La morte di Fabiano Antoniani, 40 anni compiuti il 9 febbraio scorso, il dj rimasto cieco e tetraplegico dal 2014, in seguito ad un incidente stradale – e recatosi in Svizzera per porre fine a quella che considerava «una lunga notte senza fine» – è al centro, come prevedibile, di un dibattito inteso sul tema dell’eutanasia: un confronto senza dubbio appassionato, ma estremamente disonesto, nel quale le imprecisioni abbondano a tutto vantaggio di una lettura emotiva e non ragionata dei fatti.
Per cercare di rimettere ordine, ritengo opportuno mettere a fuoco alcuni aspetti fondamentali, al di là dei quali l’intera vicenda continuerà ad essere equivocata.
Anzitutto, c’è da dire che Dj Fabo non era un paziente terminale dilaniato dalle sofferenze fisiche. Era, certo, una persona colpita da una condizione molto grave e senza, sulla base delle conoscenze attuali, concreta prospettiva di ripresa, ma non stava morendo. Versava cioè in una situazione serissima, ma la malattia e l’accanimento terapeutico – che si concreta nella somministrazione di cure inutili, sproporzionate o addirittura controproducenti per la salute di un paziente – non c’entravano affatto col suo stato. Sostenere il contrario, molto semplicemente, significa ignorare i contorni dell’intera vicenda.
Come mai i media, da bravi, preferiscono parlare di eutanasia? La risposta è semplice: perché sono molti più gli italiani favorevoli all’eutanasia che al suicidio assistito. E chi vuole condizionare l’opinione pubblica, lo sa benissimo.
Un terzo aspetto da considerare è strettamente procedurale. Dignitas stessa, infatti, tiene a precisare che «per ogni singolo caso, un viaggio di questo genere, il colloquio con un medico, la redazione di una ricetta e il suicidio assistito è preceduto da un iter DIGNITAS che normalmente richiede fino a tre mesi, ma che può durare anche più a lungo. Solo dopo questa procedura preparatoria, entro tre o quattro settimane, potrà aver luogo il suicidio assistito» (Come funziona Dignitas, p.4).
Ora, come sappiamo Dj Fabo è morto ieri, lunedì 27 febbraio. Ecco, anche se molti non lo fanno osservare, non si tratta di una data casuale. Per un motivo semplice: è lo stesso giorno in cui era stato calendarizzato dalla conferenza dei capigruppo della Camera dei Deputati, l’inizio della discussione del disegno di legge sulle direttive anticipate e sul consenso informato. Ora, possibile che una morte che richiede – secondo Dignitas – un iter di diverse settimane, sia avvenuta proprio in questa data, o forse tutto ciò risponde ad un disegno politico? Pare il caso di chiederselo. Di certo la tempistica, come si è visto, dà da pensare. Inclusa quella di diffusione della notizia. A chi non l’avesse notato, infatti, ricordiamo che dj Fabo è morto alle 11:40, neppure dieci minuti dopo – alle 11:48 – Marco Cappato, che lo aveva accompagnato in Svizzera, ha twittato “la notizia”, che alle 11.55 era già il titolo di apertura di tutte le grandi testate nonché quella di tutti i telegiornali. Nessun complottismo, sia chiaro, ma se qualcuno avesse cinicamente pianificato a tavolino il tutto, per dare una eco mediatica massima a questo fatto, non avrebbe potuto fare di meglio. A questo punto, uno potrebbe intelligentemente obiettare che si sta parlando di una morte per suicidio assistito, mentre il Parlamento si sta occupando di biotestamento.
Ebbene, questo qualcuno coglierebbe nel segno nell’evidenziare che o le due cose – il suicidio assistito di Fabo e il testamento biologico – sono disgiunte, oppure strettamente connesse pur sembrando distinte. L’ipotesi corretta è la seconda. Infatti, anche se formalmente il suicidio assistito in Italia è punito (smettiamola, per piacere, di mentire dicendo che in Italia una legge non c’è: esiste eccome, e sanziona quello che correttamente definisce omicidio del consenziente), introducendo il biotestamento, apripista dell’eutanasia omissiva, si mira a renderlo presto legale, magari grazie a qualche sentenza “creativa” della magistratura.
