Raymond Leo Burke è il cardinale e arcivescovo cattolico statunitense, nominato il 27 giugno 2008, da Ratzinger, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, di cui era già membro, e presidente della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano. Rimosso da Bergoglio, l’8 novembre 2014 viene nominato patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta. Recentemente si è distinto per la dichiarata volontà di ammonire lo stesso Bergoglio in merito ai suoi errori dottrinali.
[Si veda: Cardinal Burke: ‘se il Papa cade in eresia formale, cessa automaticamente di essere Papa’;
Cardinal Burke: se situazione non cambia, a gennaio monizioni canoniche a Bergoglio;
Proponiamo ora un articolo de Il Gazzettino del 22 dicembre, che sintetizza la vicenda relativa alle nuove indagini sul Sovrano Militare Ordine di Malta:
di Franca Giansoldati
Città del Vaticano. L’Ordine di Malta verrà passato a setaccio per verificare cosa si nasconde dietro il rapido siluramento del Gran Cancelliere, Albrecht Freiher von Boeselager, un membro dell’Ordine di una nobilissima famiglia tedesca, messo alla porta in malo modo dal Gran Maestro, fra’ Festing. L’accusa mossa nei suoi confronti avrebbe a che fare con la distribuzione di preservativi contro l’Aids, in alcune zone africane, da parte delle strutture sanitarie dell’Ordine. Naturalmente tutto è da appurare. Quel che è certo è che il Prelato patrono, il cardinale americano, Raymond Burke, il più ultra tradizionalista dei cardinali, rigidissimo difensore della dottrina, potrebbe avere giocato un ruolo rilevante, offrendo una specie di assist al Gran Maestro contro Boeselager, contro il quale Festing ha aperto il procedimento di espulsione definitiva, con il decadimento di tutte le cariche.
Tre giorni fa, dopo che il Messaggero aveva portato alla luce questa brutta storia che, di certo, non fa onore all’Ordine cavalleresco più antico, operante in tante zone del mondo con una incredibile rete di volontari, Papa Bergoglio ha maturato l’idea di intervenire. “Bisogna fare luce. Basta scandali”. Se non altro per riportare la calma all’interno perchè la spaccatura che si è prodotta rischia di essere lacerante. Guelfi e ghibellini. Ieri mattina un comunicato vaticano informava che è stata disposta “la costituzione di un gruppo di cinque autorevoli membri con l’incarico di raccogliere elementi atti ad informare in tempi brevi la Santa Sede in merito alla vicenda che ha recentemente interessato il Gran Cancelliere, Albrecht Freiherr von Boeselager». Per questo delicato compito, Bergoglio ha scelto Silvano Tomasi, un ex nunzio ora in curia, ma per anni nella sede di Ginevra e quindi profondo conoscitore della realtà delle organizzazioni umanitarie; il gesuita Gianfranco Ghirlanda, già rettore della Gregoriana, un canonista che, alcuni anni fa, accompagnò la purificazione dei Legionari di Cristo dopo lo scandalo del suo fondatore, Marcial Maciel Degollado, un prete pedofilo e corruttore, morto nel 2008 negli Stati Uniti per un cancro al pancreas. Completano il gruppo inquirente l’avvocato belga, ex Gran Cancelliere (2001-2004) Jacques de Liedekerke, Marc Odendall, esperto di finanza nominato dalla Santa Sede nel 2014 all’Aif, e Marwan Sehnaoui, banchiere libanese, membro dell’Ordine di Malta.
Al di là dell’affair dei condom, probabilmente un pretesto per decapitare Boeselager, i metodi spicci utilizzati hanno aperto tanti interrogativi. E forse ci sono gli estremi per definirlo un abuso di potere. Il Papa, qualche settimana prima del ribaltone, si era raccomandato con una lettera al cardinale Burke di procedere con attenzione e delicatezza, e di fare dialogare le parti. Il risultato finale non è certo andato nella direzione sperata. La rottura fa soffrire. In attesa che i cinque saggi inizino le indagini per ricostruire il quadro complessivo, si fanno strada tanti interrogativi. Una specie di giallo. C’è chi, per esempio, ricorda la situazione di totale armonia esistente tra il Gran Maestro e il Gran Cancelliere fino a qualche mese fa. Poi qualcosa deve essere andato storto. Sono davvero i condom, e cioè una vicenda risalente a diversi anni addietro quando Boeselager guidava il settore sanitario? Chissà. Infine non manca chi collega la rottura dell’armonia interna con la nomina vaticana del fratello di Boeselager, un rispettato banchiere di Monaco, nel board dello Ior come membro aggiunto. L’incarico del fratello avrebbe accresciuto il peso del Gran Cancelliere Boeselager nell’Ordine?
Un grande organizzatore al quale fanno riferimento le strutture tedesche e, considerando la sua età, persino un potenziale successore dell’attuale Gran Maestro, inglese come il suo predecessore. In una struttura così chiusa che da otto secoli è nelle mani delle famiglie più blasonate d’Europa qualcosa sta cambiando. Forse l’effetto Francesco.
Proprio stamattina, facendo gli auguri alla curia, il Papa ha parlato del processo di riforma che si attende non solo dalle strutture vaticane, ma da tutte. «La riforma non è un lifting per togliere le rughe», perché «non sono le rughe che nella Chiesa si devono temere, ma le macchie!». Poi ha anche parlato di certe «resistenze malevole, che germogliano in menti distorte»: una «resistenza» che «si nasconde dietro le parole giustificatrici, in tanti casi, accusatorie, magari rifugiandosi nelle tradizioni, nelle apparenze, nelle formalità».
