di Francesco Maria Del Vigo
Si comunica ai lettori che il matrimonio tra una certa Chiesa e quel che resta del comunismo si è celebrato ieri nelle edicole di tutta Italia. Il cattocomunismo si è manifestato in modo plastico, visivo, cristallino, stampato nero su bianco. Peppone e Don Camillo. Il diavolo e l’acquasanta. Compagni e preti. Nel Belpaese tutto è possibile, ogni estremo – ammesso che si tratti di un estremo – è accoppiabile. E successo ieri in edicola, dove il Manifesto – quotidiano comunista (così recita la testata) – e Avvenire – quotidiano di ispirazione cattolica (così recita la testata) – si sono presentati ai lettori – presumibilmente diversi – con lo stesso titolo: «Fuoco a terra». Un bel titolo, a effetto. Dedicato alla tragedia del rogo nel «gran ghetto» di Rignano, nel Foggiano, dove hanno perso la vita due extracomunitari; e ispirato al documentario di Gianfranco Rosi, Fuocoammare. E il sogno jovanottiano di una grande Chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a madre Teresa, l’utopia di poter mettere insieme cose che hanno poco in comune, appiccicandole con il collante di un buonismo d’accatto. Non è una novità che la sinistra e una certa Chiesa vadano a braccetto, ma vedere due titoli fotocopia su due giornali che dovrebbero essere agli antipodi fa un certo effetto. Perché dimostra in modo efficace come ci sia uno stesso brodo di coltura, uno stesso salottino culturale, quegli stessi riferimenti un po’ terzomondisti e un po’ radical chic, quello sbandierato interesse per gli ultimi – senza tema di smentita i migranti di Rignano sono degli «ultimi» – e quel malcelato disinteresse nei confronti dei penultimi, che molto spesso, però, sono degli italiani.
Fonte: Il Giornale (edizione cartacea, odierna)
e FUOCO in testa a loro quando?
Ottimo articolo
Essendo Bergoglio il riferimento della sinistra internazionale mi pare un accostamento del tutto ovvio.
Sarebbe interessante sapere quanto di tasca loro mettono questi compagnucci, sia di una combricola che dell’altra, per i loro pulciosi&pretenziosi amichetti o quanti dei suddetti compagnucci se ne prendono qualcuno in casa. Facile a dirsi : niente e nessuno. La musica è sempre “poverini, poverini” però che siano “poverini” da lontano, va bene giocare ai buonisti ma il gioco è bello finchè resta sulle chiacchiere.
Per quanto mi riguarda, il “Manifesto” è carta da gabinetto e con “Avvenire” ci si può al massimo avvolgere il pesce.
Quanto ai “poverini”, non credo di dover specificare cosa farei loro.
«(…) il socialismo vuol essere tenuto come il grande rigeneratore universale del mondo, il creatore di un’èra novella, e perciò egli aspira a contrapporsi al cattolicismo con un’altra specie di cattolicismo umano e terreno in cui vuole assorbire e da cui vuole far dipendere tutto l’uomo, e ciò ch’uom sa, può e opera, in modo che nullo luogo omai resti al cattolicismo cristiano, o se un pensiero ancora od un affetto se gli accorda siano a profitto però di quel cattolicismo umanitario. Questo anzi pensa di sè stesso, di dover assorgere ad una più vasta universalità di fatto sulla terra, che non sia quella del cattolicismo cristiano, poichè il socialismo aspira e crede di poter arrivare a dominare di fatto la specie umana intiera, mentre la Chiesa sa che la città di satanasso starà fino al fine dei tempi avversaria a lei, e che sebbene ad ogni guerra le sia promesso il trionfo, non mai però sarà sulla terra tale che la città nemica ne sia pienamente disfatta, anzi a questa sa riservarsi pure la sua eternità di ribellione e di sconfitte.
I santi Padri dissero spesso delle chiese eterodosse, che elleno erano sinagoghe di satana, del socialismo si può dire di più che è il cattolicismo di satanasso, perchè tolto Dio, tolto Cristo, tolta la necessità e lo scopo della rigenerazione spirituale in Cristo, egli vuole rifare e governare il mondo con principii di sua fattura, al solo terreno fine tutti rivolgendo i destini e le forze dell’uomo e dell’umanità.
Egli pretende la fede all’idea, la speranza richiede al progresso, l’amore al dio astratto l’Umanità; tutto il coro delle virtù chiama per nome sotto il suo vessillo, e nei suoi eletti e specialmente nelle sette demagogiche ha le sue accademie come i suoi concilii, il suo sacerdozio e la sua milizia, e tutto quel di più, che già indicammo parlando dell’organismo settario; nè disdegna di mutuare dal cristianesimo vero i suoi nomi per avere anche esso apostoli, missionarii, martiri, dottori, frati, riti, dommi, misterii, sette, precetti e consigli; ma tutto ciò, tolto Dio, Cristo e ogni principio di verità e giustizia immutabile e superiore all’uomo, è un cattolicismo diabolico.
