fedeli

 

di Gabriele Colosimo

Valeria Fedeli, sindacalista italiana, ex vicepresidente del Senato, NON PUO’ essere a capo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, per tre ordini di motivi:

  • E’ inadeguata a ricoprire la carica
  • E’ necessario rimettere a posto l’istruzione italiana
  • Intende utilizzare la sua carica contro l’ordine naturale stabilito da Dio, messa per ultima qui, ma la più importante delle tre

 

 

Perché è inadeguata

 

La ministra, come probabilmente pretenderà di farsi chiamare la Fedeli nello sciagurato caso in cui riesca a mantenere la poltrona (che aveva affermato in diretta tv di non volere, nel caso avesse vinto il NO al referendum) non ha semplicemente i titoli.

Nello Stato, così come in ogni altra organizzazione strutturata, c’è una gerarchia, che va rispettata e che risponde a requisiti ben precisi. Se nei concorsi pubblici per fare l’infermiere, per fare il tecnico part-time all’università o per svolgere professioni paramediche è necessario un titolo che attesti la preparazione del candidato, è inspiegabile come possa essere tollerato un ministro senza laurea per di più dell’Istruzione.

E’ vero, abbiamo il precedente della Lorenzin alla Sanità, ma Berlusconi ci fece capire che dietro alla nomina c’è il mestiere più antico del mondo e permettetemi di non spiegarvi perché con la Fedeli la cosa non può essere andata così.

La cosa particolarmente assurda è che non solo il neo-ministro non ha il diploma di laurea, al contrario di quanto falsamente riportato sul suo sito in un primo tempo, ma non ha neanche il diploma di maturità! In effetti, con rispetto parlando per i commercianti, sentendola parlare nel video sopra, sembra una che vende il formaggio al Trullo (quartiere popolare romano, ndr). Come presenterà le novità sui programmi scolastici?

Non sono fra quelli che ritengono i titoli scolastici sinonimo di qualifica, soprattutto oggi, ma questa signora appare una persona particolarmente grezza per trovarsi a capo di un dicastero così importante. La sua carriera è praticamente niente. Cosa ha mai fatto? Sarebbe la legittimazione di quel sindacalismo che ha fattivamente distrutto il mercato del lavoro in Italia, di quel sindacalismo per cui ogni raccomandazione, anche la più inadeguata, va bene ovunque. In un qualunque colloquio per dirigere o insegnare in una scuola privata verrebbe mandata a casa dopo le prime quattro parole. Qui la fanno ministro. Misteri all’italiana.

 

Perché è necessario rimettere a posto l’istruzione italiana

 

Col ministro uscente Giannini, quella che “il gender non esiste e vi denuncio se dite il contrario”, abbiamo iniziato a recepire tutta quella serie di direttive europee volte a sovvertire l’insegnamento scolastico e a piegarlo ai diktat delle nuove élite. Come se già non si studiasse da decenni l’evoluzionismo come un dogma di fede. Come se il massone Garibaldi non venisse già osannato come eroe nazionale nei libri di scuola.

Ma per la Giannini, evidentemente, ci vuole più Europa e quindi ha iniziato la legislatura con il gioco del rispetto (chi non dovesse ricordare quest’abominio può leggere qui l’intervista del buon Massimo Micaletti al padre che denunciò la cosa), vengono diffusi libri in cui vengono fatti sembrare normali il mercimonio e la perversione che sono dietro alle pratiche del cosidetto utero in affitto, alle coppie gay e alle “famiglie” con due padri o due madri. Propaganda da far sembrare Goebbels un moderato.

gender

 

A latere, ma comunque importante, c’è anche il fatto che la scuola italiana non qualifica più, vuoi per le continue fallimentari riforme, vuoi per i troppi sessantottini che occupano le cattedre, anche e soprattutto universitarie. Appare chiaro che la Fedeli non possa apportare alcun miglioramento in questo senso, anzi.

 

Perché intende utilizzare la sua carica contro l’ordine naturale e contro Dio

 

Valeria Fedeli, da senatrice nel governo uscente, ha proposto un Disegno di Legge sull’educazione di genere dichiarando che “integrare l’offerta formativa dei curricoli scolastici, di ogni ordine e grado, con l’insegnamento a carattere interdisciplinare dell’educazione di genere come materia, e agendo anche con l’aggiornamento dei libri di testo e dei materiali didattici, vuol dire intervenire direttamente sulle conoscenze utili e innovative per una moderna e civile crescita educativa, culturale e sentimentale di ragazze e ragazzi, per consentire loro di vivere dei princìpi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà contemporanea”.

Ora, chiunque non viva sulla luna, ha capito perfettamente cosa si cela dietro questo ibis redibis istituzionale.

Secondo lei abbiamo bisogno della materia dell’educazione di genere, perché maschio e femmina è uno schema troppo rigido per questi neogiacobini. Noi sappiamo invece che “maschio e femmina Dio li creò” e non sarà certo un funzionario statale a poter cambiare l’ordine naturale delle cose. Ora, cosa credete che farà nel caso in cui dovesse riuscire a scampare questa bufera mediatica? Se la legislatura dovesse andare avanti fino alla fine, avrà due anni per fare questo e altro e sarà poi difficilmente reversibile, come il Cirinnà.

Anche qui assistiamo alla complicità manifesta della CEI di Galantino (a proposito, dov’è il conservatore Bagnasco? Negri? Bux? non pervenuti…), quindi ovviamente di Avvenire, per non parlare di Bergoglio, troppo impegnato a spendersi per i sedicenti profughi per avere il tempo di occuparsi del futuro dell’istruzione dei figli dell’Italia.

Un plauso questa volta va a Mario Adinolfi, che in quest’occasione sta tenendo banco su quotidiani e radio nazionali, invocando le dimissioni dell’ex sindacalista tessile con grande tenacia.

Non abbiamo forse qualcosa da imparare sul tema anche noi “tradizionalisti”, spesso impegnati in beghe del livello di una riunione condominiale?

 

Due parole sul diritto

 

“Solo la verità ha diritti, l’errore non ha alcun diritto” Pio XII

Sempre più diffusamente oggi si parla di diritti e mai di doveri. E’ sotto gli occhi di tutti. Ci sono i “diritti civili”, ovvero la legalizzazione delle perversioni omosex, c’è il diritto all’abitare, ovvero la tolleranza delle istutizioni verso le occupazioni abusive, e potrei continuare per molto. Ma oggi più che mai è necessario tenere bene a mente che è diritto inalienabile del popolo italiano pretendere (e avere) un Ministro dell’Istruzione degno di tale carica e che non abbia come principale scopo del suo mandato la perversione dei bambini e dei ragazzi. E’ dovere di tutti i cattolici, di tutti gli uomini di buona volontà e di chiunque abbia anche solo un briciolo di morale, combattere contro questa scellerata nomina. E’ necessario che Valeria Fedeli si dimetta da ministro prima che possa fare dei danni.

L’invito che dunque rivolgo a tutti i lettori di Radio Spada è quello di impegnarsi in prima persona, anche sui social network, anche col passaparola, meglio se pubblicamente, con articoli, manifestazioni o altre iniziative, per ottenere quanto prima le dimissioni di Valeria Fedeli.

 

 

“E’ tipico della plebe combattere quando si è certi della vittoria; è prerogativa borghese farlo quando si possono capovolgere le sorti di una battaglia; è solo di un élite aristocratica combattere quando tutto sembra perduto, nella certezza di fare il proprio dovere”

attribuita a Henry de la Rochejaquelein, generale vandeano