Morale della favola, al di là del dolore per la morte del quarantenne italiano, quella che resta è la sensazione d’aver assistito ad un macabro teatrino allestito per condizionare l’opinione pubblica. Nascondendo alla gente molte curiose coincidenze così come il fatto che laddove si riconosce il diritto a morire, la morte si fa cultura e porta oltre l’immaginabile. Cito due esempi soltanto. Il primo è quello dell’Oregon, dove il suicidio assistito è legale dal 1998, il tasso di suicidi nella popolazione generale è del 49% più elevato rispetto alla media nazionale; la stessa Svizzera ha un tasso di suicidio circa doppio a quello italiano.
Il suicidio assistito può favorire una tendenza al suicidio? Così sembrerebbe, ma non ve lo raccontano: i dubbi seri, a chi fa propaganda, non interessano. Secondo esempio per riflettere. È la storia di Anne, un’insegnante britannica recatasi pure lei nella clinica Svizzera Dignitas per ottenere il suicidio assistito. Il motivo? Non riusciva ad adattarsi alle tecnologie e ai tempi moderni, ai computer e alle e-mail, e anche al consumismo e ai fast food. Perciò ha chiesto di morire ed è stata accontentata: ne parlava Repubblica il 7 aprile 2014. Non è una bufala.
Le bufale le raccontano i promotori della cosiddetta autodeterminazione assoluta, che da una parte allestiscono teatrini di morte, e dall’altra ci fanno credere che la contrarietà al suicidio sia un valore cattolico, quando basterebbe leggersi Immanuel Kant: «Chi si toglie la vita […] si priva della sua persona. Ciò è contrario al più alto dei doveri verso se stessi, perché viene soppressa la condizione di tutti gli altri doveri» (Lezioni di etica, Laterza, Bari, 2004, pp. 170-171).
Che dire? Mentono, mentono sempre. Ed hanno i media dalla loro. Ma non il buon senso, che rimane esclusiva degli apoti, quelli che non la bevono.
Fonte: Giuliano Guzzo
Abbiamo assistito allo stesso circo mediatico durante la campagna unioni civili – adozioni gay, nulla di nuovo sotto il mondo di George Orwell….
La tizia che si è suicidata perchè incapace di adattarsi alla tecnologia era una povera pazza, evidentemente. Fabiano no.
Quanto a Kant (il padre dell’immanenza, tralaltro) bhè, che dire… uno bloccato dal collo in giù e pure cieco ci pensa di sicuro.
Quanto al fatto che i media mentano sempre, questo è certo.
Non sapevo leggessero e commentassero anche gli atei…
Chi sarebbe l’ateo? Parla chiaro, fenomeno!
Ho visto adesso la tua ultima risposta nell’altro articolo, alla quale ti ho risposto di rimando con la speranza che non mi censurino.
Tu sei quello contrario, tralaltro, a “donne, soldi, viaggi” e via dicendo, se non vado errato…se per la te chiunque non sia una specie di manichino del museo delle cere è un ateo, allora giudicami pure un ateo. Cosa vuoi che m’interessi del tuo parere?
Putrtoppo per voialtri, nessun Papa ha mai emesso un’enciclica che rendesse obbligatorio il grigiore della vita.
Guardi ha ragione! Menomale che abbiamo “Il papa della gioia e del sorriso”, lo aspettavamo da tanto tempo!!
Poveri deficienti quei Santi che si mortificavano per arrivare alla Santità e a Cristo….anzi sa che le dico? Proporrò a Papa Francesco di eliminare, Le ceneri, la Croce, i digiuni e il viola…BASTA..QUANTA TRISTEZZA!!!
Guardi ha ragione! Menomale che abbiamo “Il papa della gioia e del sorriso”, lo aspettavamo da tanto tempo!!
Poveri deficienti quei Santi che si mortificavano per arrivare alla Santità e a Cristo, ma chi glielo faceva fare?….anzi sa che le dico? Proporrò a Papa Francesco di eliminare, Le ceneri, la Croce, i digiuni e il viola…BASTA..QUANTA TRISTEZZA!!! DA OGGI IN POI SOLO GIOIA, CANTO E RESURREZIONE!!
