bebe vio vaccino

 

di Cristiano Lugli

 

Hanno fatto il giro del mondo le foto scattate da Anne Geddes, la fotografa australiana che ha messo a punto un sevizio voluto e finanziato dall’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline [GSK] sotto lo slogan di #WinforMeningitis [1], vera e propria campagna di sensibilizzazione sui sintomi della meningite e l’importanza delle vaccinazioni “come unica forma di prevenzione“, secondo quanto asserito dalla stessa GSK che gli invincibili vaccini li produce.
Il post Facebook con cui la Geddes lanciava il servizio tuonava così: “Lo scopo delle immagini è diffondere il messaggio che questa infezione si può prevenire. Non lasciate che accada ai vostri figli: vaccinate!”

 

Siccome questa vicenda fa ancora molto discutere e viene usata da certuni per far sentire in colpa coloro i quali cercano di usare ragionevolezza circa i vaccini (tentando di correlare questo intento alle vicende che hanno vista presa di mira Beatrice Vio su di una pagina Facebook con insulti sessuali ed offensivi, che nulla hanno a che vedere con il resto), cercando di svincolarsi dal mass-mediatico pensiero comune, è bene fare un po’ di chiarezza quantomeno per offrire alle menti pensanti – contro quelle non pensanti non vi sono soluzioni razionali – la possibilità di schiarirsi le idee.
Anzitutto va detto che il tema scelto per la campagna mediatica ha dato la possibilità di ingaggiare diversi atleti paralimpici, fra i quali spicca il volto e la posa di Beatrice Vio, schermitrice italiana di 19 anni e medaglia d’oro al fioretto delle Paralimpiadi 2016.
Non ci soffermeremo a lungo sulla vicenda legata a Bebe Vio, in quanto la sua storia è ben nota e certamente molto triste; ciò che però qui ci interessa è evidenziare quanto spesso le persone diventino vittime degli sporchi e viziosi giochi dei markettari del farmaco.

 

Guarda caso, infatti, questa dispendiosa e propedeutica campagna vaccinale è stata lanciata fuori a spron battuto nel settembre 2016, ingaggiando la giovane atleta paralimpica come testimonial di tutti i “folli” che non si sono voluti vaccinare contro la meningite. Diciamo guarda caso proprio perché, nello stesso mese, si sono verificati due casi in Italia dove due bambini già vaccinati contro la meningite sono stati colpiti ugualmente dalla malattia. Uno di questi due bambini, tre anni da poco compiuti, è stato ricoverato in terapia intensiva perché la diagnosi riscontrava sepsi da meningococco di tipo C, contro il quale ceppo era stato vaccinato nel 2014 [2].
Il secondo bambino, di soli 18 mesi, è morto 3 gironi dopo [3] la somministrazione del vaccino antimeningococco di tipo C, causando l’immediato stop delle somministrazioni: estrema casualità? Ma certo, chi mai oserebbe dire il contrario.
Questi spudorati casi di fallanza vaccinale hanno portato i produttori di lotti a dover correre ai quanto più immediati ripari, e via con la campagna pro vaccino-profilassi, con tanto di struggenti foto dove Beatrice Vio si presta ad essere fotografata senza le protesi, con un piccolo pargolo in braccio.

 

La campionessa di fioretto rimase colpita dalla malattia nel 2008, all’età di circa dieci-undici anni e fu costretta a farsi amputare le gambe ed ambedue gli avambracci per poter sopravvivere.
La narrativa mediatica, però, omette sempre di esplicitare un particolare piuttosto rilevante, ovverosia ricordare che la Signorina Vio risulta essere stata vaccinata contro la meningite.
La vicenda è quanto mai irrisolta e nebulosa, giacché il padre della giovane ha specificato che la figlia nel non lontano 2007 (affiliando l’annata al periodo in cui la malattia è stata contratta) è stata sottoposta a vaccinazione contro meningo A, ed è proprio a questo proposito che la faccenda si fa strana, visto che a quell’epoca veniva proposto il vaccino contro il meningo C. Nella maggior parte dei casi poi si può parlare di vaccini polisaccaridici in commercio nei Paesi occidentali, sapendo che sono tetravalenti e comprendono i polisaccaridi A, C, W135 e Y.
Se così fosse risulterebbe essere un caso indicibile e per annessi di forza maggiore messo a tacere, dal momento che risulterebbe essere contratta la malattia contro il ceppo da cui appena 12 mesi prima la giovane era stata vaccinata.
Un ulteriore ingarbuglio di questa vicenda affiora dalle numerose interviste rilasciate dalla stessa Vio e dal Professor Burioni, ove entrambi parlano di decorso fulminante da meningo C; di contro, ancora il padre, si rimprovera di non averla vaccinata per il ceppo B dando la colpa ai sanitari che lo sconsigliarono data la giovine età della figlia. Eppure è risaputo che il Bexsero (vaccino contro la meningite meningococcica B) non era ancora esistente nel 2007 e, anche se ci fosse stato, sarebbe risultato inopportuno parlare di “tenera età” dal momento che oggi viene somministrato a partire dai due-tre mesi di vita, quando la Vio aveva già 10 anni.
Il vaccino costituito dal polisaccaride A, al quale fa riferimento il padre della fiorettista, è invece diffuso in Africa ma non nel nostro Paese, poco interessato all’uso di questo vaccino.

