
(FILES) This file photo taken on November 24, 2015 shows The Archbishop of Caterbury, Justin Welby, awaiting the arrival of Britain’s Queen Elizabeth II ahead of a service at Westminster Abbey in central London.
The Archbishop of Canterbury Justin Welby has confirmed that he is the illegitimate son of a one-time private secretary to Winston Churchill, after a newspaper reported the discovery late on April 8, 2016. / AFP PHOTO / POOL / JONATHAN BRADY
di don Mauro Tranquillo FSSPX
Domenica 26 febbraio Papa Francesco ha visitato una delle chiese anglicane di Roma, All Saints in via del Babuino, dove ha benedetto un’icona della Vergine; il 13 marzo, in prossimità della festa di san Gregorio Magno, il direttore del Centro Anglicano di Roma, l’“arcivescovo” David Moxon, presiederà il vespro secondo il rito anglicano (evensong) all’altare della Cattedra della Basilica di San Pietro in Vaticano, mentre il predicatore sarà l’arcivescovo cattolico inglese Arthur Roche, segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. La “liturgia” sarà animata dalla Coro del Merton College di Oxford. Fin qui le notizie.
[Consulta anche il nostro studio “Dall’ecumenismo all’apostasia silenziosa” .pdf]
La celebrazione dei vespri anglicani in San Pietro ha provocato numerose reazioni giustamente indignate: c’è anche chi ha sostenuto che secondo l’antico diritto la celebrazione di una cerimonia acattolica in una chiesa consacrata al culto cattolico comporta la profanazione della medesima e richiede una cerimonia di riconciliazione. Di certo il diritto divino (e solo per conseguenza anche quello canonico) proibisce di pregare con gli acattolici, specialmente in pubblico e a maggior ragione seguendo i loro riti. Questo comporta il sospetto di adesione ai loro errori, e una mancanza contro la pubblica professione della fede che è richiesta a ogni cristiano. In effetti ogni rito non cattolico esprime l’adesione almeno esterna a degli errori o ad un gruppo estraneo alla Chiesa cattolica, ed è pertanto ingiustificabile alla luce del Primo Comandamento. Di più, invitare positivamente gli acattolici a svolgere il loro culto in una chiesa consacrata è uno scandalo pubblico di grandi proporzioni.
Detto questo, occorre ricordare che l’evento in programma è solo un capitolo di una saga, quella ecumenica, che ha precedenti numerosissimi e altrettanto gravi (e magari anche più gravi) ad opera di tutti i Papi post-conciliari. Limitandoci ai rapporti ecumenici con l’anglicanesimo, se Giovanni XXIII aprì le danze ricevendo in udienza (il 2 dicembre 1960) il sedicente arcivescovo di Canterbury Fisher, fu Paolo VI ad iniziare relazioni di culto comune fin dal lontano 1966. In tale occasione il Papa e il dott. Ramsey, allora sedicente arcivescovo di Canterbury, si incontrarono nella cappella Sistina e poi pubblicamente nella Basilica di San Paolo fuori le Mura (pure basilica patriarcale, come San Pietro: non certo una chiesa secondaria), dove ebbe luogo una sorta di preghiera comune (seppur non in forma strettamente liturgica), e dove Paolo VI consegnò a Ramsey (un laico per la dottrina cattolica) il suo anello episcopale e gli chiese di dare la sua benedizione.
A tale incontro fece seguito l’importante Malta report (2 gennaio 1968), una specie di documento congiunto, da allora guida per le relazioni tra cattolici e anglicani. In questo si mette in discussione la definizione più volte data dai Papi (l’ultima e definitiva sotto Leone XIII) sull’invalidità delle ordinazioni anglicane (lasciando intendere che una nuova teologia sacramentaria potrebbe considerarle valide), e si prospetta come possibile la celebrazione di liturgie (non eucaristiche) comuni, scambio di predicatori, sviluppo parallelo della riforma liturgica, all’epoca in corso d’opera (sarebbe interessante qui approfondire la riforma della liturgia anglicana avvenuta sulla falsariga del messale di Paolo VI: fino a quegli anni le chiese anglicane, per esempio, non conoscevano altari a mensa, che si introdussero ad imitazione del nuovo “rito romano”).
Da allora le celebrazioni liturgiche comuni, in particolare vespri (o simili) sono state eccezionalmente frequenti, e si sono svolte regolarmente (in Inghilterra o a Roma) alla presenza di tutti i Papi post-conciliari. Si tratta di vere e proprie concelebrazioni di atti di preghiera ufficiale e pubblica, per quanto non eucaristica (ma la distinzione qui è moralmente di scarsa importanza: si tratta sempre di comunione in sacris –cioè in riti sacri veri e propri, non il semplice recitare un Pater noster insieme in privato- con gli acattolici). I Papi postconciliari con l’episcopato cattolico vi sono apparsi attivi e in abiti sacri accanto al clero anglicano pure parato. Se dovessimo poi parlare di iniziative simili a livello locale, ovviamente sarebbe impossibile recensire tutti gli atti di simile natura.
