di Gabriele Colosimo
Nell’attuale desolazione, tra seminari vuoti e chiese abbandonate, un giorno vilipese, un giorno distrutte da sedicenti profughi, il vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro, mons. Lino Pizzi, pensa bene di lasciare abbandonata a sé stessa una bella chiesa, eretta per il culto a Dio e non come orpello immobiliare od arredamento urbano, pur di non assegnarla ad un’associazione vicina alla Fraternità San Pio X, che vi avrebbe fatto celebrare la messa di sempre.
Una decisione che oggi più che mai lascia sgomenti, dal momento che si va a pregare coi maomettani, si è sempre alla ricerca delle cosidette periferie esistenziali e poi ci si dimentica delle proprie radici, del rito che ha santificato generazioni, di preghiere consacrate da secoli.
Copio qui di seguito, per chi vorrà leggerla, la querelle tra il rappresentante dell’associazione, Daniele Casi, e il vescovo di Forlì-Bertinoro:
Prima missiva, da parte dell’associazione Amici della Tradizione Cattolica Forlì:
«Lasciateci fare, Santissimo Padre, l’esperienza della Tradizione.
In mezzo a tutte le esperienze che si fanno attualmente, che vi sia almeno l’esperienza di ciò che è stato fatto per venti secoli!» Mons. M. Lefebvre a S.S. Paolo VI
Eccellenza Reverendissima, fra noi non c’è bisogno di presentazioni e passo subito al punto.
Come tanti cattolici di questa porzione di chiesa, anche i soci e gli amici dell’Associazione Culturale che rappresento, hanno appreso, con dolore, della partenza, dalla Diocesi, dei Frati Minori Francescani che lasceranno, purtroppo, il Santuario Antoniano di Montepaolo e la cura della Chiesa di S. Francesco, sita in C.so G. Garibaldi a Forlì.
Lo abbiamo appreso con sofferenza, ma non con rassegnazione, perché sappiamo che il Signore Onnipotente non abbandonerà mai la sua Chiesa, suscitando sempre “soluzioni nuove” ed adatte a cogliere i “segni dei tempi”.
Come Lei saprà, siamo un’associazione di laici cattolici, legalmente costituita e nata all’esclusivo scopo di diffondere e promuovere l’immutabile Dottrina Cattolica, la Liturgia Tradizionale e la cultura, l’arte e l’architettura sacra che, nel corso dei secoli, ne sono state l’espressione.
Siamo laici cattolici che hanno scelto di vivere la loro appartenenza alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana facendo “l’esperienza della Tradizione” e ricorrendo, per questo, alla guida spirituale dei sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Eccellenza, non possono bastare poche righe per descriverle quanto sia stato meraviglioso, per ciascuno di noi, riscoprire in tutta la sua grandezza, attraverso l’esempio, le catechesi, la predicazione, la direzione spirituale e l’ars celebrandi di questi zelanti ministri di Dio, la nostra Santa Religione.
Siamo famiglie e singoli fedeli che hanno trovato, nella Tradizione Cattolica, enormi grazie spirituali ed un’occasione unica di cammino nella Fede.
Il solo fatto che, all’interno di un gruppo non numericamente significativo, sia già sorta una vocazione – per giunta adulta – al sacerdozio, ne rappresenta, crediamo, la conferma più eclatante.
Incoraggiati dalla splendida mobilitazione di migliaia di fedeli che si sono attivati per la salvaguardia del Santuario di Montepaolo, anche noi ci rivolgiamo a Lei, Pastore prudente e saggio di questa porzione di Chiesa, osando proporLe di favorire la destinazione d’uso della Chiesa di S. Francesco alla nostra associazione, così da scongiurare la chiusura anche di questo sacro luogo o, peggio, la sua riduzione ad usi diversi da quello originario.
Assieme ai soci ed agli amici dell’Associazione Culturale Amici della Tradizione Cattolica saremmo in grado di assicurarne la custodia e la manutenzione ordinaria e, quel che più conta, potremmo farvi celebrare, a cadenza regolare, la S. Messa di sempre, recitarvi il S. Rosario, svolgervi l’Adorazione Eucaristica Notturna, stabilirvi un coro polifonico e gregoriano ed organizzarvi eventi di carattere spirituale/culturale, in accordo con la nascente delegazione romagnola della “Milizia dell’Immacolata” fondata da P. Massimiliano Maria Kolbe, martire ad Auschwitz.