Abbiamo detto, tolto Dio, perchè il socialismo nel culmine della sua aberrazione annulla Dio stesso anzi lo odia; già abbiamo dato un cenno sopra come di tale disperato antiteismo spuntasse il germe nelle filosofie alemanne, lo vedremo palesemente professato dai socialisti più superlativi, ove tratteremo delle distinzioni di loro opinioni e sette. È noto a tutti che il socialismo non guarda altro Dio come reale che l’uomo e la umanità, per la qual cosa quel Dio, che talvolta pare nominare, o è un nulla, un Deus in fieri che si viene personificando e formando nella umanità, o è un essere inutile, poichè il socialismo non vuole, per riformare l’umanità, altre forze che quelle della umanità stessa che opera su di sè stessa; tutt’altra divinità perciò gli diviene di necessaria conseguenza odiosa e maligna come una forza che, se non la potesse assorbire in sè, gli preparerebbe un ostacolo allo sviluppo e perfezionamento proprio di cui la prima condizione è di non esserne debitore a nessuno che a sè stesso (Nota: Noi parliamo qui in generale dell’idea socialistica nella sua più vasta espressione, non ignorando che molte sette socialistiche non professano apertamente l’umanitarismo o lo considerano come una chimera, qual è di fatto; ciò però vuol dire null’altro se non che queste non ammettono le conseguenze naturali dei principii, poichè ovunque conservino qualche vestigio di società religiosa, domestica o nazionale, di tanto discordano dal principio del socialismo, che è di fare una socievolezza radicalmente tutta nuova e di tutto l’uman genere, considerando l’umanità come l’idea universale).
Dissimo pure, tolto Cristo, non solo perchè tolto Dio è tolto Cristo, ma ancora perchè partendo dal principio che l’uomo è buono e incorrotto per origine, che l’umanità non che buona è divina, non le occorre di rigenerazione spirituale che la mondi da veruna sozzura. Quindi non che l’incarnazione divina, quale la insegna la santa Chiesa nella persona individuale di Cristo Gesù, non gli quadra più nè anche l’incarnazione eterna e indefinita di Dio nell’umana specie inventata da Hegel e da Strauss, e ribadita da Leroux, da Mazzini e da quegli altri socialisti che amarono inverniciare di misticismo pseudocristiano le loro empietà. Di paradiso, d’inferno il socialismo tace, come di tutta la vita individuale, e questa vuole assorbita nella vita umanitaria e cosmica, quindi a che fine potrebbe egli ritenere qualche idea positiva della rigenerazione di Gesù Cristo se non per infamarla, come una evoluzione fatalistica tutta terrena del suo progresso terreno?
Ma se l’uomo è buono per origine, se l’umana specie è divina anzichè buona, e i destini dell’uno e dell’altra sono identici, così che quei dell’individuo sono un nulla, se non in quanto appartengono a quei della umanità in universale; se questi destini si de[v]ono compire sulla terra (come le tante volte ripete Mazzini e tutti i capi socialisti) donde vengono al mondo tanti mali e calamità che affliggono non solo gl’individui, ma la specie stessa, che in nessuno dei suoi membri è quaggiù beata? Dalla società rispondono tutti i socialisti: la società è quella che diviene il carnefice dell’uman genere, degli uomini, della umanità stessa ideale. Il socialismo adunque, negando la colpa originale dell’uomo, la trapianta nella società, e gliela imputa così crudelmente da dichiararla radicalmente viziosa. (…)»
Da: Emiliano Avogadro della Motta, Saggio intorno al socialismo e alle dottrine e tendenze socialistiche, Napoli 1852 cap. VI
Me piace molto che por fin abiamo ragiunto questa unità evidente de pensiero, se no io qua che esto a fare?
Mi giornale preferito resta Repubblica, nonostante tuto.
In un marasma di presunta fede..di odiato progresso senza saperne farne a meno..l’amore per un dio al di fuori dell’umanità ‘ – intera -…tutto questo può sussistere,mutandone la verità di Dio al di fuori di ” dottrine e tendenze socialiste “.
E’ tuto correcto. Che no existe un Diòs catolico io l’ho già deto, pero no ho mai deto che no puede existir un diòs socialista.
Eh sì, dà fastidio, dà tanto fastidio il dover riconoscere che il vero cattolicesimo aveva scorto con largo anticipo le trappole degli anticattolici col trarre le conseguenze naturali dai loro perversi principî: perché i veri cattolici sono persone di sani e solidi principî, non «fanciulli vacillanti e portati qua e là da ogni vento di dottrina per raggiri degli uomini, per le astuzie onde seduce l’errore» (Eph. IV, 14). Come si diceva un tempo, uomo avvisato mezzo salvato: poi, se nella trappola uno ci vuole a tutti i costi cadere…
E queli che no voliono cadere me ocupo io de espingirlos. Quasi siempre lo consiguo.
Purtropo c’è gente como la de questo sito ancora.
en efeti francisco a lu centro de tera ci sono de dios socialista enfocati ed anche de nazista ..se parte de sor lucifero a caino che niuno dee tuca’ e poi luterino co’ l’amico de’core giuda….