Riportiamo senza commenti il rivoltante articolo odierno di Avvenire.it. Grassettature nostre [RS]
Contraddizione, confusione, addirittura ignoranza. Sono le tre accuse che il cardinale Caffarra rivolge all’interpretazione prevalente di Amoris laetitia a proposito della riammissione ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia per le persone divorziate in nuova unione. «Quei cardinali sono in quattro, dall’altra parte c’è tutta la Chiesa», ha osservato un altro emerito, il cardinale brasiliano Cláudio Hummes, prefetto emerito della Congregazione per il clero. Risposta icastica che riassume però in modo efficace il lungo cammino sinodale dell’Esortazione postsinodale, frutto di due assemblee mondiali dei vescovi, di due consultazioni del popolo di Dio, di un lungo e articolato dibattito avviato nell’ottobre del 2013 e conclusosi due anni più tardi.
L’esito di Amoris laetitia insomma non è un’invenzione del Papa, ma un atto magisteriale che rappresenta la preziosa e logica conclusione di un percorso che ha visto il coinvolgimento della Chiesa intera. Se mai ci fossero state ancora delle incertezze, a chiarire la situazione, è arrivato nel settembre scorso – come abbiamo più volte ricordato – il documento dei vescovi di Buenos Aires, pubblicamente approvato da papa Francesco, «Criteri fondamentali per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris laetitia». Oltre a sintetizzare quanto già scritto nel documento papale a proposito dell’accoglienza, dell’accompagnamento personale, del discernimento con cui ogni situazione va esaminata senza pretendere di omologare tutto e di inventare ricette buone per tutti i casi, i vescovi argentini scrivono: «Questo cammino non termina necessariamente nell’accesso ai sacramenti ma può prevedere altre forme di integrazione». Non si esclude la possibilità di «proporre l’impegno di vivere la continenza sessuale».
Ma, quando questa opzione non è percorribile, si può aprire la strada ugualmente alla Riconciliazione e all’Eucarestia. Il Papa legge il testo e risponde: «Molto buono, spiega completamente il senso del capitolo VIII di Amoris laetitia. Non ci sono altre interpretazioni. Sono sicuro che farà molto bene». Che cos’altro dovrebbe dire Francesco di più esplicito? Le oltre trecento pagine dell’Esortazione postsinodale sono già del resto tutto un invito a cambiare prospettiva, a mettere da parte la supremazia della legge, a non fare della Chiesa una dogana, a ricordarsi del primato della misericordia «pienezza della giustizia e manifestazione più luminosa della verità di Dio» (Al, 311). Proprio in questo modo l’hanno intesa la stragrande maggioranza dei vescovi italiani.
A proposito dell’ormai famosissima nota 351, il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha osservato per esempio nel settembre scorso, proprio al convegno su Amoris laetitia della diocesi di Roma: «Il Papa usa il condizionale, dunque non dice che bisogna ammettere ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune condizioni». E il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, vicepresidente della Cei per il Nord Italia, nel suo Liber pastoralis (Edizioni Queriniana) da pochi giorni in libreria, spiega: «L’accesso ai sacramenti si colloca in un momento del dialogo di discernimento: non è una norma canonica, ma l’eventuale esito di un cammino, frutto del discernimento personale e pastorale». Chissà che cosa servirà ancora per porre fine a un dibattito che a sempre più fedeli appare pretestuoso?
Radio Spada continua a seguire il drammatico braccio di ferro su Amoris Laetitia. Ecco i nostri principali articoli sul tema:
Il futuro della Chiesa: tra la Emmerich, mons. Fellay e i dubia
Ancora card. Burke: Amoris Laetitia non è magistero, senza chiarimenti ci sarà devastazione, non temo perdita cardinalato ma giudizio Dio [altri link all’interno]
a quando le MONIZIONI, allora???
AVVENIRE = CARTA IGIENICA SPORCA!
“Non si esclude la possibilità di «proporre l’impegno di vivere la continenza sessuale»”.
Una vera perla: non si esclude la possibilità di proporre di non peccare!
bontà loro! Comunque per me si drogano prima di elargire perle simili!
Appare pretestuoso a sempre più vescovi carrieristi e porporati massoni (che, fuori da ogni complottismo, sono un dato di fatto); i fedeli sono solo sempre più confusi dalla distruzione che questo papa sta perpetrando in ossequio alle eresie del Vaticano II
Agostino Vallini: “Il Papa usa il condizionale, dunque non dice che bisogna ammettere
………………………ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune
………………………condizioni”……………………………………………………………………………….