Noi sappiamo, Eccellenza, quanto lungimirante sia il Suo sguardo e quanto grande sia l’apertura a tutti i credenti in Cristo; prova ne è la concessione permanente di alcuni luoghi di culto a confessioni religiose che non hanno alcuna comunione col Romano Pontefice.
Noi sappiamo quanto sia larga la disponibilità al dialogo con i più lontani da Cristo e dalla Sua Chiesa che, spesso, sono intervenuti, con la presenza e la parola, nelle nostre chiese, in occasione degli “incontri ecumenici ed interreligiosi”.
Siamo, perciò, fiduciosi che anche a noi, cattolici praticanti, che professiamo la stessa Fede “una cum Papa nostro Francisco”, non sarà preclusa la Sua benevolenza e la disponibilità a valutare serenamente laproposta fattiva che proviene da un esempio di quel laicato in cui tante aspettative si ripongono e si dichiarano.
Siamo certi che, in accordo allo spirito dell’attuale pontificato, anche Lei vorrà “uscire dalle secche” e dalle “sicurezze” per percorrere “strade nuove” dirigendosi verso di noi che siamo, a detta di qualcuno, la “periferia esistenziale della Chiesa”.
Siamo certi che vorrà farlo specialmente in quest’Anno della Misericordia in cui migliaia di porte sono state aperte, concretamente e simbolicamente, verso tutti.
Daniele Casi
Ulteriore replica dell’associazione:
Eccellenza Reverendissima,
abbiamo atteso qualche giorno per riscontrare la Sua immediata risposta[1] via e-mail (…forse troppo immediata?) alla nostra lettera aperta. Abbiamo atteso sperando di vedere, comunque, qualche passo di mediazione e una disponibilità al dialogo che dimostrasse – almeno – la volontà di comprendere, con la carità propria dei Pastori d’anime, il nostro vivo desiderio di far crescere “l’esperienza della Tradizione” anche a Forlì.
Poiché ciò non è avvenuto, non ci sembra di poter mancare d’importunarLa ancora con alcune considerazioni ed opportune puntualizzazioni a quanto Lei, in modo tanto cursoreo, ci ha scritto.
Innanzitutto ci preme chiarire che conosciamo bene la situazione di S. Francesco. Siamo, infatti, ben consapevoli che essa sia di proprietà dell’Ordine dei Frati Minori, tant’è vero che le abbiamo chiesto di “favorire la destinazione d’uso”, ossia d’intercedere presso l’Ordine a nostro favore. Ci ha positivamente sorpreso, invece, apprendere da Lei dell’arrivo di un (!) frate per “abitare” la Chiesa di C. so Garibaldi. Sono state raccolte quasi 9000 firme per impedire la partenza dei frati ma era stato ribadito, ancora nella S. Messa di saluto a Montepaolo del 25/9 u.s., che la decisione dell’addio era “irrevocabile” (anche il sito internet diocesano, tuttora, riporta questo) e che solo dei laici avrebbero avuto la custodia dei luoghi. Ad ogni buon conto, la nostra richiesta, come alla fine della lettera aperta ben Le avevamo esplicitato, non era legata ad un luogo, ma ad un fine: “rendere possibile anche a Forlì, l’esperienza della Tradizione”. Un fine che resta, pertanto, totalmente valido.
