Da Il Foglio – inserto, edizione di oggi lunedì 30 gennaio, traiamo questo articolo di cui non possiamo condividere alcuni assunti – non è “la Chiesa”, indefettibile Corpo Mistico di Nostro Signore, a propalare l’errore, ma semmai la “controfigura” frutto del Concilio Vaticano II – ma che è di sicuro interesse per i nostri lettori. [RS]
La chiesa di Francesco non è interessata alla civiltà europea?
scrive il Figaro (24/1)
Mathieu Bock-Côté è uno dei filosofi canadesi di maggior successo. Il suo lavoro si concentra sul multiculturalismo, le mutazioni della democrazia contemporanea e la questione nazionale nel Quebec. Il suo ultimo libro, “Il multiculturalismo come religione politica”, è stato appena pubblicato dalle Editions du Cerf.
Nel suo ultimo articolo sul Figaro, Bock-Côté prende di mira “la trasformazione del cattolicesimo in utopia multiculturale”. Lo fa partendo dal nuovo libro di Laurent Dandrieu, “Église et immigration. Le grand malaise”, in cui il giornalista francese non esita a parlare di “suicidio di civiltà” causato anche dall’atteggiamento di tanti ambienti cattolici.
Fatto salvo il “dovere di ospitalità e assistenza alle persone in difficoltà”, Bock-Côté spiega che un conto è accogliere un rifugiato, altra cosa accogliere milioni di migranti, “come è il caso oggi con la massiccia immigrazione nel continente europeo”. Non si può assimilare la figura del migrante a quella dei rifugiati in difficoltà, in fuga dalle guerre e dalla fame. Inoltre, una nazione ha il diritto di difendere i suoi confini? “La chiesa cattolica e Papa Francesco vedono nelle grandi migrazioni un impeto a formare una nuova umanità, unita alla fine, come se la divisione del mondo in nazioni e civiltà fosse un divario storico che è finalmente possibile superare. L’umanità può ancora sperimentare la sua unità: la città cosmopolita sarebbe una redenzione“.
Ma una nazione non è solo una costruzione giuridica, è anche una realtà storica e culturale, con una propria personalità. E tuttavia “il patriottismo diventa rapidamente un peccato, quando affermato dagli europei. Ma la chiesa non è l’unica colpevole: c’è la naturale tendenza della modernità a condannare e a non comprendere le specificità storiche”.
Bock-Côté afferma che esiste “uno strano discorso sulla religione che domina la mente pubblica e ci spingerebbe a credere che le religioni siano intercambiabili. Per essere assolutamente universale, il cattolicesimo ha forse dimenticato l’intimo e insostituibile legame con la civiltà europea? Non vi è motivo di temere la scristianizzazione dell’Europa. Ma si può anche temere la de-europeizzazione del cristianesimo. Papa Francesco non sembra troppo interessato a tenere in vita la civiltà europea. Assolutizzare l’altro e dimenticare se stessi non è un segno di grandezza morale, ma di stupidità politica. Coloro che vorrebbero evangelizzare di nuovo l’Europa dovrebbero vedere nel cattolicesimo un punto di partenza ispiratore, non un marchio vergognoso“.
A Bergoglio e ai suoi seguaci non solo non interessa la difesa della Fede Cristiana e dell’Europa, ma hanno tutto l’interesse a distruggere entrambe nell’ottica massonico-mondialista del villaggio globale senza anima nè identità, completamente regolato dal mercato.
Questo è ciò che vuole la Controchiesa massonica, questo è ciò che vogliono loro che ne sono gli agenti “segreti”.
Comunque dal testo si comprende che il termine “chiesa” viene qui inteso nella sua accezione più larga, ossia come sinonimo di “gerarchia”. In quest’ottica l’articolo è interamente condivisibile.
A ben vedere, lo sarebbe anche se con “chiesa” si intendesse proprio la “chiesa istituzionale”, la “religione”, perché paradossalmente si avrebbe la prova che questa chiesa non ha nulla a che fare con la Chiesa di Cristo, e che questo papa non è il Suo Vicario.
essendo falso papa il papocchio Francesco fa esattamente il contrario di quello che hanno fatto i Papi della Chiesa: distruggere insieme alla fede cristiana la civiltà cristiana che qui in Europa ebbero il loro centro irradiatore, GRAZIE ALL’OPERA DEI PAPI.. E’ la missione che gli hanno affidata i suoi PADRONI ( PADRINI ), in cambio della Mazzetta Vaticana!