All’accoppiata madge@hotmail.it & Luke
Se avete voglia di soffrire, fate pure, lungi da me criticarlo.
La vita seguita dai Santi è stata una loro libera scelta, non un’imposizione.
A nessuno è richiesto di fustigarsi, mangiare una volta alla settimana o vivere in cima ad una colonna per essere un buon cristiano, o per lo meno un cristiano accettabile.
La vita piacevole e brillante non è affatto incompatibile con la Dottrina, sempre che avvenga nel rispetto di certe regole. Io, che non aspiro a passare alla Storia come un famoso asceta, mi accontento di rispettare per quanto posso i Dieci Comandamenti, di battermi per la Fede se devo farlo (non scagliandomi contro un tetraplegico cieco, ovviamente), di aiutare economicamente chi se lo merita, di pregare regolarmente (un Rosario al giorno minimo) e di cercare di dare il buon esempio con una vita degna. Ah, non mangio carne al venerdì, e al Venerdì Santo non mangio nè bevo nulla dalla mezzanotte alla mezzanotte.
Non vi basta? Non vi va bene perchè facendo “solo” queste cose mi sento a posto? Non siete d’accordo perchè, fatto salvo quel che ho detto, cerco di godermi la vita il più possibile? Pazienza, me ne farò una ragione!
E lasciamo stare Bergoglio! Ma cosa cavolo centra quello là con il discorso in questione?
Ci sono vari atti di magistero che proibiscono il suicidio: i cattolici li accettano, li DEVONO accettare!
Ma se preferiscono inventarsi una religione a loro uso e consumo almeno che non vadano sui siti cattolici a dare scandalo…e se proprio non riescono a farne a meno che non siano così incoerenti da chiedere che la signora Maria sia bannata: o forse c’è chi ha licenza di ereticare e chi non può farlo?
Provavo e provo ancora stima per te, caro Alessio…umanamente mi sei simpatico e posso augurarti solo del bene…ma, che ti interessi o no, non posso più considerarti un fratello di Fede: crediamo in due religioni diverse.
Sono la stessa persona è stata un’errore di digitazione, visto che parla tanto di “non giudicare” faccia lei altrettanto!
A Diego
Mi sembra strano che tu non abbia ancora capito le mie affermazioni, sono davvero sorpreso di questa difficoltà di comprensione. Ci riprovo, con i numeri :
1- NON DICO CHE IL SUICIDIO SIA GIUSTO, E’ SICURAMENTE UNA SCELTA CHE SUL PIANO DOTTRINALE E’ SBAGLIATA.
2- IO PERSONALMENTE, NON SAN FRANCESCO D’ASSISI, NON SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, MA IO, CON TUTTI I MIEI LIMITI, ANCHE CON MENOMAZIONI BEN MINORI DI QUELLE DELL’ANTONIANI TROVEREI LA VITA INSOPPORTABILE E DESIDEREREI CHE CESSASSE AL PIU’ PRESTO. E’ UNA MIA PERSONALE LIMITAZIONE CHE AMMETTO CON ONESTA’.
3- DAL MOMENTO CHE IO PERSONALMENTE IN UNA SIMILE CIRCOSTANZA DESIDEREREI CHE QUALCUNO MI DESSE LA MORTE, NON MI PERMETTO DI METTERE BECCO SULLA DECISIONE CHE L’ANTONIANI HA PRESO.
PERCHE’ IO POSSA PRETENDERE QUALCOSA DA QUALCUNO DEVO PRIMA DI TUTTO SAPERE CON CERTEZZA CHE IO PER PRIMO SAREI PRONTO A DARLO, E PRIMA DI CRITICAE LE AZIONI DEGLI ALTRI DEVO SAPERE CHE IO AVREI AGITO MEGLIO.
CONSIDERANDO IL PUNTO 2, PREFERISCO NON GIUDICARE. E TROVO INOLTRE INVEROSIMILE GIUDICARE CERTE COSE DAL DI FUORI.