Venendo al cuore della Sua risposta, che è quello che più importa:
- – non è nostro compito – né ci è delegato – di spendere parole circa la posizione della FSSPX. Sarebbe, però, nostra curiosità sapere com’è stata “chiarita e risolta pienamente con il Papa e la Santa Sede” la posizione della Chiesa Ortodossa Rumena, alla cui Diocesi Italiana Lei ha concesso, molti anni fa, l’uso perpetuo (?) dell’Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami, per istituirvi una “parrocchia”;
- – quanto poi al rifiuto di “concedere …. il Rito di San Pio V”, la sua profonda formazione liturgica non ignora certamente che Papa Benedetto XVI ha liberalizzato quel ‘mai abrogato’ rito (col Motu Proprio Summorum Pontificum del 7/7/2007) e che pertanto ogni sacerdote può celebrarlo (indipendentemente dalla posizione canonica della FSSPX) senza dover chiedere ed ottenere, da Lei o da altri, alcun permesso;
- – sapevamo che Lei aveva “ingiunto” al Cappellano dell’Ospedale di non permettere a noi cristiani delle “novelle catacombe” di utilizzare quel sacro luogo (l’ampiamente inutilizzata Cappella del Padiglione ‘Allende’) per le nostre Messe “clandestine”, ma non abbiamo mai smesso di sperare in un suo atto di carità, anzi, com’è ora di moda, di “misericordia”.
Una misericordia che, sorprendentemente, abbiamo trovato solennemente dichiarata (sulla carta) nelle Linee Pastorali per il Biennio 2016/2018, da Lei presentate ufficialmente e con grande risalto anche mediatico, lo scorso 30/9 in Cattedrale.
L’abbiamo ritrovata là dove si dichiara che la scelta del ‘metodo sinodale’ col quale intendete lavorare (p. 14, n°1) comporta di: “accogliere tutte le posizioni nella vita ordinaria delle nostre comunità, delle nostre parrocchie. Non è lontana la stagione nella quale, nelle nostre comunità, alcuni si sentivano di dichiarare altri meno cattolici. Una forma di delegittimazione che divideva profondamente. Ora puntiamo alla comunione nella molteplicità dei doni senza prevenzioni“.
Dobbiamo, così, dedurre – ci permetta la celia – che nella correzione delle bozze sia saltata una riga dopo la parola “prevenzioni” a seguito della quale si sarebbe dovuto leggere ancora: “eccetto che verso i ‘non allineati’ tradizionalisti che fanno richieste non necessarie e nemmeno opportune”…
A noi sembra chiaro, Eccellenza Reverendissima, che solo una visione prettamente ideologica impedisce, ad una ben definita generazione ecclesiale, di prendere atto che il cambiamento di liturgia, consequenziale al cambiamento di fede operato dal Concilio Vaticano II, ha svuotato le chiese e distrutto le vocazioni…..
E’ accaduto, però, un fatto: in questi pochi giorni, spesso in modo discreto e riservato, ci sono giunti tanti messaggi di apprezzamento e di condivisione da laici e consacrati. In particolare, alcuni di questi ultimi, si sono spinti a dire che loro non capiscono il senso di certi arroccamenti e che personalmente non hanno nessun problema, né col Rito Tridentino, né con la sua celebrazione da parte dei sacerdoti cattolici della FSSPX.
Questo ci ha enormemente consolato e ci ha confermato ancor di più nella buona battaglia la cui prosecuzione affidiamo all’intercessione della Beata Vergine del Fuoco.
Siamo sicuri che, al pari della sua immagine cantata nell’inno, anche la Santa Tradizione risorgerà molto presto nella nostra città.
In Xto Rege
Daniele Casi
Forlì, 3 ottobre 2016
bellissima citazione, Albino, di Sant’Agostino. Perfetta per tutti gli adepti di questa nuova chiesa, che infatti ripongono la loro sicurezza nella loro e altrui “buona coscienza”, cioè’ in noi stessi! In ciò, come ho detto più sopra, dimostrandosi nemmeno cristiani, perché “non credono al Vangelo”!
Albino
ho compreso! Non so se a lei,ma a me sinceramente mi ci sono trovata cristiana,se non altro perché battezzata.Preso insegnamenti dalla mia famiglia prima da piccolina poi, dalla mia comunità unitamente a una ricerca personale per un sempre più approfondimento della Parola.
Signor Albino mi verrebbe da dedurre che io o lei o altri come noi siano stati maggiormente “graziati “, per lo meno nella prima fase iniziale.Nulla ci viene a dire se la Grazia Santificante non abbia lavorato,se così si può dire,in ogni creatura.Indubbiamente si! La nostra conversione personale viene ad incominciare in questo preciso momento su nostre basi di fede e conoscenza. Quindi, magari, non piu’ un minuto dopo.