Concordo con Alessio al 100%.
E triste constatare, come l ‘ azione di lavaggio del cervello operata dai medía, megáfoni del potere mondialista e massonico , sia riuscita in pieno a fare di questo papa Bergoglio un campione .
Del resto l’opera di spettacolarizzazione e al contempo di perdita di sacralità della figura del Sommo Pontefice non nasce oggi, come e noto.
Ora piu che mai occorre pregare Dio.
Bergoglio altri non è che il più grande imbonitore della Controchiesa massonica, con il compito di riversare sui Cattolici quanti più concetti possibile che di cattolico non hanno nulla ma che come tali vengono spacciati.
Il risultato finale sperato è quello dell’effettiva sparizione del Cattolicesimo, pur con milioni di persone che sostengono ancora di professarlo.
Se non puoi scavalcare l’ostacolo, aggiralo : avendo visto che non è possibile abbattere il Cristianesimo con la forza, cercano di sommergerlo con qualcos’altro che ne prenda il posto e che ne sia via via sempre più lontano.
Il Cardinal Ottaviani ebbe a scrivere nel suo diario: «prego Dio di farmi morire prima della fine di questo Concilio, così almeno morirò cattolico» (Emilio Cavaterra, Le opere e i giorni del cardinale Ottaviani, Milano 1990 p. 80.)
Quanto l’eresia modernista sia differente dall’ortodossia cattolica, e quanto l’attuale gerarchia ex-cattolica, progressivamente infiltrata fino a giungere al soglio pontificio e quindi terminata nel suo essere cattolico dal conciliabolo vaticansecondista, sia lontana dal cattolicesimo ce lo spiega san Pio X nell’Enciclica Pascendi:
« (…) Or, se facendoci oltre a considerarlo (il modernista) nella sua qualità di credente, vogliam conoscere in che modo, nel modernismo, il credente si differenzi dal filosofo, conviene osservare che, quantunque il filosofo riconosca per oggetto della fede la realtà divina, pure questa realtà non altrove l’incontra che nell’animo del credente, come oggetto di sentimento e affermazione: che esista poi essa o no in se medesima fuori di quel sentimento e di quella affermazione, a lui punto non cale. Per contrario il credente ha come certo ed indubitato che la realtà divina esiste di fatto in se stessa, nè punto dipende da chi crede. Che se poi cerchiamo, qual fondamento abbia cotale asserzione del credente, i modernisti rispondono: l’esperienza individuale. — Ma nel dir ciò, se costoro si dilungano dai razionalisti, cadono nell’opinione dei protestanti e dei pseudo-mistici. Così infatti essi discorrono. Nel sentimento religioso si deve conoscere quasi una certa intuizione del cuore; la quale mette l’uomo in contatto immediato colla realtà stessa di Dio, e tale gl’infonde una persuasione dell’esistenza di Lui e della sua azione sì dentro sì fuori dell’uomo, da sorpassar di gran lunga ogni convincimento scientifico. Asseriscono pertanto una vera esperienza, e tale da vincere qualsivoglia esperienza razionale: la quale se da taluno, come dai razionalisti, è negata, ciò dicono intervenire perchè non vogliono porsi costoro nelle morali condizioni, che son richieste per ottenerla. Or questa esperienza, poi che l’abbia alcuno conseguita, è quella che lo costituisce propriamente e veramente credente. — Quanto siamo qui lontani dagli insegnamenti cattolici! Simili vaneggiamenti li abbiamo già uditi condannare dal Concilio Vaticano. — Vedremo più oltre come, con siffatte teorie, congiunte agli altri errori già mentovati, si spalanchi la via all’ateismo. Qui giova subito notare che, posta questa dottrina dell’esperienza unitamente all’altra del simbolismo, ogni religione, sia pur quella degl’idolatri, deve ritenersi siccome vera. Perchè infatti non sarà possibile che tali esperienze s’incontrino in ogni religione? e che si siano difatto incontrate non pochi lo pretendono. E con qual diritto i modernisti negheranno la verità ad una esperienza affermata da un islamita? con qual diritto rivendicheranno esperienze vere pei soli cattolici? Ed infatti i modernisti non negano, concedono anzi, altri velatamente, altri apertissimamente, che tutte le religioni son vere. E