zsntrlg

 

di Cristiano Lugli

 

Parlare o scrivere di se stessi è sempre spiacevole, lo so.

Non avrei voluto farlo, ma in questa circostanza ritengo che sia bene offrire ai lettori un ulteriore spunto di riflessione rispetto sulla situazione attuale, e all’eventuale possibilità proposta da chi, puntando in alto pur certo con buona Fede, spera che ci sia possibilità di andare in giro per le parrocchie a convertire la gente al Cattolicesimo, del quale fra le sagrestie malconce non vi è più manco l’ombra.

Era lunedì 20 Marzo quando sono partito verso le 12.30 per andare a lavorare. Ero in notevole anticipo perché dovevo andare in farmacia prima che questa, alle 13, chiudesse. Essendo stata la Solennità di San Giuseppe spostata a lunedì, e avendo quasi un’ora e mezza a disposizione, ho deciso di andare a visitare il bellissimo Santuario di Montericco, situato sulle colline di Albinea, in provincia di Reggio-Emilia

La chiesa, consacrata il 23 aprile 1899, fu la prima chiesa in Italia dedicata alla Madonna di Lourdes, con l’aggiunta del campanile, avvenuta nel 1910. Un grazioso ritratto della grotta di Massabielle si trova all’interno, sopra all’altare centrale, al di sotto del quale si estende un lungo corridoio stracolmo di ex-voto.

L’impronta orrenda del modernismo, essenzialmente priva di gusto, ha chiaramente dilaniato l’originaria bellezza del Santuario con il primo dei passi: la tavolozza protestante in sostituzione dell’altare centrale, relegando conseguentemente il Santissimo Sacramento in uno stanzino laterale, che un tempo forse era il ripostiglio della parrocchia. Anche i bellissimi altari laterali ( Sacro Cuore, Sant’Antonio Abate, San Luigi Gonzaga e San Giuseppe) sono adornati del nulla più assoluto, spogli di qualsiasi cosa. È la freddezza nella Fede, che si mostra attraverso questi gesti, privi di cura, morti al senso del Sacro.

Dicevamo che era la Solennità di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale e, visto che un altare è a lui dedicato, sono andato a pregare un po’ di Breviario dinanzi ad esso. L’importanza di questo Santuario e la devozione che ci lega – come penso possa legare tutti – alla Beata Vergine di Lourdes, ha indotto me e mia moglie, in attesa del nostro primogenito, a fare un pensiero su questo gioiello come luogo del Battesimo, dell’introduzione di nostro figlio alla vita cristiana. Non avevo ancora avuto occasione di indagare su questa possibilità, eppure già sapevo che sarebbe stata una cosa tutta in salita. Perché, vi chiederete. Il primo motivo è che il Battesimo sarà con il Rito di sempre, “tradizionale”, come oggi usa dire; il secondo è che con tutta probabilità, al Ciel piacendo, sarà un sacerdote della Fraternità Sacerdotale a San Pio X, al quale mia moglie è fortemente legata, a battezzare il piccolo. Già spacciati di partenza direte voi, e con ragione.

Tuttavia, per il comune detto che chiedere è lecito e rispondere è cortesia, e visto che mi si è presentata l’occasione non appena sortito dalla chiesa, ne ho approfittato. Due uomini passeggiavano proprio nei pressi del Santuario; ho chiesto loro: “Scusate, qui vi risiede un parroco? A chi posso chiedere per la possibilità di un Battesimo?”. Uno dei due si dissocia e prende altra strada, quasi a non voler c’entrare nulla, lasciando la parola all’altro. “Qui abita solo il diacono – mi dice il signore rimasto -, per il parroco bisogna andare giù in paese, alla segreteria… Ad ogni modo per un Battesimo non credo vi siano grossi problemi di sorta, basta l’autorizzazione del parroco che non avrebbe motivi per non darla”. Non faccio in tempo a replicare, ringraziando, che questo butta gli occhi sul Breviario che tenevo in mano e quasi me lo strappa: “Cos’hai, un libro di preghiere?”. “No – rispondo -. O meglio, non proprio. È un Breviario. Visto che oggi è San Giuseppe e sono da poco passate le 13.00 ho pregato l’ora Sesta davanti all’altare laterale a lui dedicato”. Il tizio inizia a farmi domande sul perché del latino e, fumando il sigaro con uno stile tutto da sbruffone, senza avermi mai visto prima, inizia ad interrogarmi sulle traduzioni di qualche Salmo.