Limitandoci ai Papi ricorderemo quindi alcuni (sottolineiamo alcuni) degli eventi di questo genere, tenutisi in templi anglicani o in chiese cattoliche:
- il 29 maggio 1982 Giovanni Paolo II celebrava una solenne liturgia ecumenica con il sedicente arcivescovo Runcie, nella cattedrale di Canterbury; il prelato anglicano vi appare parato in mitra e pastorale, il Papa in abito corale e stola; entrambi predicano e benedicono la folla in contemporanea (ricordiamo qui, per il problema della validità degli ordini anglicani, che lo stesso Giovanni Paolo II bacerà la mano di Rowan Williams, successore di Runcie, il 4 ottobre 2003: non è certo Papa Francesco il primo ad aver compiuto atti di omaggio verso ministri di culti non cattolici).
- il 17 settembre 2010, nell’abbazia di Westminster, Benedetto XVI in abito corale e stola partecipa al Vespro anglicano presieduto dal sedicente arcivescovo Williams, in paramenti. Non si vede come la partecipazione del Papa al vespro anglicano sia meno grave del vespro anglicano nella basilica di San Pietro.
- il 10 marzo 2012, nella basilica di San Gregorio al Celio (Roma), da dove partirono i monaci missionari inviati da santo Pontefice a evangelizzare gli angli e i sassoni, Benedetto XVI tiene dei vespri congiunti con Rowan Williams, presente in piviale e mitra nel presbiterio.
- nella stessa chiesa, il 5 ottobre 2016 si tengono simili vespri presieduti congiuntamente da Papa Francesco e dal sedicente arcivescovo Justin Welby, che appaiono seduti alla pari in paramenti sacri, e benedicono insieme. Una folta schiera di “vescovi” e altri ecclesiastici anglicani assiste in abito corale frammista a vescovi e cardinali “cattolici. Il primate anglicano è assistito da un cappellano donna.
Gli esempi sopra riportati mostrano che l’evento del 13 marzo a San Pietro è lungi dall’essere una novità. Si tratta di un fatto gravissimo per il luogo nel quale si svolge, ma che si iscrive in una serie di eventi promossi dal movimento ecumenico nell’immediato post-concilio e che hanno coinvolto in prima persona gli stessi Pontefici, che hanno pregato pubblicamente e in forme ufficiali con gli eretici anglicani (e non solo, ma qui ci atteniamo a questo argomento), riconoscendone con vari gesti i ministri come validamente ordinati [1]. Atteggiamenti contrari alla professione di fede e scandalosi, condannati com’è noto dall’enciclica Mortalium animos di Pio XI [2]. Occorre quindi manifestare il proprio dissenso non solo da questo atto singolare, ma dai princìpi che lo muovono e dai precedenti che lo preparano.
Concludiamo con l’episodio della vita di un martire, il Beato John Ogilvie, gesuita scozzese, catturato nel 1615 a Glasgow per aver detto la Messa cattolica “in una città riformata”, e messo a morte da Giacomo VI per aver sostenuto il potere del Papa sui Re durante il processo. Questi, condotto all’impiccagione, manifestò fino all’ultimo la sua volontà di non pregare con chi non condivideva la sua stessa fede: «If there be here any hidden Catholics, let them pray for me; but the prayers of heretics I will not have» («Se ci sono qui dei cattolici nascosti, che preghino per me; ma le preghiere degli eretici io non le avrò»).
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[1] Vero è che Papa Ratzinger volle la riordinazione dei ministri anglicani che rientravano nella Chiesa cattolica, ma al tempo stesso tributava onori episcopali ai vari “arcivescovi” di Canterbury che ebbe ad incontrare.
articolo opportunissimo a sfatare l’idea – davvero peregrina e disperata- che a tentare di sfasciare la Chiesa Cattolica sia stato questo IMBROGLIO di papa. Tutti IMBROGLIONI sono e cialtroni, questi ‘papi’ conciliari…. Altro che rimpianti su Benedetto XVI vero papa….
