“Gloria, amore e riconoscenza al nostro grande protettore San Giuseppe!”
A conclusione di questo mese giuseppino, riportiamo alcuni passi, oltremodo edificanti, del “Mese serafico di San Giuseppe” ad opera del Reverendo Padre cappuccino Eugène d’Oisy (1856-1927), direttore della celebre rivista Annales franciscaines e grande studioso della storia dell’ordine di San Francesco. Che queste pagine, brevi ma dense di significato, possano convincerci – aiutati dallo Spirito Santo e dal dono del Suo Consiglio- della convenienza, dell’eminenza, della necessità e dell’importanza di tale culto : chi ama e onora San Giuseppe, si conforma anzitutto a Nostro Signore Gesù Cristo, che più di tutti lo amò durante la Sua vita terrena e lo ama ora in Cielo.
- Primo giorno
Dell’accrescimento del culto di San Giuseppe
Il culto di San Giuseppe è sempre più diffuso ai nostri giorni [ndt, il religioso si riferisce alla devozione popolare diffusissima nel XIX secolo, soprattutto in seguito ai decreti di Pio IX]. Le sue feste vengono solennizzate con sempre maggior fulgore, mentre le anime cristiane non cessano d’invocarlo. Non è stato sempre così. Allorché la Chiesa concentrava la sua attenzione su Gesù e Maria per rendere ancora più chiaro la divinità dell’Uno e il ruolo ammirabile dell’Altra, essa lasciava che un’ombra discreta si posasse sul padre putativo del Salvatore. Si trattava di prudenza e saggezza. Ma pare che l’ora in cui, secondo l’ordine e la misura voluti da Dio, la devozione per San Giuseppe progredirà sempre più pare essere arrivata. Dopo che la teologia ha stabilito fermamente la dottrina sulla natura divina del Messia, e sulla missione provvidenziale della Sua Santa Madre, essa può finalmente studiare, con maggior profitto, il ruolo particolarissimo del capo della Santa Famiglia. Alla luce del Vangelo, essa stabilirà il Suo diritto a un culto speciale. Per tale ragione, nutriamo una dolce fiducia, la devozione per San Giuseppe si accrescerà sempre in modo nuovo nel popolo cristiano. Avendo fatto questa osservazione preliminare, lasciamo che uno dei panegiristi del nostro santo renda conto delle ragioni dell’oscurità primitiva del Suo culto : “La sublimità delle virtù di Sna Giuseppe, resta inspiegabile per la nostra ragione, se la si compara all’oscurità nella quale questo grande santo è rimasto per così tanti secoli. È a questo punto che è necessario ricordare la parola della Scrittura : ovvero che Dio si compiace spesso nel nascondere i Suoi amici nel segreto del Suo volto. Egli non ha voluto manifestare la grandezza di Sna Giuseppe, come l’ha fatto per altri santi. Egli nasce senza far rumore : Giacobbe generò Giuseppe; è tutto ciò che sappiamo della sua venuta al mondo. Dio non ha ritenuto opportuno che se ne manifestasse la santità, né attraverso delle virtù esteriori che gli dessero grande lustro, né attraverso miracoli capaci di attirargli grande stima. E infine, Egli ha permesso che la sua morte fosse avvola dall’oscurità. Il Vangelo non dice che una parola sulla sua nascita, ma neanche una sul suo trapasso. E, di questo, bisogna trovare la ragione nelle parole di Nostro Signore : Si, Padre Mio, così è perché Tu lo hai voluto. È, dunque, per una disposizione particolare della Provvidenza che la santità di Sna Giuseppe è rimasta nascosta al mondo attraverso i secoli.
