vegani, al livello che vuole, perchè trasmigrando magari in quei siti come lei dice cat-cons moderati, si metterebbe al servizio di armi spuntate, o di spade smussate… che gusto ne avrebbe???…
per fortuna ci sono io che sopporto e amo tutti.
e se non la smettete metto anche i cuoricini e i glitter e le immagini di cagnolini, gattini e bebè.
Don M. Tranquillo dice:
“Se una persona mi racconta dieci fatti, e io ne credo nove, non potrò dire di credere a quella persona, ma ad alcune delle cose che materialmente dice.”
Mutatis mutandis:
Se un supposto “sedente” mi racconta dieci fatti, e vi riscontro nove eresie, non potrò dire che quello è “papa”, ma che è un tale che dice una sola verità.
Ergo non c’è “papa”.
Poi mi si può appiccicare l’etichetta di “sedevacantista”: mi dicono pure che sono “basso”…beh?
Non vi sopporto a livello umano, ecc. ecc…….
A quale livello un essere umano può esprimere le sue opinioni sull’autorità della chiesa ?
Dopotutto quando questa autorità è una caricatura di se stessa -come dice don Mauro e lei ci propone.
Risponda per favore senza dirci che le girano i cons.
Credo che sia oggettivo il fatto che il concetto di fede vari da persona a persona, cioè dalla propria esperienza di vita.
Premesso questo, parlo (brevemente) della mia personale esperienza, ma, credo, di non essere il solo.
Fino all’età di circa 20 anni (oggi ne ho 24), ero, come è sempre più frequente oggi, non poco scettico circa il cristianesimo. E, mi spiace ammetterlo, gran parte della colpa non posso non attribuirla all’attuale gerarchia ecclesiastica. Poi, decisi di approfondire le ragioni del perché così tante persone credono in Dio. Primo e fondamentale ostacolo fu la cosiddetta teoria dell’evoluzione, ormai spacciata come dogma sia a scuola che fuori.
Dopo aver compreso la più grande bufala di tutti i tempi, decisi di accettare il fatto che nulla si crea dal nulla. Altrimenti, avrei dovuto accettare il fatto di tifare per la squadra opposta, una sorta di religione anch’essa, poiché vie di mezzo non ve ne sono. Quindi, decisi di accettare l’inevitabile conclusione che un Creatore è indispensabile se adesso posso scrivere queste righe.
Tornando al tema dell’articolo, il quale apprezzo molto, vorrei porre l’attenzione su un tema fondamentale per la vita di ogni cristiano: l’amore.
Infatti, nell’articolo è riportato: «se non conosciamo Dio tramite la Fede, non potremo neanche amarlo in modo proporzionato al destino eterno che dobbiamo meritare. Nessuno ama ciò che non conosce, e l’amore è proporzionato al tipo di conoscenza. Perché l’amore di Dio sia soprannaturale, cioè capace di dare la salvezza eterna, anche la conoscenza di Dio deve essere soprannaturale». Riporto questo perché temo di non amare Dio, né, quindi, Gesù.
Temo che ciò sia dovuto proprio al percorso della mia conversione. Al contrario, ho un grandissimo amore per Maria santissima, un amore indescrivibile.
Credo di credere in Dio, ma non credo di amarlo. Forse così si capisce meglio.
Forse la mia è una fede ipocrita, pseudo-cristiana ? Magari condizionata, nel profondo, da una gioventù segnata dalla propaganda laicista ? Oppure il problema sta all’origine, nello scetticismo circa il peccato originale ? Non lo so nemmeno io, ad essere sincero.
E’ come un paradosso che, forse, affligge anche altre persone che hanno avuto un’esperienza simile alla mia e in cui, ovviamente, la non-Chiesa post-conciliare ha avuto un ruolo fondamentale.
Non so come spiegarlo bene, e mi scuso se qualcuno fraintende il senso del mio commento.
Chiedo, quindi, dei suggerimenti da qualcuno più “anziano” (senza offesa) e, quindi, con più esperienza di vita. Meglio ancora se mi segnalaste qualche lettura che tratti il tema specifico dell’amore per Gesù.
Un grazie sincero a chi ha avuto la cortesia di leggere queste righe.
Sei parecchio confuso, lo si evince chiaramente dai ciò che scrivi e da come l’hai esposto. Non ho tanta più “esperienza di vita” rispetto a te(dal momento che di anni ne ho 26) ma penso che questa lettura potrebbe fare al caso tuo: https://www.ibs.it/pratica-di-amar-gesu-cristo-libro-alfonso-maria-de-liguori-sant/e/9788831114295. Qui in versione online(penso integrale):http://www.sanpiodapietrelcina.org/pratica/index.htm
Dedicati pure alla lettura e lascia perdere tutto il resto! Quando dici di amare moltissimo la Madonna e non Gesù, ti stai ingannando per due motivi: innanzitutto perché non è possibile amare qualcuno se non in Dio e a maggior ragione questo vale per la Sua Santissima Madre, in secondo luogo perché, se mai fosse possibile(e non lo è), non penso sia il tuo caso!
Anzitutto la ringrazio per avermi suggerito tale testo. Spero proprio che faccia al caso mio.
Se le sono apparso confuso, forse è perché non ha considerato la premessa che avevo fatto, cioè riguardo a come si giunge alla fede, in quanto il percorso di ognuno di noi è, penso, unico e soggettivo.
Pertanto, non vorrei apparire come uno combattuto tra il credere e il non credere. Infatti, il mio commento era incentrato solo al come giungere ad amare Dio, considerando il percorso della mia adolescenza.
