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di Danilo Quinto

Bremerhaven, in tedesco, significa porto di Brema. E’ una città di oltre 110mila abitanti, situata sulla costa del Mare del Nord. E’ conosciuta per la sua grande area portuale, una delle più importanti d’Europa. L’altro giorno, in questo porto, sono arrivate le navi che hanno portato in Europa carri armati, mezzi di artiglieria ed altri equipaggiamenti militari provenienti dagli Stati Uniti.

Un nuovo sbarco degli americani in Europa? E’ iniziata la terza guerra mondiale? Non ancora. E’ solo – si fa per dire – un’esercitazione della NATO.

Della Atlantic Resolve, così è stata chiamata l’operazione – che nelle intenzioni dovrebbe durare fino al prossimo mese di settembre – se ne trova traccia in molti siti internet, che a corredo della notizia principale fanno sapere che i soldati della 3a brigata della 4a Divisione di Fanteria degli Stati Uniti hanno caricato le navi con più di 2.500 pezzi (camion, veicoli da combattimento, rimorchi, container). Saranno trasportati entro il 16 gennaio in Polonia, poi in altri paesi dell’Europa centrale e orientale – con un convoglio militare che conterà 900 vagoni, la cui lunghezza totale raggiungerà i 14 chilometri – e successivamente nei Paesi Baltici, per rafforzare il contingente della NATO lungo il confine con la Russia. I carri armati saranno 2mila. Di uomini ne saranno impiegati oltre 4mila, provenienti – dicono le fonti – da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Germania. Alcuni affermano che si tratta della movimentazione di mezzi militari e di uomini più grande dai tempi della Guerra Fredda. Per la stampa tedesca, si sta assistendo alla più grande operazione di riposizionamento dell’esercito Usa in Germania dal 1990. Di sicuro, lo spiegamento di forze è eccezionale, molto più che dimostrativo, tanto che  un alto funzionario del Comano Europa della NATO (Eucom) ha dichiarato che l’esercitazione si propone di far sì che l’Alleanza Atlantica si prepara a mettere in campo la potenza di fuoco necessaria in un’area cruciale come quella dell’Europa orientale.

Altro che guerra a pezzetti, come dice Bergoglio. Questo è il gioco della guerra. Un pericoloso gioco della guerra contro Vladimir Putin e la Russia, che si consuma nell’indifferenza generale. Si è riunito il Parlamento europeo o qualche Parlamento nazionale per discutere questa decisione? Non risulta. L’Europa intera accetta che il peggiore presidente della storia degli Stati Uniti, avvalendosi dello strumento dell’Alleanza Atlantica, ponga un pesantissimo condizionamento sulla politica estera della nuova amministrazione americana che s’insedierà il prossimo 20 gennaio. In Italia, c’è stato qualche post-intellettuale che ha dedicato alla questione un suo editoriale? E’ stato organizzato un dibattito televisivo? Nulla di tutto questo, perché televisioni e giornali del regime di quello che sta avvenendo preferiscono tacere. Importa di più il destino di Renzi e la sua ansia di riacquistare la leadership momentaneamente consegnata a Gentiloni o fare da cassa da risonanza alle violenze e agli omicidi efferati che imperversano quotidianamente o registrare l’impotenza di uno Stato che non sa affrontare né il disastro della sanità pubblica né gli effetti di una bufera di neve,  piuttosto  che guardare a quel che sta avvenendo nel mondo agli inizi di questo inquietante e per molti versi imperscrutabile 2017.