Nota di Radio Spada: con quest’articolo si apre una nuova rubrica “Spadagames” che uscirà a cadenza settimanale sul nostro blog. Buona lettura!
di Luca Fumagalli
Miyazaki da sempre è sinonimo di qualità. I suoi lungometraggi animati, da Il castello errante di Howl a Porco Rosso, da Si alza il vento a La città incantata, sono delle piccole grandi perle cinematografiche, capaci di riempire gli occhi dello spettatore con secchiate di fantasticherie dai colori più sgargianti. Realtà e sogno si incontrano in un affresco meraviglioso, una pausa dal frastuono quotidiano per commuoversi, per pensare.
Il tocco del maestro non viene meno neanche quando dal cinema si passa al vasto mondo videoludico. Ni No Kuni: la minaccia della Strega Cinerea, uscito nel 2013 in esclusiva Playstation 3, ha ottenuto recensioni favorevoli, ricevendo lodi dai videogiocatori di tutto il mondo. Il felice connubio tra il comparto grafico in stile cartoon, marchio di fabbrica dello Studio Ghibli, e la grande esperienza della casa di sviluppo Level-5 – nota, tra l’altro, per la serie di videogame del Professor Layton – ha permesso la creazione di un prodotto che vanta numerosi punti di forza.
Strutturato secondo i classici stilemi del gioco di ruolo giapponese, con tanto di combattimenti a turni, Ni No Kuni è la storia del tredicenne Oliver, rimasto orfano della madre dopo un tragico incidente. Le lacrime, che versa copiose nel buio della cameretta, trasformano il suo pupazzo preferito in Lucciconio, una creatura fantastica, principe delle fate. Quest’ultimo rivela a Oliver l’esistenza di un mondo parallelo, chiamato Ni No Kuni, una sorta di doppio speculare della terra, caduto purtroppo sotto l’influenza di una terribile strega. Se Oliver riuscirà a salvare Ni No Kuni, avrà anche la possibilità di far tornare in vita la madre. Sfruttando i poteri magici che Lucciconio gli insegna a usare, il ragazzo si prepara dunque ad affrontare una straordinaria avventura.
Commozione, ironia e gioia sono le emozioni che si alternano a un ritmo vorticoso mano a mano che il gioco prosegue e le trama si sviluppa. Oliver, lungo il suo cammino, si troverà infatti ad affrontare sfide sempre più impegnative, rese meno ardue dall’incontro e dal coinvolgimento di nuovi amici che decideranno di unirsi a lui per sconfiggere il male.
Grazie a un gameplay semplice e intuitivo – con la possibilità di variare a piacimento il livello di difficoltà – e a una longevità mostruosa, nell’ordine delle cinquanta ore, Ni No Kuni si classifica come un prodotto d’alta qualità e adatto a ogni fascia di età. La storia, in grado di regalare continui scossoni e tanti squarci di pura estasi, dove trionfano l’amicizia, il valore del sacrificio personale e i buoni sentimenti, è la ciliegina che guarnisce una torta fatta di alta giocabilità e di un level design mai ridondante.
I combattimenti, svolti dai cosiddetti famigli, buffi mostriciattoli che Oliver è in grado di evocare grazie alla sua bacchetta magica, sono avvincenti e garantiscono un livello di sfida che, mai eccessivamente alto, ha il pregio di evitare al giocatore la frustrazione di dover ripetere più e più volte il medesimo match. La possibilità di usare sia incantesimi che armi di vario tipo permette inoltre una certa variabilità strategica che contribuisce alla rigiocabilità del titolo. Le missioni secondarie, utili a raccogliere i punti esperienza necessari per salire di livello e per far evolvere i famigli, sono fondamentali anche per mettere mano a quegli upgrade bonus che diventano necessari nelle fasi avanzate di gioco.
Ni No Kuni merita quindi di essere acquistato e giocato. Ormai reperibile per pochi euro in edizione “Essentials”, vanta un rapporto qualità/prezzo imbattibile. A pochi mesi dall’uscita dell’annunciato seguito, che sarà disponibile per Playstation 4 e per PC, sarebbe un peccato farsi sfuggire l’occasione di mettere le mani su uno dei videogiochi più azzeccati degli ultimi anni, un’emozionante avventura che intrattiene e, cosa ancora più importante, fa riflettere.
Come Miyazaki insegna, la fantasia, lungi dalla pura e semplice evasione, è anzi uno degli strumenti più utili all’uomo per penetrare il mistero della vita. E che questo possa insegnarlo un videogioco, è qualcosa di semplicemente miracoloso.
Grazie veramente a Radiospada per questo articolo e per questa nuova rubrica che tanto può aiutare i papà a districarsi nella giungla feroce dei videogames e a consigliare/monitorare i giovani ragazzi nelle loro scelte. Grazie anche Fumagalli per la chiarezza e incisività.