4- NON GIUDICANDO, MI AUGURO CHE DIO ABBIA PIETA’ DI UNA PERSONA COSI’ TERRIBILMENTE COLPITA.
Tutto questo ti dà scandalo e non vuoi più ritenermi cattolico per via del fatto che preferisco lasciare tutta la faccenda nelle mani di Dio?
Se è così pensala un po’ come vuoi, più di così non so cosa dire.
A Luke
capito. Nella foga di rispondere hai messo la mail al posto del nome.
Quanto a me, giudico chi mi pare e faccio quel che mi pare, il fatto che non voglia giudicare in questo caso è spiegato nella risposta a Diego, che puoi leggere sopra.
Nel futuro fai in modi di non annoiarmi più in questo modo, tanto della tua opinione non me ne frega niente.
Bene, Alessio, posso dire di aver ritrovato un fratello di Fede e ne sono contento.
“1- NON DICO CHE IL SUICIDIO SIA GIUSTO, E’ SICURAMENTE UNA SCELTA CHE SUL PIANO DOTTRINALE E’ SBAGLIATA.”
Questa era la “frase magica” che ti volevo sentir dire, che suicidarsi è sbagliato!
Ciò significa che condividiamo la stessa dottrina (almeno sui punti fondamentali) e per quanto riguarda il resto, è più che altro una differenza di sensibilità.
Io devo dire che molto difficilmente potrei avere voglia di morire ma anche se succedesse non potrei mai suicidarmi o farmi uccidere, per non finire all’Inferno e per provare a portare una colossale croce.
Soffrirei tutti i giorni ma offrirei le mie sofferenze a Gesù e terrei lo sguardo dritto all’altra vita.
Spero anche che quando dicevi che per salvare una persona che ami saresti disposto ad uccidere un innocente tu abbia sempre sottinteso che quella scelta non è quella voluta da Dio, anzi è sommamente peccaminosa.
Se uno dicesse: l’eutanasia (o l’aborto, o qualunque altro peccato) in certi casi è giusta e non contrasta con le Leggi di Dio, quella persona non posso considerarla cattolica.
Se uno dice: quelle scelte sono sbagliate ma io, per come sono fatto, riconosco che potrei ritrovarmi a farle, in questo caso la persona è cattolica e riconosce una sua debolezza (con questo commento mi hai fatto capire che tu appartieni a questa seconda categoria).
Direi che la nostra piccola discussione è finita: Ti chiedo solo un piccolo favore: cerca di evitare gli scontri con coloro che osteggiano l’eutanasia: sono persone buone e meritevoli che difendono la loro (la NOSTRA) Fede: così come con me, credo che fra te e loro la differenza sia essenzialmente di sensibilità.
Pazza o meno, evidentemente aveva giudicato (ed i medici erano concordi) che la sua sofferenza non era sopportabile. Se questo è il criterio che applichi per dj Fabo (ovvero il giudizio personalissimo sullo stato della propria sofferenza come legittimante il suicidio assistito), lo devi applicare anche per questa qua, volente o nolente.
Se vedi uno che si sta per buttare da un viadotto non penso che tu rimanga inerte: tenti di dissuaderlo, chiami qualcuno, ecc. Eppure cosa ne sai della sofferenza che sta patendo? Potrebbe aver perso moglie e figli in un incidente, potrebbe aver ricevuto una diagnosi di male incurabile, però ti permetti di entrare a gamba tesa nel suo vissuto (e fai bene!) e di tenti ogni strada per salvarlo, anche la coercizione fisica.
Scusa, ma stai parlando sul serio o cosa?
Stai paragonando il presunto disagio per la necessità di usare la tecnologia (!) con il fatto di essere tetraplegici e ciechi? Scusami, ma è un paragone talmente privo di senso che non mi soffermo a commentarlo.
Quanto al giudizio sullo stato di sofferenza dell’Antoniani, direi che sia del tutto oggettivo, di personale non c’è veramente nulla. A meno che adesso qualcuno non voglia saltare fuori a dire che anche così sarebbe felice per questo o quel motivo.
