U.S. Democratic presidential nominee Hillary Clinton (R) arrives to greet people at Tacos El Gordo in Las Vegas, Nevada, U.S. October 12, 2016. REUTERS/Lucy Nicholson

U.S. Democratic presidential nominee Hillary Clinton (R) arrives to greet people at Tacos El Gordo in Las Vegas, Nevada, U.S. October 12, 2016. REUTERS/Lucy Nicholson

La notizia in Italia ha ancora avuto un pubblico molto limitato ma negli Stati Uniti ieri è scoppiato il caso. Lo staff della Clinton – rivela Wikileaks – ha dato luogo a comunicazioni chiaramente anticattoliche. Riprendiamo da L’Occidentale [RS]:

Molto prima che Hillary Clinton definisse milioni di americani una ‘manica di miserabili’, i suoi strateghi della campagna elettorale e gli alleati liberal deridevano apertamente i cattolici, gli abitanti del Sud degli Stati Uniti e una miriade di altri gruppi americani, scrive oggi il Washington Times. Lo scopriamo leggendo l’ultima infornata di e-mail diffuse da Wikileaks, che, secondo il quotidiano americano, “offrono un squarcio mozzafiato al vetriolo dentro il mondo clintoniano a meno di un mese dall’Election Day”.

Le e-mail, pubblicate dopo un hackeraggio dell’account privato di posta elettronica del numero uno della campagna elettorale della Clinton, John Podesta, mostrano che “i funzionari di campagna della Clinton e leader del partito democratico usavano toni sprezzanti contro i sostenitori del senatore Bernie Sanders, definendoli degli ‘ipocriti’ piagnoni”. I clintoniani non si facevano mancare nulla, bollando ad esempio leader ispanici del partito come Bill Richardson alla stregua di “latinos bisognosi”.

Il Washington Times sottolinea come i responsabili della campagna della Clinton ma anche del Center for American Progress (il think tank fondato da John Podesta) tutti coinvolti in queste “brutali” forme di mascariamento, si siano dimostrati fino adesso “incapaci” di rispondere alle accuse. Se mai se la sono presa con presunti hacker russi ma si sono “rifiutati di confermare la veridicità delle email, sebbene non ne abbiano smentito la autenticità”.

“L’assalto ai cattolici”, sempre secondo il WT, diventa adesso “il problema più grande per la campagna elettorale della Clinton”. Importanti organizzazioni cattoliche hanno già invitato la portavoce di Hillary – Jennifer Palmieri – a dimettersi. Le email hackerate mostrano come la Palmieri si prendesse gioco della fede degli americani. “La campagna elettorale del candidato repubblicano Trump a questo punto può cogliere l’opportunità di fare appello al voto degli elettori religiosi”, chiosa il Washington Times.

La numero uno della campagna elettorale di Trump è quindi passata all’attacco: “Chiediamo a Hillary Clinton di scusarsi e di licenziare i membri dello staff che si sono distinti in questa spregevole forma di intolleranza anticattolica”, ha detto la Conway, “le e-mail mostrano solo che genere di persone sono queste nel loro intimo”. Rivolgendosi ai giornalisti in conference call, la Conway ha aggiunto che “il popolo americano ha bisogno di conoscere la loro agenda radicale, che si realizzerà attraverso un attacco frontale ai cattolici e a tutte le persone che hanno fede e buona volontà”.

I messaggi in questione fanno parte di uno scambio di email avvenuto nell’aprile del 2011 tra la democratica Palmieri e John Halpin, senior fellow presso il Center for American Progress.