che non possano sentire altrimenti, è cosa manifesta. Imperocchè per qual capo, secondo i loro placiti, potrebbe mai ad una religione, qual che si voglia, attribuirsi la falsità? Senza dubbio per uno di questi due: o per la falsità del sentimento religioso, o per la falsità della formula pronunziata dalla mente. Ora il sentimento religioso, benchè possa essere più o meno perfetto, è sempre uno: la formola poi intellettuale, perchè sia vera, basta che risponda al sentimento religioso ed al credente, che che ne sia della forza d’ingegno in costui. Tutto al più, nel conflitto fra diverse religioni, i modernisti potranno sostenere che la cattolica ha più di verità, perchè più vivente, e merita con più ragione il titolo di cristiana, perchè risponde più pienamente alle origini del cristianesimo. (…)»
Così ad esempio, partendo dal concetto di “fede” modernista (sentimento religioso) applicato alla prassi (la cd. “pastorale” modernista) la chiesupola modernista approva la “libertà religiosa” dello stato laico massonico (adoperando con maestria l’astuta distinzione fra “laicismo” e “sana laicità” in modo da irretire anche i moderati); l’esempio è illuminante, perché è proprio in ciò che si manifesta con maggiore evidenza la diabolica zoppia degli eretici: c’è infatti una enorme differenza sostanziale tra la tolleranza religiosa cattolica e la libertà religiosa massonica, che tra l’altro il sopraccitato Cardinal Ottaviani conosceva assai bene (cfr. Documenta Concilio œcumenico Vaticano II apparando, Constitutio De Ecclesia, c. 9).
Ma poiché la libertà religiosa massonica può risultare di difficile digestione a chi possedesse ancora qualche rimasuglio di cattolicesimo vero, questa prassi va condita con le solite “spezie” che ne coprano il pessimo retrogusto anticattolico, e tali “sapori” sono: “chi sei tu per giudicare, bisogna esercitare la misericordia e il perdono senza alcun pentimento da parte di chi ha peccato, l'”accoglienza” dev’essere illimitata” ecc. La pressione sociale (orchestrata dai media) farà poi il resto.
Una volta instaurata la prassi, tocca al Bergoglio di turno trasformarla in ciò che san Pio X definisce “formule intellettuali” corrispondenti a quel “sentimento religioso” ed al “credente” o meglio alle “comunità dei credenti” che lo hanno sviluppato: è la cd. “recezione del concilio”, che necessita di un astutissimo eresiarca per essere codificata in modo sufficientemente chiaro e senza “scossoni” per poi essere “interpretata e chiarita” a livello locale dalle “conferenze episcopali”, dai singoli “vescovi”, dai singoli pastori e dalle comunità moderniste, per di qui poi tornare indietro circolarmente formando un “magistero” collegiale che di necessità è “liquido” perché deve salvaguardare la gradualità dei cambiamenti rivoluzionari dottrinali e morali che si vogliono ottenere. Chi all’interno della gerarchia modernista si ostinasse a contestare o anche solo a criticare le eresie di cui sopra deve aspettarsi di essere colpito da provvedimenti disciplinari più o meno pretestuosi anche con estremo rigore (in ossequio al motto di Saint-Just «Pas de liberté pour les ennemis de la liberté – Nessuna libertà per i nemici della libertà» che divenne parola d’ordine durante il Terrore rivoluzionario).
E non si creda che i modernisti siano tonti o deliranti; come ebbe a scrivere san Pio X: «è artificio astutissimo dei modernisti (chè con siffatto nome son chiamati costoro a ragione comunemente) presentare le lor dottrine non già coordinate e raccolte quasi in un tutto, ma sparse invece e disgiunte l’una dall’altra, allo scopo di passare essi per dubbiosi e come incerti, mentre di fatto sono fermi e determinati;».
Quello che storicamente ha diviso l’unità religiosa e culturale europea e’stato il protestantesimo.
Se fosse stato una vera Riforma , per definizione avrebbe riformato cio’ che c’era in continuità con la Tradozione prevedente come ogni vera riforma, e come afferma mons.Negri in Controstoria.
Quella protestante bisognerebbe chiamarla non più riforma, ma Difforma o Deformazione.