Caro papa Francesco,
torno a scriverti con dolcezza e amore per chiedere ancora una volta il tuo beneplacito e la tua benedizione.
Per non tediarti inutilmente, vengo subito al punto. Il papà della mia compagna, rimasto vedovo alcuni anni fa e senza altri figli, e che abita con noi, non gode di buona salute. Leggere il recente documento emanato dal Pontifico Consiglio per gli Operatori Sanitari, che condanna l’accanimento terapeutico e schiude finalmente le porte alla possibilità di una dolce morte, ci ha suggerito la soluzione migliore.
È vero che il nonnino è ancora in grado di alimentarsi da solo, ma tu ci insegni che i casi difficili vanno affrontati con franchezza, interrogandosi nell’intimo della coscienza, ed è quanto abbiamo fatto. La sua è veramente una situazione problematica: soffre di incontinenza, a tratti non riconosce più determinate persone, deve spesso ricorrere a una carrozzina per spostarsi, si sbava addosso, sbraita se non accorriamo subito a soddisfare i suoi capricci; addirittura di notte russa.
Anche se con una certa difficoltà, presentandogli la cosa nella giusta prospettiva, siamo riusciti a convincerlo di quella che sarebbe la soluzione migliore per tutti. Sarebbe un vantaggio soprattutto per i suoi nipotini, che ama tanto e che tanto lo amano, che potrebbero così godere della sua eredità: non sono forse da anteporre i bisogni dei giovani, che costituiscono il futuro, a quelli degli anziani, che hanno già lungamente goduto della vita?
Di quanto detto fin qui siamo così sicuri, grazie anche ai preziosi consigli del nostro giovane parroco, che non ti avremmo certo disturbato per così poco. Ma il vero caso di coscienza riguarda la modalità: lasciare il vecchio senza cibo e acqua ci pare un po’ crudele: oltretutto la faccenda andrebbe per le lunghe e lui certo protesterebbe e si lamenterebbe ad alta voce, turbando i bambini. Ci sembra quindi molto più cristiano interrompere in modo più gentile le sue sofferenze, anche per poter serbare un ricordo più sereno del caro papà.
Ti preghiamo quindi di confortarci in questa nostra difficile scelta, aggiungendo magari una qualche nota a piè di pagina al documento in questione, così che ognuno sia libero di interpretarlo più liberamente secondo il lume della propria coscienza.
Caro papa, prega per noi e per l’anima del nostro povero congiunto, che tanta fiducia ha sempre riposto in te e che presto si unirà al coro degli angeli e dei santi.
Tuo fedele
Cristian Adulto
In Belgio l’eutanasia è legge dello Stato dal 2002.
Da allora è iniziato un (comprensibile) fenomeno: molti anziani che si avviano alla settantina varcano la frontiera a sud e si stabiliscono in via definitiva nel nord della Francia.
Questo per il timore che i cari congiunti, còlti da pietà per gli acciacchi dei loro vecchietti, inizino ad accarezzare per loro l’idea della dolce (?) morte.
Incredibile!
Poveri “cari congiunti”, rimasti con un pugno di mosche in mano…
Fantastico. ..humour nero..ahahah. Bravo.