Si fa molto presto a perderla senza neppure accorgersene.
Se altri ne sono venuti a conoscenza oppure no,che ne sappiamo dei loro talenti se moltiplicati o meno.Il paragone con noi non s’ha da fare per niente.
Per questo ribadisco nel dire che la Grazia di Dio e’ traversale a ogni vissuto umano. La creatura e’ Sua proprietà fintantoché vive in questa realtà. Poi in ultimissima analisi sarà difinitivamente libero per una sua ultima decisione….. ma noi non lo sapremo mai.
La frase di Sant’Agostino calza a pennello se ci sappiamo dire se effettivamente, si ha certezza che quello che faciamo in ogni caso e’ volontà del Padre.
Credo non si scontato.
Signor Albino sono convinta che si avessimo possibilità di parlarci direttamente verremo a comprenderci meglio.
Signora Maria,
cerco di rispondere ai suoi interrogativi con qualche esempio pratico. Il fatto di essersi “trovata cristiana” perchè è nata in un luogo dove il cristianesimo era la religione più seguita, non significa necessariamente essere cristiani sul serio. Quando ero ragazzo e andavo a catechismo, nella mia aula eravamo una ventina di giovani che seguivano quegli incontri, e tutti eravamo battezzati con la prima Comunione. Abbiamo tutti ricevuto la Cresima lo stesso giorno. Sa quanti sono rimasti cattolici di essi? Pochissimi, forse io solo (più qualche altro di qualche altra classe – in un centinaio che eravamo a fare la Cresima quel giorno).
Essere nati in un ambiente cristiano non è sufficiente. Occorre dire dei SI’ a Dio nel nostro cuore e nell’arco della nostra vita. La maggior parte dei miei compagni di catechismo questi SI’ non li hanno detti.Molti di loro erano lì solo per soddisfare una tradizione perchè obbligati dai genitori. Non credevano in Dio prima, né ci hanno creduto dopo. Altri forse credevano, ma le vicende della loro vita li hanno spinti lontano dalla Fede (ricorda il seme gettato tra le spine?).
Voglio credere che lei, signora Maria, qualche sì a Dio dentro il suo cuore l’abbia detto nel corso della sua vita, e che la sua fede non sia solo il risultato di un contenitore, prima vuoto, che è stato riempito da altri per lei.
Quando è cominciato il mio processo di conversione (circa dieci anni fa), perchè pur andando a messa tutte le domeniche non ero per nulla cristiano (ora lo so), io sono partito da una situazione del genere:
-Credevo nell’ esistenza di Dio, ma lo ritenevo un qualcosa di irraggiungibile, troppo lontano da me e dai miei problemi;
– Ero giunto, per via di ciò che avevo letto e che mi avevano inculcato, a ritenere che Dio e l’universo fossero la stessa cosa (un concetto molto massonico e satanico);
-Credevo nella teoria di Darwin e nel “Principio Antropico”;
-Non credevo assolutamente nell’ esistenza del Purgatorio (molto protestante, non trova?);
-Di conseguenza non pregavo mai per i defunti (anzi, non pregavo in senso assoluto all’ infuori della messa domenicale e dei ritrovi del mio gruppo giovanile oratoriale);
-rispettavo la mia ormai defunta madre perchè recitava il Rosario tutte le sere, ma tutto sommato sorridevo dentro me stesso, considerando la cosa come roba del passato, buona al più per i vecchi nostalgici;
-non mi confessavo e non mi comunicavo mai.
Quando è iniziato il mio processo di conversione, ho dovuto rigettare tutte queste cose. Ed è stato un lavoro tutt’altro che facile (ancora incompleto tutt’oggi). La più difficile da digerire è stato dover ammettere l’esistenza del Purgatorio, perchè mi sembrava incredibile pensare che il Dio “così buono” come mi era stato inculcato, potesse condannarci ad ulteriori supplizi nell’altra vita prima di poterlo abbracciare, dopo tutte le sofferenze che avevamo patito in questa. Adesso so che quelle sofferenze sono la necessaria riparazione per i nostri peccati mortali perdonati.