Riporto, dal sito http://www.opportuneimportune.blogspot.it di mons. Cesare Baronio, il suo invito rivolto al clero che ancora ama la Santa Tradizione Cattolica e Santa Romana Chiesa :
“Ecco la mia provocazione: che tutti i buon seminaristi, i bravi sacerdoti, i devoti Prelati inizino una volta per tutte a tener in non cale – Bergoglio direbbe: ad infischiarsene – le minacce della setta conciliare, il loro digrignar di denti, il pestare i piedini. Provino finalmente a fare come se non ci fossero, anzi: siano pure un po’ provocatori, vestendosi in talare, salutandoli con quel Sia lodato Gesù Cristo ch’essi aborrono, rifiutandosi di obbedir loro quando ciò che chiedono è contrario ai doveri ecclesiastici. Inizino a dir la Messa cattolica anche nelle parrocchie, o in cattedrale, e cantino i Vespri, espongano il Santissimo, recitino il Rosario in latino, insegnino il Catechismo di San Pio X. Si liberino dei messali riformati, come fecero con quelli di San Pio V i novatori. Smontino gli altari posticci e tornino a celebrare su quelli veri, rivolti al Padrone di casa. Lascino in bella vista il Breviario tridentino sulla scrivania, una foto di Pio XII benedicente al posto di quella di Bergoglio, le opere di San Giovanni Crisostomo o la Summa sullo scaffale d’onore della libreria al posto degl’indigeribili scritti di Ravasi. I Vescovi comincino a pontificare come si deve, ad amministrare i Sacramenti secondo il Rito antico, parlino come ci si aspetta da loro in Cielo, non in Curia. E la smettano di parlare del Conciliabolo di Roma: hanno materia vastissima, per le loro prediche, nell’inesauribile tesoro dei Santi Padri e del Magistero, senza andar col lanternino a cercare una frase accettabile tra gli atti di quell’infausta assise.
Che potranno mai farci, in fin dei conti? Sospenderci a divinis? Trasferirci in partibus infidelium? Privarci della prebenda? Capirai! Robetta, in confronto al carcere ed alle torture che affrontarono i Martiri cattolici.
Se riusciremo – tutti insieme, dico – a trovar un po’ di coraggio e di fierezza per l’Unzione che abbiamo ricevuto, sarà evidente che non siamo proprio una minoranza, o quantomeno che pur non essendo molti abbiamo almeno voglia di combattere per Nostro Signore e per il bene delle anime. Ed i fedeli lo capiranno, i giovani soprattutto, che ne hanno fin sopra i capelli dei piagnistei da eunuchi di questa pseudo-religione senza nerbo.
Se ognuno di noi, con l’aiuto della preghiera e della penitenza, saprà trovar la forza di non lasciarsi piegare da questi chierici indegni, attireremo sulla Chiesa quelle benedizioni che la diplomazia e la prudenza sinora usata hanno ritardato. Ricordiamocelo bene: il Signore non sa che farsene dei pavidi e degli imbelli. Egli ci chiede coerenza, eroismo, fedeltà, fierezza e consapevolezza di esser stati scelti per esser strumenti della Sua gloria, non per vivacchiare pigramente, tacere dinanzi all’oltracotanza degli empi, piegare il capo con rassegnazione davanti alla tirannide di una casta di corrotti in nome di una fraintesa obbedienza”
http://opportuneimportune.blogspot.com/2016/12/considerazioni-sulla-tirannide-della.html
Ho letto tutto e la ringrazio per la segnalazione del blog. Mi interesserebbe avere più notizie sul mons. Baronio, non certo per riferire al “papa”, solo per una mia conoscenza personale. E’, forse, della fraternità San Pio X?
La ringrazio per un’eventuale risposta e le auguro buon Natale.
Purtroppo non dispongo di ulteriori notizie su questo bravo sacerdote, ho solo letto alcuni suoi articoli e commenti su alcuni blog cattolici (Chiesa e Postconcilio, Agere Contra, Acta Apostaticae sedes), che rimandavano al suo blog OpporuneImportune. Penso anch’io che sia uno dei migliori commentatori ed autori presenti sui siti cattolici tradizionalisti che, tra l’altro, ci mette la faccia dichiarandosi apertamente con nome e cognome. Spero che il suo esempio isa contagioso e venga initato da altri sacerdtori, e magari anche da qualche vescovo. Quanto alla FSSPX, nutro forti perplessità sulla sua fedeltà al Fondatore, Mons. Léfèbvre, dato che sembra che l’attuale SG, Mons. Fellay, stia “dialogando” col Vaticano (motivo per il quale Mons. Williamspn ne è uscito un paio di anni fa). anche qui non posso che sperare che la corrente dei cd “resistenti” (don Pasqualucci, ecc.) abbai la meglio e convinca i vertici della Fraternità a non lasciarsi incantare dalle sirene vaticane, pena la scomparsa di un faro di civiltà cattolica; meglio sarebbe che i 4 cardinali dei “dubia” e coloro che si sono loro associati ultimamente entrassero tutti nella Fraternità mutandone il nome in SCCAR (Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana), l’unica vera Chiesa Cattolica, lasciando andare alla deriva gli eretici del vaticano.
“Poi ha anche parlato di certe «resistenze malevole, che germogliano in menti distorte»: una «resistenza» che «si nasconde dietro le parole giustificatrici, in tanti casi, accusatorie, magari rifugiandosi nelle tradizioni, nelle apparenze, nelle formalità»
Io ci ho capito poco o nulla di tutta questa faccenda, ma una cosa l’ho capita: questo parlare di traverso di questo ‘Moderatore’ ( si fa per dire) mi ricorda tanto quello del ‘Padrino’….Siamo messi proprio bene in Alto Loco…