È vero, la fede della Chiesa, che è sempre la stessa nella sostanza, si è perfezionata col tempo attraverso un’approfondimento dei misteri. Ecco perché, sebbene la Chiesa sia sempre stata persuasa della grandezza e dei meriti di San Giuseppe, e che mai si è sottratta all’essenziale della venerazione che gli è dovuta, essa ha tuttavia accresciuto abbondantemente la devozione dei suoi confronti. I dottori, meditando più distesamente sulla sua missione, hanno scoperto più chiaramente in Lui delle grazie che altri avevano intraviste nell’oscurità. Tutto ciò ha contribuito ad acquistargli un dominio più grande sul cuore degli uomini. Non me ne stupisco : è nei disegni della giustizia di Dio di elevare colui che si era umiliato per amor Suo” (P. Nicolas de Dijon, Panegirico di San Giuseppe)
- Decimo giorno
Giuseppe possiede il Cuore di Maria
Cosa potrei dirvi d’altro, scrive il padre Louis d’Argentan, per farvi ammirare ancora la gioia di San Giuseppe nello sposare la Santa Vergine? Vi dirò, forse, che la principale e la più preziosa dote del Suo sposalizio è stata di possedere pienamente il cuore della Sua dilettissima Sposa? E in questo cuore, quale abbondanza di ricchezze inestimabili accumulate dalla mano di Dio!
Ascoltate la parola di uno dei più fedeli servitori di Maria e di Giuseppe, san Bernardino di Siena, una grande faro per l’ordine serafico : “Giacchè è giusto che tutto ciò che appartiene alla sposa appartenga anche allo sposo, io credo fermamente che la Santissima Vergine accordava a Giuseppe, Suo sposo carissimo, la possessione di quel prezioso tesoro che è il Suo Cuore nella misura in cui Egli ne era capace di riceverlo. Così la Vergine divina, che conosceva l’intimità del legame formato dallo Spirito Santo, rispondeva pienamente a ciò che prefiggevano i decreti dell’Altissimo e ciò mi induce a credere che Ella amasse teneramente questo sant’uomo con tutto l’affetto del Suo cuore.”
Credo, dunque, che non vi fosse virtù tanto perfetta, né sentimento tanto nobile, né grazia tanto abbondante nel Cuore di Maria che non fosse, a un grado diverso nel cuore di Giuseppe. È in effetti una regola savia quella di combinare i matrimoni tra persone simili nella misura del possibile (Si voles apte nubere, nube pari). Ammetto che San Giuseppe, prima del suo matrimonio, fosse infinitamente al di sotto delle eccellenze della Vergine. Ma Dio creando questo santo legame, non ha unito due persone ineguali ; donando a San Giuseppe la Vergine santissima come sposa, gli ha conferito allo stesso tempo le eccellenze e le perfezioni necessarie per meritarla.” […]
Sono stato talvolta rapito quando ho voluto riprodurre l’esperienza di una meraviglia di cui San Gregorio aveva parlato nei suoi Moralia. Ho portato due liuti sullo stesso tono e con delle corde simili, toccando le corde dell’uno, l’altro rispondeva per simpatia e produceva gli stessi accordi, sebbene più dolcemente, senza essere sfiorato da nessuno. Considero Maria e Giuseppe come due liuti accordati sullo stesso tono, entrambi vergini ; in tutti e due abbondanti grazie e sentimenti molto simili sono destinati a produrre l’incantevole armonia del Verbo incarnato. Di essi, Una sola è stata toccata dalla mano divina, dallo Spirito Santo che la Chiesa chiama “il dito di dio”. Lui solo ha operato in Maria, e tuttavia l’altro liuto, che non è affato toccato, ne manca di risuonare per simpatia e di seguire gli stessi toni.
Oh ammirabile sinfononia! Queste due voci unite insieme non fanno che formarne una sola, ed entrambe (in modo differente, ma concordante) hanno concorso alla formazione del Verbo adorabile che ha congiunto con la Sua dolce armonia, il Cielo irritato alla rea terra.