Ho dovuto dire dei Sì che mi sono costati carissimi.
Tutta questa “lenzuolata” per chiarire cosa?
Che di fronte alla chiamata di Dio alla conversione, tutti siamo chiamati a rispondere con un sì o con un no. Se lei mi viene a dire (come mi è parso di capire) che una testimone di geova, per il solo fatto che aiuta una sua amica in difficoltà (anche i pagani si salutano e si aiutano tra amici- l’ ha detto Gesù nel discorso della Montagna), possiede in qualche modo la Grazia di Dio che la porta alla salvezza, allora significa che io in questi dieci anni ho fatto un percorso di conversione e di rinnegamento di mé stesso assolutamente inutile, e posso tornare ad essere quello che ero un tempo. Io, di fatto, non ero più cristiano di un testimone di geova. Se loro si salvano perchè “si comportano bene” nella loro vita, la stessa cosa, in linea di principio, dovrebbe valere anche per me.
Io non so se mi salverò. So però che, al contrario di un testimone di geova, al momento in cui Dio mi ha chiamato alla conversione, al contrario di loro ho detto SI’.
E questi SI’ hanno un peso notevole davanti a Dio. Può esserne certa.
Cordialmente,
Albino
Niente!
Non la bannano questa/o…
Seguaci di Von Masoch o di De Sade?
…
caro lister, purtroppo siamo pochi e abbiamo molte attività 🙁
Lister
accidenti: incomincia proprio a farmi arrabbiare.Ma che dico di eretico o scandaloso? Io non voglio, e non potrei minimamente a venirla influenzare su ciò che crede; anche perché, usando in maniera impropria il termine ” tradizionalmoderna “, vengo a dire che su molte cose sono d’accordo con voi.Ma mi permetta,io sono di larghe vedute,rispetto a lei: giusto o sbagliato che sia, non lo so,e non mi pongo problemi.
Perché dovrei omologarmi a lei specialmente, con linguaggio confusionario, non tanto nell’esporre ciò che vuole dire,ma in uno scontro poi, per una sua accentuata durezza di cuore,che non è per niente tipica di un cattolico.
Suvvia non siamo come i bambini che quando vogliono qualcosa battono i piedini a terra.
Volevo sapere di Alessio che da tempo non si sente e di Ale.
Fatevi vivi!
“accidenti: incomincia proprio a farmi arrabbiare.”
🙂 Sto tremando dalla paura…
“Ma che dico di eretico o scandaloso?”
😮 Se non l’ha capito fino ad ora, non è colpa mia né degli altri amici qui che hanno provato a spiegarglielo.
“io sono di larghe vedute”
😀 Ecco, si tenga le sue “larghe vedute” e si tolga di mezzo.
“Perché dovrei omologarmi a lei specialmente, con linguaggio confusionario…”
😀 😀 😀 Il bue dice “cornuto” all’asino…
Albino
Ho detto chiaramente ” di essere graziata per essere stata battezzata cristiana,perlomeno nella prima fase della mia vita”.
Quello che è stato poi il mio percorso di credente fino ad oggi, non avrebbe senso che glielo spiegassi.Potrei raccontare cose non vere, o insufficienti, per rendere l’idea di cosa rappresenta per me, il fatto di sapere che sono stata da sempre amata…….
Se anche volessi mettere a nudo la mia anima non renderei l’idea del mio rapporto con il Creatore.I santi forse si, visto che, poi vengono venerati, ma io Signor Albino sono una persona con i miei limiti,come penso li abbia lei,o altri.
Quindi se i talenti sono molti o pochi, non conta; il mondo di solito e’ portato a vedere chi ne è ricco, per il semplice fatto che si va ad interpellare quello che sono i sensi umani per averne conferma .Ma come lei sa, il Signore vive nel nostro cuore dove solo Lui può conoscere. Pertanto, io la lascio con un punto interrogativo nei miei confronti, come lei può lasciarlo a me;mi è stato pero’reso chiaro, e questo lo dico con sicurezza, che non posso dare giudizio su nessuno, neppure su me stessa. Lascio la porta aperta ad ogni confronto: non da sola,ovviamente,assieme al mio Gesù che tanto mi ha coinvolta.