Dopo avergli risposto, torno al discorso, siccome non avevo poi tutto questo tempo da perdere, dal momento che si era fatta una certa ora. “Guardi, io credo che forse qualche problema me lo porrebbero, se non altro perché il Battesimo vorremmo fosse fatto con il Rito tradizionale, insomma in latino”. “Ah, capisco… Non saprei – inizia un po’ a titubare – comunque se voi avete già il vostro prete forse qualche possibilità c’è”. E qui viene il bello. “Il prete lo abbiamo certo, ma è della Fraternità Sacerdotale San Pio X, pensa possa causare problemi questo?”. Lo sguardo cambia, si stringe la pupilla e l’occhio diventa quasi sanguigno, ma tuttavia il tizio rimane pacato. Anzitutto ci tiene a rivelarmi che il diacono che abita lì è semplicemente lui, dopodiché mi fa presente che la Fraternità non ha alcun tipo di liceità e quindi tutto deve essere a discrezione del Vescovo. Ergo, buonanotte! Avevo capito già l’andazzo e quindi stavo chiedendo il discorso, quando il diacono sogghignando mi dice: “Quindi tu sei uno scismatico”. Sempre pacatamente provo a fargli presente che lo scisma, tutt’al più, è avvenuto dalla parte di coloro che hanno rotto con il Magistero bimillenario della Chiesa.

Insomma, si protraggono queste disquisizioni ma, avendo capito con chi avevo a che fare, sono riuscito, con un po’ di fatica, a rimanere calmo e pacato, mantenendo le debite distanze. Lui pure, tutto sommato, pareva calmo e moderato. Ad un bel momento però mi chiede come ho conosciuto la Messa tradizionale, insinuando che quando un Concilio od una Riforma voluta dal Papa stabiliscono che la Messa è cambiata, non si può decidere di rimanere fermi a quella precedente giacché questo corrisponderebbe a separarsi dalla Chiesa (???). Provo a spiegare al diacono, sempre con garbo, che trattasi di un problema di Fede prima che di obbedienza, e che quest’ultima non può giammai sostituirsi all’integrità della prima.

Il nostro qui inizia a dare segnali di fumo, fumo che esce dalle orecchie più che altro: “la Messa di Paolo VI non ha nulla che metta a repentaglio la Fede! Anzi, è in perfetta linea con il Cattolicesimo di sempre!”. I punti esclamativi ci sono perché la voce si era già alzata di cinque toni almeno. La mia penultima esternazione è stata volta a chiedergli se avesse mai letto il “Breve esame critico del Novus Ordo Missæ”, presentato al Papa dai Cardinali Bacci e Ottaviani e che di fatto non ha ancora oggi ricevuto risposta. Con quella fastidiosa impermeabilità tutta modernista, il personaggio che continuava a sfumacchiarmi addosso mi ha risposto che Bacci e Ottaviani erano due curiali che poco valevano e poco sono contati…. Ogni commento è ovviamente superfluo.

Per il resto dei 5 minuti  – il tutto sembra lungo ma in realtà sarà durato un quarto d’ora, forse pure qualcosa in meno – ha tenuto un monologo gridatomi in faccia, con sproloqui di questo tipo: “Io ho spiegato ad altri tuoi conoscenti perché esisteva quella Messa lì che piace a voi… Esisteva perché era breve da dire! Il prete la bisbigliava fra sé e sé e dell’assemblea se ne fregava, della loro comprensione non gli importava nulla! E sai perché?! Perché più Messe facevano e più soldi si prendevano, più questua si insaccavano, ecco cosa gli interessava!!!”. Il tutto sempre condito da indicibili urla al cospetto delle quali ho chiaramente deciso di andarmene, vista la villania di quell’individuo, frutto becero di quel diaconato “laico” che ha spopolato con l’eresia modernista. Ma non prima di aver udito che “il Mistero in quella Messa manco c’era, era un mistero solo per il prete che se la raccontava su con chi la serviva”. 

La mia ultima risposta è stata: “Dunque lei mette in discussione il Concilio di Trento e San Pio V…”. Risposta: “Sì, li metto in discussione eccome!!!”. E poi, ancor prima di me e continuando ad urlare, mi ha girato le spalle e se ne è andato.

Dirigendomi alla macchina, e credendo che ormai il siparietto fosse finito, sento la voce del tizio che ancora mi urla dietro da circa 200m…. “Per fare più soldi dicevano quella Messa!!! Ecco il vero motivo!!!”, e altrettante sciocchezze che non ho sentito perché ho messo le orecchie in modalità offline.

Che dire? Non c’è niente da dire. Una cosa è certa: il Battesimo lì dubito di gran lunga che lo faremo. L’altra cosa certa è il motivo per cui ho deciso di raccontarvi questa storia che, credetemi, è tutta vera: non bisogna smettere di scandalizzarsi; non bisogna smettere di far presente che questi sono i pilastri del misericordismo bergogliano e ancor prima della “pastorale conciliarista”, sono gli ermeneutici della continuità conciliare.

Costui non era un pazzo, o almeno non in una neo-chiesa che ha rovesciato le sorti e le parti. È uno che dice le cose con fierezza, supportato dal comun denominatore cattolaicista, che dilaga di casa in casa, di chiesa in chiesa, di dicastero in dicastero.

In sostanza: Hic est Misericordiæ Vultus.

 

 

Fonte