di Gabriellus
Siamo in tempi omertosi. Omertà è un termine generalmente riferito alle mafie e, in effetti, qui a una mafia ci riferiamo. Ci si riferisce a quel totalitarismo che, dall’America all’Europa, inciampando in paesi “retrogradi” come la Russia, colonizza come può con le sue dottrine scandalose. Ci si riferisce a chi vuole indottrinare i bambini, manco fossimo in un regime totalitarista. Ci si riferisce a chi è democratico solo quando sta bene a lui.
Credo si sia colto il riferimento al cosidetto movimento LGBT, finanziato con fiumi di denaro da ONG, governi (col nostro in prima linea), che intende bollare come “omofobo” chiunque vi si opponga.
In realtà nessun uomo di Chiesa, laico o consacrato che sia, ha mai avuto fobia degli omosessuali, dal momento che la caritàs cristiana ci impone l’accoglienza di tutti i peccatori (purché siano pentiti). Questa è la vera misericordia di Dio: l’accoglienza del peccatore pentito.
Quanto, invece, ha sempre fatto la Chiesa nei primi millenovecento anni della sua esistenza, è stato condannare l’errore, il peccato. Questa differenza è enorme, per quanto oggi dimenticata e diluita in una falsa misericordia buonista, poiché porta l’uomo di coltivare i peggiori vizi, con risultati morali che sono sotto gli occhi di tutti.
Se le autorità ecclesiastiche, per piacere al mondo, non condannano più il peccato, generano una comprensibile confusione tra chi in buona fede va in parrocchia o in chiesa la domenica. Come stupirsi, dunque, se un neonato comitato laico vuol pregare per le vie della città in riparazione del grave scandalo che darà il gay pride?
Quanto stupisce, piuttosto, è il fatto dalla Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla non si sia letto o sentito nulla su questa blasfema iniziativa. Si può immaginare che ci siano inconfessabili equilibri da mantenere, altrimenti appare inspiegabile un silenzio del genere. Silenzio che non c’è stato, invece, sulla processione di preghiera organizzata dal Comitato intitolato alla Beata Giovanna Scopelli, con una netta bocciatura dell’iniziativa.
Un atteggiamento simile dispiace infinitamente. Non per l’iniziativa, che, a Dio piacendo, andrà come deve. Ma per i fedeli della Diocesi, che in quel sabato dovranno guardarsi dal portare i loro bambini in giro per il centro della città. Che dovranno cambiare i loro programmi perché la consorteria LGBT ha deciso di occupare una città con ometti vestiti da donna e con tutto di fuori. Senza una parola di conforto da nessuno dei propri sacerdoti.
Eppure qualcosa si muove tra laici e coraggiosi sacerdoti. Qualcosa sta nascendo, piano piano, in silenzio, in preghiera.
Lui stesso ce lo disse: se questi taceranno, grideranno le pietre.