Signora Maria,
se avesse letto con più attenzione i miei commenti sull’ altro post le scorse settimane, si accorgerebbe che giudizi sulle singole persone non li ho espressi nemmeno io.
Ma da qui ad affermare, come lei ha dato ad intendere in passato, che la Grazia è presente in qualche modo in TUTTI gli uomini (anche in chi volutamente non si è convertito e, probabilmente, mai si convertirà- tipo i testimoni di geova), ne corre un mare. Questo, mi spiace ripeterglielo, non è cattolico. I cattolici, in particolare i ministri di Dio, non sono chiamati a confrontarsi e a dialogare con le religioni pagane per cercare insieme una sorta di “verità” comune (il famoso cercare “ciò che ci unisce” come diceva Roncalli). I cattolici hanno la responsabilità enorme di INSEGNARE agli altri popoli che esiste UNA SOLA “Verità”, e questa è Cristo.
Mi spiace dirglielo, ma lei non ha colto assolutamente il senso di quello che le ho scritto poc’anzi sulla mia esperienza personale di conversione. E glielo dico con grande dolore, perchè ci ho messo il mio cuore a scriverlo.
Se lei si è “trovata” cristiana è solo perchè duemila anni fa undici uomini e una donna sono usciti da un certo Cenacolo e hanno cominciato ad essere testimoni di Cristo a Gerusalemme, in tutta la Giudea, la Samaria e fino agli estremi confini della terra. Allora l’ Italia era completamente pagana come lo era l’intero pianeta, e come lo è ancora oggi gran parte dell’Asia (che non si è mai voluta convertire).
E quegli uomini non sono venuti qui dicendo di voler “dialogare” con i nostri antenati e cercare”ciò che li univa” alle religioni pagane dell’ Impero Romano, ma hanno testimoniato chiaramente (pagandolo spesso con la vita) che NON ESISTEVA ALTRA SALVEZZA che in Cristo.
Se lei è nata in un ambiente cristiano è perchè qualcun’ altro, prima di lei, ha detto SI’ a Cristo. Se non fosse accaduto, oggi saremmo come l’Asia, che è rimasta induista, buddista, confuciana, shintoista ecc. (guarda un po’, pero’, a Maometto molti di loro hanno creduto, così come, in tempi più recenti, hanno creduto a Marx, Mao Tze Tung e Ho Chi Minh).
Prendo atto però che avrei fatto meglio a restare quello di prima. Mi sarei risparmiato un sacco di seccature e avrei comunque avuto accesso alla Grazia di Dio, purchè mi fossi “comportato bene” nella mia vita. Dopotutto non era così necessario che mi convertissi a Cristo. Potevo, stando a quello che lei mi testimonia, fare tranquillamente a meno di lui.
Albino
Albino
la ringrazio molto per la sua sensibilità; che di norma non si trova spesso fra le persone di questo blog.
La Grazia signor Albino e’ ” trasversale ad ogni vissuto umano ” non specificatamente in ogni uomo e in ogni momento; ma Vive ,pienamente in ogni caso, a protezione della creatura che non sarà mai abbandonata.
ITdiG, li conosco da quarant’anni so dei loro errori, ma hanno fede in quello che credono,e lei non può immaginare il cambiamento che si sono imposti per esserne coerenti .Io non ho mai più di tanto cercato di convincerli, non avrei ricevuto nessun risultato.Sono persone generalmente oneste e buone, vuoi vedere che il Signore non ne terrà presente…….
Ognuno crede di essere nel giusto delle cose.Non ci è dato di avere sempre la giusta percezione per come la Grazia lavora nella vita di ognuno. Non la si ottiene perché ci si è comportati bene.E’ tutto l’opposto! Come fa una persona redimersi in assenza della Grazia Santificante?
Grazie!
“Io non ho mai più di tanto cercato di convincerli, non avrei ricevuto nessun risultato.”