Certo che sto parlando sul serio. Ora, non ti è chiaro che non sono io a fare il paragone ma l’ha fatto la signora britannica e, più ancora, i medici che hanno accolto la sua richiesta di suicidio assistito. Richiesta pienamente legittima se la mettiamo sul piano della sofferenza. Ti ricordo che il grado di sofferenza è soggettivo, e la prova te la danno i tetraplegici o i disabili gravi (anche a seguito di incidente, e non necessariamente dalla nascita) che non vogliono l’eutanasia o che non ritengono la loro sofferenza così insopportabile. Altro che oggettività o impersonalità della sofferenza!
Perché questo è il punto: se la sofferenza è, come è, soggettiva, allora tu non hai alcun diritto a dire che la signora britannica è una pazza, semplicemente lei ha applicato fino in fondo il principio in cui tu stesso credi ma di cui non vuoi trarre tutte le conseguenze. Ed il fatto che la tua posizione sia contraddittoria già dimostra l’insostenibilità razionale dell’eutanasia/suicidio assistito.
Michele… come sopra.
Faccio una scommessa, adesso è 28 febbraio, vigilia della quaresima del 2017, spero vivamente di essere smentito, un giornalista fare una domanda al personaggio ospite di Santa Marta;
a) il personaggio, curiosamente vestito di bianco, l’uomo di cui “tutto il mondo parla bene di lui” dirà qualcosa di ambiguo, di fumoso, di vago…comunque in contraddizione con altri che usavano, in modo legittimo, anzi usano, portare lo stesso vestito.
b) a quel punto si scatenerà la canea giornalistica: “ora il Vaticano apre all’eutanasia” …”apertura del papa sulla morte assistita;
c) poi seguirà una sorta di debole smentita, qualche dichiarazione di un qualche monsignorino di curia (o di junta argentina);
d) intanto, il parlamento procederà a discutere la legge;
e) seguirà qualche distinguo di partitini insignificanti;
f) fatta la legge, tutti i giornali e i telegiornali all’unisono acclameranno alla svolta di civilità;
g) ma dei giovani morti per futili motivi, e sono migliaia all’anno nessuna notizia.
Caro Alessio, vedo che continui sarcasticamente ad esprimere le tue opinioni…vorrei solo farti notare che nessuno qui pensa di essere immune da debolezze, paure, fragilità, forse anche vigliaccheria di fronte al dolore ed alla morte: ed è proprio per non ” essere indotti in tentazione” ed essere protetti dalle nostre fragilità che vogliamo uno Stato cattolico che legiferi in modo da impedirci di compiere scelte sbagliate e che ci aiuti a santificarci, non a dannarci.
Sì, continuo a commentare.
Vigliaccheria? Ma davvero? Quindi un tetraplegico cieco che vuole morire sarebbe un vigliacco?
E’ stata aperta la Finestra di Overton e la previsione di PAOLO mi sembra più che valida.
http://www.maurizioblondet.it/povero-fabo-dj-ingannato-sempre-cattivi-attori/
Suicidarsi perché non ci si adatta al mondo contemporaneo, che a me piace poco, quando si può benissimo andare a vivere in posti del mondo poco contaminati da esso…
Io penso alla sua anima ,quando ha incontrato Gesu’ ,il padrone della vita e della morte,e avrà capito il,suo errore avvolto dall amore di Gesu ‘ ma anche dalla sua perfetta giustizia. Signore abbi misericordia Della sua anima.
Giuliano Guzzo: “Morale della favola, al di là del dolore per la morte del quarantenne
……………………….italiano, quella che resta è la sensazione d’aver assistito ad un
……………………….macabro teatrino allestito per condizionare l’opinione pubblica”…….
Come sempre, dr. Guzzo!
E come sempre è vitale osservare – allo scopo preciso di allenare le nostre menti, talvolta pigre, ad andare oltre il palese – che la REGIA è sempre la stessa: quella diabolica, occulta, manipolativa, distruttiva, perfida e menzognera della sinagoga di satana!
La regia del male e della morte!
Con la quale ognuno di noi viventi è inevitabilmente chiamato a confrontarsi, perché è attraveso questo confronto che si decide del destino della nostra vita oltre-terrena.
Concordo completamente con lei!