Sorprendente, ma che dico?, sbalorditivo è un papa che – semplicione come appare che sia in fatto di Sacramenti – mostra, al contempo, di sapere usare il condizionale a meraviglia! Tale è lo sbalordimento, infatti, che si è fortemente tentati di non più accordargli la semplicioneria mentale e l’insita buona fede, e riconoscergli, invece, una diabolica furbizia con l’annessa malafede.
Ma lasciamo il papa a Dio che sa leggere nei cuori, e veniamo, invece, al cardinale Vallini a cui non dovrebbe essere sfuggito – da cardinale qual’è – il fatto che, essendo nella fattispecie in ballo due Sacramenti cardini della Dottrina Cattolica, l’EUCARESTIA e il MATRIMONIO, è IMPERATIVO che questi “alcuni casi” e queste “alcune condizioni” necessitano di essere RIGOROSAMENTE specificati onde evitare il pericolo che la Santa Chiesa Cattolica venga trasformata in un ristorante a la carte dove il cliente presenta le proprie specificità gustatorie e viene soddisfatto nelle sue peculiari esigenze.
Perché – il cardinal Vallini comprenderà bene – in mancanza di queste specificazioni e nella presenza di una moltitudine di fedeli adulteri tutti con la loro specifica storia matrimoniale, e nella presenza, anche, di una diversità di giudici preposti ad esaminare caso per caso e giudicare, si è di fronte allo scenario di una Chiesa a la carte con dei Sacramenti cucinati, conditi e serviti su richiesta!
Mi viene alla mente un avvocaticchio del mio paese nativo. Tanti anni fa. Lo chiamavamo l’avvocato delle cause perse avendone collezionate, negli anni, una nutrita filastrocca. Eppure io sono certo che – dovessi io richiedergli, oggi, la redazione di un contratto d’affari con un linguaggio legale indefinito, indeterminato ed impreciso cosí da mettere nel sacco il mio contraente – si rifiuterebbe di certo dicendomi: “Amico mio, una cosa è perdere le cause, ed un’altra è andare a finire in galera ed essere radiato dall’Ordine”.
Quanto sarebbe bello che il nostro cardinale Vallini leggesse questo mio commento e mi degnasse della Sua illuminazione per capire ciò che, davvero, non riesco a capire!
Se dopo i dubia, il papa insiste, i cattolici devono ubbidienza, all’inferno andrà il medesimo e tutti i suoi ruffiani. Io a differenza di costoro credo ancora in Gesù e nel castigo eterno.
Ovviamente dici che i cattolici devono obbedienza alla Dottrina e non al Ber-goglione, il massone (mal)cammuffato da Papa. Vero?
Giuseppe: “Se dopo i dubia, il papa insiste, i cattolici devono ubbidienza…”…………….
Mi faccia capire, signor Giuseppe, se “questo” papa insiste sul suo corso, perché mai proprio i Cattolici dovrebbero a lui ubbidienza e non un’altra, o delle altre denominazioni Cristiane o non? O chiunque altro lo voglia, indipendentemente dalla religione, o non-religione, di appartenenza?
I Cattolici – almeno quelli informati – debbono ubbidienza SOLO al loro Papa che, al momento, NON esiste. Ed è in forza di questa precisa ragione che sui Cattolici – consacrati e non – incombono due gravissime responsabiità: quella di informare i loro Confratelli e Consorelle disinformati/ingannati che costituiscono, purtroppo, la grandissima maggioranza del Popolo di Dio; e quell’altra di manifestare ai Cardinali rimasti autentici Cattolici – non importa quanti essi siano – di NON sprecare ulteriormente il loro tempo a giocare con i dubia dopo essere stati incomprensibilmente latitanti per oltre mezzo secolo, ma di attivarsi, piuttosto, all’elezione del nuovo Vero Vicario di Gesù Cristo.
Al punto a cui siamo penosamente pervenuti nel corso degli ultimi quattro anni, è cristallinamente EVIDENTE che ubbidire il presente fantoccio vestito di bianco equivale a TRADIRE Gesù Cristo!!!
Se ci fosse un Papa i cattolici dovrebbero obbedienza ma qui c’è solo un eretico bestemmiatore che si permette di contraddire ciò che Dio Stesso ci ha detto: proprio per non finire all’Inferno si deve disconoscere l’eretico e non dare nessun peso alle bestialità che “insegna”.
Nell’articolo si nota una disonestà intelletuale evidente quando dice che il documento rispecchia il lavoro dei due sinodi, in realtà le aperture di A.L. furono bocciate e rifiutate ampiamente dai padri sinodali, mettendo in minoranza i tirapiedi del be(o)rgoglio.
questa foto qui sopra è tutto un programma: che lo portasse a termine (e si strozzasse con le sue stesse mani)