Da osservare un punto: la nuova teologia ‘sacramentale’ potrebbe davvero considerare le ordinazioni anglicane valide…sì, nel senso che sarebbero valide come quelle neo-cattoliche (post Pontificalis Romani, 1968), valide ‘relativamente ‘ a queste, cioè assolutamente (in senso assoluto) nulle e invalide, come queste appunto…
Don Mauro scrive:
“………Si tratta di un fatto gravissimo per il luogo nel quale si svolge, ma che si iscrive in una serie di eventi PROMOSSI DAL MOVIMENTO ECUMENICO NELL’IMMEDIATO POST-CONCILIO e che hanno coinvolto in prima persona gli stesso Pontefici……”
Non risultano a Don Mauro i contatti del Segretariato per la Promozione della Unità dei Cristiani creato da roncalli con il Consiglio Mondiale delle Chiese o Cons.Ecumenico delle chiese, contatti che hanno portato alla costituzione nel Maggio del 1965, in pieno CV2 del GRUPPO MISTO DI LAVORO ?
” Il G.M.L. non ha alcuna autorità propria ma è un forum colsultivo. (mica so fessi..)
” Il G.M.L. non limita la propria attività agli aspetti amministrativi della collaborazione.Cerca anche di discernere (udite!) LA VOLONTA’ DI DIO NELL’ATTUALE SITUAZIONE ECUMENICA E DI OFFRIRE ( offrire!!) LE PROPRIE
RIFLESSIONI SOTTO FORMA DI STUDI .”
E’ palese, mi pare, la volontà di sostenere per qualche motivo (ognuno avrà la propria) in modo surrettizio (si può dire?) l’Autorità del CV2 che doveva emanare, forse su consiglio del GML ( il quale discerne la volontà di Dio sulla situazione ecumenica) la Nostra Aetate.,
Don Mauro è ancora uno dei pochi sacerdoti della FSSPX che è ancora “integro” ai Principi e nella Dottrina, ammirevole, chissà quanti “permessi” avrà dovuto chiedere per pubblicare questo articolo visto che i suoi “superiori” la pensano diversamente, tanto da essere arrivati a “esiliare” un Santo Sacerdote….per non parlare delle nuove leve sacerdotali che mangiano pane e modernismo e sperano nell’Accordo a tutti i costi, cosi da poter entrare nelle Chiese romane in mano ai modernisti a testa alta e non da “rifugiati politici”, ignorando completamente gli anatemi del suo Fondatore sulle eresie della casta modernista e del Papa…
Non farla così disastrosa, mah.
Ad Albano, non mi risulta che ci siano preti che “mangiano pane e modernismo”. Del nuovo “capoccia” non so.
“Don Mauro è ancora uno dei pochi sacerdoti della FSSPX che è ancora “integro” ai Principi e nella Dottrina, ammirevole, chissà quanti “permessi” avrà dovuto chiedere per pubblicare questo articolo visto che i suoi “superiori” la pensano diversamente”
allora cosa ci sta a fare ancora nella FSSPX ?
#Lister conosco tutti di persona ad Albano, compreso il “capoccia” e compresi “anedotti” che mi hanno raccontato i “frequentatori” ma naturalmente questo non e’ il luogo per parlarne….
#antipluto Sono versioni teologiche diverse, lo stesso Don Mauro disse che potrebbe stare a parlare giorni con Don Ricossa, ma il punto comune e’ la lotta al modernismo, questo non toglie che rimane un VERO sacerdote CATTOLICO.
Non posso, non devo, non voglio crederci, mah…
Neppure a Messa ad Albano, posso andare?! Ma possibile che neanche lì, i preti sono “sani”??
Non ho mai detto questo (oltretutto frequento la fsspx)…..forse lei legge cose che non ho mai scritto o forse ha qualche astio verso qualche Istituto….
Ma dai lister, non sarà mica sano solo mah? Io conosco tutti i sacerdoti della FSSPX che ci sono in Italia e anche molti fuori Italia e se non son sani loro noi siamo da lebrosario. Vai a Messa ad Albano e non star ad ascoltare le chiacchiere. Non capisco come mai Mah! frequenti un ambiente che disprezza, non sarà una spia di don Ricossa infiltrata ad Albano?;-)
Mi pare che siete tutti della stessa “parrocchia”….adesso mi sono chiare tante cose e tante “frecciatine” nascoste….
Caro utente con IP 79.46.72.73,
per fare i flamer bisogna essere capaci. Continuare a produrre caos sotto diversi articoli (due commenti anche sotto l’articolo sulla “disfida di Menta”) con nomi pubblici ed e-mail diverse ma tutti con lo stesso IP, non è segno di grande destrezza. Che dice, la finiamo? Grazie.
ma*
74 approvati
jim****@hotmail.it
79.46.72.73
Rog**
0 approvati
rog***@hotmai.it
79.46.72.73
Luk*
36 approvati
mad**@hotmail.it
79.46.72.73
Visto che non richiedete iscrizione o profilo facebook scrivo quello che mi pare non vedo dove sia il problema, adesso cerco su internet cosa significa “flame”…..inoltre come consiglio imparate a scrivere nome e cognome sotto le risposte invece di “Redazione RS” e dietro ci sono 20 persone e non si sa con chi si sta parlando…..grazie a un video ho espresso una mia opinione e mi sono chiare molte risposte “acide” di alcuni “nickname” che scrivono, tutto qui visto che siete stati voi a trasformare una querelle privata in pubblica.