- Undicesimo giorno
San Giuseppe, Re degli Angeli
Si! San Giuseppe, Re degli Angeli. Appellativo singolare, direte! Se non riuscite ad ammetterlo, vi dirò “seguitemi” insieme con San Leonardo di Porto Maurizio, seguitemi fino alla camera della Vergine purissima. Vedete qualcuno parlarLe sola, nell’intimità? È un angelo del Cielo. La Vergine arrossisce e ne è turbata. Come! Maria è turbata dinanzi un abitante del Cielo; chi sarà dunque abbastanza felice per non sconvolgere una tale modestia? Sarà Giuseppe! Non solamente Ella lo gradisce come compagno in casa, nei viaggi e nella solitudine, ma non ha alcuna difficoltà nel prenderlo come sposo. Che cosa strana! Ella trema in presenza di un angelo e accetta senza esitazione la compagnia di un uomo! Bisogna pur ammetterlo : Giuseppe fu per Lei più di un angelo.
Si, Giuseppe fu più di un angelo per Maria, considerata la legge. Questa dice : colui che sposa una regina diviene egli stesso re. Da ciò io traggo un argomento senza possibilità di replica : Maria è la Regina degli Angeli, Giuseppe è lo sposo di Maria, ed è dunque, secondo la legge, il Re degli Angeli.
Ciò è ben dimostrato dai frequenti messaggi qu’Egli ricevette tramite il loro intervento. Dio gli invia un angelo per affidargli il mistero dell’Incarnazione : Ciò che è generato in Essa viene dallo Spirito Santo. Gli invia un angelo per rivelargli la Redenzione: Egli Salverà il Suo popolo dai suoi peccati. Gli invia un angelo allorché bisogna dare un nome al Divino Redentore : Lo chiamerai Gesù. Gli angeli gli sono vieppiù deputati quando è questione di strappare la Madre e il Bambino al furore di Erode, di condurlo in Egitto e, poi, portarli in Galilea.
Vedete come gli affari segreti che questo grande uomo trattava con la Santissima Trinità mettono continuamente in movimento gli angeli del Cielo? […]
Ditemi ora se in qualità di sposo di Maria, non fu allora superiore agli angeli e se il titolo di Re degli angeli non gli sia conveniente. Se volete comprendere tale dottrina stabilite un parallelo tra questi Beati Spiriti e l’augusto patriarca di Nazareth, come fa il padre Giovanni di Cartagena.
Giuseppe è più di un Angelo: non custodisce dei semplici mortali, ma veglia sulle esistenze le più preziose, quelle di Gesù e di Maria. Nella Sua missione supera l’Arcangelo, giacché per lunghi anni, Egli è il Legato, lo strumento di Dio per il perseguimento dei Suoi più importanti affari in questo mondo. Meglio che le Potestà, forze esecutrici della Volontà celeste, Egli conduce il Figlio di Dio, lo sottrae alle mani del tiranno, lo protegge e lo difende. Domina come padre adottivo e come sposo su Gesù e su Maria, e in tal modo supera mille volte il potere delle Dominazioni il cui potere si estende solo alle potenze terrestri. Più perfettamente che i Troni, sostiene fra le Sue braccia il Figlio di Dio, mille e mille volte, Lo porta amorosamente sul suo cuore. La Sua intelligenza, illuminata dalle rivelazioni divine, penetra più profondamente nella conoscenza dei misteri di quella dei Cherubini. Infine, il Suo cuore tutto infervorato al contatto di Colui che è la Carità, brucia di un amore più ardente di quello dei Serafini.
Non è allora un pari degli angeli : Egli li domina dall’alto di una missione che attinge all’ordine ipostatico, sorpassandoli per la sublimità delle Sue virtù. Egli è degno di partecipare alla regalità della Sua Sposa su tutti gli spiriti celesti.
- Tredicesimo giorno
San Giuseppe è l’ombra di Dio, di Gesù e di Maria
In una delle sue conferenze, il padre d’Argentan parte dalla teoria delle ombre in pittura ; egli spiega quanto esse siano necessarie per dare rilievo e luce ai soggetti. Nell’arrivare a San Giuseppe, egli mostra che il ruolo principale del padre putativo di Gesù è stato quello di fungere da ombra alla Madre e al Bambino. Ma qui, in modo diverso che in pittura, l’ombra nasconde un mistero, mistero dell’Incarnazione, che dovrà essere rivelato in un momento prestabilito dall’Altissimo.
