Il "Vescovo Massimo"

Il “Vescovo Massimo”

Sarebbe da non prendere in considerazione come notizia reale ma invece è così.

Il sito prideonline.it (la casa madre di queste operazioni) lancia la notizia in modo inequivocabile: “Reggio Emilia rilancia la sfida per la piena uguaglianza delle persone Lgbti. La città, che ha celebrato la prima unione civile, scenderà in piazza per la prima volta sabato 3 Giugno”.

Insomma la prima unione civile italiana è stata celebrata a Reggio e a Reggio dovrà andare in scena un gay pride commemorativo per chiedere ancora di più.

Cosa si legge sul medesimo sito?

Nel ricco menù rivendicativo della manifestazione […], che ha incassato il patrocinio del Comune e un’importante collaborazione con la Ausl cittadina sul tema della prevenzione delle IST,  non c’è solo il rilancio della lotta per il matrimonio egualitario. Il corteo, che partirà dalla stazione centrale per arrivare a piazza della Vittoria, riprenderà le fila di alcune storiche battaglie del movimento Lgbti: dal potenziamento degli interventi di educazione affettiva e sessuale e contro il bullismo omotransfobico nelle scuole, alla pretesa che la legge contro l’omotransfobia esca finalmente dagli impolverati cassetti del Parlamento nei quali è relegata da anni. Senza dimenticare l’aggiornamento della legge 164, per consentire il cambio anagrafico del nome senza l’obbligo dell’intervento chirurgico, e la riforma  del diritto di famiglia per dare pari diritti alle famiglie omogenitoriali rimaste orfane della stepchild adoption dopo l’approvazione della legge Cirinnà.

[…]

Non mancheranno gli incontri di autofinanziamento che partiranno con la serata in programma il prossimo 24 Marzo che avrà ospite Piergiorgio Paterlini, proseguiranno con il pranzo con la senatrice Monica Cirinnà e lo sceneggiatore Ivan Cotroneo, in calendario per il 20 Maggio, passando per il Drag Queen Bingo ospitato dal Circolo Arci Pigal.

E fin qui siamo alla descrizione degli atti compiuti dai nemici certi e dichiarati (a loro modo “onesti” nel disprezzare la legge naturale e il senso comune). Fin qui, insomma, siamo nella versione ordinaria del principio Oportet ut scandala eveniant (Matteo, XVIII, 7).

Ma i “cattolici” che fanno? Lo riporta il nostro collaboratore Cristiano Lugli sul sito Riscossa Cristiana:

Don Paolo Cugini ha deciso di dare un volto nuovo alla città, e anzi potremmo dire alla Diocesi di Reggio, organizzando per domenica 14 Maggio, alle ore 21.00, una “veglia di preghiera in chiesa per combattere l’omofobia”, dal titolo “Benedite e non maledite”, strumentalizzando la Lettera ai Romani di San Paolo, che come sappiamo non usava mezze misure nel definire la sodomia come grave peccato contro natura. Le dichiarazioni rilasciate ai giornali locali da don Cugini sono agghiaccianti; ne riportiamo alcune per rendere meglio l’idea di ciò che sta accadendo con il complice silenzio di tutti:

“Sarà il primo evento del genere in città nato sulla scia delle parole di Papa Francesco”.
“Vogliamo interrompere la catena dell’odio contro i cristiani gay”…

Il parroco di Regina Pacis ci spiega come l’idea sia nata “dalla richiesta di genitori di ragazzi omosessuali dai 20 ai 30 anni che abitano nel quartiere (…) Già da tempo facciamo incontri con loro, una volta al mese, dove mangiamo la pizza insieme, dialoghiamo e infine leggiamo il Vangelo. ‘Benedite e non maledite’ è la frase spunto che abbiamo preso dalla parola di San Paolo. Quello che vogliamo fare in modo molto semplice è lottare contro l’omofobia che è ancora molto presente nella nostra società, attraverso la preghiera e l’amore. Vogliamo interrompere la catena dell’odio contro i cristiani omosessuali. Ma anche denunciare e sensibilizzare sul tema del bullismo che sono costretti a subire gli adolescenti omosessuali”.

Già in passato, come ammette lo stesso don Cugini, nella parrocchia di Regina Pacis erano stati pubblicati articoli a favore dei cristiani LGBT sul bollettino parrocchiale

Ma a questo punto, voi direte, che fa la curia?

Notizia di oggi riportata dalla Gazzetta di Reggio: manderà alla veglia don “Alberto Nicelli, vicario generale del vescovo Camisasca”.

Una sintesi?

La prima “unione civile” italiana è stata celebrata a Reggio e a Reggio dovrà andare in scena un gay pride commemorativo per chiedere ancora di più, alla preparazione morale di questo evento (accompagnato ad altri sul territorio nazionale) hanno contribuito icone dell’omosessualismo italiano (valga per tutte la senatrice Cirinnà). Nella parrocchia di Regina Pacis si favorisce il clima con una veglia antiomofobia e la diocesi manda il vicario generale del vescovo a dare appoggio.

A questo punto penserete …è finita qui. Vero?

No. Ora si arriva alla parte “comica”. Il giorno prima della “veglia” è il 13 maggio e il vescovo farà una processione in onore della Madonna di Fatima, con relativa consacrazione della diocesi (il giorno prima dalla parte della Vergine che a Fatima disse: “I peccati che portano più anime all’Inferno sono i peccati della carne”, il giorno dopo – il 14 – manda il suo vicario alla veglia descritta nelle righe precedenti).

Ma ecco il bello:

i cattolici “conservatori” della diocesi staranno facendo tutti le barricate, staranno mandando tutti lettere infuocate, di fronte ad una simile farsa? Al contrario: pare essere partita una raccolta di firme – proprio in ambienti conservatori – per ringraziare “il Vescovo Massimo” per la processione-consacrazione del 13 maggio!

La logica elementare insegna che anche gli orologi fermi due volte al giorno segnano l’ora esatta e non bisogna complimentarsi con l’orologiaio quando accidentalmente avviene che le lancette corrispondano alla verità. Sempre per logica elementare, ringraziare “il Vescovo Massimo” per la processione sembra non troppo diverso che ringraziare Lutero per le ampie citazioni del Vangelo.

Verrebbe da dire: se proprio si vuole respingere con fermezza il lume della ragione, si accetti almeno il lume della Fede che – attraverso Santi e Papi – ci ricorda che il veleno dell’errore mescolato al miele di qualche atto meritorio rende solo meno ripugnante e più pericoloso l’errore.

San Beda il Venerabile diceva: «Il fatto che l’acqua del diluvio non salvi, ma uccida quelli che sono situati fuori dall’arca, prefigura senza alcun dubbio che ogni eretico, benché possieda il sacramento del battesimo, è sprofondato agli inferi non da altre acque, ma da quelle stesse che sollevano l’arca al cielo».

Riparare a tutto questo sarà necessario. Non importa quanti saranno quelli che avranno la forza di aderire. Ma qualcosa andrà fatto.

La Gazzetta di Reggio, 12 maggio 2017.

La Gazzetta di Reggio, 12 maggio 2017.