 

Risulta una vicenda molto contorta proprio per le stesse contraddizioni che emergono dalle non eguali versioni. Non è dato sapere quale vaccino-profilassi abbia dunque fatto la ragazza ma, stando a quanto detto dal padre, risulta difficile credere che sia stata vaccinata contro il ceppo A. È molto più facile che su questo punto si sia fatta un poco di confusione, e che il vaccino a cui fu sottoposta la figlia fosse il tetravalente che comprende anche il ceppo A. Questo vorrebbe dire, lo ribadiamo, che la meningite è stata contratta nonostante tutte le norme di efficacissima prevenzione dettate dalla Big Pharma in accordo con il Ministero della Salute italiano.
La cosa certa è che tutte le informazioni saranno sempre un po’ pasticciate, volente o nolente.
Torniamo però a dire che quel che risulta pubblicamente è che Beatrice Vio sia stata vaccinata contro il meningococco sierogruppo di tipo A(ovvero bivalente A+C oppure tetravalente A-C-W135-Y) e non gli fu somministrato altro vaccino meningococcico dati i forti dubbi sulla loro efficacia.

 

Tuttavia quello che più ci preme riportare non sono tanto questi dati, quanto piuttosto la strumentalizzazione mediatica che è stata costruita su questo caso, su di una giovane ragazza che ha subito danni gravi ed irreversibili, e su tutta la sua famiglia.
Di vera e propria estremizzazione fatta ad arte dai media e dalle lobby farmaceutiche si tratta, prendendo a modello una meningite che nessun vaccino potrà mai prevenire al 100%, come d’altronde visto nel suddetto caso del bambino di tre anni. Questa specifica vicenda rientra in quel 10% di pazienti che guariscono portandosi dietro gravi conseguenze causate dalla batteremia mal diagnosticata e mal affrontata, con superficialità, spesso a causa di notevoli ritardi in ambito ospedaliero e sui quali la sanità – qui sì – dovrebbe seriamente interrogarsi.
E invece no, l’immagine di una ragazza colpita da una feroce circostanza contro la quale non si sarebbe di certo opposta la non certa efficacia di un vaccino, viene usata per scopi meschini e solipsisti della peggior specie.
Questi meschini dimenticano sempre di dire – e loro ben lo sanno –  che i ceppi della meningite batterica sono 13, di cui solo 5 più aggressivi degli altri, così come non hanno nemmeno interesse a rammentare che la meningite sia connubiata anche a cause che nulla hanno a che vedere con il meningococco, di qualunque ceppo si tratti: per esempio parassiti, virus e funghi, come già dicemmo altrove.

 

Casualmente i potenti strumentalizzatori non si prendono nemmeno la briga di rendere note le Linee Guida sull’uso del vaccino anti-meningococco nei bambini e negli adolescenti, stipulate dalla Commissione Malattie Infettive dell’American Academy of Pediatrics [AAP] e pubblicate su Pediatrics [4] ove non viene raccomandata la vaccinazione di routine nei bambini tra due mesi e dieci anni di età se non in presenza di un aumentato ed evidente rischio di malattia meningococcica, non presente ad oggi in Italia, nonostante ciò che si professa arbitrariamente nella Regione Toscana, in cui risiedono individui molto, molto interessati al business prodotto dai vaccini.
Non si possono contraddire questi eroi della salute, ben fieri di affermare che i vaccini antimeningococcici hanno salvato intere generazioni, sconfinate popolazioni.
Per questi incantatori di masse esiste sono un obiettivo, meglio definito come “immunità di gregge”: poco importa poi se questa “immunità di gregge” è una panzana che non sta né in cielo né in terra, l’importante è che ci sia un… gregge di “pecore” pronto a credere che sia tutto vero, e a bersi che Beatrice Vio sia stata ridotta in quelle condizioni per non essersi sottoposta ad un vaccino. Ergo: “vaccinatevi tutti!”. Ma soprattutto “vaccinate chiunque vi capiti sotto tiro!”.

 

Se qualcuno non è disposto poi a credere a quanto è stato detto, forse perché troppo commosso dalle immagini in posa di Bebe Vio, farebbe meglio a sapere che tutte le malattie meningococciche possono essere trattabili, purché si abbia a che fare con medici competenti e non con un’accozzaglia di oratori capaci di dire come prevenire, senza saper però curare ciò che a volte (spesso) si busca chi aveva seguito i loro consigli “preventivi”.
Questo sarebbe il miglior aiuto che si potrebbe dare a chi è vittima di queste orrende e copiose – in termini economici – campagne farmaceutiche, sempre lungimiranti e puntuali nel garantirsi ciò che per loro ha le vesti del mero fenomeno da baraccone di turno.

 

Non bastando nemmeno questo, vi sarebbe un’ultima soluzione: il bisogno di inventarsi i gonzi è finito da un pezzo, ragion per cui si possono invitare quelli già esistenti a far coda a coloro che sono già in lista per il casting di spot vaccinali [5].

 

 

 


[1] http://www.annegeddes.com/win-for-meningitis/
[2]http://iltirreno.gelocal.it/empoli/cronaca/2016/09/15/news/meningite-c-colpito-bimbo-di-3-anni-gia-vaccinato-1.14104731
[3] http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/16/catania-bimbo-di-18-mesi-muore-3-giorni-dopo-il-vaccino-anti-meningite-aperta-inchiesta-e-bloccato-il-lotto-in-attesa-di-verifiche/3038247/
[4] http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2014/07/23/peds.2014-1383
[5] http://www.icasting.it/casting/2479