La Chiesa sembla voler esprimere tale idea nell’ufficio del patrocinio di San Giuseppe, citando a Sua lode questi versetti del Cantico dei Cantici : Mi sono riposato all’ombra di colui che ho desiderato. Citiamo ora qualche considerazione del nostro autore :
Immaginatevi l’economia del mistero dell’Incarnazione come un grande quadro nel quale vedrete rappresentati Dio Padre, il Suo Figlio Unigenito, lo Spirito Santo e la Santa Vergine, e queste quattro Persone rifulgenti di luce. Ma come bisogna dare dell’ombra a tutte le figure di un quadro materiale perché altrimenti esse non avrebbero abbastanza rilievo, è necessaria un’ombra, che temperi il fulgore di queste quattro Persone, onde evitare che esse abbaglino gli occhi dei mortali. E solo San Giuseppe ha una virtù tale da poter velarle tutte.
Dio Padre è nascosto all’ombra di San Giuseppe, che compare al Suo posto ; gli uomini lo scambiano davvero per il padre del Suo Unico Figlio e lo chiamano col Suo patronimico : Gessit enim personam Dei Patris dum ejusdem Verbi incarnati putabatur Pater (Isidoro Isolano).
San Giuseppe nasconde alla Sua ombra lo stesso Figlio di Dio. Lo prende fra le Sue braccia, Lo porta con sé nei Suoi spostamenti e gli fa mille carezze come fosse Suo figlio ; dal canto Suo il Bambino l’abbraccia teneramente e gli obbedisce come a Suo Padre. Così tutti consideravano Gesù come il figlio del falegname. […]
Anche lo Spirito Santo è nascosto all’ombra di San Giuseppe, giacché Colui che è nato da Maria è opera dello Spirito Santo. Ecco allora che San Giuseppe è davvero l’ombra delle Tre Persone divine! Oh virtù dell’Altissimo, oh grande santo! Se l’adorabile Trinità ha voluto nascondersi alla Vostra ombra, quanto dovranno stimarsi felici tutti gli eletti del Cielo e della terra nascondendosi e riposandosi in essa?
E infine, la Santissima Vergine Maria è anzitutto nascosta all’ombra del Suo fedelissimo sposo. Per Lei Giuseppe è uno scudo che la protegge dagli attacchi del mondo ; Egli è la corona posata sul Suo capo verginale; Egli è il protettore che Le impedisce di chinare il capo sotto gli insulti dei malvagi.
“Vedete, dice à tal proposito il domenicano Isidoro di Milano, e considerate quale è stata l’autorità di Giuseppe a chi Dio ha affidato la missione di essere il guardiano fedele del più grande mistero.”
Chi tra di noi non preferirebbe una giornata di San Giuseppe al governo di tutti gli imperi? Oh Gesù, oh Maria quanto voi elevate coloro che Vi servono! Più Vi si serve nel segreto di una vita abietta e nascosta, più Voi coronate di gloria e felicità.
R.P. Eugène d’Oisy (OMC), Mois séraphique de Saint Joseph, Via romana, Versailles, 2016.
A cura di Moreana
Si può solo ringraziare per il dono di un articolo così profondo bello e utillimo nella ns vita quotidiana. Spero che possiate raccogliere i tanti articoli “fornativi” ei sana tradizionale devozione che pubblicate. Sono un patrimonio di cui la Chiesa dopo questa tempesta dovrà tornare ad abbeverarsi.
Sia lodato Gesù Cristo. Giuseppe
Semper laudetur !grazie a lei Giuseppe (cade a fagioli)! Ci fa piacere che apprezziate, vorremmo infatti recuperare un patrimonio spirituale ahinoi dimenticato!