La ringrazio ancora per il consiglio offertomi
Veramente è stata proprio una simile premessa a farti a apparire ai miei occhi confuso, soprattutto emotivamente. Quelle che affermi sono inesattezze: certo il percorso è unico ma assolutamente NON soggettivo. Che sia diventato eccezionalmente accidentato e solitario per vari motivi, questo è un altro discorso. Ordinariamente è la Chiesa Maestra di Fede e dispensatrice dei Santi Sacramenti che si occupa di allattare e guidare i propri figli. I problemi hanno avuto inizio quando di questo indispensabile materno accompagnamento alcuni(individuabili in particolar modo tra esponenti, in buona o cattiva fede non fa differenza, della Chiesa Docens), volendo farne a meno, hanno poi finito col contribuire a privarne tanti altri. E’ nel peccato stesso l’origine di ogni problema e quindi pure di questo. E’ anzitutto la superbia ad aver prima annebbiato e poi pervertito l’intelligenza dell’uomo contemporaneo, rendendogli sempre più difficoltoso l’esercizio ordinato della propria volontà e provocandogli la perdita della Fede! Quella cui ti trovi a far fronte è probabilmente una subdola tentazione diabolica: lascia perdere ogni bega riprendi in mano, di tanto in tanto, il Catechismo, la cui semplice lettura ti darà sempre sicuro sollievo. La Setta, come ti ha spiegato, bbruno, ha subito compreso quanto potesse risultare deleterio attaccare il Dogma del Peccato Originale per minare alla radice la ragionevolezza del Mistero di Incarnazione e Redenzione, quindi, a ben vedere, non vi è proprio da stupirsi dei tanti sforzi operati in tale direzione. Inoltre è facilmente intuibile come Satana stesso sia l’illustre ispiratore di questa, come pure di ogni altra, intemerata contro la Verità. Nell’atto di fede sono infatti coinvolte l’intelligenza e la libera volontà, anestetizzare e pervertire l’una compromette il retto esercizio dell’altra e quindi la possibilità di disporsi adeguatamente ad accogliere la Grazia con cui il nostro umano atto di fede è elevato da Dio a meritoria Virtù soprannaturale ordinata alla Salvezza. Convinciti che la Fede non dipende solo da quanto ti sia o meno chiaro il contenuto di ciò cui se da Dio chiamato ad aderire! Ah, e dammi pure del tu, dal momento che siamo praticamente coetanei, altrimenti fai passare me per un irrispettoso che si è indebitamente preso il diritto di farlo! Un fraterno abbraccio!
Alessandro, ti ringrazio sinceramente.
Un caro saluto.
Un caro saluto anche a te!
caro Salvo,
Parli giustamente dello scetticismo circa la realtà del peccasto originale come causa dei problemi di fede. E altrettanto giustamete colleghi la causa di queso scetticismo alla teoria dell’evoluzione, questa bufala gigantesca che è diventata appannaggio anche delle odierne gerarchie ecclesistiche – vedi tra gli altri Woitila Ratzinger Schonborn…., seppure nelle sue forme apparentemtemente addomesticate – non si deve infatti dare troppo nell’occhio- , per non apparire ‘demodé’, oppure per precisa scelta, in obbedienza ai dettami della famiglia vera di appartenenza di questa gerarchia, che è la Loggia Massonica, la madre di tutte le teorie da loro dette ILLUMINATE… Come potrebbe infatti convivere la fede nel peccato originale con la professione evoluzionistica, e come può convivere questa professione con la dottrina cattolica del peccato originale per responsabiltà del primo Adamo, creatura perfetta uscita dalle mani di Dio, e della Redenzione a opera di Cristo, secondo Adamo?
Credere in Dio non è certo scontato: ogni giorno dobbiamo lottare per respingere gli assalti alla fede, le tentazioni dello scetscismo.. Ma proprio in questii momenti io trovo l’argomento per confermarmi nella fede: nel mio ‘tormento’ di fede trovo la confderma stessa del mio credere in Dio, mio Creatore a sua Immagine e Somiglianza: il mio ‘tormento’ come potrebbe nascere dal NULLA. O EVOLVERE dal NULLA??
Conosci Crombette, “un cattolico francese”, come si firma, e i suoi studi sulla Bibbia e dintorni??? Prova a conoscerli, qui su intenet abbiamo materiale infinito a disposizione, e avrai la gioia di un incontro davvero illuminante…
Grazie, bbruno, per il suo intervento.
Credo proprio che lei abbia centrato il segno. Penso che la ragione dell’assenza di amore verso Dio, nel mio specifico caso, sia connessa al Peccato Originale ed alla sua negazione, o, nel migliore dei casi, ad una sua modellatura con lo scientismo odierno. Ciò dovuto anche da parte di certi pontefici e teologi.
Dando, infatti, un’interpretazione allegorica a quel peccato e mantenendo il concetto di evoluzione, cade il significato dell’azione salvifica di Gesù e, di conseguenza, il suo amore per l’umanità. Non è un caso, infatti, che la stragrande maggioranza degli evoluzionisti cosiddetti scienziati si dice atea o credente in un vago deismo.
Purtroppo, il mio caso si può adattare alla maggior parte dei miei coetanei, e alcuni miei amici ne sono la prova. Si dicono credenti ma rifiutano il concetto della Creazione, Adamo ed Eva in primis.
Ci tengo a sottolineare, comunque, che io credo. Mi resta “solo” da confermarmi nell’amore verso Dio.
E’ come un corto circuito.
La ringrazio per l’autore che mi ha suggerito e che, certamente, approfondirò.