Cordiali saluti.
Un lettore
Mah, Luke, Isidoro, Lister, vattelapesca…
Il problema sta nel non farsi beccare a fare i flamer da osteria: su Facebook Giuspe Rossi, qui con svariati nomi. Suvvia.
Sig. Isidoro chi le dice che non viaggi per lavoro in tutta Italia e frequenti altre città? Mi conosce personalmente per sputare sentenze?
Crede di poter sentenziare qualcuno dall’alto del suo ruolo di “moderatore”?
Stimo i sacerdoti tradizionali e diffido di quelli pseudo-tradizionalisti in tutte le fraternità/istituti, inoltre frequento saltuariamente l’IMBC ma non ho un’orientamento “politico” come ho già scritto in un altro post per me l’importante è la messa cattolica tridentina.
Prima di insultare la gente fatevi un bell’esame di coscienza.
E allora caro mio, o cara mia, inizi a firmarsi con nome e cognome. Tutti sanno chi sono io, nessuno sa chi sia lei. Il fatto che concediamo l’anonimato non significa che se ne possa abusare. Saluti.
Ma di che cavolo parli?!
“parrocchia”, “frecciatine”, “astio verso qualche Istituto”…
Vaneggi???
L’hai fatta tanto tragica circa la FSSPX e, poi, affermi che la frequenti.
Una forma di masochismo, la tua, o la frequenti per apprendere dalle “nuove leve” la maniera per “mangiare pane e modernismo”?
Io leggerei “cose che non hai mai scritto”?
Parli di “aneddoti” riferiti da “frequentatori” di cui non si può parlare in questa sede, facendo intendere che c’è del marcio ad Albano salvo, poi, negarlo…
E’ il vero caso di dire:
“Mah!”
E’ un fedele pugliese dell’imbc che probabilmente non sa neanche dove si trovi Albano.
Cmq vedo come chiamano molti fedeli di Albano il Santo Padre (da quel che leggo)…..poi sputano sui sedevacantisti…..roba da pazzi…..
“Cmq vedo come chiamano molti fedeli di Albano il Santo Padre (da quel che leggo)…..poi sputano sui sedevacantisti…..roba da pazzi”
Un “fedele di Albano” che è ancora convinto che quello sia il “Santo Padre”, è logico che “sputi sui sedevacantisti”, no?
Poche idee, ma ben confuse…
Oggi l’ineffabile ‘padre’ Spadaro, in TV,
ha evocato le due colonne del ‘pontificato’ di ‘papa’ FrancIesco:
Misericordia e Discernimento.
1) MISERICORDIA,
intesa come ‘ ognun faccia come gli pare,
che dio è nostro buon compare”
– salvo l’obbligo imprescindibile
di soccorrer il negro sul gonfiabile…
2)DISCERNIMENTO,
cioè a dire
ch’ogni forma d’intendimento
dello scritto della bibbia,
non può prescinder dal ricorso
all’oracolo argentino
che ti sforna assai sveltino
il senso giusto del momento.
Misericordia e Discernimento:
come ognun vede
fondati sul capriccio
di questo nuovo gran
Maestro Do Nascimento!
-Detto bene, ‘padre’ Spadaro,
sulle due colonne
che in piedi tengono
il papa nostro pataccaro!
Che il 13 marzo
con grande sfarzo
un’ altra prova darà
della sua grande amistà!
(dalla quale è meglio,
tenersi alla larga,
per carità!)
Altro che “due colonne”, bbruno…
Il Pontificato del pataccaro è ipostilo: non si contano le colonne su cui si regge.
Eresia, apostasia, ecumenismo, sincretismo, modernismo, arroganza, supponenza, accoglienza, omofilia, islamofilia, sionfilia, luterofilia e chi più ne ha, più ne metta, per realizzare una religione/insalatarussa di stampo laico/massone…
P.S.
Complimenti per il sonetto 🙂
eh già, lister, quando si dice (si diceva): bonum ex integra causa, MALUM EX QUOCUMQUE DEFECTU! basta un solo ‘defectus’, e tutto va in metastasi ( e qui addirittura, già in partenza, ne abbiamo mille di ‘defectus’…e allora che cosa vuoi ‘ammonire’???).
Il ‘sonetto’ poi è buttato lì per il detto :
‘ridere per non piangere’!
Mi pento con tutto il cuore die miei peccati e di aver frequentato l’IMBC, ancor di più dopo tutte le conferme avute dai vari tesisti dei loro modi… poco cattolici diciamo?