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di Cesare De Carlo

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MA PERCHÉ citare Houellebecq e il suo libro Soumission, sottomissione, piuttosto che il povero Gheddafi? Prima di essere ucciso nella stupida guerra di Sarkozy, Cameron, Obama e Clinton, l’ex nemico aveva profetizzato: conquisteremo l’Europa con il ventre delle nostre donne. Era il 2011. I

l ventre, non la spada come nell’ottavo secolo (i mori in Sicilia e Spagna) o nel diciassettesimo (l’assedio ottomano a Vienna). Pochi in questo nostro distratto Occidente ci fecero caso, sommersi dalla retorica del multiculturalismo, multietnicismo, buonismo. E del calcolo politico: gli immigrati della prima generazione votano sempre a sinistra. E chi non la pensava così, chi non credeva all’integrazione di comunità, la cui fede si basa sul rifiuto dei nostri valori, primo fra tutti la laicità, diventava automaticamente «islamofobico».

BENE. Anzi male. Ora il Pew Research Center, prestigioso think tank americano, ci confronta con proiezioni globali davanti alle quali non rimane che la rassegnazione all’ineluttabile. Entro la fine del secolo la musulmana sarà la religione più diffusa. Nel 2010 era il 23 per cento. Nel 2070 sarà il 32,2 per cento, pari a quella cristiana. Poi il sorpasso. Il motivo? Ogni musulmana fa in media 3,1 figli, contro i 2,3 della media mondiale. Ma fra i cristiani o supposti tali la percentuale è meno della metà. In Europa scende a uno.

Sette anni fa tre europei su quattro si definivano cristiani. Fra trent’anni saranno due su tre. Ci saranno cento milioni in meno di cattolici, protestanti, ortodossi. I musulmani aumenteranno del 63 per cento. O di più, come si augura Erdogan. «Fate cinque figli, il futuro dell’Europa è vostro», ha proclamato il presidente turco riferendosi ai suoi connazionali che vivono nella Ue. Erdogan ha reislamizzato la società copiando la tattica leninista del salame. Una fetta alla volta il laicismo di Ataturk è stato abolito.

In realtà non c’è bisogno di appelli per soffocare l’identità dell’Europa. È scritto, direbbe il Corano. Le culle e non le bombe sono lo strumento di questo rovesciamento socio-culturale. E nemmeno lo è la povertà, da cui scappano i clandestini raccolti dalle navi italiane.

LO DICE Hassen Chalghoumi, il presidente della Conferenza degli Imam di Francia, smentendo Papa Francesco. Il pericolo è il radicalismo religioso, afferma in un’intervista al Foglio. Non sorprende la fatwa sul suo capo. Sul Washington Quarterly, Timothy M. Savage prevede che entro il 2050 il 20 per cento della popolazione europea sarà musulmana. Ora è circa il 7 per cento. Percentuale modesta, fa notare qualcuno. Ma — avverte Fouad Ajami della Johns Hopkins University — per dominare l’Europa non è necessaria una maggioranza musulmana.

BASTERA’ il controllo delle grandi città e regioni, come durante la dominazione moresca della Spagna. E a quel punto non rimarrà che adottare il modello sociale preconizzato da Houellebecq: la sottomissione. Non noi, ma i nuovi arrivati dovranno adattarsi, ripete ora Mark Rutte, un moderato. Se ha vinto in Olanda è perché ha strappato ai risorti nazionalismi lo slogan della sopravvivenza. 

 

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Fonte: La Nazione – Il Resto del Carlino – Il Giorno (ediz. cartacea)