Signora Maria (mi perdoni se uso il termine “signora”, ma sono abituato così con chi non conosco). Qui sta la differenza tra chi crede e chi non crede. Se uno ha già deciso di non credere, anche provandoci in tutti i modi a convertirlo, “non si riceve alcun risultato”. Noi uomini, signora, non siamo dei “contenitori vuoti” dal punto di vista spirituale, che vengono riempiti dal primo che passa (noi dal crisitanesimo, gli arabi dall’ islam, gli indù dall’ induismo). Abbiamo il dono e la capacità di poter “discernere”. Rifacendoci all’esempio dell’ Asia, su cui ho riflettuto in queste ultime ore, è lecito domandarsi perchè molti asiatici hanno creduto a Maometto e a Marx piuttosto che a Cristo.
Forse perchè le loro “religioni” sono più sincere? No, le dico. Ci hanno creduto perchè nella loro teologia e ideologia contengono una legittimazione all’ odio contro il nostro prossimo che ci portiamo dentro fin dal peccato originale; fin dal giorno in cui Caino disse ad Abele “andiamo nei campi”, per poi ucciderlo con una roccia (colpendolo ovviamente alle spalle, da quel vile che era).
E’ in quest’ opera di “discernimento” che noi possiamo cogliere cosa veramente è volontà di Dio, da cosa non lo è. E la volontà di Dio è che tutti gli uomini credano in Lui e in Colui che Lui ha mandato (cioè Cristo), perchè tutti si salvino per mezzo di lui.
Se gli uomini non credono (tranne il caso di ignoranza invincibile) non è perchè vivono in contesti sociali e culturali e religiosi che glielo impediscono, ma perchè nel loro “discernimento” hanno DECISO di NON CREDERE.
Diversamente, oggi in Europa, saremmo ancora a fare sacrifici a Giove, Nettuno, Giunone, quando non riti celtici (come purtroppo stanno tornando in auge là dove il cristianesimo scompare – in Francia e in Gran Bretagna).
Albino
Trovo arrogante, oltre che inopportuna la risposta ed il congiunto diniego del Vescovo di Forlì, alla richiesta più che ossequiosa,della Comunità che intende praticare i riti della Tradizione Tridentina formalizzata da Papa Pio V (che certamente non era…di manica larga). Mi pare che S.S. Benedetto XVI (anche a fine di non acuire i motivi di contrasti insorti per altre motivazioni –il sionismo l’omologazione delle varie religioni aperta con il Concilio Vaticano II, la frammentazione del Primato Petrino…-) aveva concesso la possibilità, (addirittura doverosa ove 30 fedeli lo avessero richiesto, di celebrare La Santa Messe la relativa liturgia e l’epiclesi Eucaristica secondo il rito tradizionale del Messale Romano. Mi è sembrata più condivisibile non per la presunta polemica, ma per le opportune precisazioni la lettera di riscontro indirizzata al prefato Vescovo… alla quale manca solo un invito e lo faccio io: riprenda gli studi questo Ministro che pensa di conseguire autorevolezza dalla sua autorità più che una più adeguata conoscenza della Storia della Chiesa. Questo Reverendissimo ed Eccellete Pastore di Santa Romana Chiesa non è assolutamente estraneo dalla metodologia posta in essere da Papa Pio V del quale ha raccolto solo gli insegnamenti apodittici peggiori. E mi fermo qui. Mi piacerebbe (per pura curiosità) quale atteggiamento assume nei confronti della sètta nota come il “Cammino Neocatecumenale), per poter completare il mio pensiero. Suggerisco di rivolgersi direttamente alla Congregazione dei Riti.A tutti suggerisca un sacro e reciproco rispetto, secondo il suggerimento del Santo Papa Giovanni XIII non ponendo in discussione le cose certe,lasciando libertà (di coscienza, proprio quella emersa dal Vaticano II) ma usando sempre e comunque la carità, quella della quale il vostro Monsignore non ha dato un significativo esempio. Cordiali Saluti.divigeremia@gmail.com
cosa significa “”in attesa di moderazione? Vi è qualche cosa di poco corretto?
tutti i commenti sono moderati dalla redazione, quindi debbono essere da noi approvati caso per caso. 🙂